28 aprile 2013, Paola De Pin vota la fiducia ala governo Letta |
Elezioni del 4 marzo 2018. Va bene che siamo nella "società dello spettacolo" ma quello con cui abbiamo a che fare è un vero e proprio bordello.
Per esempio, chi più e chi meno, tutti hanno messo in lista, spesso in posizioni apicali, fetecchie e saltimbanchi vari. L'estrema destra non fa eccezione.
Prendiamo il caso di Augusto Sinagra, piduista e famigerato avvocato di Licio Gelli: sarà candidato a Roma nelle liste di Casa Pound. Niente di nuovo sotto il cielo: di vecchia data il sodalizio tra certi ambienti neofascisti, logge massoniche, sette esoteriche e servizi segreti vari.
Sempre per restare laggiù, ancora più in fondo a destra, c'è il caso della Senatrice veneta Paola De
Pin, eletta nel 2013 nelle liste del Movimento 5 Stelle. Con una conferenza stampa, Fiore presente, la De Pin ha comunicato che sarà candidata nelle liste di Forza Nuova.
Pin, eletta nel 2013 nelle liste del Movimento 5 Stelle. Con una conferenza stampa, Fiore presente, la De Pin ha comunicato che sarà candidata nelle liste di Forza Nuova.
Ne ha fatti di salti della quaglia la De Pin!
Leggiamo da sito Giornalettismo:
«Dopo tre mesi dall’arrivo in Parlamento abbandona il partito di Beppe Grillo. Si iscrive al gruppo misto e dà vita insieme ad altri ex M5S alla componente Gruppo Azione Popolare. Ad ottobre 2013 vota la fiducia al governo Letta e negli stessi giorni il suo mini gruppo cambia denominazione in Azione Partecipazione Popolare. Alle elezioni europee di maggio 2014 dà il suo appoggio alla sinistra, che si presenta con la lista unitaria L’Altra Europa con Tsipras (definisce il leader greco «il più credibile rappresentante dell’unico europeismo possibile») e, pochi giorni prima del voto, aderisce a un’altra componente del gruppo misto, Italia Lavori in Corso, sempre in compagnia di altri senatori ex pentastellati. È il giugno 2015 invece quando aderisce alla Federazione dei Verdi (alla quale sarà iscritta fino al 2016). Negli stessi giorni al Senato si iscrive a un gruppo di centrodestra, Gal, ovvero Grandi Autonomie e Libertà, di cui fanno parte anche democratici cristiani. Ne farà parte fino a fine legislatura senza tuttavia abbandonare altre iniziative. Nel 2016 ad esempio dopo l’esperienza con i Verdi arriva la fondazione di un nuovo movimento politico, Riscossa Italia».
Vabbè che non in Italia c'è il vincolo di mandato, ma qui siamo davanti ad un caso patologico di incontinenza politica. Dopo tutti questi cambi di casacca addirittura sprofondare in Forza Nuova? Non sarebbe stato più dignitoso ritirarsi mestamente a vita privata? Invece prevale la coazione a ripetere, un'egotica smania di essere sulla ribalta, anche a costo di apparire macchiette.
Non ci occuperemmo della De Pin se non fosse stata, negli ultimi due anni, una dirigente e un'icona di Riscossa Italia... Per chi non l'avesse capito uno dei movimenti politici del campo "sovranista".
Già, Riscossa Italia, lo stesso gruppo il cui portavoce era Marco Mori, finito in Casa Pound.
Speriamo che gli amici di Riscossa Italia rifletteranno a fondo non solo sulla "fuga dei cervelli" che han subito, ma sulle ragioni del loro approdo devastante.
Il comunicato emesso il 20 gennaio (vedi accanto) se non è un modo furbo di mettere la polvere sotto il tappeto, fa sperare che ci sarà un'autocritica radicale. Se due dirigenti di spicco hanno scelto certi lidi non è perché sono impazziti all'ultimo momento. C'era evidentemente qualcosa di ambiguo e fragile nelle stesse fondamenta politiche di Riscossa Italia. Un "sovranismo costituzionale" che mascherava disegni ben più torbidi.
Come abbiamo già scritto si chiude un ciclo del "sovranismo". Perché si chiude? perché il sovranismo si è scisso in due campi: quello sciovinista e fascistoide e quello patriottico e socialista.
Da che parte andranno i "sovranisti" scampati alla carneficina?
5 commenti:
Una riflessione va fatta anche in modo simmetrico. Forza nuova, che pretende di essere l'ultimo baluardo di valori non negoziabili, finisce poi per appoggiare queste candidature disinvolte di persone ad essa esterni.
E' come se tutto ad un tratto un monastero di benedettini decidesse di accettare al suo interno un evangelista o un musulmano.
Insomma la domanda è: è peggio per la De Pin essere andata in FN o per FN avere accettato la De Pin?
Trovo assai curioso che gli amici di P101 avanzino sospetti sulla linea politica di Riscossa Italia. A meno di non saper leggere l'italiano e di non avere quella minima capacità cognitiva che permetta di occuparsi di politica, il comunicato che abbiamo pubblicato 2 settimane fa (ben prima dell'ufficialità della questione, a riprova della trasparente conduzione politica di cui facciamo vanto) pone una pietra tombale sia dal punto di vista politico che da quello etico.
Aggiungo che fare gare di purezza, come abbiamo visto negli ultimi mesi, porta poco lontano.
Vittorio Banti, membro direttivo Riscossa Italia.
Si è proprio finito un ciclo, non è più possibile "nascondere la polvere sotto il tappeto" !
Per i dirigenti di Riscossa Italia, dopo la scossa ricevuta da Mori e dalla De Pin, il problema si pone eccome !!!
Che faranno ora ? Seguiranno l'ex segretario e l'ex onorevole , e approderanno ai lidi fascistoidi macchiando indelebilmente le loro "fedine politiche" e quelle di chi è ancora nel recinto di Riscossa Italia ? Oppure prenderanno atto che l'unica possibilità di continuare una battaglia sovranista costituzionale risiede nel rompere un contenitore che ha generato esperienze così tanto spurie ?
Personalmente auspico che si prenda atto dei risultati e si dia un contributo alla costruzione di un soggetto sovranista patriottico e socialista !
Meglio tardi che mai ..
Guardate con chi è finita la De Pin: https://napoli.fanpage.it/giornata-della-memoria-nella-sede-di-forza-nuova-si-festeggia-con-una-torta-con-svastisca/ gente che festeggia l'olocausto..
Un umile invito alla riflessione: sovranismo, patriottismo, costituzionalismo come tutti gli "ismi" hanno un qualcosa di quasi religioso, di fideistico. Secondo me non funzionano e non funzioneranno. Credo invece che dopo l'ubriacatura elettorale la nostra area che ha come obbiettivo comune la lotta anticapitalista nella transizione democratica rivoluzionaria al socialismo ( unico ismo che per prospettiva mi sento di salvare), debba costruire sui territori, collettivi di lavoro che sappiano interloquire criticamente con la falsa coscienza (necessaria) delle generazioni formatesi a seguito del crollo del comunismo storico.
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