7 agosto. Come molti "gufi" avevano annunciato, noi tra questi, le aspettative strombazzate dal governo Renzi-Padoan che il Pil sarebbe cresciuto quest'anno dello 0,8% sono andate a farsi friggere. La chiamano "recessione tecnica", quando il prodotto va sotto lo zero per due trimestri consecutivi. Come se quando il Pil si attesta allo 0,1 o allo 0,2%... "tutto va bene madama la marchesa".
La realtà, come abbiamo segnalato, è che l'Italia è sprofondata da tempo in una depressione senza uscita, con un'ampia parte del popolo lavoratore che subisce una vera e propria catastrofe sociale, mentre gli strati alti della borghesia continuano ad ingrassarsi.
I lievi sobbalzi del Pil registratesi in questi ultimi anni, non hanno invertito la tendenza al declino.
Quattro dati su tutti:
RICCHEZZA NAZIONALE: dal 2007 al 2013 persi 843 miliardi pari al -9%.
- PRODUZIONE INDUSTRIALE: dal 2007-2013 -25,5% .
- PIL PRO-CAPITE: dal 2007 al 2013 - 9,1%.
- DISOCCUPAZIONE: dal 2007 è più che raddoppiata: dal 6,1% al 12,7% attuale.
Nello stesso periodo, a livello mondiale la produzione industriale è aumentata del 10% e il PIl cresciuto in media del 5%.
Per chiunque non sia ottenebrato dalla propaganda di regime è evidente che i governanti non sanno che pesci pigliare.
Essi non sanno fare altro che riproporre le ricette liberiste che hanno approfondito una crisi che viene dal lontano.
Essi lo sanno perfettamente. Lo sanno benissimo che privatizzare, tagliare la spesa non danno alcuna garanzia che s'inverta la rotta. Lorsignori sperano che l'aumento massiccio dell'esclusione sociale, la disoccupazione, la marginalità, facciano diventare questo Paese, agli occhi dei grandi capitalisti (stranieri anzitutto), un luogo appetibile e redditizio per i loro investimenti. Così sperano riparta un processo "virtuoso" di "crescita". Anche ove questo accada, crescita sarà per il capitale, miseria invece per il popolo lavoratore.
Ma che la loro ricetta di vampiri sortisca un effetto espansivo non sta scritto da nessuna parte.
Lorsignori sanno anche questo. A che si affidano dunque? Al fato? Alla Divina Provvidenza?
La Tabella sopra indica con drammatica esattezza a che punto il Paese è nella merda. Indica quindi che dal collasso finanziario venuto dagli USA del 2008 l'economia capitalistica italiana è andata sempre peggio. Indica infine che la gabbia dell'euro è concausa del declino. Lorsignori sanno anche questo. Ma non potranno ammetterlo mai pubblicamente. Perché? Come non potete aspettarvi dai preti che ammettano l'assurdità di certi dogmi di fede, verrebbe meno la loro funzione sciamanica, così non potete sperare che Lorsignori rinuncino ai misteri neoliberisti, oppure al mito dell'euro. Dovrebbero ammettere non solo di aver fallito, dovrebbero ammettere che sono dei criminali, dei servi della grande finanza predatoria globale.
La domanda sembra essere: quanto potrà reggere la stabilità sociale? Quanto ci manca prima che il popolo, con un sussulto, mandi a casa questi truffatori criminali? Risposta: questo non si può predire. Sicuro è tuttavia che tutto congiura a favore di un fragoroso e di grandi dimensioni scoppio sociale, destinato a mutare a fondo tutto il paesaggio sociale e politico. Che questa sollevazione apra la strada ad un'uscita democratico-rivoluzionaria o reazionaria e autoritaria, dipende da chi gli si metterà alla testa.
La realtà, come abbiamo segnalato, è che l'Italia è sprofondata da tempo in una depressione senza uscita, con un'ampia parte del popolo lavoratore che subisce una vera e propria catastrofe sociale, mentre gli strati alti della borghesia continuano ad ingrassarsi.
I lievi sobbalzi del Pil registratesi in questi ultimi anni, non hanno invertito la tendenza al declino.
Quattro dati su tutti:
RICCHEZZA NAZIONALE: dal 2007 al 2013 persi 843 miliardi pari al -9%.
- PRODUZIONE INDUSTRIALE: dal 2007-2013 -25,5% .
- PIL PRO-CAPITE: dal 2007 al 2013 - 9,1%.
- DISOCCUPAZIONE: dal 2007 è più che raddoppiata: dal 6,1% al 12,7% attuale.
Nello stesso periodo, a livello mondiale la produzione industriale è aumentata del 10% e il PIl cresciuto in media del 5%.
Tabella n. 1. Il Pil italiano e gli altri (clicca per ingrandire) |
Per chiunque non sia ottenebrato dalla propaganda di regime è evidente che i governanti non sanno che pesci pigliare.
Essi non sanno fare altro che riproporre le ricette liberiste che hanno approfondito una crisi che viene dal lontano.
Essi lo sanno perfettamente. Lo sanno benissimo che privatizzare, tagliare la spesa non danno alcuna garanzia che s'inverta la rotta. Lorsignori sperano che l'aumento massiccio dell'esclusione sociale, la disoccupazione, la marginalità, facciano diventare questo Paese, agli occhi dei grandi capitalisti (stranieri anzitutto), un luogo appetibile e redditizio per i loro investimenti. Così sperano riparta un processo "virtuoso" di "crescita". Anche ove questo accada, crescita sarà per il capitale, miseria invece per il popolo lavoratore.
Ma che la loro ricetta di vampiri sortisca un effetto espansivo non sta scritto da nessuna parte.
Lorsignori sanno anche questo. A che si affidano dunque? Al fato? Alla Divina Provvidenza?
La Tabella sopra indica con drammatica esattezza a che punto il Paese è nella merda. Indica quindi che dal collasso finanziario venuto dagli USA del 2008 l'economia capitalistica italiana è andata sempre peggio. Indica infine che la gabbia dell'euro è concausa del declino. Lorsignori sanno anche questo. Ma non potranno ammetterlo mai pubblicamente. Perché? Come non potete aspettarvi dai preti che ammettano l'assurdità di certi dogmi di fede, verrebbe meno la loro funzione sciamanica, così non potete sperare che Lorsignori rinuncino ai misteri neoliberisti, oppure al mito dell'euro. Dovrebbero ammettere non solo di aver fallito, dovrebbero ammettere che sono dei criminali, dei servi della grande finanza predatoria globale.
La domanda sembra essere: quanto potrà reggere la stabilità sociale? Quanto ci manca prima che il popolo, con un sussulto, mandi a casa questi truffatori criminali? Risposta: questo non si può predire. Sicuro è tuttavia che tutto congiura a favore di un fragoroso e di grandi dimensioni scoppio sociale, destinato a mutare a fondo tutto il paesaggio sociale e politico. Che questa sollevazione apra la strada ad un'uscita democratico-rivoluzionaria o reazionaria e autoritaria, dipende da chi gli si metterà alla testa.
9 commenti:
L'Ora X
Bell'articolo e analisi spietata, ma giusta. Tuttavia la conclusione probabilmente e irrealistica così che sarebbe utile esplorare orizzonti differenti, vale a dire "meno ottimistici".
L'articolo tocca un tema assai interessante: che intenzioni hanno i dominanti? E l'elemento più drammatico è che io credo non abbiano intenzioni definite.
Così come il popolo non è più popolo ma una massa di consumatori tele- e consumodipendenti, le attuali classi dirigenti sono una sommatoria di bande mafioso-clienteral-imprenditoriali che per decenni sono state liete di cedere il governo ai poteri forti: in cambio di laute prebende, ma anche perché la cosa li esentava dalla fatica di governare effettivamente.
E ora che il sistema si avvicina al tracollo semplicemente non sanno che fare salvo continuare a rubare il poco rimanente e sperare che quando verrà giù tutto al potere ci sia qualcun altro. D'altro canto i margini di sostenibilità sistemica sono talmente ristretti da rendere effettivamente inagibile un approccio riformista. L'unica scelta è fra il tracollo immediato e prosecuzione della commedia ancora per qualche anno.
Nella logica della prosecuzione credo ci stia anche la speranza che prima di noi crolli qualcun altro (come nel suo piccolo è successo alla Grecia) in modo da concentrare lì il grosso della devastazione. In fondo è la stessa logica che ha regolato la guerra fredda fra USA e URSS, colossi ammalazzati in corsa per vedere chi crollava per primo.
Il sistema imploderà,questo è certo,a causa delle sue insanabili contraddizioni però, insite nel suo peculiare modo di produzione,e non per altro.Se ci aspettiamo una risposta delle classi dominate alla criminale lotta di classe dall'alto delle èlites,potremmo tranquillamente morire senza aver visto neanche un barlume di quella ripulsa necessaria verso l'oligarchia asserragliata all'interno della Troika.Sono passati quasi sei anni dallo scatenamento delle classi dominanti transnazionali contro i lavoratori,eppure niente e poi niente si è difeso di quel poco che restava di protezione verso i più deboli,e non è tale situazione attribuibile solo al bombardamento mediatico,attiene a qualcosa di peggio,e si chiama avvenuta e totale acquiescenza al potere delle classi subalterne.La catarsi ci sarà,è inevitabile che avvenga,così come la distruzione totale di un paese,ma solo in seguito ad oggettivi e insuperabili limiti del sistema.Il proletariato oramai privo di coscienza di classe ne subirà le peggiori conseguenze.Ma...a dar retta alla sedicente sinistra/destra così "moderna",si finisce così:nel girone infernale dei pària.A futura memoria, amen Pierre57
Cito:
"Per chiunque non sia ottenebrato dalla propaganda di regime è evidente che i governanti non sanno che pesci pigliare.
Essi non sanno fare altro che riproporre le ricette liberiste che hanno approfondito una crisi che viene dal lontano."
No vi sbagliate, sanno molto bene cosa fare.
Sanno soprattutto una cosa della quale si sono convinti da alcuni decenni, da quando è cominciato il vero e proprio attacco alla democrazia ossia dalla seconda metà degli anni '70: la democrazia è un rischio troppo grande e va sostituita con un regime autoritario.
Lo scopo della loro insistenza su misure economiche liberiste è disciplinare il lavoro, impossessarsi delle ricchezze della classe media e poi, approfittando della fase di grandi turbolenze sociali che necessariamente seguirà all'impoverimento generalizzato della popolazione (questione di uno o due anni), imporre delle limitazioni della democrazia e delle libertà individuali con la giustificazione dell'ennesimo stato di eccezione.
Per questo l'unica risposta possibile è un movimento interclassista.
Esiste però il fattore tempo da tenere in considerazione perché la chiave di volta che regge il piano delle oligarchie è che nella fase della turbolenza sociale nasceranno dei movimenti di destra becera (come sostiene anche Brancaccio) che sposteranno l'opinione pubblica dalla proposta per un autentico cambiamento al solito "richiamo a tornare all'ordine" destrorso che è naturalmente il presupposto per dei tentativi autoritari "guidati" proprio dal potere.
Certo che se nemmeno nell'imminenza del "crollo" riesce a nascere una "soggettività politica" alternativa, come osserva Vasapollo, le cose si complicano parecchio.
Il punto su Alitalia
Molto semplice.
Se non si vedranno degli scioperi seri in cui parteciperanno due o più categorie diverse di lavoratori Alitalia "unite", sarà la prova che i lavoratori di quell'azienda sono un ammasso di mezze seghe morte di sonno che si meritano tutto quello che gli sta succedendo.
So già come andrà a finire e non facendo parte di quell'azienda, quindi non trovandomi a condividere la sorte di schiavi senza dignità che aspetta quei lavoratori, mi godrò allegramente lo spettacolo della loro giusta punizione.
P.S.. Mi dispiace molto per quel 3% scarso di persone che hanno mantenuto la loro dignità, dovranno soffrire per l'ignavia altrui e non è giusto.
Anonimo delle 16:44
Non è che sia d'accordissimo col tuo ragionamento anche se immagino che la tua rabbia sia motivata da un qualcosa che hai vissuto in prima persona.
Certo è che con tutta la comprensione del mondo per dei lavoratori messi sotto ricatto o si capisce che una lotta significa dover subire dei colpi pesanti e ci si prepara per quello o tanto vale arrendersi in partenza.
Non lo so, non mi sento di giudicare ma resto perplesso di fronte all'acquiescenza che si è diffusa a tutti i livelli
"la democrazia è un rischio troppo grande e va sostituita con un regime autoritario."
Parole sacrosante queste.
Indubbiamente il rischio è da intendersi per la cosiddetta "governabilità" il feticcio a cui si sta sacrificando la Costituzione e si varano le "riforme" più cervellotiche ma tutte miranti a privare il popolo delle sue prerogative decisionali democratiche. Lo smantellamento della democrazia sorta dalla liberazione è iniziata con l'abolizione del "proporzionale " sgozzato" dalla Riforma Segni.
L'attuale frenetica corsa alle "riforme" ha l'obiettivo di porre un governo nella possibilità di "incatenare" il Popolo senza dover far necessariamente ricorso al possente apparato di repressione previsto dalle norme europee (p.es. Eurogendfor).
Sterilizzare La "democrazia" è uno dei principali obiettivi dei Programmi P2 in linea con i famosi "Protocolli".
Dittatura all'orizzonte a breve termine.
Regime autoritario forse è dire poco: secondo me si va con determinazione inquietante verso un regime piramidale assolutistico.
Questo insistere sul presidenzialismo che con Berlusconi era il leit motif della destra più Piduistica ora è diventato una specie di bandiera del riformismo
più atlantista e sembra raccogliere il consenso politico di larga parte delle forze in campo.
Un capo del governo presidenzialista svela aspirazioni dittatoriali e la Democrazia corre rischi inimmaginabili.
L'unica forza politica che sembra opporsi a questa visione servile e schiaccia-Popolo della politica italiana, sembra comunque, nonostante tutto, il M.5.S.
SE per "ORA X" si intende "l'Italia s'è desta., dell'elmo di Scipio eccetera ...", parafrasando con ..."il Popol s'è desto", sono della desolata opinione che non avverrà mai più, a meno che non capiti qualche sbarco di Alieni Liberatori provenienti dai siderei spazi.
E' di oggi la notizia che un Sindaco sta avendo grane per aver protestato contro la TAV !!!
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