24 febbraio. Abbiamo appena ascoltato il comizio con cui Matteo Renzi ha chiesto la fiducia al Senato. Sfuggente su molte questioni egli è stato paraculescamente perentorio nel sottolineare non solo il suo convinto europeismo ma le sue simpatie per una "svolta radicale", ovviamente all'insegna del più beota neoliberismo. Torneremo domani sulla questione
Ha fatto scalpore la dichiarazione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio e braccio destro di Renzi: "si potrebbero tassare i Bot". C'è stata una specie di insurrezione generale da parte delle destre politiche, comprese quelle del neonato governo, e di pressoché tutti gli organi di stampa: "NO ALLA PATRIMONIALE! DIO CE NE SCAMPI DA ALTRE TASSE!".
Vediamo di vederci chiaro.
Questi disfattisti sono traballanti ma coerenti. Invisi se non odiati dalla maggioranza dei cittadini hanno per questo invocato il "vincolo esterno", accettando di farsi tramite del regime di doppio Protettorato (Euro-americano) a cui il Paese è ora sottoposto. Matteo Renzi promette una "svolta radicale". In realtà non la farà, non può e non vorrà farla, poiché la sola svolta radicale necessaria e degna di questo nome è l'uscita dall'Unione europea e la riconquista della sovranità nazionale, il solo perimetro in cui la stessa sovranità popolare può essere effettiva.
Ha fatto scalpore la dichiarazione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio e braccio destro di Renzi: "si potrebbero tassare i Bot". C'è stata una specie di insurrezione generale da parte delle destre politiche, comprese quelle del neonato governo, e di pressoché tutti gli organi di stampa: "NO ALLA PATRIMONIALE! DIO CE NE SCAMPI DA ALTRE TASSE!".
Vediamo di vederci chiaro.
«L'idea di aumentare la tassa sulle rendite finanziarie non è una novità. È anzi uno dei cavalli di battaglia di Davide Serra, il finanziere fondatore del fondo Algebris che vive da circa 20 anni a Londra, considerato il mentore economico di Renzi. Lo stesso Serra che è in più occasioni ha detto che l'Italia - che dal 2012 ha equiparato la tassazione su redditi diversi (capital gain su strumenti finanziari) e redditi da capitale (interessi e dividendi) al 20%, con l'eccezione di titoli di Stato, buoni postali, bond di Paesi in White list e di organismi internazionali che godono dello sconto al 12,5% - dovrebbe aumentare l'aliquota sulle rendite finanziarie al 30%. Per favorire una redistribuzione sul mondo del lavoro, tassato complessivamente al 68%. Va detto che Enrico Letta a ottobre ha provato a introdurre un aumento al 22% ma non è riuscito». [Vito Lops. Il Sole 24 Ore del 24 febbraio]
Non una patrimoniale vera e giusta quindi, ma finta e ingiusta, è quella che hanno in mente Del Rio e i renziani. Si tratterebbe di un modesto adeguamento agli standard europei della tassazione sui ricavi delle rendite, non sulle rendite stesse. [vedi Tabella 1]
Ingiusta infine, perché finalizzata non a trasferire risorse ai settori sociali che stanno in basso ma, ben al contrario, a rimborsare il debito pubblico, quindi a spostare risorse verso chi sta in alto, proprio quindi ai settori rentier che s'ingrassano lucrando sul debito. Per farla corta: la sola patrimoniale che concepiscono i liberisti (renziani compresi) è una rapina sociale a favore dei ricchi speculatori.
Ingiusta infine, perché finalizzata non a trasferire risorse ai settori sociali che stanno in basso ma, ben al contrario, a rimborsare il debito pubblico, quindi a spostare risorse verso chi sta in alto, proprio quindi ai settori rentier che s'ingrassano lucrando sul debito. Per farla corta: la sola patrimoniale che concepiscono i liberisti (renziani compresi) è una rapina sociale a favore dei ricchi speculatori.
Tabella 1 |
Quale dovrebbe essere una patrimoniale vera e giusta? Quella che applica un tributo non solo ai ricavi delle rendite ma alle rendite medesime, partendo da quelle più grandi. Un esempio? Un conto è tassare un milione di euro tesaurizzati (i quali possono essere cristallizzati in conti correnti, obbligazioni bancarie, azioni, fondi, e in parte in titoli di stato), un altro è tassare solo gli interessi annui che quel tesoro frutta.
Non si può pensare che un regime politico figlio dell'epoca neoliberista, che ubbidisce agli interessi degli strati rentier delle classi dominanti, possa darsi la zappa sui piedi: esso non vuole colpire ma proteggere le rendite finanziarie —che per loro natura ingrassano chi le detiene e le banche che le amministrano e sui cui staccano un pizzo ben più grosso del tributo dello Stato.
L'aristocrazia finanziaria ottiene infatti i suoi guadagni proprio dalla tesaurizzazione, dal trattenere la liquidità nei circuiti bancari e borsistici (compresi quelli ombra). Si tratta di ricchezza monetaria tolta alla sfera dell'economia produttiva, e che non vi rientra fintanto che i ricavi che si ottengono in quei circuiti sono più consistenti di quelli che si ottengono nel ciclo della produzione di merci. Lo stesso Keynes insegnava che chi voglia far ripartire il meccanismo dell'accumulazione capitalistica e degli investimenti deve colpire alla radice le rendite finanziarie per drenare risorse immobilizzate come "tesoro" affinché affluiscano nella "economia reale". Di qui il ruolo centrale dello Stato che per avviare un ciclo virtuoso d'investimenti e aumentare la domanda aggregata, può e deve, non solo usare la leva monetaria, ma pure quella fiscale.
Tabella 2. Clicca per ingrandire |
E' un fatto che di misure keynesiane le oligarchie euriste non vogliono saperne. E i governi italiani ubbidiscono. Gli oligarchi neoliberisti sono contrari a tasse patrimoniali sui ricchi redditieri, ma hanno imposto una crudele e colossale tassa patrimoniale sul popolo lavoratore e sulle classi sociali che stanno in basso. In questo consistono le misure austeritarie di macelleria sociale.
Avremo modo di tornare con una specifica inchiesta sulle rendite finanziarie e la ricchezza mobiliare e immobiliare in Italia e la loro specifica composizione. Qui basti dire che una GIUSTA PATRIMONIALE è quella che non si limita a tassare i ricavi delle rendite finanziarie —ad esempio il prelievo sui conti correnti che dal 27 è stato abbassato al 20%— ma le rendite medesime. In effetti questa tassa sull'intero patrimonio mobiliare c'è già è consiste in un misero 2 per mille. Ovvero, sempre stando al tesaurizzatore che tenga fermo un milione di euro, egli paga un modestissimo tributo di 2mila euro.
E' di un rovesciamento di paradigma quello di cui c'è bisogno. I portabandiera neoliberisti dei rentier spaventano i cittadini dicendo che una tassa patrimoniale colpirebbe i "poveri risparmiatori". Facile demagogia.
Tabella 3 |
In Italia la ricchezza mobiliare (finanziaria) complessiva ammonta a circa 3.800 miliardi di euro [vedi Tabella 2, che non tiene conto delle stime sull'aumento verificatosi nel 2013], 2,3 volte il Pil. Secondi i dati di Bankitalia di questi 3.800 Mld la quota di risparmio popolare ammonta a circa 800 miliardi (40mila€ medi x 20 milioni di famiglie).
Si può ben preservare la fascia di risparmio popolare e colpire chi detenga rendite superiori. Si potrebbe istituire un'imposta patrimoniale, diciamo del 0,6% annuo (invece che del 2x1000 attuale). Otterremmo la "cifretta" di 18 miliardi. Si potrebbe fare una cosa ancor più equa: stabilire che l'imposta patrimoniale sia progressiva, ovvero che chi più ha più paga.
Ma restiamo ad un'imposta standard del 6x1000.
La si potrebbe chiamare "imposta di scopo", ad esempio per dare un assegno minimo mensile garantito ai disoccupati. I disoccupati sono all'incirca 3 milioni, e i 18 miliardi assicurerebbero appunto l'elargizione di un assegno mensile —nell'ipotesi di un reddito garantito di 500€ al mese avremmo infatti che l'importo complessivo annuo sarebbe di 18Mld (500x12x3Mln).
Tabella 4 (clicca per ingrandire) |
Questa non sarebbe solo una misura sacrosanta di giustizia sociale, un modo per far uscire i cittadini privi di garanzie (esclusi dal cosiddetto "welfare") dalla povertà. Sarebbe un modo per rianimare il mercato dei consumi dei beni di prima necessità e quindi, ci direbbe il keynesiano, per incoraggiare la domanda.
I neoliberisti, della destra e della sinistra sistemiche, urleranno allo scandalo. Ci diranno che "i risparmiatori hanno la memoria di elefante e le zampe di lepre", per spaventarci col discorso che i capitali liquidi davanti ad una simile imposta scapperanno per porti più sicuri e remunerativi.
E' questo il senso di appartenenza alla comunità nazionale dei neoliberisti. Più spesso è il loro portafogli più si sentono patrioti, dal patriottismo passano in un battibaleno al disfattismo anti-popolare se in quei portafogli lo Stato prova a mettere il naso a salvaguardia delle classi più umili.
Questi disfattisti sono traballanti ma coerenti. Invisi se non odiati dalla maggioranza dei cittadini hanno per questo invocato il "vincolo esterno", accettando di farsi tramite del regime di doppio Protettorato (Euro-americano) a cui il Paese è ora sottoposto. Matteo Renzi promette una "svolta radicale". In realtà non la farà, non può e non vorrà farla, poiché la sola svolta radicale necessaria e degna di questo nome è l'uscita dall'Unione europea e la riconquista della sovranità nazionale, il solo perimetro in cui la stessa sovranità popolare può essere effettiva.
8 commenti:
Bell'articolo, ma solo un appunto:
"nell'ipotesi di un reddito garantito di 500€ al mese"
Capisco che è solo un ipotesi, non certo una proposta, ma questa somma è una miseria. Insufficiente non solo a "rianimare il mercato dei consumi dei beni di prima necessità" ma insufficiente anche solo a rianimare il disoccupato.
Che poi non vogliano darci manco questa miseria la dice lunga su chi sono questi signori, cosa che giustamente viene evidenziata.
Demetrio
"Poiché la sola svolta radicale necessaria e degna di questo nome è l'uscita dall'Unione europea e la riconquista della sovranità nazionale, il solo perimetro in cui la stessa sovranità popolare può essere effettiva." Personalmente giudico questa "svolta" qualcosa di ineludibile sebbene qualcuno potrebbe stracciarsi le vesti essendo una svolta a sfumature "nazionaliste". Io credo che oggi il vero pericolo, la vera minaccia all'esistenza della maggior parte degli Umani sia l'internazionalismo che, nessuno si faccia illusioni, sarà sottoposto più o meno palesemente all'egemonia di una sola etnia che disporrà della vita e della morte di tutte le altre.
Se al neoliberismo selvaggio opponi Keynes - con l' aggregato di oboli di vario genere ai "poveracci" - allora, sei maturo per una luccicante tessera onoraria di SEL (utile per sedere alla destra di Svendola).
ciao cari compagni.
ho aperto una discussione sulla sostenbilità del reddito di citttadinanza e ho dimostrato che con un semplice tetto a 2305€ al mese si troverebbero 33MILIARDI OGNI ANNO DA DARE AI DISOCCUPATI (800€ AL MESE X 12 MENSILITA' A TUTTI I DISOCCUPATI UFFICIALI)
http://www.investireoggi.it/forum/tetto-alle-pensioni-2300-32-3-miliardi-trovati-reddito-cittadinanza-vt76952.html
A PAG4 dimostro come si fa numeri alla mano.
dngmrz
Caro Anonimo del tetto delle pensioni:
abbiamo visionato la tabella che hai allegato.
Stiamo ragionando sulla proposta....
vi ringrazio, non sono anonimo il mio codice fiscale è dng,rz.
In effetti io sarei più radicale: 1000€ a tutti, porterei la spesa da 270 miliardi a 160 miliardi ( 12 mensilità) e con quei 110 miliardi potrei fare un mucchio di cose.
ma mi rendo conto che è utopia.
Invece il tetto a 2305€ non potrebbe essere contestato da nessuno neppure dai parrucconi della consulta.
PS: fate pure i controlli che volete, i dati che ho preso dal pdf sono dati inps 2013.
dngmrz
Aggiungo che la proposta l'ho inviata a tutti dalla estrema sx alla estrema dx (eccetto partiti governativi).
Purtroppo pare che non piaccia chissà come mai voi che dite ?
dngmrz
carissimi.
spero se mi scuserete se faccio ancora un uso personale del vostro bellissimo e utilissimo blog, ma oggi ho ricevuto una lettera dalla commssione europea e ho pensato di informarvi:
http://www.investireoggi.it/forum/reddito-di-cittadinanza-ho-denunciato-l-italia-alla-commissione-europea-vt81709.html
dngmrz
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