Torino, 10 dicembre |
Ogni movimento popolare, se non ottiene la vittoria, simbolica se non sostanziale, dopo il suo picco, è destinato al riflusso. Quello del 9 dicembre non poteva fare eccezione. Abbiamo sottolineato il suo punto di forza: la sua natura di movimento politico che metteva in discussione non solo il governo ma l'intero sistema. Diversi i suoi punti di debolezza, tra cui tre in particolare: (1) che esso non è riuscito a mobilitare il mondo del lavoro dipendente, (2) che si è illuso di poter "mandare tutti a casa e subito"e (3) una direzione nazionale "fai da te" del tutto inadeguata a sostenere una simile sfida.
Era velleitario pensare che sarebbe scattata "la rivoluzione italiana". Nessun popolo insorge se non considera maturi i tempi, se non ritiene di avere una nuova classe dirigente da mettere alla guida del paese.
Così, mentre il gruppo di coordinamento nazionale è andato presto in pezzi —il primo casus belli fu la manifestazione del 18 dicembre a Roma indetta per conto suo dal losco Danilo Calvani e aperta ai rottami fascisti—, dopo almeno due settimane di agitazione, i 130 e passa presidi smobilitavano inesorabilmente.
In questo contesto il presidio di Perugia già il 16 dicembre, metteva in guardia dai rischi di sfascio e proponeva agli altri comitati di svolgere un'assemblea nazionale allo scopo di fare il punto, e di eleggere un nuovo coordinamento nazionale.
Dopo aver sentito attivisti di altri presidi quello di Perugia, l'8 gennaio, rompeva gli indugi lanciava ufficialmente l'idea di un'ASSEMBLEA nazionale autoconvovata. La data inizialmente proposta per svolgere l'assemblea era quella del 9 febbraio. Siccome nel frattempo l'ala calvaniana indiceva per lo stesso giorno una manifestazione nazionale (cosiddetto "Cammino per la libertà"), l'assemblea autoconvocata è stata spostata al 16 febbraio.
Proprio in merito a questa nuova imminente iniziativa di Danilo Calvani il Comitato di Perugia, confermando l'assemblea nazionale del 16 febbraio, ha emesso questo giudizio politico spiegando perché non aderisce:
«Il Comitato 9 dicembre di Perugia non aderisce al cosiddetto “Cammino per la Libertà” che si concluderà a Roma il 9 febbraio. Spieghiamo perché:
(1) non è un’iniziativa concordata unitariamente dal basso ma solo dalla cosiddetta “ala calvaniana”;
(2) mentre c’è bisogno ti tenere unito il Movimento, quello del 9 febbraio è un atto che lo divide e quindi lo indebolisce;
(3) politicamente parlando si tratta di un’iniziativa velleitaria: si illudono i cittadini che sia possibile qui e ora “mandarli tutti a casa”, mentre la battaglia è ancora lunga e non si vince coi proclami roboanti e con le spacconate;
(4) dal punto di vista organizzativo quella del 9 febbraio è come minimo strampalata che rischia di risolversi in un fiasco;
(5) circolano infine strane voci che la manifestazione possa essere strumentalizzata da forze che si muovono dietro le quinte per torbidi disegni.
In queste condizioni noi preferiamo presidiare i nostri territori, tenere le trincee, rafforzare i legami coi cittadini che ci seguono. Sappiamo che la maggioranza dei comitati locali farà altrettanto.
Ed a tutti loro ci rivolgiamo affinché partecipino all’Assemblea Nazionale che si svolgerà, come previsto, il 16 febbraio a Firenze (Via Giampaolo Orsini, n.44, inizio alla ore 10:00).
Non vogliamo dare vita ad un’altra corrente del Movimento. Vogliamo invece tenerlo unito, battendo frazionismi, personalismi e leaderismi che tanti danni hanno fatto.
Ciò è possibile tenendo fede alla piattaforma originaria del 9 dicembre e sottolineando il suo spirito antagonista ma democratico, e formando un Coordinamento Nazionale unitario ma rappresentativo.
Ciò è possibile solo coinvolgendo tutti gli attivisti ed eleggendo democraticamente un nuovo Coordinamento.
Per questo c’è bisogno di ragionare, di confrontarsi, mettendo quindi fine alle forzature ed ad ogni avventuristica fuga in avanti».
Comitato 9 Dicembre-Perugia
(1) non è un’iniziativa concordata unitariamente dal basso ma solo dalla cosiddetta “ala calvaniana”;
(2) mentre c’è bisogno ti tenere unito il Movimento, quello del 9 febbraio è un atto che lo divide e quindi lo indebolisce;
(3) politicamente parlando si tratta di un’iniziativa velleitaria: si illudono i cittadini che sia possibile qui e ora “mandarli tutti a casa”, mentre la battaglia è ancora lunga e non si vince coi proclami roboanti e con le spacconate;
(4) dal punto di vista organizzativo quella del 9 febbraio è come minimo strampalata che rischia di risolversi in un fiasco;
(5) circolano infine strane voci che la manifestazione possa essere strumentalizzata da forze che si muovono dietro le quinte per torbidi disegni.
In queste condizioni noi preferiamo presidiare i nostri territori, tenere le trincee, rafforzare i legami coi cittadini che ci seguono. Sappiamo che la maggioranza dei comitati locali farà altrettanto.
Ed a tutti loro ci rivolgiamo affinché partecipino all’Assemblea Nazionale che si svolgerà, come previsto, il 16 febbraio a Firenze (Via Giampaolo Orsini, n.44, inizio alla ore 10:00).
Non vogliamo dare vita ad un’altra corrente del Movimento. Vogliamo invece tenerlo unito, battendo frazionismi, personalismi e leaderismi che tanti danni hanno fatto.
Ciò è possibile tenendo fede alla piattaforma originaria del 9 dicembre e sottolineando il suo spirito antagonista ma democratico, e formando un Coordinamento Nazionale unitario ma rappresentativo.
Ciò è possibile solo coinvolgendo tutti gli attivisti ed eleggendo democraticamente un nuovo Coordinamento.
Per questo c’è bisogno di ragionare, di confrontarsi, mettendo quindi fine alle forzature ed ad ogni avventuristica fuga in avanti».
Comitato 9 Dicembre-Perugia
6 commenti:
Demostene
"Così, mentre il gruppo di coordinamento nazionale è andato presto in pezzi —il primo casus belli fu la manifestazione del 18 dicembre a Roma indetta per conto suo dal ......... Danilo Calvani e aperta ai "rottami fascisti".
Mi domando come si fa a pretendere che un movimento, inizialmente "splendido" come quello dei Forconi, rimanga unito e attivo quando si tirano certe pedate nel sedere a chi, in fin dei conti e sia pure a modo suo, si stava spendendo con accanimento per la causa.
Perciò, siamo alle solite: i capponi di Renzo che si beccano l'un l'altro per finire tutti in pentola.
E fra i due litiganti, il "terzo" gode!
Chiedo scusa alla redazione per questo commento fuori tema, ma non sapevo dove fare questa segnalazione. Diego Fusaro, il "filosofo" di cui avete postato anche il video del suo intervento al convegno di Chianciano, farà attività culturale per i fascisti di CasaPuond. La sua scelta è gravissima e lo colloca politicamente dall'altra parte della barricata rispetto ai comunisti, agli antimperialisti, ai sinceri rivoluzionari. Spero che rimuoverete dal blog l'intervento di tale personaggio e non lo inviterete mai più alle vostre iniziative. I vostri avversari in malafede non aspettano altro che questi equivoci per buttarvi merda addosso...
http://www.secoloditalia.it/2014/02/un-filosofo-marxista-nella-sede-di-casapound-scandalo-no-solo-per-gli-antifascisti/
Diego Fusaro non mi pare che collaborerà con Casapound, è solo intervenuto ad un convegno, mi pare si stia strillando per nulla
Giancarlo
OFF TOPIC
Non c'è dubbio alcuno che Fusaro ha commesso un grave errore ad andare a parlare di Marx... in una sede di militanti fascisti (sic!). Speriamo per lui che abbia un sussulto di resipiscenza, tornando quindi sulla sua infausta decisione.
Nell'ottobre scorso avevamo avuto modo di polemizzare con Diego Fusaro: SULLA FINE DELLA DICOTOMIA DESTRA SINISTRA, rileggerlo è forse utile per comprendere la radice dell'errore di Fusaro.
zubin
Mah, per me gli appestati si trovano altrove. Tuttavia più che di appestati bisognerebbe forse parlare di untori considerato che, stando a quello che si dice, certi programmi del N.W.O. riterrebbero necessario ridurre l'esuberante popolazione mondiale (ovviamente quella senza il richiesto pedigree) a "circa" 500 milioni.
Si salvi chi può!!
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