Da sinistra: Felice Floris, Mariano Ferro, Nello De Bellis, Marino Badiale, Leonardo Mazzei, e Massimo De Santis mentre Perino è in collegamento. |
«Non abbiamo alternative se non abbattere il sistema»
“La rivolta sociale è nell’aria, e ad essa prenderanno parte quelli che erano di sinistra e di destra, poiché gli interessi comuni contro questo sistema di rapina prevaranno sulle tradizionali differenze ideologiche”. (Mariano Ferro)
Serpeggiava molta stanchezza, domenica mattina.
Venivamo da tre giorni di dibattiti intensisissimi con i diversi protagonisti della scena medorientale e, dopo i forum, discussioni accese al bar, a volte fino a tarda notte. Ma la tavola rotonda di domenica mattina era speciale per diverse ragioni. Il Movimento Popolare di Liberazione ha occupato il campo, mettendo all’ordine del giorno la crisi italiana dentro quella europea, e dunque il ruolo e le prospettive dei movimenti popolari di protesta.
Malgrado molti ospiti stranieri fossero in procinto di partire, nonostante, dopo mesi di caldo soffocante, si addensassero minacciose fosche nubi (e infatti l’acquazzone arriverà, violento, verso mezzogiorno), l’attenzione al tema era massima.
Non poteva essere altrimenti, vista la presenza, tra gli oratori, di Mariano Ferro del Movimento dei Forconi, Felice Floris del Movimento dei Pastori Sardi e, in collegamento audio-video Alberto Perino del Movimento no-Tav.
Anzitutto l’introduzione, densa e impeccabile, del professor Nello De Bellis del Mpl. De Bellis ha gettato sul tappeto i temi più scottanti: la natura storico-sistemica della crisi, la strategia dei grandi poli del potere finanziario globale che tendono a fare scempio non solo dei diritti acquisiti dai lavorartori ma delle sovranità nazionali e popolari, l’incorporazione della sinistra storica nel disegno di questi poteri (qui il ricordo del compianto Massimo Bontempelli) e quindi la necessità di costruire una nuova opposizione sociale e politica che punti alla fuoriuscita dal sistema.
Dopo i fraterni saluti di Alberto Perino del Movimento no-Tav, il quale ha denunciato l’attuale governo come il peggiore della storia repubblicana invitando tutti alla resistenza, il primo ad intervenire è stato Leonardo Mazzei.
Con la sua consueta precisione ha spiegato le cause di fondo della crisi dell’eurozona e come da questa crisi non si esca con delle mezze misure. Ha quindi esposto le oramai ben note proposte del Mpl, la cui realizzazione passa necessariamente, data l’inesistenza di forze istituzionali di vera opposizione (e qui ha espresso, ricollegandosi all’esperienza greca, la sua critica anche a Syriza), per una sollevazione popolare che consenta la formazione di un governo d’emergenza. Mazzei prima di concludere con l’affermazione che “questa sollevazione è necessaria, quindi possibile”, ha denunciato l’ammucchiata che tiene in piedi il governo Monti-Napolitano la quale, pur di tenersi in piedi e proseguire nell’applicazione del massacro sociale in nome della difesa dell’euro, sta complottando per una legge elettorale ancor più truffaldina del Porcellum.
E' poi venuto il turno di Marino Badiale. Egli ha sottolineato la sua piena sintonia con le proposte svolte da Mazzei ma, a differenza di quest’ultimo, ritiene non esistano le condizioni per una sollevazione popolare generale. Lo spappolamento sociale causato dalla globalizzazione e dal neoliberismo è profondo e, peggio ancora, c’è stata una mutazione antropologica, per cui la maggioranza dei cittadini sono privi di una spinta interiore alla ribelllione. “Negli anni settanta le gente, al limite, sparava su quelli che erano ritenuti i nemici, oggi invece si spara, e ciò da la misura di questo mutamento antropologico”. Badiale ha ammesso di essere pessimista riguardo all’idea che si possa uscire presto dal marasma, suggerendo che siamo agli inizi di una penosa Via Crucis.
Di tutt’altro segno il discorso di Mariano Ferro, salito con un suo compagno ad Assisi in macchina, visto che il fallimento della Windjet ha pregiudicato il viaggio in aereo. Con la passione e il fervore che lo contraddistinguono, Ferro ha invitato i presenti a passare dalla parole all’azione. “Le analisi le abbiamo fatte, sulle analisi siamo d’accordo, ora occorre agire, perché solo con l’esempio possiamo parlare alle larghe masse”. Non ha avuto peli sulla lingua: “Il sistema politico che ci comanda va abbattuto, ogni ipotesi di autoriforma è illusoria, solo una rivolta popolare potrà cambiare il corso delle cose”. Ma per vincere occorre unire i diversi ceti sociali colpiti dalla crisi e portati alla fame, un fronte quindi, ma non basato su pregiudiziali ideologiche. “La rivolta sociale è nell’aria, e ad essa prenderanno parte quelli che erano di sinistra e di destra, poiché gli interessi comuni contro questo sistema di rapina prevaranno sulle tradizionali differenze ideologiche”. Ferro ha poi aggiunto, visto che c’erano anche i greci, che occorre pensare ad una assemblea che unisca i settori popolari in lotta, dalla Grecia all’Italia, passando per gli indignados spagnoli e per finire col Portogallo. Ha quindi concluso spiegando le ragioni che hanno spinto i Forconi a presentare una propria lista alle imminenti elezioni siciliane. Una battaglia difficilissima, vista la censura sistematica con cui le forze sistemiche stanno cercando di accerchiare i Forconi, la sola forza che può scompigliare i giochetti dei vari partiti del palazzo e diventare punto di raccolta delle forze sociali ribelli.
Felice Floris ha ricostruito la storia del Movimento dei pastori sardi, le sue dure lotte, spesso represse, fino alla formazione della Consurta dei movimenti, diventata un protagonista della scena politica sarda. Non ci sono, per Felice, spazi di mediazione con le forze sistemiche, “siamo condannati a resistere e combattere” per abbattere un modello sociale che non da scampo al popolo lavoratore, che uccide ogni forma sociale e produttiva che ci porta alla fame. Agganciandosi al discorso di Ferro, Floris ha messo in guardia che la situazione va si verso la rivolta generale, ma le condizioni per questa non sono ancora mature. Floris è stato più preciso: "le condizioni oggettive ci sarebbero anche ma è il fattore soggettivo che non è maturo”, ed è quindi in questa direzione che occorre lavorare, per costruire un movimento antagonista che sia davvero pronto a vincere le sfide che si stagliano all’orizzonte. Qui l'importanza dell’esperienza della Cosurta dei movimenti, un coordinamento dei movimenti sociali che vuole essere indipendente da tutti i partiti e la leva per mobilitare i più vasti settori popolari.
Il dibattito è stato intenso. Ragione e passione politica si sono dati la mano. Esse debbono in effetti procedere di pari passo, mai separarsi l’una dall’altra, se davvero vogliamo passare da una resistenza divisa e quindi debole, alla controffensiva, unificando in un saldo fronte tutti i rivoli della protesta attuale fino alla rivolta generale.
E’ in questo contesto che Massimo De Santi, con una sua poesia, ha voluto ricordare come il Campo di Assisi fosse stato dedicato ad Angelo di Carlo, immolatosi davanti al Parlamento:
L'ANGELO DELLA RIVOLUZIONE
(dedicata ad Angelo Di Carlo in memoria del suo sacrificio)
CREDEVI NELLA GIUSTIZIA, NELL'AMORE,
NELLA FRATELLANZA, NEL RISPETTO DELL'AMBIENTE
E TROVASTI IL MENEFREGHISMO DEI RICCHI,
L'INDIFFERENZA DEL POTERE,
LA VIOLENZA ERETTA A NORMA.
TI OBBLIGARONO A CONVIVERE CON LA PRECARIETA'
DEL LAVORO MAL PAGATO CHE PIU' VOLTE PERDESTI.
PIU' VOLTE HAI BUSSATO ALLE PORTE DELLE ISTITUZIONI
CHE SPESSO TI NEGARONO PERSINO L'ASCOLTO.
DECIDESTI ALLORA DI IMMOLARTI IN NOME DEI GIUSTI
LASCIANDO BRUCIARE LE TUE CARNI DAVANTI AL PARLAMENTO
DIVENTATO ORMAI LUOGO DELLA PERDIZIONE,
SIMULACRO DELLA DEMOCRAZIA.
COSI' LA TUA COSCIENZA SI LIBERO' NEL CIELO
SCOLPENDO A LETTERE CUBITALI L'UNIVERSALE PAROLA:
GIUSTIZIA PER TUTTI.
LA TUA MORTE NON RIMARRA' INVANA,
COME VORREBBE LA NORMALIZZAZIONE VIOLENTA DEL
CORROTTO POTERE.
OGNI MOLECOLA DEL TUO CORPO ORA
STA ACCENDENDO ALTRE COSCIENZE
FINO ALL'INNESCO DELLA RIVOLUZIONE.
6 commenti:
Ovviamente ha ragione Marino Badiale. Continuate a sognare la sollevazione, continuate a non aprire gli occhi e a non esaminare lucidamente la situazione. Questa è l' ultima occasione storica, richiede coraggio e una rivoluzione copernicana nell' analisi e voi vi ostinate a non capirla.
Sono d'accordo con te quando dici che questa è una occasione storica e che richiede tanto coraggio. Ma, per me, questa è l'occasione storica per la Sollevazione, sono infatti convinto che a poco a poco, si stanno realizzando le cause oggettive perché questa si realizzi. Per te, invece? Di quale rivoluzione copernicana parli? E a che ti serve il coraggio se non ti Sollevi?
Decisamente preferisco la grinta dei Forconi e dei Pastori Sardi, al vittimismo e al masochismo di prepararsi ad una Via Crucis
Ad Assisi l'ha detta giusta il sardo Floris, ovvero che le condizioni generali sono caerto mature per la sollevazione (e tra queste la rabbia dei cittadini) ma mancano quelle soggettive, il soggetto politico. Diamoci da fare su questo piano.
Lp
Anonimo n. 2
Rivoluzione copernicana significa avere il coraggio di guardare in faccia lo sfacelo culturale e morale attuale della classe subalterna che gli IMPEDISCE di recepire qualsiasi messaggio e capire che "quello" è il problema e non l' euro o le condizioni politiche interne o di altri paesi.
Inutile dilungarsi se sono l' unico a pensare che questa sia la questione principale ma fidati che ci vuole molto e forse troppo coraggio per quello di cui sto parlando.
Senza di questo succederà esattamente quello che state verificando coi vostri occhi e cioè che MPL ( e anche altri movimenti o blog) pur avendo ragione su molti punti cruciali, alla fine la gente continua a votare per i partiti di governo (ossia non vi si fila di pezza). Guardate voi stessi i risultati di questo recente sondaggio Ipsos:
http://www.sondaggibidimedia.com/2012/08/sondaggio-ipr-per-il-tg3-crescono-pd-e.html
Il primo passo è capire che più dell' analisi politico-economica è urgentissimo discutere di:
1) Perché la classe subalterna ha perso qualsiasi senso di appartenenza (cioè l' unico elemento da cui deriva la forza di lottare e la capacità di sacrificarsi e che è il punto di forza della classe dominante)
2) Come fare per "restituire" questo senso di appartenenza (che è in primo luogo il ridare dignità alla "cultura" propria della classe mentre oggi si instilla l' adorazione della cultura alta dei padroni)
3) Come fare nel medio e possibilmente breve periodo a far passare dei messaggi in un contesto di così scarsa ricettività
Rendetevi conto che ora come ora siete come quelli che pianificano un lungo viaggio senza tener conto che la macchina è completamente scassata e va prima riparata.
Scusate sondaggio IPR
Non se n può più di questo pessimismo imperante e distruttivo, davvero! In Grecia fino a non troppo tempo fa la sinistra era di una debolezza elettorale sconcertante, alle ultime elezioni ha rischiato di vincere! Rimbocchiamoci le maniche anziché piangerci addosso di continuo!
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