«Un Fronte ampio?
Inclusivo fino a chi?»
di Lamberto Tonini
cari compagni,
ho letto attentamente la bozza di manifesto del Movimento Popolare di Liberazione.
Anzitutto i miei complimenti. In poche pagine siete riusciti a dire l'essenziale, l'essenziale di quel che in questo paese occorrerebbe fare per imprimere una svolta. Intendo i sei punti o le sei misure fondamentali da adottare contenute nel capitolo "Fronte ampio e governo popolare".
E condivido ampiamente tutta l'analisi della situazione che sta a base del Manifesto, l'analisi della crisi come crisi storico-sistemica del capitalismo, di quello finanziarizzato in particolare. Voi dite che è una "bozza", io spero che a fine tragitto non venga annacquata. Capisco la vostra intenzione di avviare un percorso aperto, ma non fatevi illusioni. In giro la confusione è tanta, e spesso per mettere dentro di tutto, si finisce per confezionare documenti che per includere tutto e il suo contrario, finiscono per essere incoerenti.
Per questo, pur essendovi tenuti alla larga da formulazioni troppo stringenti, condivido la tesi che non c'è una terza via tra capitalismo e socialismo, che "il socialismo è la via maestra". La cosa non porterà molti consensi immediati ma, come dite nella premessa, una forza politica degna di questo nome deve pur avere una visione d'insieme, un'idea di società alternativa, altrimenti non è una forza politica.
Con tutti quelli che non si sentono socialisti, per quelli che invece del socialismo sognano un capitalismo più umano e migliore, possiamo benissimo fare un'alleanza per battere il nemico comune, questo regime asservito alle oligarchie finanziarie parassitarie.
E qui viene la mia domanda.
Saprete anche voi che anche a destra iniziano a farsi sentire le voce per l'uscita dall'euro. Il sovranismo politico è anzi, haimé, più radicato a destra che a sinistra. E non si tratta solo di rottami neo-fascisti o di sette post-fasciste. Secondo me fra poco si dichiareranno contro l'euro e per l'uscita dall'Unione europea anche pezzi da novanta del regime, ad iniziare da certi notabili berlusconiani. Del resto la Lega nord, proprio perché qui da noi è in via di sfaldamento, già fa capire che imboccherà questa strada per riprendere terreno.
Quanto ampio pensate dovrebbe essere il fronte popolare che si dovrà costruire in futuro? Che esso debba estendersi anche a settori della borghesia per me non fa scandalo, e ciò deriva dal fatto che anche certi strati di capitalismo nazionale stanno crepando sotto lo schiacciasassi della speculazione finanziaria e bancaria. Questo va bene, come scrivete, a patto che il grosso del fronte sia composto dalle classi popolari.
Che fare se forze politiche di destra chiedono di far parte del fronte? Il fronte dev'essere ampio, e va bene, ma inclusivo fino a chi?
La mia domanda non vuole essere per nulla provocatoria. Contro il blocco di potere centrale, che va dal Pd al mezzo Pdl e ben incarnato in questo governo Monti, ci sarà un'opposizione anche dall'altra parte. Temo anzi che l'opposizione "sovranista", anti-euro ma di destra prenderà piede.
E' pensabile, è legittimo fare un'alleanza tattica tra noi e loro per battere il comune nemico? O non sarebbe un suicidio perché alla fine saremmo solo la quinta ruota del carro del populismo reazionario?
di Lamberto Tonini
cari compagni,
ho letto attentamente la bozza di manifesto del Movimento Popolare di Liberazione.
Anzitutto i miei complimenti. In poche pagine siete riusciti a dire l'essenziale, l'essenziale di quel che in questo paese occorrerebbe fare per imprimere una svolta. Intendo i sei punti o le sei misure fondamentali da adottare contenute nel capitolo "Fronte ampio e governo popolare".
E condivido ampiamente tutta l'analisi della situazione che sta a base del Manifesto, l'analisi della crisi come crisi storico-sistemica del capitalismo, di quello finanziarizzato in particolare. Voi dite che è una "bozza", io spero che a fine tragitto non venga annacquata. Capisco la vostra intenzione di avviare un percorso aperto, ma non fatevi illusioni. In giro la confusione è tanta, e spesso per mettere dentro di tutto, si finisce per confezionare documenti che per includere tutto e il suo contrario, finiscono per essere incoerenti.
Per questo, pur essendovi tenuti alla larga da formulazioni troppo stringenti, condivido la tesi che non c'è una terza via tra capitalismo e socialismo, che "il socialismo è la via maestra". La cosa non porterà molti consensi immediati ma, come dite nella premessa, una forza politica degna di questo nome deve pur avere una visione d'insieme, un'idea di società alternativa, altrimenti non è una forza politica.
Con tutti quelli che non si sentono socialisti, per quelli che invece del socialismo sognano un capitalismo più umano e migliore, possiamo benissimo fare un'alleanza per battere il nemico comune, questo regime asservito alle oligarchie finanziarie parassitarie.
E qui viene la mia domanda.
Saprete anche voi che anche a destra iniziano a farsi sentire le voce per l'uscita dall'euro. Il sovranismo politico è anzi, haimé, più radicato a destra che a sinistra. E non si tratta solo di rottami neo-fascisti o di sette post-fasciste. Secondo me fra poco si dichiareranno contro l'euro e per l'uscita dall'Unione europea anche pezzi da novanta del regime, ad iniziare da certi notabili berlusconiani. Del resto la Lega nord, proprio perché qui da noi è in via di sfaldamento, già fa capire che imboccherà questa strada per riprendere terreno.
Quanto ampio pensate dovrebbe essere il fronte popolare che si dovrà costruire in futuro? Che esso debba estendersi anche a settori della borghesia per me non fa scandalo, e ciò deriva dal fatto che anche certi strati di capitalismo nazionale stanno crepando sotto lo schiacciasassi della speculazione finanziaria e bancaria. Questo va bene, come scrivete, a patto che il grosso del fronte sia composto dalle classi popolari.
Che fare se forze politiche di destra chiedono di far parte del fronte? Il fronte dev'essere ampio, e va bene, ma inclusivo fino a chi?
La mia domanda non vuole essere per nulla provocatoria. Contro il blocco di potere centrale, che va dal Pd al mezzo Pdl e ben incarnato in questo governo Monti, ci sarà un'opposizione anche dall'altra parte. Temo anzi che l'opposizione "sovranista", anti-euro ma di destra prenderà piede.
E' pensabile, è legittimo fare un'alleanza tattica tra noi e loro per battere il comune nemico? O non sarebbe un suicidio perché alla fine saremmo solo la quinta ruota del carro del populismo reazionario?
10 commenti:
Quando si costituì il CLN non c'era il tempo ne la possibilità di sottilizzare troppo. Comunisti e democristiani combatterono fianco a fianco senza chiedersi ad ogni passo chi avrebbe prevalso. Oggi è come allora, anzi è molto peggio di allora. Qui si tratta non di uscire dalla guerra ma di non entrarci, perchè non ne uscirebbe vivo nessuno. Si tratta di invertire la rotta dello sviluppismo suicida, prima che il suicidio sia un fatto compiuto del tutto (in parte già lo è, per chi non se ne fosse ancora accorto). Si tratta d'imboccare la rotta dell'equità vera, planetaria, con problemi tali che i nostri impallidiscono, per gravi che siano. Si tratta di essere sovrani di se stessi o di perire senza speranza, non c'è una terza via. Mi auguro che da questo Movimento e da tanti altri nasca un vero CLN, che combatta con le idee e per le idee, inclusivamente.
Alberto Conti
Io con la Lega non ci sto e non ci starò mai. Anche sul piano meramente tattico è suicida: volete ricominciare con la storia dei rosso-bruni? allora ci marciate. io vi ho difeso pensandovi in buona fede, ma perseverare è dibolico
I paletti devono essere chiari: nessun accordo con chi ha appoggiato i governi della catastrofe, i governi che ci hanno portato nell'Euro, che hanno partecipato alle guerre di Bush e che hanno fatto i tagli indiscriminati.
Così ci togliamo chi come la Lega, La Destra o di qua Rifognazione possano cercare alleanze con noi
Esatto: non ricominciamo con la storia dei "rosso-bruni".... Una leggenda metropolitana, non scordiamocelo mai, inventata dalla grande stampa sionista e di regime in occasione della guerra in Iraq e dell'Intifada in Palestina. Non ci fu mai alcuna alleanza rosso-bruna.
Abbiamo pubblicato una lettera di uno dei lettori perché riteniamo che la domanda sia non solo congrua, ma pertinente. Quale che sia la risposta che dev'essere data, e che daremo, di certo non sarà inquisitoria, o sotto ricatto. La daremo sentendo tutte le voci, anzitutto di chi ci sta vicino, valutando attentamente le questioni.
Le cose che dice il compagno Conti (più sopra), ad esempio, non sono affatto peregrine. Ma appunto, il CLN era figlio di una guerra mondiale, con milioni di morti. Adesso, lui dice, dobbiamo evitarla. E proprio qui sta il problema. Che "prima" della guerra non è "durante".
Chi avrebbe mai sostenuto l'idea di allearsi con i badogliani prima del 25 luglio del 1943? Nessuno! per la semplice ragione che fino ad allora i badogliani erano fascisti di prim'ordine e nessuna alleanza tattica era plausibile con loro.
E poi non è che l'apertura di Togliatti ai badogliani e ai monarchici evitò al paese il disastro della guerra civile.
Tornando a bomba: il fronte dev'essere ampio, ma come dice il documento, con chi è daccordo sui sei punti. Il sovranismo noi lo leghiamo all'anticapitalismo. I sovranisti conservatori o reazionari, facciano il loro fronte. Noi faremo il nostro.
Non sempre avere un nemico comune è sufficiente per fare fronte comune....
Non mettete il carro davanti ai buoi.
Non va bane che la discussione si concentri già sulle alleanze.
Prima di tutto analisi e proposte politiche.
da queste discendono le eventuali alleanze, non viceversa.
E aggiungo un'altra cosa: che senso ha parlare di alleanze adesso? Che non c'è ancora un soggetto forte?
Chi si allea con chi?
Infine: sfido chiunque a sapere quale sarà il quadro in cui saremo fra un anno. Tutto precipiterà e il paesaggio sociale e politico cambierà.
Volete fare gli indovini delle alleanze?
Vediamo di costruire anzitutto una forza nuova con idee forti.
Poi si vedrà.
Sono stato per tanti anni un riformista. Ma ora capisco che la crisi mondiale e nazionale provocata dal liberismo selvaggio non può essere curata con le ricette all'acqua di rose del PD e dintorni. Condivido la vostra lucida analisi sociale, politica ed economica. Mi chiedo soltanto attraverso quali forme opererà questo nuovo partito, come scenderà sul terreno concreto della lotta politica, come nascerà la sua costituente. Credo che per farlo nascere sarà necessario arrivare alla disgregazione e ricomposizione dei partitini di sinistra (PRC, Pdci, Verdi, ecc.) ma non solo. Bisognerà parlare chiaramente a quella sinistra sociale che oggi vede ristretti spazi di manovra nel PD, nella CGIL, nell'IDV per una riaggregazione ampia in un grande movimento popolare. Non mi pare cosa semplice, ma se non si conta su diversi milioni di elettori che si muovono verso un nuovo soggetto politico di sinistra la vedo impresa ardua. Mi aspetto che chiarirete questi aspetti.
Secondo me, fintanto che ne facciamo una questione di "orticello" MPL si
aggiunge alla lunga lista già esistente senza smuovere che.
Il problema è l'Euro, e non l'abbiamo solo noi, questa Europa che si mostra
sempre più come un ente che amministra gli interessi delle grandi banche.
I tempi stringono e non credo che si abbia il tempo di costituirsi, eleggere,
delegare ecc. ecc.(non so bene come funzioni un partito); credo piuttosto
che sia importante individuare forme di lotta NON VIOLENTE di disobbedienza che coinvolgano Italiani, Greci, Spagnoli, Portoghesi e via
che si va. La piazza non è Roma, è Brussel.
Ciao, totò.
Il vero dramma è che quanto si dice su questo blog, intendo le proposte portanti per uscire dalla crisi (Via dall'euro, via dall'Unione, ritorno alla lira, nazionalizzazione delle banche, default programmato da un governo del popolo) non sono condivise dalla sinistra, neanche da quella che si dice antagonista.
Questa si chiama solitudine, altro che fronte ampio! Alla fine, a causa di questa sinistra di idioti verrà consegnata al la destra """"sovranista"""" la possibilità di capeggiare la sommossa alle porte.
g.a.
Ho aderito alla bozza di manifesto per evitare la catastrofe sociale, ma in questi tre giorni, divulgando l'iniziativa con amici, conoscenti e clienti del mio studio, mi sono accorto di quanta ignoranza regna fra le persone; ignoranza nel senso buono della parola, cioè ignorare che possano esistere menti diaboliche in grado di affossare una intera nazione, pur di mantenere il potere acquisito con malvagità, furbizia e senza rispetto del prossimo. Dall'assemblea, alla quale ho aderito con entusiamo, mi apsetto che possa nascere un soggetto in grado di portare avanti i punti programmati, senza dover guardare il colore politico dei presenti, ma guardando esclusivamente alle proposte "propositive" che verranno, senza chiudere la porta ai rossi, ai bianchi o ai neri, ma chiudendola agli eventuali infiltrati che con loro discorsi possano far fallire sin dal principio l'inizitiva lodevole e meritoria per salvare la nostra Italia. Quantomeno potremo dire di averci provato. Giove52
Rispondendo a Giove 52:
il nostro coordinamento nazionale si riunirà venerdì prossimo a Firenze, lì decideranno i passaggi per costruire il MPL, affinché non si fondi un nuovo inutile gruppetto identitario, ma un movimento politico che punti a diventare una forza di massa. Decideranno anche le modalità d'adesione. Riguardo a queste ultime possiamo già dire che si potrà, ferma restando la condivisione del Manifesto, aderire solo a livello individuale.
Vogliamo costruire un movimento, non una setta, quindi chi condivide appieno le finalità e il manifesto del MPL, ha il diritto di farne parte, quale che sia stato il suo passato politico, a meno che non si sia macchiato di gravi colpe o nefandezze ai danni del popolo lavoratore, sia egli stato di sinistra, centro o destra.
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