2 giugno. Nel novembre scorso veniva lanciato l'appello internazionale per fermare la guerra in Siria «Sì alla democrazia, non all’intervento straniero!»
Dopo un primo prestigioso nucleo di primi firmatari si sono aggiunte le firme di centinaia di intellettuali e militanti, dei movimenti per la pace o antimperialisti [aderirono, tra i molti altri italiani, diversi esponenti di Mpl.Ndr]. L’appello era sostenuto da diversi esponenti della sinistra antimperialista e della società civile siriane.
Non si trattava di un’iniziativa fine a se stessa.
Uno degli scopi era quello di inviare in Siria una delegazione a nome di tutti i firmatari allo scopo di incontrare esponenti delle parti in conflitto, esponendo loro le proposte contenute nell’Appello medesimo.
Inizialmente questa delegazione sarebbe dovuta partire a inizi febbraio. Difficoltà insormontabili impedirono il viaggio.
Alla fine questi ostacoli sono stati superati e la delegazione, ottenuto il lasciapassare dalle autorità siriane, giungerà a Damasco lunedì 3 giugno, dopo una breve tappa a Beirut. Qui, oltre ad una conferenza stampa nella sede delle Nazioni unite, la delegazione incontrerà diversi esponenti politici libanesi, paese nel quale la pace interna è in bilico proprio a causa della guerra civile siriana.
Successivamente la delegazione si recherà in Siria, dove incontrerà, oltre ad alti rappresentanti del governo siriano, esponenti delle diverse correnti dell’opposizione e autorità religiose.
L’obiettivo è quello di fare presente ai protagonisti del conflitto la voce di quella parte dei movimenti e dell’opinione pubblica mondiale che spera di porre fine alla guerra fratricida con l’avvio di un serio dialogo tra il governo e i diversi settori della società civile, e delle opposizioni. Per questo la delegazione è latrice di proposte concreteaffinché un prcesso di pace sorga finalmente.
Un verace negoziato è stato sin qui impossibile, anche a causa delle potenti interferenze internazionali.
La recentissima decisione dell’Unione europea di cancellare l’embargo sulle armi alle opposizioni armate, evidentemente ai gruppi foraggiati e sostenuti da Turchia e Qatar, nonché la Risoluzione approvata il 28 maggio dal Consiglio di sicurezza dell’Onu (che di fatto è tutta centrata nella condanna della partecipazione di Hezbollah nel conflitto siriano, mentre niente dice del ruolo crescente di combattenti stranieri nel campo delle opposizioni) sono due fatti che hanno pesantemente aggravato la situazione e allontanato la possibilità di un primo cessate il fuoco, condizione preliminare all’avvio di un vero negoziato di pace.
Faranno parte della delegazione:
José Raul Vera López, vescovo cattolico (Messico); Jaqueline Campbell Davila, attivista per i diritti umani (Messico); Alejandro Benjamin Bendana Rodriguez, storico, (Nicaragua); Engel Christiane Reymann, Consulente parlamentare (Germania); Odyssefs Nikos Voudouris, parlamentare (Grecia); Anne-Marie Lizin-Vanderspeeten, parlamentare (Belgio); Francois Houtart, sociologo e prete cattolico (Belgio); Mireille Cécile Agnés Fanon ep. Mendes France, giurista (Francia); Evangelos Pissias, Coordinatore internazionale della Flotilla per Gaza (Grecia); Maria Dimitropoulou, sociologa (Grecia); Moreno Pasquinelli, Coordinatore internazionale della Global March on Jerusalem (Italia); Fernando José Romero Forsthuber, regista (Spagna); Wilhelm Langthaler, pubblicista esperto di questioni mediorientali; Leo Gabriel, antropologo, membro dell’esecutivo internazionale del Social forum mondiale.
Terremo informati i nostri lettori sul prosieguo dell'iniziativa
Dopo un primo prestigioso nucleo di primi firmatari si sono aggiunte le firme di centinaia di intellettuali e militanti, dei movimenti per la pace o antimperialisti [aderirono, tra i molti altri italiani, diversi esponenti di Mpl.Ndr]. L’appello era sostenuto da diversi esponenti della sinistra antimperialista e della società civile siriane.
Non si trattava di un’iniziativa fine a se stessa.
Uno degli scopi era quello di inviare in Siria una delegazione a nome di tutti i firmatari allo scopo di incontrare esponenti delle parti in conflitto, esponendo loro le proposte contenute nell’Appello medesimo.
Inizialmente questa delegazione sarebbe dovuta partire a inizi febbraio. Difficoltà insormontabili impedirono il viaggio.
Alla fine questi ostacoli sono stati superati e la delegazione, ottenuto il lasciapassare dalle autorità siriane, giungerà a Damasco lunedì 3 giugno, dopo una breve tappa a Beirut. Qui, oltre ad una conferenza stampa nella sede delle Nazioni unite, la delegazione incontrerà diversi esponenti politici libanesi, paese nel quale la pace interna è in bilico proprio a causa della guerra civile siriana.
Successivamente la delegazione si recherà in Siria, dove incontrerà, oltre ad alti rappresentanti del governo siriano, esponenti delle diverse correnti dell’opposizione e autorità religiose.
L’obiettivo è quello di fare presente ai protagonisti del conflitto la voce di quella parte dei movimenti e dell’opinione pubblica mondiale che spera di porre fine alla guerra fratricida con l’avvio di un serio dialogo tra il governo e i diversi settori della società civile, e delle opposizioni. Per questo la delegazione è latrice di proposte concreteaffinché un prcesso di pace sorga finalmente.
Un verace negoziato è stato sin qui impossibile, anche a causa delle potenti interferenze internazionali.
La recentissima decisione dell’Unione europea di cancellare l’embargo sulle armi alle opposizioni armate, evidentemente ai gruppi foraggiati e sostenuti da Turchia e Qatar, nonché la Risoluzione approvata il 28 maggio dal Consiglio di sicurezza dell’Onu (che di fatto è tutta centrata nella condanna della partecipazione di Hezbollah nel conflitto siriano, mentre niente dice del ruolo crescente di combattenti stranieri nel campo delle opposizioni) sono due fatti che hanno pesantemente aggravato la situazione e allontanato la possibilità di un primo cessate il fuoco, condizione preliminare all’avvio di un vero negoziato di pace.
Faranno parte della delegazione:
José Raul Vera López, vescovo cattolico (Messico); Jaqueline Campbell Davila, attivista per i diritti umani (Messico); Alejandro Benjamin Bendana Rodriguez, storico, (Nicaragua); Engel Christiane Reymann, Consulente parlamentare (Germania); Odyssefs Nikos Voudouris, parlamentare (Grecia); Anne-Marie Lizin-Vanderspeeten, parlamentare (Belgio); Francois Houtart, sociologo e prete cattolico (Belgio); Mireille Cécile Agnés Fanon ep. Mendes France, giurista (Francia); Evangelos Pissias, Coordinatore internazionale della Flotilla per Gaza (Grecia); Maria Dimitropoulou, sociologa (Grecia); Moreno Pasquinelli, Coordinatore internazionale della Global March on Jerusalem (Italia); Fernando José Romero Forsthuber, regista (Spagna); Wilhelm Langthaler, pubblicista esperto di questioni mediorientali; Leo Gabriel, antropologo, membro dell’esecutivo internazionale del Social forum mondiale.
Terremo informati i nostri lettori sul prosieguo dell'iniziativa
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