Te lo do io lo scudo antispread!
di Moreno Pasquinelli
La figlia di Giairo è morta, falla tornare in vita, chiesero a Gesù. Quest'ultimo disse: talita kum!, "Fanciulla, io ti dico, alzati!", e questa, racconta il Vangelo di Marco, ritornò in vita. L'euforia con cui la stampa italiana sta accogliendo le decisioni della Bce fa pensare che Draghi abbia compiuto un miracolo simile, quello di salvare Spagna e Italia, per non parlare di Grecia e Portogallo, dal default. Stanno davvero così le cose?
A premessa debbo ammettere che la previsione che feci il 30 agosto scorso [Deutschland über alles], quella per cui Draghi e i suoi accoliti non sarebbero riusciti a mettere in un angolo i falchi tedeschi è stata smentita. Jens Weidmann, il Presidente della Bundesbank, insieme alla gran parte dello schieramento politico tedesco, sono stati battuti. Che sia stato lui a votare contro o che abbia dovuto fare buon viso a cattivo gioco, la sostanza non cambia. Berlino ha dovuto piegare la testa rispetto alla pressione del potentissmo blocco che vuole salvare l'euro ad ogni costo e che intrupppa, dietro al Quartier generale nordamericano (Casa Bianca e Fed), non solo gran parte dei paesi dell'Unione europea, non solo i Brics, ma quasi tutto il verminaio della finanza globale.
La Germania ha subito, per il momento, una sconfitta, prima di tutto politica. La sua leadership europea è stata mezzo azzoppata, e ciò avrà delle conseguenze molto serie, non solo sul panorama politico tedesco (vedremo a questo punto le decisioni attese il 12 settembre, quelle della Corte costituzionale tedesca sull'Esm) ma a scala europea e globale (vedremo come andranno le elezioni in Olanda e se, come penso, le decisioni della Bce rafforzeranno lo schieramento anti-eurista). Tuttavia siamo solo alle prime battute del match che decide le sorti dell'euro. Il destino della moneta unica —che per inciso resta appeso ad un filo, ma su questo vedi più avanti— non dipende solo da fattori monetari o economici, ma anche politici e geostrategici. Berlino, non abdicherà di certo, cercherà la rivincita.
Vediamo quindi come stanno le cose, quali sono state le decisioni della Bce e le loro probabili conseguenze.
Il trucco c'è, ma non si vede
Draghi ha dato un nome a questa operazione di salvataggio: Outright Monetary Transactions (Omt), che potremmo tradurre come Transazione Monetaria Diretta. Come Draghi aveva annunciato l'acquisto non riguarderà i titoli a lunga scadenza, ma solo quelli da uno a tre anni. Il trucco c'è, ma non si vede.
L'eurotower, così vien presentata la mossa odierna, ha deciso di correre in soccorso dei paesi colpiti dalla mannaia dello spread, quelli cioè costretti a pagare alti interessi per potere vendere i loro titoli di Stato, acquistandone cospicue quantità non sul mercato primario ma sul secondario —ovvero non direttamente, quando vengono messi all'asta, dando quindi soldi freschi ai governi, ma comperando quelli già in circolazione sui mercati finanziari. C'è una bella differenza ovviamente. Come sottolinea l'edizione on line del Wall Street Journal si tratta in buona sostanza di un soccorso alle banche, che sono infatti i primi acquirenti dei titoli di stato, i cui portafogli sono pieni di questi titoli semi-spazzatura.
Anzitutto, guardiamo alla composizione dei debiti (Tabella n.1) , e quanto incidono i titoli a scadenza breve e lunga.
Essa mostra il caso italiano. Se sommiamo i Bot e Ctz, ovvero i titoli a scadenza entro i tre anni, siamo a meno del 15% dei titoli italiani circolanti (per gli altri paesi è più o meno lo stesso).
Non è quindi affatto giustificata l'euforia con cui i quotidiani on line parlino oggi di "bazooka antispread" poiché, dicono, la Bce farà acquisti "illimitati", senza porre "un tetto". Semplicemente essi cercano di confermare quanto andavano vaticinando da più di un mese, ovvero che la Bce sarebbe finalmente ricorsa ad "armi non convenzionali" per dare un taglio alla spirale dello spread. In verità la portata reale dell'Omt è obiettivamente modesta, potrà far scendere temporaneamente i rendimenti dei titoli a breve, ma non del grosso che sono a lunga scadenza.
Il lettore si chiederà: ma come perché quelli e breve scadenza? Draghi risponderebbe con qualche battuta sulla "trasmissione della politica monetaria", in verità la ragione è più recondita, e ci riporta alle due operazioni Ltro (Long Term Refinancing Operation) del dicembre 2011 e del febbraio scorso. Sommando le due la Bce evitò il crack delle banche europee, anzitutto dei paesi sotto la mannaia dello spread, prestandogli qualcosa come 1.100 miliardi —di qui la discesa dei rendimenti, vedi Tab.2. E cosa ci fecero le banche con questa liquidità? Una parte la accantonarono nella stessa cassaforte della Bce, ma in gran parte ci comperarono, appunto, titoli a breve dei paesi sull'orlo del default come Spagna e Italia. Titoli che prossimamente si ammucchieranno in scadenza, mettendo a dura prova la capacità di Spagna e Italia di rimborsarli, col che le banche, pur di sbarazzarsene, potrebbero venderli a prezzi stracciati. Ecco quindi spiegato, in grossa parte, l'arcano. Il motto è lo stesso: le banche prima di tutto, e tutto il resto alla malora.
Draghi, leggendo con perfetto inglese le decisioni adottate, ha poi indicato le pre-condizioni stringenti che la Bce chiede ai governi (non alle banche, e questo va da sé) affinché gli acquisti dei titoli scattino: non solo la piena applicazione delle misure rigoriste e antipopolari previste dal Fiscal compact, il che la dice già lunga; non solo che i governi adottino ulteriori misure di rigore fiscale per risolvere i disavanzi; non solo che entri in funzione il Mes (il quale come sappiamo implica misure deflattive radicali e la fine di ogni residua sovranità dei paesi in fatto di politica economica. Dovrà entrare in gioco, come per la Grecia, anche il Fmi, il quale, a sua volta, avrà facoltà di esigere ulteriori strette della garrota.
In caso contrario, ha affermato Draghi, nel caso queste pre-condizioni non vengano rispettate, la Bce sospenderà gli acquisti e buona notte al secchio. Poiché è vero che i falchi tedeschi sono stati battuti, che la Bce comprerà i titoli di stato, ma lo farà, come abbiamo visto, a condizioni capestro. Ciò che fa di quella tedesca, almeno sul piano formale-monetario, solo una mezza-sconfitta.
Si accappona la pelle a sentire i toni entusiastici delle sinistre euriste. Esse, facendo eco a Monti, esultano: "Draghi ha vinto", "il peggio è passato". Ma ci sono o ci fanno? Il peggio deve ancora venire per il popolo lavoratore. Il combinato disposto di recessione e misure di rigore finanziario che i governi dovranno adottare (tanto più se il governo, come è molto probabile, dovrà chiedere l'aiuto del fondo salva-stati), approfondirà il marasma, peggiorando di molto le condizioni di vita dei cittadini.
La coperta è corta
Un mese fa pubblicavo (vedi sotto) la tabella che mostrava quali fosse l'indice di gradimento delle misure che la Bce era in procinto di adottare.
Ora, chiarito che l'Omt ben poco ha a che vedere con il Quantitative easing americano —Draghi ha infatti sottolineato in conferenza stampa che la Bce si atterrà al principio della sterilizzazione, per cui riassorbirà la quantità di moneta messa in circolazione— i due desiderata principali (6 e 5, le due eventuali "armi non convenzionali) non sono stati esauditi. L'Omt non è infatti che un nuovo Smp (Securities Markets Programme, l'acquisto ai tempi di Trichet di 209 miliardi di titoli ) "più strutturato". E come il Smp e le due Ltro calmierarono gli spread, ma non risolsero il problema, così accadrà anche per l'ultima trovata della Bce.
Per concludere. La Bce ci ha messo non uno scudo, ma una ben più modesta pezza. Ancora una volta ha "comprato tempo" poiché, come Draghi ha sempre sottolineato, la vera soluzione della crisi dell'euro (il calabrone che pur tuttavia vola) ce l'hanno in mano i politici (troppo spesso liquidati come meri inservienti delle banche), i governi, che debbono decidere a compiere il passo verso una politica di bilancio, fiscale ed economica finalmente comune, ponendo quindi fine gli "egoismi sovranisti".
Non è detto che fatto questo salto l'euro sia definitivamente salvo. Su questo rimandiamo alle nostre analisi sulle cause strutturali della crisi esplosa nel 2008 negli Usa, e che questa si sarebbe trasformata in lunga depressione. Ci sarebbe infatti bisogno di una seconda condizione: una nuova epoca di vacche grasse, una ripresa mondiale di lungo periodo dell'economia capitalistica. Aspetta e spera!
Come i nostri lettori sanno noi riteniamo altamente improbabile che gli Stati europei, a cominciare da tedeschi e francesi, accettino una cessione sostanziale di sovranità. Dietro alle frasi europeiste di circostanza i decisori politici di Berlino e Parigi, per non parlare di banchieri e monopoli finanziari, e Draghi con loro, non scommetterebbero un soldo bucato che l'euro è davvero "irreversibile". Questo perché, come noi non ci stanchiamo di sottolineare, la crisi generale del sistema fa saltare tutti i vecchi equilibri, geoeconomici e geopolitici, accentua la competizione intercapitalistica, accresce la conflittualità, riporta in auge le troppo presto date per defunte strutture stato-nazionali.
Per l'Unione europea e le sue ambizioni imperiali è troppo tardi. La coperta è troppo corta, e quando sono troppi i galli a cantare non si fa mai giorno.
di Moreno Pasquinelli
La figlia di Giairo è morta, falla tornare in vita, chiesero a Gesù. Quest'ultimo disse: talita kum!, "Fanciulla, io ti dico, alzati!", e questa, racconta il Vangelo di Marco, ritornò in vita. L'euforia con cui la stampa italiana sta accogliendo le decisioni della Bce fa pensare che Draghi abbia compiuto un miracolo simile, quello di salvare Spagna e Italia, per non parlare di Grecia e Portogallo, dal default. Stanno davvero così le cose?
A premessa debbo ammettere che la previsione che feci il 30 agosto scorso [Deutschland über alles], quella per cui Draghi e i suoi accoliti non sarebbero riusciti a mettere in un angolo i falchi tedeschi è stata smentita. Jens Weidmann, il Presidente della Bundesbank, insieme alla gran parte dello schieramento politico tedesco, sono stati battuti. Che sia stato lui a votare contro o che abbia dovuto fare buon viso a cattivo gioco, la sostanza non cambia. Berlino ha dovuto piegare la testa rispetto alla pressione del potentissmo blocco che vuole salvare l'euro ad ogni costo e che intrupppa, dietro al Quartier generale nordamericano (Casa Bianca e Fed), non solo gran parte dei paesi dell'Unione europea, non solo i Brics, ma quasi tutto il verminaio della finanza globale.
La Germania ha subito, per il momento, una sconfitta, prima di tutto politica. La sua leadership europea è stata mezzo azzoppata, e ciò avrà delle conseguenze molto serie, non solo sul panorama politico tedesco (vedremo a questo punto le decisioni attese il 12 settembre, quelle della Corte costituzionale tedesca sull'Esm) ma a scala europea e globale (vedremo come andranno le elezioni in Olanda e se, come penso, le decisioni della Bce rafforzeranno lo schieramento anti-eurista). Tuttavia siamo solo alle prime battute del match che decide le sorti dell'euro. Il destino della moneta unica —che per inciso resta appeso ad un filo, ma su questo vedi più avanti— non dipende solo da fattori monetari o economici, ma anche politici e geostrategici. Berlino, non abdicherà di certo, cercherà la rivincita.
Vediamo quindi come stanno le cose, quali sono state le decisioni della Bce e le loro probabili conseguenze.
Il trucco c'è, ma non si vede
Draghi ha dato un nome a questa operazione di salvataggio: Outright Monetary Transactions (Omt), che potremmo tradurre come Transazione Monetaria Diretta. Come Draghi aveva annunciato l'acquisto non riguarderà i titoli a lunga scadenza, ma solo quelli da uno a tre anni. Il trucco c'è, ma non si vede.
L'eurotower, così vien presentata la mossa odierna, ha deciso di correre in soccorso dei paesi colpiti dalla mannaia dello spread, quelli cioè costretti a pagare alti interessi per potere vendere i loro titoli di Stato, acquistandone cospicue quantità non sul mercato primario ma sul secondario —ovvero non direttamente, quando vengono messi all'asta, dando quindi soldi freschi ai governi, ma comperando quelli già in circolazione sui mercati finanziari. C'è una bella differenza ovviamente. Come sottolinea l'edizione on line del Wall Street Journal si tratta in buona sostanza di un soccorso alle banche, che sono infatti i primi acquirenti dei titoli di stato, i cui portafogli sono pieni di questi titoli semi-spazzatura.
Anzitutto, guardiamo alla composizione dei debiti (Tabella n.1) , e quanto incidono i titoli a scadenza breve e lunga.
Tab. 1. Composizione del debito pubblico italiano (clicca per ingrandire) |
Non è quindi affatto giustificata l'euforia con cui i quotidiani on line parlino oggi di "bazooka antispread" poiché, dicono, la Bce farà acquisti "illimitati", senza porre "un tetto". Semplicemente essi cercano di confermare quanto andavano vaticinando da più di un mese, ovvero che la Bce sarebbe finalmente ricorsa ad "armi non convenzionali" per dare un taglio alla spirale dello spread. In verità la portata reale dell'Omt è obiettivamente modesta, potrà far scendere temporaneamente i rendimenti dei titoli a breve, ma non del grosso che sono a lunga scadenza.
Il lettore si chiederà: ma come perché quelli e breve scadenza? Draghi risponderebbe con qualche battuta sulla "trasmissione della politica monetaria", in verità la ragione è più recondita, e ci riporta alle due operazioni Ltro (Long Term Refinancing Operation) del dicembre 2011 e del febbraio scorso. Sommando le due la Bce evitò il crack delle banche europee, anzitutto dei paesi sotto la mannaia dello spread, prestandogli qualcosa come 1.100 miliardi —di qui la discesa dei rendimenti, vedi Tab.2. E cosa ci fecero le banche con questa liquidità? Una parte la accantonarono nella stessa cassaforte della Bce, ma in gran parte ci comperarono, appunto, titoli a breve dei paesi sull'orlo del default come Spagna e Italia. Titoli che prossimamente si ammucchieranno in scadenza, mettendo a dura prova la capacità di Spagna e Italia di rimborsarli, col che le banche, pur di sbarazzarsene, potrebbero venderli a prezzi stracciati. Ecco quindi spiegato, in grossa parte, l'arcano. Il motto è lo stesso: le banche prima di tutto, e tutto il resto alla malora.
Tab. 2. Quanto costa il debito italiano (clicca per ingrandire) |
In caso contrario, ha affermato Draghi, nel caso queste pre-condizioni non vengano rispettate, la Bce sospenderà gli acquisti e buona notte al secchio. Poiché è vero che i falchi tedeschi sono stati battuti, che la Bce comprerà i titoli di stato, ma lo farà, come abbiamo visto, a condizioni capestro. Ciò che fa di quella tedesca, almeno sul piano formale-monetario, solo una mezza-sconfitta.
Si accappona la pelle a sentire i toni entusiastici delle sinistre euriste. Esse, facendo eco a Monti, esultano: "Draghi ha vinto", "il peggio è passato". Ma ci sono o ci fanno? Il peggio deve ancora venire per il popolo lavoratore. Il combinato disposto di recessione e misure di rigore finanziario che i governi dovranno adottare (tanto più se il governo, come è molto probabile, dovrà chiedere l'aiuto del fondo salva-stati), approfondirà il marasma, peggiorando di molto le condizioni di vita dei cittadini.
La coperta è corta
Un mese fa pubblicavo (vedi sotto) la tabella che mostrava quali fosse l'indice di gradimento delle misure che la Bce era in procinto di adottare.
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Per concludere. La Bce ci ha messo non uno scudo, ma una ben più modesta pezza. Ancora una volta ha "comprato tempo" poiché, come Draghi ha sempre sottolineato, la vera soluzione della crisi dell'euro (il calabrone che pur tuttavia vola) ce l'hanno in mano i politici (troppo spesso liquidati come meri inservienti delle banche), i governi, che debbono decidere a compiere il passo verso una politica di bilancio, fiscale ed economica finalmente comune, ponendo quindi fine gli "egoismi sovranisti".
Non è detto che fatto questo salto l'euro sia definitivamente salvo. Su questo rimandiamo alle nostre analisi sulle cause strutturali della crisi esplosa nel 2008 negli Usa, e che questa si sarebbe trasformata in lunga depressione. Ci sarebbe infatti bisogno di una seconda condizione: una nuova epoca di vacche grasse, una ripresa mondiale di lungo periodo dell'economia capitalistica. Aspetta e spera!
Come i nostri lettori sanno noi riteniamo altamente improbabile che gli Stati europei, a cominciare da tedeschi e francesi, accettino una cessione sostanziale di sovranità. Dietro alle frasi europeiste di circostanza i decisori politici di Berlino e Parigi, per non parlare di banchieri e monopoli finanziari, e Draghi con loro, non scommetterebbero un soldo bucato che l'euro è davvero "irreversibile". Questo perché, come noi non ci stanchiamo di sottolineare, la crisi generale del sistema fa saltare tutti i vecchi equilibri, geoeconomici e geopolitici, accentua la competizione intercapitalistica, accresce la conflittualità, riporta in auge le troppo presto date per defunte strutture stato-nazionali.
Per l'Unione europea e le sue ambizioni imperiali è troppo tardi. La coperta è troppo corta, e quando sono troppi i galli a cantare non si fa mai giorno.
TAB. 3 I rendimenti dei titoli italiani a fine luglio |
20 commenti:
Non è detto che la "cessione di sovranità nazionali" sia necessariamente un male, se bilanciata da nuove e più democratiche istituzioni europee. Insomma, non cambiali in bianco a tecnocrazie finanziarie sulla pelle dei popoli (come il Fiscal Compact, tra l'altro impossibile da rispettare).
Utopia, non ci sarà mai sovranità popolare senza quella nazionale!!!!
"Non è detto che la "cessione di sovranità nazionali" sia necessariamente un male, se bilanciata da nuove e più democratiche istituzioni europee."
Redazione? Pronto, redazione? Leggete sopra...No dico....voi che vorreste fare? La...sollevazione popolare? Ahahah...
Scendiamo dalla stratosfera.
Tu non sta parlando degli "Stati uniti socialisti d'Europa" vero?
Tu stai parlando di un'Unione di stati, per quanto "democratici", capitalistici e, siccome europei, per l'esattezza imperialistici. Infatti non si tratterebbe, che so, dell'ALBA latinoamericana, o di una confederazione di paesi del terzo mondo.
Motivo per cui sarebbe un'Unione di pescecani, di sfruttatori dei popoli, una fortezza imperiale.
Grazie proprio no
Lo scudo anti-spread all'atto pratico....
Ieri, 6 settembre, il Financial Times dava per certo che il governo Monti di prepara a chiedere l'aiuto della Bce entro la fine dell'anno. Se verrà attivata la procedura anti-spread l'Italia dovrà sottoscrivere un terribile Memorandum alla greca. Ciò verrà fatto prima delle elezioni, in modo da incatenare il prossimo governo e togliergli ogni velleità sovranista. Bersani e Vendola parlano di "alternativa". Bluffano!
«In realtà di "alternativa" non ce ne sarà nessuna visto che, l'eventuale memorandum per accedere agli aiuti sarà una prosecuzione naturale dell'agenda Monti. Ovvero la continuazione della lettera Bce dello scorso anno. E il cerchio si chiuderebbe con un Monti-bis o con una grande coalizione, esattamente quello che fu l'approdo politico della lettera del 5 agosto 2011 3 firmata dall'ex governatore Bce Trichet insieme a Draghi».
[Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore on line, 6 settembre]
Non è detto che la cessione di sovranità naz.....
così pensa il popolo lobotomizzato ...
Sì ma voi date per scontato che la gente si incazzerà. Non succederà invece perché voi continuate a non capire che il vostro (nostro, di tutti) è quello di ri-formare un popolo di sinistra vero.
compito...
Roubini dice di no:
"DOMANDA: Cosa succederà all'Italia?
RISPOSTA: L'Italia è in una posizione migliore rispetto alla Spagna, ha un avanzo primario importante, mentre la Spagna è in deficit. Madrid ha un problema sul mercato immobiliare che Roma non ha. Il Paese iberico sta affrontando inoltre un disastro del comparto bancario. La situazione è totalmente differente. Monti ha detto chiaramente che l'Italia può farcela e che è in grado di rifinanziarsi. La Bce sta offrendo un aiuto, ma l'Italia deve continuare con le riforme. Non credo che il Paese accederà agli aiuti, però il sostegno offerto dalla Bce è già un ombrello che permette di abbassare i rendimenti dei titoli di Stato.
DOMANDA: Quindi per l'Italia potrebbe essere sufficiente la sola aspettativa ?
RISPOSTA: A mio parere l'aspettativa sarà abbastanza per l'Italia e sarà una condizione importante per continuare con le riforme. Bisogna separare la Spagna, dove il problema sui fondamentali economici è più importante, e l'Italia, dove le riforme sono state considerevoli. L'Italia potrebbe evitare l'accesso agli aiuti."
SI accettano scommesse.
L'ITALIA CHIEDERA' L'AIUTO PER ATTINGERE AL MES?
(che è la condizione che Draghi ha posto per comperare titoli)?
In politica non c'è nulla di assolutamente certo, tante sono le variabili in campo. Conta stabilire ciò che è altamente probabile.
Ebbene: io accetto scommesse: il governo Monti chiederà questo aiuto (con tanto di accettazione di un memoramdum-nodo-scorsoio).
Quando?
Prima delle elezioni di primavera. Di sicuro prima.
Si accettano scommesse.
"Si accettano scommesse"
Va bene, se vince Roubini mi spedite per corriere espresso una bottiglia di Sorì San Lorenzo di Gaja del '99 e io mi preoccuperò di fargliela recapitare (vuota), grazie.
Monti ha detto che è stato evitato il tracollo e che il rigore è necessario. Che altro c'è da dire? Pasquinelli ha già vinto la scommessa.
Il Financial Times non lascia scampo all'Italia: «Chiederà aiuto alla Bce entro fine anno»
di Vito Lops 6 settembre 2012
Nel Draghi Day (il presidente della Bce illustrerà alle 14.30 i dettagli sullo scudo anti-spread) investitori e risparmiatori si pongono sostanzialmente due domande. Come funzionerà questo meccanismo di protezione? Chi vi farà ricorso? Per essere precisi nella prima risposta aspettiamo le parole di Draghi. Nell'attesa, vale quando indicano i primi rumors che puntano dritto sulla volontà di attuare acquisti illimitati su titoli fino a 3 anni, questo nonostante la cancelliera tedesca Angela Merkel abbia espresso la sua contrarietà. Acquisti illimitati, in ogni caso, da sterilizzare per evitare di aumentare la massa monetaria in circolazione e quindi il pericolo di inflazione, che resta il primo baluardo operativo di una Banca centrale che si rispetti.
In che modo è possibile sterilizzare la liquidità aggiuntiva utilizzata dalla Bce per acquistare bond dei Paesi in difficoltà al fine di ridurre rendimenti e spread? Secondo gli analisti di Fxcm la Bce attuerà operazioni che vengono definite di Fine Tuning (regolazione fine) che fanno parte di quegli strumenti di mercato aperto, studiati per mantenere sotto controllo soprattutto la stabilità dei prezzi. Il modo più consono di effettuare operazioni di questo tipo è quello di riuscire ad attirare depositi che rimangono a Francoforte per più di una semplice notte, in modo da ritirare effettivamente liquidità dalla circolazione.
Passiamo adesso alla seconda domanda. Chi farà ricorso agli aiuti? Gli esperti danno per scontato il ricorso allo scudo anti-spread da parte della Spagna. Sono passati tre mesi da quando Madrid ha fatto outing sulle difficoltà degli istituti di credito (a cui servirebbero circa 100 miliardi di euro). Nel frattempo l'outing si è esteso alle regioni, con Catalogna, Andalusia e Valencia che hanno chieso ufficialmente
E l'Italia? Sull'ipotesi della richiesta esplicita di aiuti - condizione necessaria per far scattare gli acquisti protettivi da parte della Bce che dovrebbero essere legati a dei paletti che tanto sanno di un'altra dose di austerity - il premier Mario Monti ha via via aperto all'ipotesi, dopo un blocco iniziale.
E oggi il Financial Times rincara la dose, scrivendo a chiare lettere che le «difficoltà crescenti obbligheranno l'Italia a valutare una richieste di soccorso all'Unione europea attraverso l'acquisto di bond». «Il peggioramento della situazione economica e gli alti costi del debito spingono alti esponenti del governo italiano ad avvertire che il Paese potrebbe avere bisogno di applicare il programma di acquisto dei bond dell'Ue entro la fine dell'anno, in cambio dell'implementazione di ulteriori dure riforme economiche».
COSA DICE VERAMENTE ROUBINI SUL PIANO ANTI-SPREAD
Roubini: il piano anti spread serve a prendere tempo
Il piano anti spread della Bce, annunciato ieri dal governatore della Banca Centrale Draghi, sta incassando elogi anche in ambienti insospettabili. Il professor Nouriel Roubini della New York University, da sempre uno dei massimi rappresentanti del fronte pessimista, si è espresso positivamente in merito alla decisione della Bce di acquistare, in modo condizionato, i bond di quei paesi europei che, stretti dalla morsa della crisi del debito sovrano, decidessero di inoltrare una richiesta in tal senso. Ai microfoni di Class Cnbc, Roubini ha dato la sua interpretazione del piano di acquisti illimitati annunciato ieri da Draghi.
Acquisto bond Bce, il giudizio di Roubini
Secondo il professore il piano è positivo non perchè porta verso la risoluzione di un problema che invece è sempre più grave, ma perchè permette all’Europa di prendere altro tempo e di tirare un sospiro di sollievo, in attesa che le vere questioni alla base della crsii dell’Euro vengano risolte. Per Roubini il piano di Draghi (per l’economista il numero uno della Bce è sicuramente più flessibile rispetto al sue predecessore Trichet) è stato chiaramente concepito per venire incontro alla difficile situazione dell’Italia e della Spagna. In realtà, ha sottolineato Roubini, i problemi delle due nazioni sotto il fuoco della speculazione hanno radice e quindi anche risoluzione diverse. E’ infatti scontato che la Spagna, già probabilmente dopo la decisione della Corte Costituzionale Tedesca, chiederà l’intervento della Bce mentre l’Italia potrebbe anche non farlo. Roma infatti, rispetto a Madrid, ha un avanzo primario importante e non ha un problema sul mercato immobiliare. Per questi motivi all’Italia, per Roubini, potrebbe essere sufficiente il semplice annuncio dell’esistenza di questo meccanismo di tutela per continuare a respirare, fermo restando che Roma dovrà proseguire con l’implementazione delle riforme.
Molto più severo il giudizio dell’economista sulla Spagna. Per Roubini infatti lo stesso programma della Bce potrebbe addirittura fallire nel caso in cui la recessione di Madrid dovesse allargarsi ancora di più. I punti di debolezza della Spagna sono infatti davvero tanti a partire dal livello di disoccupazione altissimo e quindi il compito della Bce potrebbe incontrare degli ostacoli. Ad ogni modo, la mossa della Bce si può spiegare solo alla luce della situazione spagnolo. Per Roubini, in altre parole, è assodato che la Bce è intervenuto proprio per cercare di “salvare” la Spagna. Le modalità di intervento della Bce, ossia la presenza di precise condizioni che Madrid sarà chiamata a rispettare e la possibilità che l’EuroTower interrompa gli aiuti in caso di inadempimenti su questo fronte, sono poi due punti a favore del piano stesso che dovrebbero allentare le pressioni del mercato.
Link: http://www.investireoggi.it/economia/roubini-il-piano-anti-spread-serve-a-prendere-tempo/#ixzz25nlovNsN
Scusa eh, ma mica me lo sono inventato.
Qui il link
http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201209071105558793&chkAgenzie=TMFI&sez=news&testo=&titolo=ESCLUSIVA/Class%20Cnbc%20intervista%20Roubini:%20non%20credo%20che%20Italia%20chieder%C3%A0%20aiuti
Quella che ho messo prima è il copia incolla di una trascrizione di un'intervista a Class CNBC riportata da Milano Finanza che si trova nello stesso link.
Non mi pare che si dicano cose diverse, tra l'altro.
Oh, mica è la Bibbia Roubini, magari avete ragione voi, io ho riportato una voce interessante.
Vi informo che anche il professor Piga dice che si chiederà l'aiuto. Riflettendoci bene devo dire che in effetti è verosimile perché chiuderebbe il cerchio.
Chi ha un avanzo primario non dovrebbe chiedere "aiuto", ma semmai darlo. Questi delinquenti invece ti costringono a chiederlo con l'usura, ricattandoti, e per allentarla un pochino vogliono anche che gli dai un premio, la liquidazione a sconto dei tuoi beni. Basterebbe una leggina retroattiva di almeno 5 anni, che annulla l'incremento di debito per interessi accumulati. Da 2.000 a 1.500 miliardi, tanto per cominciare (in altri modi, tipo lacrime e sangue, non ce la faremo mai, come l'esperienza Monti ben documenta). Poi "sterilizziamo" gli interessi sul debito, così come già stanno facendo i tedeschi, e infine combattiamo l'inflazione calmierando i prezzi e riducendo le imposte indirette, ampiamente recuperabili lasciando che la GDF faccia il suo mestiere sui grandi evasori. Teoria per teoria, questa mi sembra vincente, sempre che si cambi classe dirigente, nel pubblico e nel privato. Fuori i bankester e i militari stranieri dal paese e tutto diventa possibile, anche la fine della mafia.
Alberto Conti
E' solo chiedendo "aiuto" che lo schieramento montiano incatenerà chiunque vinca le prossime elezioni a proseguire sulla strada del massacro sociale, senza possibilità alcuna di deviare dagli obblighi che saranno presentati come intangibili.
Rossovivo, va bene ma non riesco a capire come non ci si renda conto delle conseguenze che saranno pesanti anche per "loro" del massacro sociale.
L'unica spiegazione che mi viene in mente è che si sta preparando un tentativo autoritario. Redazione che ne pensate?
Proviamo a metterla in termini marxiani: il modo di produzione capitalistico ha leggi sue proprie. La iper-finanziarizzazione degli ultimi 30 anni —la fuga dalla creazione di plusvalore verso il puro interesse—, non ci ha portato oltre questo modo di produzione, essa è stata anzi la via obbligata imboccata dai paesi a più alto sviluppo capitalistico per sopperire alla crisi di sovrapproduzione. Per farla breve: il capitale (la cui forma incipiente è sempre il denaro) deve valorizzarsi (fare profitti). Se questo meccanismo s'inceppa (Marx dice che questo piantarsi del motore è inscritto nella suo dna) si ha la "crisi". Si ha "crisi generale di sovrapproduzione" quando il capitale sovraccumulato non riguarda questo o quel settore ma la loro generalità.
In questi casi questo capitale in eccesso dev'essere distrutto, deve uscire dal circuito del mercato. L'azione dei governi e delle autorità monetarie non possono invertire questa tendenza, ma solo accompagnarla. Essi debbono governare e modulare questa distruzione di capitale, che genera massacro sociale. I decisori politici ed economici, certi che il capitalismo sia il mondo migliore possibile malgrado le sue "storture" credono anche ciecamente che il capitale possa sempre risorgere dalla catastrofe sociale come l'araba fenice.
Moreno Pasquinelli
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