Grillo e Favia: M5S non c'era ancora |
Grillo & Casaleggio: ingenuità o furbizia?
di Francesco Salistrari*
Il “caso Favia” aldilà della strumentalizzazione che, scientemente, ne è stata fatta, ha mostrato con chiarezza una serie di problematiche interne al movimento che erano già evidenti fin dai suoi esordi e che in tanti avevano “denunciato”.
In effetti, la “strutturazione” del movimento garantita dal cosiddetto “non-statuto” risulta efficace, produttiva e funzionale nella dimensione territoriale dei meet-up e nei contesti locali, in cui gli ambiti di intervento nei quali opera il movimento, comprese le candidature, non necessitano di strumenti collegiali di garanzia particolari né di organi decisionali specifici, per poter funzionare. E' chiaro che soprattutto per quanto riguarda le candidature o le espulsioni, anche a livello locale i problemi dell'assenza di una struttura democratica di controllo e direzione, possono esplodere e creare situazioni destabilizzanti e dannose al movimento stesso. Perchè anche a livello locale, la mancanza, ad esempio di un organo di probiviri eletto democraticamente, non garantisce i vari meet-up locali (regionali o comunali che siano) da situazioni di sopruso da parte di chi decide le eventuali sanzioni ai vari iscritti. Il fatto che poi sia il solo Grillo (ed il suo staff personale) a prendere arbitrariamente tali decisioni (come nell'ormai famoso "caso Tavolazzi"), rende la cosa ancora più problematica e poco trasparente.
Ma quando dalla dimensione del locale, ci si sposta alla dimensione nazionale, i problemi derivanti dall'assenza di una struttura collegiale di coordinamento, di garanzia democratica, di decisione partecipata di livello nazionale, si palesano in maniera indiscutibile e, per il movimento, anche imbarazzante. E coinvolgono tutti gli aspetti dell'azione del movimento stesso.
In effetti, a ben guardare, la struttura di coordinamento, gli organi di garanzia, gli organi decisionali sul piano nazionale esistono già! E sono incarnati dallo stesso Grillo (proprietario del simbolo, quindi signore legale), da Gianroberto Casaleggio (figura enigmatica che vive nel “dietro le quinte” del movimento) e il resto dello staff, di cui non si conoscono le generalità né le funzioni.
Da questo punto di vista, aldilà dell'affermazione di principio che all'interno del movimento vige la piena democrazia, una democrazia partecipata, innovativa, in realtà ciò potrebbe essere vero SOLO a livello locale, mentre sul piano nazionale non è assolutamente così che stanno le cose. E le affermazioni sgraffignate dal (o consegnate appositamente al) giornalista (d)al malcapitato Giovanni Favia, non fanno altro che confermare questa realtà.
La mancanza di una vera e organica democrazia interna a livello nazionale, tra l'altro si riflette anche sul piano programmatico. Il programma del Movimento 5 Stelle, infatti, ad un'analisi attenta, aldilà di moltissime proposte sensate, intelligenti, in linea con le reali esigenze del paese, pecca di una visione d'insieme complessiva della realtà italiana.
Manca una proposta di politica economica nel pieno senso del termine, manca una proposta di politica del lavoro, manca una proposta di politica monetaria, manca una proposta di politica energetica di livellonazionale, manca una proposta politica di riforma istituzionale complessiva, manca una proposta di politica estera, per fare solo alcuni esempi, direi di non poco conto.
E' chiaro che il boom del Movimento ha colto di sorpresa un po' tutti e questo si riflette in maniera consistente anche nel programma, ma è altrettanto evidente che in assenza di una capacità organizzativa di livello nazionale, anche l'elaborazione di una proposta politica DI livello nazionale stenti a decollare. Secondo la mia opinione, senza tale capacità, impossibile da realizzare.
Dunque delle due l'una: o Grillo&Casaleggio (signori indiscussi del movimento) ignorano completamente la dimensione dei problemi che l'esplosione di consensi ha determinato, o fingono di ignorarla.
E ciò vuol dire che tale situazione non solo gli va bene, ma è funzionale al controllo completo e totale del movimento sul piano nazionale e le regole del “non-statuto”, più il complesso gioco di dialogo tra i vari meet-up (che complica e di non poco il coordinamento di una politica nazionale) è esattamente ciò che il comico genovese ed il suo enturage auspicavano e programmavano fin dall'inizio.
Del resto anche la scelta scellerata di NON confrontarsi (o ricercare alcun tipo di alleanza politica e programmatica) con NESSUNA delle forze, dei movimenti e delle realtà presenti in Italia, lascia adombrare qualche sospetto.
La mia opinione personale è che sia Grillo, sia Casaleggio, sapevano benissimo a cosa andavano incontro qualora il movimento sarebbe cresciuto e avrebbe acquisito dimensione nazionale. Probabilmente non immaginavano che sarebbe diventato la terza o, molto più realisticamente, la seconda forza politica del paese in così breve tempo, ma la “non-struttura” potrebbe rispondere all'esigenza di controllare in maniera totale ed indiscussa il movimento in ambito nazionale e dunque nel futuro Parlamento.
E' solo la mia opinione (anch'io valgo uno), ma se questa impressione fosse sbagliata, significherebbe al contrario che la forza politica più importante degli ultimi 10 anni in Italia, è in mano a degli ingenui e a degli sprovveduti e rischia di autodemolirsi prima ancora di aver raggiunto un qualche apprezzabile risultato.
Sprecando tra l'altro una carica di rinnovamento e di rappresentanza, di cui la politica italiana non solo ha bisogno, ma assoluta necessità.
Così come avevo sostenuto, tra le altre cose, in un post di qualche mese fa, i nodi del Movimento 5 Stelle stanno venendo al pettine.
Il movimento è cresciuto a dismisura, travalicando probabilmente le stesse più rosee aspettative dei promotori ed in un batter di ciglia, complice la delicata situazione politica ed economica, è diventato unmovimento nazionale di massa. Una consistenza questa che non era nemmeno auspicabile quando il movimento 5 anni fa fu fondato e oggi i limiti evidenti del “non-statuto” appaiono tanto palesi quanto pericolosi.
Il movimento è cresciuto a dismisura, travalicando probabilmente le stesse più rosee aspettative dei promotori ed in un batter di ciglia, complice la delicata situazione politica ed economica, è diventato unmovimento nazionale di massa. Una consistenza questa che non era nemmeno auspicabile quando il movimento 5 anni fa fu fondato e oggi i limiti evidenti del “non-statuto” appaiono tanto palesi quanto pericolosi.
Il “caso Favia” aldilà della strumentalizzazione che, scientemente, ne è stata fatta, ha mostrato con chiarezza una serie di problematiche interne al movimento che erano già evidenti fin dai suoi esordi e che in tanti avevano “denunciato”.
In effetti, la “strutturazione” del movimento garantita dal cosiddetto “non-statuto” risulta efficace, produttiva e funzionale nella dimensione territoriale dei meet-up e nei contesti locali, in cui gli ambiti di intervento nei quali opera il movimento, comprese le candidature, non necessitano di strumenti collegiali di garanzia particolari né di organi decisionali specifici, per poter funzionare. E' chiaro che soprattutto per quanto riguarda le candidature o le espulsioni, anche a livello locale i problemi dell'assenza di una struttura democratica di controllo e direzione, possono esplodere e creare situazioni destabilizzanti e dannose al movimento stesso. Perchè anche a livello locale, la mancanza, ad esempio di un organo di probiviri eletto democraticamente, non garantisce i vari meet-up locali (regionali o comunali che siano) da situazioni di sopruso da parte di chi decide le eventuali sanzioni ai vari iscritti. Il fatto che poi sia il solo Grillo (ed il suo staff personale) a prendere arbitrariamente tali decisioni (come nell'ormai famoso "caso Tavolazzi"), rende la cosa ancora più problematica e poco trasparente.
Ma quando dalla dimensione del locale, ci si sposta alla dimensione nazionale, i problemi derivanti dall'assenza di una struttura collegiale di coordinamento, di garanzia democratica, di decisione partecipata di livello nazionale, si palesano in maniera indiscutibile e, per il movimento, anche imbarazzante. E coinvolgono tutti gli aspetti dell'azione del movimento stesso.
In effetti, a ben guardare, la struttura di coordinamento, gli organi di garanzia, gli organi decisionali sul piano nazionale esistono già! E sono incarnati dallo stesso Grillo (proprietario del simbolo, quindi signore legale), da Gianroberto Casaleggio (figura enigmatica che vive nel “dietro le quinte” del movimento) e il resto dello staff, di cui non si conoscono le generalità né le funzioni.
Da questo punto di vista, aldilà dell'affermazione di principio che all'interno del movimento vige la piena democrazia, una democrazia partecipata, innovativa, in realtà ciò potrebbe essere vero SOLO a livello locale, mentre sul piano nazionale non è assolutamente così che stanno le cose. E le affermazioni sgraffignate dal (o consegnate appositamente al) giornalista (d)al malcapitato Giovanni Favia, non fanno altro che confermare questa realtà.
La mancanza di una vera e organica democrazia interna a livello nazionale, tra l'altro si riflette anche sul piano programmatico. Il programma del Movimento 5 Stelle, infatti, ad un'analisi attenta, aldilà di moltissime proposte sensate, intelligenti, in linea con le reali esigenze del paese, pecca di una visione d'insieme complessiva della realtà italiana.
Manca una proposta di politica economica nel pieno senso del termine, manca una proposta di politica del lavoro, manca una proposta di politica monetaria, manca una proposta di politica energetica di livellonazionale, manca una proposta politica di riforma istituzionale complessiva, manca una proposta di politica estera, per fare solo alcuni esempi, direi di non poco conto.
E' chiaro che il boom del Movimento ha colto di sorpresa un po' tutti e questo si riflette in maniera consistente anche nel programma, ma è altrettanto evidente che in assenza di una capacità organizzativa di livello nazionale, anche l'elaborazione di una proposta politica DI livello nazionale stenti a decollare. Secondo la mia opinione, senza tale capacità, impossibile da realizzare.
Dunque delle due l'una: o Grillo&Casaleggio (signori indiscussi del movimento) ignorano completamente la dimensione dei problemi che l'esplosione di consensi ha determinato, o fingono di ignorarla.
E ciò vuol dire che tale situazione non solo gli va bene, ma è funzionale al controllo completo e totale del movimento sul piano nazionale e le regole del “non-statuto”, più il complesso gioco di dialogo tra i vari meet-up (che complica e di non poco il coordinamento di una politica nazionale) è esattamente ciò che il comico genovese ed il suo enturage auspicavano e programmavano fin dall'inizio.
Del resto anche la scelta scellerata di NON confrontarsi (o ricercare alcun tipo di alleanza politica e programmatica) con NESSUNA delle forze, dei movimenti e delle realtà presenti in Italia, lascia adombrare qualche sospetto.
La mia opinione personale è che sia Grillo, sia Casaleggio, sapevano benissimo a cosa andavano incontro qualora il movimento sarebbe cresciuto e avrebbe acquisito dimensione nazionale. Probabilmente non immaginavano che sarebbe diventato la terza o, molto più realisticamente, la seconda forza politica del paese in così breve tempo, ma la “non-struttura” potrebbe rispondere all'esigenza di controllare in maniera totale ed indiscussa il movimento in ambito nazionale e dunque nel futuro Parlamento.
E' solo la mia opinione (anch'io valgo uno), ma se questa impressione fosse sbagliata, significherebbe al contrario che la forza politica più importante degli ultimi 10 anni in Italia, è in mano a degli ingenui e a degli sprovveduti e rischia di autodemolirsi prima ancora di aver raggiunto un qualche apprezzabile risultato.
Sprecando tra l'altro una carica di rinnovamento e di rappresentanza, di cui la politica italiana non solo ha bisogno, ma assoluta necessità.
* Fonte: memorandum di uno smemorato
12 commenti:
Finalmente un documento serio, obbiettivo, non ostracista ne apologetico.
Il vostro primo articolo era una cagata pazzesca, direbbe Fantozzi, con una chiave complottista. Perché mai i nemici di grillo non dovrebbero rinunciare all'arma della democrazia interna?
Diciamo che ora vi siete ripresi...
http://www.repubblica.it/esteri/2012/09/12/news/libia_film_blasfemo-42379477/?ref=HREA-1
E mo' come fanno a fargli la guerra? Ce li hanno messi loro...
Grande, mitica freddura, grazie compagno anonimo delle 14:34.
Franco
Ti segnalo:
http://diciottobrumaio.blogspot.it/2011/05/il-volto-di-sempre.html
Ho pubblicato (da comunista) per un certo tempo sul blog di Grillo, le mie critiche, i miei studi, nonchè i miei processi mentali e la mia esperienza di vita, ed il risultato è stato: dapprima derisione, poi offese gratuite (il vaffanculo per un grillino sembra essere d'obbligo), ma sopratutto...CENSURA. Ho rifatto la mail più volte, per poter postate i miei commenti (datosi che, mi si bruciava la precedente mail con cui postavo), ed aggiungo: che mai, i miei post contenevano turpiloquio, ma solo critiche, anche feroci critiche, ma solo critiche per l'appunto. Mentre che commenti contenenti turpiloquio, e offese fatte con linguaggio della peggior specie, stanno li a bella posta sul blog.
Ho scoperto che su quel blog, vi sono 5 moderatori che si danno il cambio (M.Stirner; M.Bellandi; V.Vivarelli; Silvanetta; e P.Cicerone), e decidono loro, quali commenti debbano apparire, e quali cancellati (bannati), altro che spazio aperto a vostra disposizione, e creato per confrontarsi direttamente, come recita la dicitura in basso nel blog.
Mi hanno anche avvicinato nei sottocommenti, in particolare la Bellandi, dicendomi (intimidendomi) che non dovevo postare "a modo mio", ma a modo loro, e Silvanetta, insultandomi continuamente. Io ho proseguito imperterrito nelle mie idee, ignorando sia le intimidazioni, che gli insulti, ma il risultato è stato comunque, che i miei commenti sparivano, specie se criticavo il guru Grillo, o le baggianate dette dall'"esperto" di turno, o i reazionarismi espressi dal post giornaliero.
Conclusione: mi basta questo, l'esperienza che ho fatto per alcuni mesi su quel blog, per affermare, che il mov. 5 stelle, è un covo di reazionari e qualunquisti piccolo borghesi della peggior specie.
In sostanza, quello che propongono, quelli che detengono veramente le redini del movimento, è...FUFFA RIFORMISTICA. Cazzate come la decrescita, km zero, l'energia pulita, ecc.ecc., cazzate perchè questi reazionari, "NON TENGONO CONTO DEI FONDAMENTALI SUI QUALI IL MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO SI REGGE E SI PERPETUA", è come voler curare il malato, basandosi sui sintomi della malattia, e non invece curare le cause della malattia.
Grillo e il movimento 5 stelle, è: CONTIGUO AL SISTEMA!
Saluti, e buon lavoro all'MPL,... vi seguo.
Vento Rosso
Redactio,
non ci capisco più niente.
Allora: dal sito di Comidad leggo che la Nato vuole l'euro a tutti i costi.
http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=507
Da un sito che sembrerebbe proprio della Nato leggo:
"the U.S. must first pay more attention to Europe and strongly support the EU as it takes its first steps toward political integration, rather than just pointing fingers and giving lessons on how to fix the euro-crisis by calling for more spending alone." [strongly support come???]
Il che significherebbe (direi) che
1) La Nato vuole l'Europa a tutti i costi
2) L'euro è fondamentale per l'Europa
3) Una politica di espansione fiscale (ossia il contrario di quello che sta facendo Monti) è indispensabile
4) Che addirittura l'America deve fare qualcosa di concreto per l'Europa OLTRE a suggerire l'espansione fiscale
Ora se il rigore di Monti va contro gli interessi della Nato che vorrebbero un'espansione fiscale per mantenere l'Europa unita per i loro sordidi interessi; se Monti fa il contrario imponendo il rigore; per chi cacchio lavora Monti? Chi sarebbe questo nemico della Nato che ha messo Monti al governo rovinandogli i piani?
Il M5S, può essere quello che è, ma non sfugga una cosa:
è indubbio che sia, mi direbbe di dire in termini storici materialisti, una forza di rottura del sistema politico attuale e dell'asfittica sovrastruttura italiana. Sarà immatura, contigua, reazionaria, ingenua, sprovveduta, ma è un macigno nello stagno attuale.
Del resto cosa pretendiamo? Che nel marasma contemporaneo possa sorgere una forza capace di transitare unitariamente il pulviscolo sociale e culturale in cui siamo immersi?
Non mi pare che vi sia altro che cavalcare questa forza, raccoglierne i frammenti che il suo prevedibile insuccesso esprimerà in tempi medio brevi.
Se vi sarà un mutamento epocale esso non sarà che attraverso a marasmi più profondi.
Luca
Grazie per la segnalazione del post su diciottobrumaio.
E' perfetto.
Antonio
Condivido quello che scrive vento rosso ma anche il realismo di Luca.
Marco
Torno a far notare alla Redazione che il mio nome NON è MASSIMO Salistrari, ma Francesco.
Sarebbe opportuno correggere l'errore.
un caro saluto a Moreno.
A me è successa la stessa ed identica cosa. Confermo tutto: nel blog di grillo parlano solo gli asserviti a una protesta cieca e pappagallesca tutti gli altri sono fatti letteralmente fuori e non per le parolacce ma per divieto di avere opinioni libere e staccate dai loro modelli mentali.
Credo che questo sia tra i più grandi nodi al pettine del M5S. Chi c'e' dietro la Casaleggio associati?
http://www.casaleggio.it/ca/es.php
Tra i 5 "volti" uno non incoraggia proprio. Aspen institute non suona tanto bene...
Aggiungerei a quello che scrive Luca:
"attraverso a marasmi più profondi",
essi comprenderanno sicuramente il tentativo dei vari poteri di spingere verso il caos - con il solito vasto repertorio a disposizione, approffittando della attuale sbando e tradimento della rappresentanza politica popolare e sindacale - per far accettare al paese e all'Europa svolte a destra ancora più autoritarie e antipopolari.
Fulvio
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