A proposito delle manifestazioni del 15 marzo
Comunicato n.4-2019 del Comitato centrale di Programma 101
Al momento di marciare
molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
(Bertolt Brecht)
Il
15 marzo si svolgeranno in tutto il mondo [anche in Italia] centinaia di manifestazioni contro il
"cambiamento climatico". Saranno in primo luogo manifestazioni
studentesche, mosse dalla sana preoccupazione per il futuro del pianeta. Non a
caso, però, queste manifestazioni hanno la spudorata sponsorizzazione delle
èlite globaliste. Coloro che sono i primi responsabili di un modello sociale
che devasta la Terra, si presentano adesso come gli unici possibili salvatori
proprio in virtù del loro globalismo.
Questo
inganno va smascherato. Se i grandi media pompano l'evento, se i governanti lo
vedono di buon occhio, se si è fatta di una sedicenne svedese l'eroina della
cupola oligarchica che si riunisce annualmente al Forum di Davos, se in Italia
centinaia di amministrazioni locali aderiscono (od addirittura organizzano) la
giornata del 15, se il Pd si è tuffato su questo "movimento", ci sarà
pure una ragione.
E
la ragione è semplice. Con una mossa astuta, le èlite dominanti vogliono
passare da accusate ad accusatrici. Ed altrettanto semplice è il trucco per
riuscire in questo rovesciamento della realtà. Anziché parlare concretamente
dell'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, le cui responsabilità -
sia in termini di modello economico-sociale, che in termini di scelte politiche
- sono sotto gli occhi di tutti, si dirotta l'attenzione su un ipotetico
"cambiamento climatico" tutto da dimostrare.
Sostituire
il catastrofismo sul futuro, alla sacrosanta battaglia ambientale da condursi
ogni giorno, consente la classica riedizione - stavolta su scala globale - del
solito "siamo tutti sulla stessa barca". Laddove la barca sarebbe il
pianeta, mentre tutti i suoi occupanti avrebbero tutti le stesse colpe, da Jeff
Bezos all'ultimo dannato della terra. Anzi, secondo questa narrazione, quest'ultimo
ne avrebbe probabilmente di più, vista la sua legittima aspirazione a vivere
meglio. Il caso delle misure "ecologiche" di Macron, che hanno acceso
la miccia della protesta dei Gilet Gialli in Francia, dovrebbe insegnarci
qualcosa.
Noi
siamo per la transizione energetica verso le fonti rinnovabili. E siamo perché
avvenga nel più breve tempo possibile. Siamo perciò, nel caso del nostro Paese,
per una politica di forti investimenti pubblici che avvicini al più presto
questi obiettivi. E siamo perché questo obiettivo venga perseguito rompendo i
vincoli di bilancio europei che, se rispettati, lo impedirebbero. Ma siamo
anche contro la truffa della narrazione sul presunto "cambiamento
climatico".
Sono
tre le ragioni fondamentali per le quali l'oligarchia mondialista diffonde
questa narrazione.
La
prima è di carattere economico. Se la fuoriuscita dall'età del petrolio è
senz'altro positiva, non possiamo però non vedere i potentissimi interessi che
spingono ad ogni esagerazione possibile sul "global warming". Il
capitalismo in crisi vede in questa transizione una nuova età dell'oro, ed i
signori del business agiscono di conseguenza.
La
seconda ragione è di carattere più generale. Da anni le èlite sanno governare
solo con la paura ed il catastrofismo. Brexit? La Manica si allargherà e
finirete inghiottiti nell’Oceano. Uscita dall’euro? Sarà solo un disastro.
Rivedere le regole di bilancio? Farete morire di fame i vostri figli. Paura,
paura, paura. E' chiaro come con la paura del domani si voglia impedire ogni lotta
per il cambiamento nel presente.
La
terza ragione è la più importante. La globalizzazione è in crisi, ma l'allarme
climatico potrebbe essere il trucco per rilanciarla. Cosa c’è di meglio,
infatti, di una narrazione che vede l’umanità sotto la Spada di Damocle del
disastro climatico, per imporre ancor più una globalizzazione basata sulla
necessità di un comando politico planetario? Le multinazionali, le grande
banche d'affari, i principali centri del potere finanziario, remano tutti in
questa direzione. Così pure le attuali èlite politiche, che eviterebbero in
questo modo la gran seccatura delle elezioni nazionali.
Ecco
perché, mentre sosteniamo con convinzione ogni lotta ambientale, ogni battaglia
a difesa della salute, mettiamo invece in guardia dalla narrazione globalista
del cosiddetto "cambiamento climatico". Ecco perché ad ogni
manifestante del 15 marzo chiediamo di aprire gli occhi, di non marciare avendo
alla testa il nemico.
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10 commenti:
Ok alla lotta alla narrazione globalista, ma ci andrei piano a parlare di "ipotetico 'cambiamento climatico' tutto da dimostrare" ecc...ecc...
I dati e i modelli ci sono, sia per dimostrare il progressivo riscaldamento del pianeta negli ultimi 2-300 anni, che per misurarne l'anomala velocità rispetto allo storico, che per isolarne la componente antropogenica.
Giusto per un'introduzione divulgativa alle basi di dati e ai modelli (tralasciando eventuali stupidaggini sociopolitiche dei relatori, che da bravi specialisti, schiacciano tutta l'analisi sul loro specifico), vedi ad esempio:
https://www.youtube.com/watch?v=OE3hIrCSWDA
https://www.youtube.com/watch?v=8py_aKZWENY
Chiaro che:
1) i paesi occidentali hanno fatto il grosso del casino in termini di produzione storica di gas serra e non possono frantumare le gonadi al resto del mondo (Cina, India ed altri) perché ora anch'esso pretende di svilupparsi e perciò inquina. Devono invece dare l'esempio, investendo in ricerca sulla conversione fotovoltaica e sulla densità energetica delle batterie, abbattendone i costi di produzione.
2) ovviamente il Trattato di Maastricht, il fiscal compact e le "scelte ecologiche" di Macron, o la decrescita infelice e mal distribuita determinata da questi trattati e provvedimenti, non sono state dettate dal riscaldamento globale, non servono per contrastarlo, e quindi non ne vengono legittimate.
3) la gestione climatica non va affrontata a livello globale, ma da ogni singolo STATO - e sottolineo - STATO, a partire da quelli più avanzati. Va governata in chiave di sovranità popolare, di consapevolezza popolare e di scelta popolare.
4) l'impegno del PD e la sua manifestazione sono ridicoli, provenendo da i soliti che sono sempre stati a favore di ogni buco e trivella, e hanno decurtato il finanziamento della ricerca italiana, energie rinnovabili comprese.
Per concludere, non mi sembra saggio allinearsi ai negazionisti e ai complottisti del no-global-warming. La materia è complessa, a forte connotazione interdisciplinare: prima di individuare un corretto approccio politico socialista e sovranista serve maggiore approfondimento scientifico.
L'inquinamento è una jattura che va combattuta senza tregua, per i danni enormi che fa all'ambiente naturale e a tutti gli esseri viventi compreso l'uomo. Ma la storia del cambiamento climatico dovuto al CO2 è una grossa bufala, propagandata e sostenuta da tutto l'apparato mediatico mondiale (anche con il lancio pilotato, ora, dell' "eroina" svedese), non è ben chiaro a che scopo. Il clima nella storia della terra non è lineare. Anche in un periodo interglaciale come quello in cui noi stiamo vivendo adesso, tra la glaciazione di Wurm e la prossima ventura (fra qualche migliaio di anni), la temperatura media non è costante, ma si alza e si abbassa nel corso dei secoli. Ad esempio abbiamo avuto il "periodo caldo medievale", in cui i ghiacciai alpini erano praticamente spariti e le temperature erano più alte di ora, in cui fra l'altro si è verificata la colonizzazione vichinga dell'Islanda e la Groenlandia, seguito poi dalla "piccola era glaciale", con un abbassamento generalizzato delle temperature che da un paio di secoli invece hanno preso a risalire. A proposito di bufale "ambientali", qualche anno fa sembrava imminente la catastrofe dovuta al "buco dell'ozono", che fine ha fatto?
https://it.wikipedia.org/wiki/Periodo_caldo_medievale
https://it.wikipedia.org/wiki/Piccola_era_glaciale
Che il clima della terra cambi per conto suo in modo sostanziale e a volte drammatico, è un dato di fatto che nessuno si sogna di mettere in discussione - salvo forse i più ottusi negazionisti che deridono dati e modelli al suono di "non-ci-sono-più-le-mezze-stagioni". Il sistema-terra è maledettamente complesso e i meccanismi di feedback molteplici, sia di rinforzo positivo che negativo. C'è ancora molto da capire e molto da discutere.
Si guardi ad esempio questo, senza scomodare l' "autorevole" wikipedia:
http://www.lescienze.it/news/2019/03/08/news/allungamento_ere_glaciali_pleistocene_circolazione_oceanica-4326385/
Tuttavia, per chi ha anche una minima infarinatura sulla tematica, è chiaro come le forzanti antropogeniche contribuiscano in maniera consistente all'attuale cambiamento in atto. Si veda ad esempio:
https://www.nature.com/articles/nclimate2617
https://www.nature.com/news/at-least-three-quarters-of-climate-change-is-man-made-1.9538
Si tratta di riviste come Nature e di semplici ricercatori dell'ETH di Zurigo che documentano in modo dettagliato e controllato fonti, basi di dati, metodologie di analisi e conclusioni. Vuoi mettere con gli espertoni del complottismo e del negazionismo nostrano?
Piccola postilla: il dibattito sul contributo o meno delle forzanti antropogeniche al cambiamento in atto è tale solo al di fuori della comunità dei ricercatori in materia.
Si veda la panoramica sistematica degli studi scientifici sul riscaldamento globale: https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/8/2/024024
Alle conclusioni: "The number of papers rejecting AGW is a miniscule proportion of the published research, with the percentage slightly decreasing over time. Among papers expressing a position on AGW, an overwhelming percentage (97.2% based on self-ratings, 97.1% based on abstract ratings) endorses the scientific consensus on AGW."
"Il numero di articoli che negano l'RGA (Riscaldamento Globale Antropogenico) è una proporzione minuscola della ricerca pubblicata, la cui percentuale decresce leggermente nel tempo. Tra gli articoli che esprimono una posizione sull'RGA, una percentuale schiacciante (97,2%, basata sull'autovalutazione, il 97.1% basata sull'analisi degli abstract) supporta la posizione condivisa sull'RGA"
Niente a che vedere con il dibattito sul nucleare o sui macroscopici interessi economici che influenzano le decisioni politiche sui vaccini, che dividono aspramente la comunità scientifica.
PUGACEV HA SCRITTO
"non mi sembra saggio allinearsi ai negazionisti e ai complottisti del no-global-warming"
A parte il fatto che noi ci siamo limitati a denunciare l’uso che viene fatto del tema dalle èlite globaliste, questa affermazione ha dell’incredibile. Che forse esiste un pensiero unico al quale adeguarsi? C’è stato un tempo in cui quelli che oggi chiamiamo scienziati pensavano che la Terra fosse piatta. Oltretutto ci sono migliaia di scienziati che o non credono affatto al riscaldamento globale, o comunque non considerano la componente antropica come quella decisiva.
Se Mattarella fa il climatologo, se Repubblica annuncia oggi a tutta pagina la fine del mondo, potremo noi fare un ragionamento politico sul perché di questa campagna?
No, secondo Pugacev non possiamo, altrimenti scatta subito l’accusa di “negazionismo”. Esattamente come non si può parlare dei crimini del sionismo perché altrimenti ci rinfacciano i morti di Auschwitz.
Sarebbe davvero l’ora di farla finita con simili “argomenti”.
Sulla questione del cosiddetto “cambiamento climatico” ci torneremo con calma. Ad alcune cose ha già ottimamente risposto Yakoviev: il clima è sempre cambiato, e non ci si può limitare all’ultimo secolo. Di certo intorno all’anno zero faceva più caldo di oggi e non c’era l’aumento di origine antropica della CO2.
Possiamo provare ad affrontare razionalmente la questione? Noi vogliamo provarci, altri hanno solo da affermare la granitica verità del riscaldamento. Verità curiosa assai, se solo negli anni ‘70 del secolo scorso (cioè un attimo fa, in termini climatologici) il catastrofismo annunciava invece l’inizio di un’imminente glaciazione...
Meditate gente, meditate.
Ho scritto due ulteriori commenti che rispondono a Yakoviev e anticipano alcune delle repliche della Redazione. Mi pare che entrino nel merito e aggiungano contenuti alla discussione.
Quanto al negazionismo, inutile agitare la coda di paglia: l’articolo NEGA apoditticamente e senza uno straccio di fonte che 1) ci sia un riscaldamento globale in atto, 2) secondariamente (e contraddittoriamente, perché o il riscaldamento c’è o non c’è), che una componente consistente di tale riscaldamento sia di matrice antropica. E questo perché …. Mattarella e i signori del vapore sostengono la posizione contraria!
Nel mio primo commento mi pare di aver portato delle proposte su come contrastare le scelte e l’approccio di lor signori senza necessariamente negare un’affermazione (riscaldamento globale di matrice antropica) su cui non c’è stato alcun dibattito sul sito di Sollevazione. Non saranno proposte incisive, ma l’automatismo dell’articolo per cui se il capitale dice A, noi dobbiamo dire subito non(A), mi sembrava assai discutibile nel caso in esame. Bisognerebbe essere più prudenti su problematiche complesse come questa e concentrarci soprattutto sull’analisi dell’approccio politico del grande capitale alla questione e sulle sue conseguenze sulla vita di tutti noi.
In conclusione, non posso che perorare la proposta della Redazione di affrontare (ma per davvero) la questione del cambiamento climatico.
Ma poi non c'è solo il clima, c'è la plastica nei mari
che uccide la fauna marina ci sono i pesticidi che uccidono
le api e chi più ne ha più ne metta.
Che me frega a me se a fare i catastrofisti sono repubblica
mattarella o belzebù ??? benvenga...
Ciò che conta è mettere sotto accusa il modello di sviluppo.
Anonimo, forse ci stiamo avvicinando di più al problema: la plastica ormai presente ovunque a livelli intollerabili non uccide solo la fauna marina (cosa già di per sé esecrabile) ma anche, direttamente e indirettamente, noi stessi, come pure i pesticidi e gli altri veleni etc., ma l'imminente presunta catastrofe climatica diventa la prima urgenza...
Ho sviluppato questo teorema: “tutto ciò che ci hanno insegnato dal 1989 ad oggi è falso”.
Tutto ciò che i media ci hanno propinato (fatti, valori, agenda, riforme, istituzioni, nemici...) in questi anni, in assenza di contraddittorio (finita l’Urss e la prospettiva comunista) si è rivelato una bufala. Ciò che dicono va interrpretato al contrario.
Resta l’effetto-serra: non mi stupirei che si tratti di un’altra bufala. Il numero dì scienziati scettici sull’argomento va aumentando, perché i dati non corrispondono alle previsioni.
C'è un passo di Macchiavelli che, a mio parere, descrive bene la situazione in cui ci troviamo. Cerco di tradurlo a memoria: un male quando è piccolo, o è all'inizio, è difficile da vedere e facile da curare, quando è grande è facile da vedere ma difficile da curare. Oggi il problema ambientale è facile da vedere ma ormai è tardi per curarlo. Quindi i negazionisti e gli interventisti a discorsi sono schierati sullo stesso fronte. Chi dice che il problema non c'è e viene utilizzato dal potere per la sua conservazione è allo stesso livello di chi , in cima alla piramide sociale, denuncia il problema ma, non potendo essere conseguente, si limita a un bla, bla inconcludente sperando che questo aiuti a confondere le acque e a nascondere le proprie responsabilità e in sostanza a prender tempo. Questo periodo del pianeta è, da alcuni, chiamato antropocene. Cioè il periodo geologico incui l'uomo è in grado di intervenire sui processi naturali plasmandoli a proprio uso. Il cambiamento climatico dovuto all'immissione di co2 in atmosfera per l' uso spropositato di carbone, petrolio, metano ne è un effetto evidenziato ormai da studi acclarati. Molto più subdolo è il resto e fa bene chi mi ha preceduto a ricordare le plastiche e i peticidi. Ci sono migliaia di altri composti chimici che dalla 2gm abbiamo diffuso nell'ambiente in quantità abnormi che stanno deteriorando in modo irreversibile il sistema bioclimatico o, almeno, determinando nuovi equilibri biologici che possono rendere precaria la vita sul pianeta. Purtroppo la consapevolezza di questo indicherebbe come risposta di bloccare tutto ma il realismo ci dice che questo non sarebbe una risposta risolutiva ma solo l'inizio di ina grande tragedia per cui si va avanti. Il ballo sul Titanic per gli inconsapevoli e per i consapevoli continua. Le manifestazioni per il clima fanno parte del ballo.
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