[ 10 agosto 2017 ]
L'altro ieri LIBERO QUOTIDIANO pubblicava un'intervista a Ettore Gotti Tedeschi, (nella foto) economista e banchiere già presidente dell'Istituto Opere di Religione (IOR).
La segnaliamo ai nostri lettori, malgrado le conclusioni disarmanti...
Vuole dire che questo argomento può essere affrontato solo in un modo?
«L' Europa e l' euro non devono essere messi in discussione a meno che non lo autorizzi la signora Merkel. Poiché l' economia non è una scienza, è piuttosto arduo prevedere con un minimo di certezza ciò che può succedere con l' uscita dalla moneta unica. Troppo spesso politici ed economisti fanno prognosi senza aver fatto una corretta diagnosi, ne consegue che se non sono state intese le cause delle nostre difficoltà attuali nel sistema euro, difficilmente si potrà esser credibili nelle proposte di soluzione degli effetti».
Potrebbe farci degli esempi su questo?
«Oggi ci ricordiamo in che situazione economica era l' Italia prima dell' entrata nell' euro, quali condizioni le vennero imposte per entrare e come realizzò dette condizioni? Ci ricordiamo quanto pesava negli anni '90 l' economia "di Stato" direttamente e indirettamente sul Pil? (quasi il 65%). E quanto pesavano le banche private sul sistema creditizio? (qualche percentuale minima). Ci ricordiamo come si realizzarono le privatizzazioni? (molto male). Il lettore ricorda il famoso algoritmo Prodi per passare da un deficit di 7 punti al deficit di 3 punti percentuali? Ho spiegato questo per far intendere che i problemi riferiti all' euro sono un po' più complessi di quanto spesso vengano spiegati. Ma temo che la nostra capacità decisionale in proposito sia piuttosto bassa ed il rischio di pagar cara l' uscita piuttosto alto».
Cosa intende quando dice "pagar caro"?
«Si deve riflettere su cosa significhi "pagar caro" la decisione di uscire, comparata con il costo di restare, costo che temo non sia solo economico, ma di libertà democratica di cui potremmo venir privati».
Ad oggi quindi la questione dell' euro non è più un solo problema economico, ma di democrazia?
«Per giustificare l' economia, si potrà forzare la libertà. La moneta unica per funzionare necessita di un governo unico europeo che dovrà coesistere con il governo del mondo globale. A questo si sta arrivando, in modo sempre più accelerato dopo la crisi globale scoppiata nel 2007, grazie agli organismi sovranazionali che impongono leggi, discipline, modelli democratici, governanti cooptati, e soprattutto visione morale omogenea».
Allora il nostro destino è sottostare a questo "supergoverno mondiale"?
«Probabilmente sì, l' attuale situazione mi fa pensare che dobbiamo riconoscere la nostra impotenza, che non possiamo più fare nulla. I giochi son fatti e noi non giochiamo più, siamo diventati un gioco in mano ad altri. Il nuovo mondo globale aspira ad un' omogeneità culturale e pertanto morale, che significa relativizzare le norme morali. Tutto questo porta ad una forma di sincretismo religioso, che necessariamente tende ad arrivare ad una religione globale panteista, ambientalista (animalista e vegana), neomalthusiana e orientata alla decrescita. Se questo è vero e l' euro venisse usato come strumento per forzare chi non è d' accordo, si spiega la mia preoccupazione. Se fossi stato un governante nel nostro Paese, negli ultimi 6-7 anni, avrei fatto il contrario di ciò che è stato invece fatto».
Se questa è la situazione, come vede il futuro per il nostro Paese?
«Con la scusa di difendere l' euro dai problemi italiani, il nostro futuro non potrà che essere terrificante. Attenzione però, il problema non è nell' euro in sé, ma nell' avere un euro gestito "abusivamente" da altri, grazie alle nostre debolezze politiche».
Può fare degli esempi?
«Darei due esempi, per ora solo immaginabili: in una siffatta Europa a governo unico, per ridurre il debito pubblico ci potrebbe venir imposto di espropriare i beni dei cittadini. Per ridurre il deficit di bilancio ci potrebbe venir imposta l' eutanasia per i pensionati ultrasessantacinquenni, per tagliare la spesa pubblica di pensioni e sanità».
Si andrebbe persino verso il superamento del principio della dignità umana?
Una serie di interrogativi a cui appare difficile rispondere. Ma adesso ci permetta di fare un passo al 1992, all' alba del trattato di Maastricht. Come giudica lo stato attuale dell' Ue? Secondo lei ci sarà ancora un futuro per questa Unione?
« I Padri fondatori quali De Gasperi, Adenauer, Schuman e Monnet avevano progettato un' Europa sussidiaria ai vari Paesi, destinata a valorizzarne le identità. Ma il progetto di moneta unica doveva essere destinato a valorizzare le singole economie dei Paesi europei. Poi sono sopravvenute "modifiche genetiche" di carattere cultural-politico che hanno cambiato lo spirito originario facendo persino rinnegare le radici cristiane. Poi è arrivata la crisi economica del 2007 che fa esplodere le contraddizioni economiche, politiche e morali facendo trionfare gli stessi egoismi arroganti che avevano snaturato il progetto originario».
Lei ha parlato di radici cristiane può precisare meglio questo punto?
«L' Europa è fatta da tre "culture religiose": quella protestante-calvinista, quella cattolica e quella illuminista-laicista. Quando le cose vanno male, quale visione di cosa è bene o male prevale secondo voi? Secondo "loro" deve prevalere una forma di pragmatismo egoistico che rifiuta morali forti e dogmatiche e pretende morali relative, in evoluzione, pluraliste, dove l' Autorità morale non deve più intervenire nel confronto con le leggi (etiche) dello stato, ormai leggi globali di uno stato globale. Che succede se l' Autorità morale è invitata ad occuparsi di socio-economia e non più di morale? E chi ci difende e tutela allora? Ecco perché sono sempre più preoccupato».
Come giudica l' attuale posizione della Chiesa Cattolica rispetto a quella precedente di Benedetto XVI, secondo il quale "prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare"?
«Meglio se non rispondo a questa domanda, rischierei una "scomunica". Quanto ci manca Benedetto XVI, mai come ora! Le migrazioni son sempre più manifestamente state volute e pianificate, soprattutto per "aiutare" il nostro Paese, dove risiede la massima Autorità morale al mondo, a correggersi e aprirsi al "multiculturalismo" orientato a un sincretismo religioso necessario a prevenire "guerre di religione". Temo che non riusciremo a metter in discussione più nulla , ahimè».
Ci consenta un' ultima domanda. Di fronte a questo scenario che ha delineato alle prossime elezioni, quale sarebbe secondo lei la prima cosa da fare per il futuro governo?
«Per vincere le elezioni. Risposta seria: produrre un vero progetto per il paese e dotarsi delle capacità di gestirle (un paio di nomi io li avrei), invece di sperare di prender voti coccolando cani e gatti in tv. Risposta provocatoria: andare a cercare all' estero,anche fuori Europa, i consensi necessari facendo alleanze e compromessi a destra e manca. Risposta realistica e rassegnata: fare atto di sottomissione alla Germania. Per governare e risolvere i problemi del Paese (escludendo la prima risposta). Andare a pregare la Madonna a Medjugorje. Anche rischiando scomuniche».
di Paolo Becchi e Cesare Sacchetti
L'altro ieri LIBERO QUOTIDIANO pubblicava un'intervista a Ettore Gotti Tedeschi, (nella foto) economista e banchiere già presidente dell'Istituto Opere di Religione (IOR).
La segnaliamo ai nostri lettori, malgrado le conclusioni disarmanti...
D. Professore, la sua ultima lettera al sito di Maurizio Blondet ha suscitato un dibattito tra gli "internauti". I giornali hanno ignorato la sua missiva che mette in rilievo la necessità non solo economica, ma di "libertà democratica" di uscire dalla moneta unica. Può spiegare ai lettori di Libero la sua posizione al riguardo?
R. «La mia posizione, è la seguente: l' euro è stato utilizzato come scusa per ridimensionare il nostro Paese da un punto di vista economico e "morale" (spiegherò che vuol dire). Le altre giustificazioni sono insostenibili da più punti di vista. Dette giustificazioni usano un modello (ir)razionale che confonde cause con effetti, è lo stesso usato per spiegare decisioni che provocano le condizioni per giustificarle, come è successo per l' immigrazione (gap di popolazione) o l' ambientalismo (neomalthusianesimo). Così le pressioni fatte al nostro Paese per difendere l' Euro (tedesco) sono state giustificate dall' alto debito pubblico italiano, che è un falso problema perché è il debito complessivo di un paese che va misurato, come il caso Usa 2008-2010 ha ben dimostrato (in situazione di insolvenza, tutto il debito privato diventa debito pubblico). Ma dette pressioni ci hanno ridotto allo stremo economico, con rischio morale. La carta stampata ha ignorato la mia considerazione perché può avere indirizzi politici da rispettare: «No touch issues», che sono tabù e vanno trattati in un certo modo. Per esempio appunto l' immigrazione, l' ambientalismo,l' Europa, l' euro, Bergoglio, ecc.».
Vuole dire che questo argomento può essere affrontato solo in un modo?
«L' Europa e l' euro non devono essere messi in discussione a meno che non lo autorizzi la signora Merkel. Poiché l' economia non è una scienza, è piuttosto arduo prevedere con un minimo di certezza ciò che può succedere con l' uscita dalla moneta unica. Troppo spesso politici ed economisti fanno prognosi senza aver fatto una corretta diagnosi, ne consegue che se non sono state intese le cause delle nostre difficoltà attuali nel sistema euro, difficilmente si potrà esser credibili nelle proposte di soluzione degli effetti».
Potrebbe farci degli esempi su questo?
«Oggi ci ricordiamo in che situazione economica era l' Italia prima dell' entrata nell' euro, quali condizioni le vennero imposte per entrare e come realizzò dette condizioni? Ci ricordiamo quanto pesava negli anni '90 l' economia "di Stato" direttamente e indirettamente sul Pil? (quasi il 65%). E quanto pesavano le banche private sul sistema creditizio? (qualche percentuale minima). Ci ricordiamo come si realizzarono le privatizzazioni? (molto male). Il lettore ricorda il famoso algoritmo Prodi per passare da un deficit di 7 punti al deficit di 3 punti percentuali? Ho spiegato questo per far intendere che i problemi riferiti all' euro sono un po' più complessi di quanto spesso vengano spiegati. Ma temo che la nostra capacità decisionale in proposito sia piuttosto bassa ed il rischio di pagar cara l' uscita piuttosto alto».
Cosa intende quando dice "pagar caro"?
«Si deve riflettere su cosa significhi "pagar caro" la decisione di uscire, comparata con il costo di restare, costo che temo non sia solo economico, ma di libertà democratica di cui potremmo venir privati».
Ad oggi quindi la questione dell' euro non è più un solo problema economico, ma di democrazia?
«Per giustificare l' economia, si potrà forzare la libertà. La moneta unica per funzionare necessita di un governo unico europeo che dovrà coesistere con il governo del mondo globale. A questo si sta arrivando, in modo sempre più accelerato dopo la crisi globale scoppiata nel 2007, grazie agli organismi sovranazionali che impongono leggi, discipline, modelli democratici, governanti cooptati, e soprattutto visione morale omogenea».
Allora il nostro destino è sottostare a questo "supergoverno mondiale"?
«Probabilmente sì, l' attuale situazione mi fa pensare che dobbiamo riconoscere la nostra impotenza, che non possiamo più fare nulla. I giochi son fatti e noi non giochiamo più, siamo diventati un gioco in mano ad altri. Il nuovo mondo globale aspira ad un' omogeneità culturale e pertanto morale, che significa relativizzare le norme morali. Tutto questo porta ad una forma di sincretismo religioso, che necessariamente tende ad arrivare ad una religione globale panteista, ambientalista (animalista e vegana), neomalthusiana e orientata alla decrescita. Se questo è vero e l' euro venisse usato come strumento per forzare chi non è d' accordo, si spiega la mia preoccupazione. Se fossi stato un governante nel nostro Paese, negli ultimi 6-7 anni, avrei fatto il contrario di ciò che è stato invece fatto».
Se questa è la situazione, come vede il futuro per il nostro Paese?
«Con la scusa di difendere l' euro dai problemi italiani, il nostro futuro non potrà che essere terrificante. Attenzione però, il problema non è nell' euro in sé, ma nell' avere un euro gestito "abusivamente" da altri, grazie alle nostre debolezze politiche».
Può fare degli esempi?
«Darei due esempi, per ora solo immaginabili: in una siffatta Europa a governo unico, per ridurre il debito pubblico ci potrebbe venir imposto di espropriare i beni dei cittadini. Per ridurre il deficit di bilancio ci potrebbe venir imposta l' eutanasia per i pensionati ultrasessantacinquenni, per tagliare la spesa pubblica di pensioni e sanità».
Si andrebbe persino verso il superamento del principio della dignità umana?
«E chi la afferma più? Ormai legge civile, salute, vita, morale, ecc. che significato hanno? Quello deciso dall' Oms all' Onu ? Se così fosse la vita e la salute sarebbero benessere psicosociale. Se riconoscessimo che un governo, "cooptato o gradito", è sottoposto alla "moral suasion" internazionale (che si può immaginare possa utilizzare anche i vincoli di una moneta unica), e se convenissimo che i paesi influenti, al di là delle forme diplomatiche, ci disprezzano, ci boicottano e ci vedono come un vantaggio da acquisire per rafforzare se stessi, che concluderemmo? Quale governo, non cooptato, saprebbe oggi decidere le specifiche soluzioni necessarie al nostro paese, rifiutando, se il caso, l' applicazione di leggi economico-morali, da altri ritenute necessarie ma che danneggiano economicamente e, soprattutto, possono privare i cittadini di libertà democratica e personale?».
Una serie di interrogativi a cui appare difficile rispondere. Ma adesso ci permetta di fare un passo al 1992, all' alba del trattato di Maastricht. Come giudica lo stato attuale dell' Ue? Secondo lei ci sarà ancora un futuro per questa Unione?
« I Padri fondatori quali De Gasperi, Adenauer, Schuman e Monnet avevano progettato un' Europa sussidiaria ai vari Paesi, destinata a valorizzarne le identità. Ma il progetto di moneta unica doveva essere destinato a valorizzare le singole economie dei Paesi europei. Poi sono sopravvenute "modifiche genetiche" di carattere cultural-politico che hanno cambiato lo spirito originario facendo persino rinnegare le radici cristiane. Poi è arrivata la crisi economica del 2007 che fa esplodere le contraddizioni economiche, politiche e morali facendo trionfare gli stessi egoismi arroganti che avevano snaturato il progetto originario».
Lei ha parlato di radici cristiane può precisare meglio questo punto?
«L' Europa è fatta da tre "culture religiose": quella protestante-calvinista, quella cattolica e quella illuminista-laicista. Quando le cose vanno male, quale visione di cosa è bene o male prevale secondo voi? Secondo "loro" deve prevalere una forma di pragmatismo egoistico che rifiuta morali forti e dogmatiche e pretende morali relative, in evoluzione, pluraliste, dove l' Autorità morale non deve più intervenire nel confronto con le leggi (etiche) dello stato, ormai leggi globali di uno stato globale. Che succede se l' Autorità morale è invitata ad occuparsi di socio-economia e non più di morale? E chi ci difende e tutela allora? Ecco perché sono sempre più preoccupato».
Come giudica l' attuale posizione della Chiesa Cattolica rispetto a quella precedente di Benedetto XVI, secondo il quale "prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare"?
«Meglio se non rispondo a questa domanda, rischierei una "scomunica". Quanto ci manca Benedetto XVI, mai come ora! Le migrazioni son sempre più manifestamente state volute e pianificate, soprattutto per "aiutare" il nostro Paese, dove risiede la massima Autorità morale al mondo, a correggersi e aprirsi al "multiculturalismo" orientato a un sincretismo religioso necessario a prevenire "guerre di religione". Temo che non riusciremo a metter in discussione più nulla , ahimè».
Ci consenta un' ultima domanda. Di fronte a questo scenario che ha delineato alle prossime elezioni, quale sarebbe secondo lei la prima cosa da fare per il futuro governo?
«Per vincere le elezioni. Risposta seria: produrre un vero progetto per il paese e dotarsi delle capacità di gestirle (un paio di nomi io li avrei), invece di sperare di prender voti coccolando cani e gatti in tv. Risposta provocatoria: andare a cercare all' estero,anche fuori Europa, i consensi necessari facendo alleanze e compromessi a destra e manca. Risposta realistica e rassegnata: fare atto di sottomissione alla Germania. Per governare e risolvere i problemi del Paese (escludendo la prima risposta). Andare a pregare la Madonna a Medjugorje. Anche rischiando scomuniche».
di Paolo Becchi e Cesare Sacchetti
5 commenti:
Tarciso alla riscossa!
“Conosco molti furfanti che non fanno i moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante”. (Indro Montanelli)
Quando un banchiere parla di radici cristiane metto mano all'anticristo.
“Non resta altro mezzo per rimettere in onore la politica, si devono come prima cosa impiccare i moralisti”. F. N.
Mi ricorda la faida americana tra i filantropi ebrei e quelli cristiani (Soros vs Bush)
http://www.isoladiavalon.eu/kronos-soros/
P.S. Il banchiere fa una analisi economica verosimilmente corretta al solo scopo di vendere fuffa metafisica.francesco
Non ti va proprio giù essere dalla parte di un banchiere, vero?...
Per te un banchiere non è un essere umano che puó essere finanche onesto in primis con se stesso?
Come ti piace classificare le persone, vero?
Intendi come a te non va di stare dalla parte mia?
Rilassati.francesco
P.s. in effetti se avessimo anche noi (sovranisti) una banca un attico ci scapperebbe pure per noi.
Qualcuno comincia a dire la verità senza più paura di essere scomunicato. Vediamo se ribaltiamo il tavolo piddino...
Della sostanza negativa e nefasta dei "peccati" (= errori) ci si rende conto quando si cominciano a farsi sentire le loro conseguenze. !992? Questa data ci ricorda eventi fondamentali: la "visita " del Britannia", l'assassinio di Falcone e Borsellino e la svalutazione della Lira. Allora neppure se ne parlò adeguatamente. E ti pareva ...
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