[ 20 ottobre]
Siamo tra coloro che più hanno criticato, nel corso dei vent'anni che ci lasciamo alle spalle, l'operato di Bertinotti. Quando noi dissentivamo a sinistra erano solo acclamazioni e servili peana. Oggi che Bertinotti ha il coraggio di dire cose giuste, è condannato, dai medesimi sinistrati che ieri lo portavano in un palmo di mano, all'ostracismo. Davvero importante e condivisibile questa intervista curata da Alessandro Franzi.
D. Presidente Bertinotti, cinque anni fa eravamo in una situazione in cui sembrava che tutto dovesse crollare, che tutto dovesse cambiare. E lei in quei giorni che seguirono la formazione del governo Monti parlava di golpe bianco. Ne è ancora convinto?
R. Assolutamente sì. Intendiamoci, non perché fossimo nel quadro che lei ha descritto, ma perché non esisteva la condizione dell'eccezione. In quel caso eravamo dentro una storia ordinaria, una storia di un quarto di secolo che ha un prima e un dopo. Questa grande storia, seconde me, è quella che investe l'Europa come parte di una riorganizzazione generale del mondo, dopo la sconfitta del movimento operaio. E l'Italia non è un'eccezione ma sta dentro la regola. Trovo, quindi, del tutto infondate le tesi sul caso italiano.
Siamo tra coloro che più hanno criticato, nel corso dei vent'anni che ci lasciamo alle spalle, l'operato di Bertinotti. Quando noi dissentivamo a sinistra erano solo acclamazioni e servili peana. Oggi che Bertinotti ha il coraggio di dire cose giuste, è condannato, dai medesimi sinistrati che ieri lo portavano in un palmo di mano, all'ostracismo. Davvero importante e condivisibile questa intervista curata da Alessandro Franzi.
D. Presidente Bertinotti, cinque anni fa eravamo in una situazione in cui sembrava che tutto dovesse crollare, che tutto dovesse cambiare. E lei in quei giorni che seguirono la formazione del governo Monti parlava di golpe bianco. Ne è ancora convinto?
R. Assolutamente sì. Intendiamoci, non perché fossimo nel quadro che lei ha descritto, ma perché non esisteva la condizione dell'eccezione. In quel caso eravamo dentro una storia ordinaria, una storia di un quarto di secolo che ha un prima e un dopo. Questa grande storia, seconde me, è quella che investe l'Europa come parte di una riorganizzazione generale del mondo, dopo la sconfitta del movimento operaio. E l'Italia non è un'eccezione ma sta dentro la regola. Trovo, quindi, del tutto infondate le tesi sul caso italiano.
D. Possiamo dire banalmente che cinque anni fa i proverbiali nodi venivano al pettine...
R. Luciano Gallino lo ha chiamato rovesciamento del conflitto di classe, che ha preparato le basi sociali e politiche per l'avvento di una grande rivoluzione capitalistica, la globalizzazione. Questo cambia totalmente la scena, finisce il lungo dopoguerra e comincia un'altra storia in cui cambiano le condizioni sociali ed economiche, cambiano anche gli ordinamenti politici. E sostanzialmente comincia il declino della democrazia, perché il nuovo capitalismo finanziario si rivelerà incompatibile con la democrazia. E l'Italia è 'semplicemente' dentro questa scena.
D. Ma perché in Italia la scena è cambiata proprio in quel frangente del 2011?
D. Ma perché in Italia la scena è cambiata proprio in quel frangente del 2011?
R. In Italia è successo in quell'anno, negli altri Paesi è successo in altri momenti o succederà presto. Non accade in questi termini soltanto in Germania, perché la Germania in questa globalizzazione è l'unica economia mercantilista sulla scena europea ed è quindi l'unica che gode del privilegio della riorganizzazione. È solo una storia differenziata, ma tutti gli altri Paesi che non sono la Germania incorrono in casi come quello italiano. Quindi, succede che tu sia sull'orlo di una crisi precipitante ma che questa situazione non venga mai superata, perché non è possibile superarla a meno di una crisi che vedremo spuntare prossimamente ma non nel cielo della politica né nel cielo dell'economia. Se avviene, avviene nel conflitto fra il sociale e la politica e l'economia. Questa rivolta può anche essere strisciante, eh, può anche essere l'avvento dei populismi che stravolge l'ordine politico. Ma appunto viene da fuori, da un conflitto fra l'alto e il basso della società. Finché stai dentro il sistema non succede niente. E infatti non è ovviamente successo niente: eccolo lì il golpe bianco, l'eccezione che diventa la regola.
D. Allora si preferì investire di potere un governo tecnico al posto di quello guidato da Berlusconi, senza ricorrere al voto anticipato.
D. Allora si preferì investire di potere un governo tecnico al posto di quello guidato da Berlusconi, senza ricorrere al voto anticipato.
R. E perché allora non si va alle elezioni? Perché si teme l'instabilità. Siccome in quel momento c'è alla testa del Paese un signore che di politica se ne intende, lui costruisce la soluzione del caso. E come la costruisce? Sospendendo le regole.
D. Lei parla del presidente Napolitano, immagino.
D. Lei parla del presidente Napolitano, immagino.
R. Sì, sì. Lui, un uomo di grande esperienza politica, da tempo ha come suo pensiero fondamentale la stabilità politica come condizione per tutto. E, ritenendo a rischio questa stabilità in caso di elezioni, s'inventa questa soluzione Monti. Il tutto avviene di fronte a cose molto inusitate, a partire dal fatto che l'ordinamento internazionale pensa, allora, che la situazione così in Italia non sia più praticabile e svolge una pressione, che l'Europa esercita in maniera dirompente attraverso gli strumenti di cui dispone, che sono gli strumenti di controllo di bilancio. A quel punto il presidente della Repubblica sceglie una scorciatoia, decide il presidente del Consiglio e il Governo, ancora prima del dibattito parlamentare, attraverso un'altra cosa assolutamente inusuale: la nomina a senatore a vita di quello che sarà poi il capo del Governo, per fare vedere a coloro che lo stanno guardando con interesse che sta andando in una certa direzione. Per questo dico che l'eccezione diventa la regola, perché questa condizione oligarchica è arrivata fino a noi. Ciò che appare è diverso da ciò che è reale, perché pur rimanendo in piedi il quadro istituzionale è stato svuotato. Ormai, per dirne una, non è il Parlamento che sceglie il Governo, ma il Governo che sceglie il Parlamento.
D. Allora qualcuno si poteva opporre a questa prospettiva?
D. Allora qualcuno si poteva opporre a questa prospettiva?
R. Certo che sì.
D. Eppure le principali forze parlamentari - parliamo del Pd e del Pdl - votarono la fiducia a Monti.
D. Eppure le principali forze parlamentari - parliamo del Pd e del Pdl - votarono la fiducia a Monti.
R. Quelli che si potevano opporre sono appunto quelli che poi sono stati cooptati dentro questo sistema, fino ad oggi. Parlo sostanzialmente del centrosinistra, di cui io non ho mai fatto parte, tenendo anzi a distinguermi strategicamente anche quando abbiamo sostenuto dei governi. Il centrosinistra arrivava nel 2011 logoratissimo, avendo perso l'aureola del riformismo in tutta Europa e in particolare in Italia dopo i due governi Prodi. Il centrosinistra non poteva ribellarsi, perché esso stesso è costruito dentro questa cultura della stabilità e della continuità. Non poteva opporsi a Napolitano, malgrado degli elementi di frizione, avendo perso la cultura politica per opporsi e dire: 'rischiamo la stabilità per valorizzare la democrazia'. E' una frase elementare, perché la democrazia comporta il rischio dell'instabilità, ma il centrosinistra non è stato più in grado di pronunciarla perché dall'avvento della globalizzazione in poi si è considerato lo schieramento più adeguato per governare la globalizzazione. Dall'altra parte, invece, l'opposizione della destra era sgrammaticata: avevano sostenuto il primato del governo e tutte le forme neo-autoritarie che si possono fare, come facevano a dire di no?.
D. Uno dei cambiamenti politici ereditati dall'ultima stagione dei tecnici è anche l'aver annacquato proprio i confini fra centrosinistra e centrodestra. Prima la maggioranza allargata con Monti, poi con Enrico Letta. Anche Renzi ha iniziato il suo mandato collaborando con Berlusconi.
D. Uno dei cambiamenti politici ereditati dall'ultima stagione dei tecnici è anche l'aver annacquato proprio i confini fra centrosinistra e centrodestra. Prima la maggioranza allargata con Monti, poi con Enrico Letta. Anche Renzi ha iniziato il suo mandato collaborando con Berlusconi.
R. Ma questo annacquamento come lo chiama lei era iniziato anche prima, quando è venuto meno l'ultimo spartiacque, che non è il crinale destra-sinistra ma Berlusconi-anti-Berlusconi. La sconfitta del berlusconismo avviene prima dell'arrivo del governo Monti. Ed è lì che comincia la scomparsa della polarizzazione, essendo il centrodestra privo dell'unica sua forza, Berlusconi appunto.
D. Se si fosse votato allora, cinque anni dopo il nostro quadro politico come sarebbe?
D. Se si fosse votato allora, cinque anni dopo il nostro quadro politico come sarebbe?
R. Chi lo sa. Pensandoci, credo che non sarebbe successo nulla di così diverso, perché appunto il corso dei processi storici è duro. Sono cadute le grandi ideologie e non siamo più in grado di leggere la storia politicamente. Siamo ridicolmente legati alle mosse tattiche di questo o di quel dirigente politico, così può succedere la Brexit senza che sia prevista o può succedere che domani in Francia la Le Pen diventi il primo partito e ce ne stupiremo. Diciamo che sicuramente chi ha compiuto l'operazione Monti ha sopravvalutato il pericolo dell'instabilità. Pensiamo al momento in cui Monti ha iniziato a traballare: non è che è tornato il primato della politica. No, a illustrare bene il quadro è stato uno degli uomini più intelligenti che frequentano l'Europa, forse il più autorevole. Parlo di Mario Draghi, che quando vide che Monti stava andando in crisi e scorse una turbolenza dei mercati, dichiarò (ai mercati veri sovrani, non ai politici): nessun problema, perché se c'è un elemento di instabilità nei governi noi 'innestiamo il pilota automatico'. Testuale.
D. E che cosa se ne deduce?
D. E che cosa se ne deduce?
R. Che ormai si vedono Paesi governati senza governi. Cioè, tutto questo affanno della politica sulla governabilità, oltre che minaccioso per la democrazia, è anche grottesco. Perché la stabilità, ammesso che poi la si realizzi, dipende da altri.
D. Facciamo una mappa di questi altri.
R. La Bce, le forze economiche e finanziarie trainanti, la Commissione europea come presidio sacerdotale di questa costruzione, la famosa Troika. Il caso Grecia è del resto emblematico.
D. Possiamo dire che quel passaggio del 2011 ha lasciato i cittadini italiani senza la consapevolezza di questi cambiamenti profondi di cui ha parlato, non avendo avuto alcun modo di prendervi parte?
D. Possiamo dire che quel passaggio del 2011 ha lasciato i cittadini italiani senza la consapevolezza di questi cambiamenti profondi di cui ha parlato, non avendo avuto alcun modo di prendervi parte?
R. Sì, come tanti altri fattori. Come il governo delle larghe intese, appunto. Ma anche come, molto più di tutto questo, la proposta di riforma costituzionale su cui saremo chiamati a votare, insieme alla revisione della legge elettorale.
D. Appunto, lei ha da poco annunciato che voterà al referendum del 4 dicembre. Perché?
D. Appunto, lei ha da poco annunciato che voterà al referendum del 4 dicembre. Perché?
R. Perché è la continuità. Vede, tutti gli avvenimenti di cui abbiamo parlato finora si presentano come lo snodarsi del cannocchiale: c'è sempre un dopo che è lo sviluppo in peggio del prima. Non è un salto, purtroppo. Il salto sarebbe l'uscita da queste condizioni. E' tutta questa idea che si chiama governabilità, l'idea secondo cui nell'impossibilità di governare con il consenso, quindi con la democrazia, si costruisce un artifizio attraverso il quale si può governare senza il consenso. Questo artifizio può essere fatto con una mossa del principe come nel 2011, con un sistema elettorale o con un combinato disposto, come lo chiamano adesso, fra riforma costituzionale e legge elettorale. Ma sono tutte varianti di tecnicalità politiche per realizzare sempre lo stesso obiettivo. Quello che va detto, da allora ad oggi, è che questo obiettivo non riesce. Lo vediamo, siamo in una condizione di perenne instabilità. I partiti si scompongono. E persino un astro nascente come Renzi, che doveva in qualche modo essere l'inizio della nuova era, quanto dura? Poco, pochisismo.
D. Presidente Bertinotti, insomma, come se ne esce secondo lei?
D. Presidente Bertinotti, insomma, come se ne esce secondo lei?
R. Con la rivolta.
D. Cioè i forconi?
R. Non intendo necessariamente con i forconi. La rivolta è anche la nascita in Grecia di Syriza. Si dice che Syriza non è riuscita? Va bene, ma lasciamo che si moltiplichino queste esperienze e vediamo. La rivolta è anche Podemos, la rivolta è anche Il Movimento 5 Stelle. La rivolta è tutto ciò che sta fuori dal recinto dell'ordinamento costituito ed è in formazione. Penso che questo sistema dall'interno sia irriformabile: come vede, cambiano i protagonisti ma la situazione è sempre uguale. Se uno non si fa abbagliare dall'apparenza, Monti e Renzi stanno in una linea di continuità, non di discontinuità. In apparenza Renzi è la rivincita della politica, in realtà la stessa riforma costituzionale dice invece che Renzi è interno alla costruzione di un sistema oligarchico. E' questo che Monti e Renzi hanno in comune. Poi, certo, è importante riconoscere che le forme con cui i due ci arrivano sono diverse.
D. Quindi come se ne esce?
D. Cioè i forconi?
R. Non intendo necessariamente con i forconi. La rivolta è anche la nascita in Grecia di Syriza. Si dice che Syriza non è riuscita? Va bene, ma lasciamo che si moltiplichino queste esperienze e vediamo. La rivolta è anche Podemos, la rivolta è anche Il Movimento 5 Stelle. La rivolta è tutto ciò che sta fuori dal recinto dell'ordinamento costituito ed è in formazione. Penso che questo sistema dall'interno sia irriformabile: come vede, cambiano i protagonisti ma la situazione è sempre uguale. Se uno non si fa abbagliare dall'apparenza, Monti e Renzi stanno in una linea di continuità, non di discontinuità. In apparenza Renzi è la rivincita della politica, in realtà la stessa riforma costituzionale dice invece che Renzi è interno alla costruzione di un sistema oligarchico. E' questo che Monti e Renzi hanno in comune. Poi, certo, è importante riconoscere che le forme con cui i due ci arrivano sono diverse.
D. Quindi come se ne esce?
R. Se ne esce puntando sui barbari, puntando cioè su coloro che sono fuori da questo sistema. La forma può essere solo quella della rivolta, non quella dell'alternativa politica, perché non ci sono più le alternative politiche. Basti vedere la fine dei partiti socialdemocratici. In genere si usciva da situazioni come quella attuale con l'alternanza: in Francia se ne va Sarkozy e arriva Hollande. Soltanto che quando è arrivato Hollande è stato come Sarkozy.
D.Accettando questa logica si accetta anche il rischio di partiti populisti al governo.
R. Ma certo che sì.
R. Ma certo che sì.
* Fonte: LINKIESTA
23 commenti:
cITIO:
"e ne esce puntando sui barbari"
Finalmente!
E' solo la prima fase ma senza questo scossone iniziale si resta così come siamo.
Votiamo per "chiunque" sia anche in parte contro il sistema fosse M5S, Salvini ma va benissimo anche Trump o la Le Pen o anche peggio se necessario.
Questo blog avrà il coraggio di dire che va bene votare per la Le Pen se non ci sono alternative?
Perché in questo articolo li vedo ancora lì a fare distinguo oziosi che mi pare Bertinotti si sia deciso a superare
http://sollevazione.blogspot.it/2015/12/che-cose-il-front-national-di-marine-le.html
E' una domanda che rivolgo direttamente al blog, se mi vogliono cortesemente rispondere.
Tutto vero, tutto giusto, tutto condivisibile. Ma non dimentichiano che Fausto Bertinotti è stato per anni classe dirigente della sinistra, sindacale e politica. Belle analisi, come sempre, ma pessima pratica ed anche il sospetto di opportunismo personale.
La morale è: "Non ci dovete più dare retta, votate a destra".
Giusto.
Il presidente delle Filippine si separa dagli USA e si riallinea con Cina e Russia.
"L'America ha perso" ha detto alla conferenza stampa
http://www.reuters.com/article/us-china-philippines-idUSKCN12K0AS
Domanda: La vittoria dell'Ulivo del 1996 è stata raccontata anche nel suo film Aprile, cosa resta di quella breve stagione politica?
Risposta di Nanni Moretti: "A me resta soprattutto una sensazione di rabbia per un governo che era popolare nel Paese e che invece fu costretto a dimettersi perché da sinistra gli tolsero i voti. Bertinotti in nome dei lavoratori che diceva di rappresentare tolse la fiducia a Prodi e, secondo me, di fatto fece perdere 10 anni a questo Paese. Sono convinto che se Prodi avesse resistito poi Berlusconi non avrebbe avuto vita così facile nel riprendersi la maggioranza e il destino politico dell'Italia sarebbe stato diverso".
Quando un blog come Sollevazione propone ai suoi lettori un'intervista a Bertinotti allora uno comprende che siamo giunti alla soluzione finale, in cui è tutto possibile e uno vale l'altro, che la storia di questo personaggio riverente, per decenni, presso il salotto bianco di Vespa non ha importanza , che i suoi errori politici non contano, che orami conta il presente , anzi quello che pensa oggi e non ciò che era ieri; francamente,... francamente,... al concetto di sinistra di Bertinotti preferisco la destra becera di Berlusconi, volgare ma vera; i compagni al Caviale come: Bertinotti , Lucio Magri e la Marzotto, La Castellina e la figlia Lucrezia del più Europa, che hanno distrutto il potenziale italiano della sinistra non li sopporto più. Continuerò a leggervi comunque , turandomi il naso come in questo caso penoso, anche se l'istunto e quello di volgere lo sguardo da un'altra parte.
...ancora con i Bertinotti....ma come è possibile "resuscitarlo"??!!
Tiberio
Ma la cosa incredibile è che per anni MpL ha sempre detto che non avrebbe votato per la Le Pen, ha sempre criticato Bertinotti e adesso che Bertinotti stesso dice che "bisogna votare per i barbari", cioè a destra (sic), scrivono che fa bene a dirlo.
1) Con questa affermazione dichiarano che è inutile seguire la sinistra (cioè MpL ossia P101) e l'unica cosa seria da fare è votare per altri che sono l'opposto della sinistra
2) Dichiarano anche che hanno fallito senza riuscire a creare uno straccio di movimento di sinistra in questi 8 (otto) anni di crisi
Un minimo di autocritica ci vorrebbe ma se glielo dici si incazzano.
Come mai?
Yanez
Guarda che Prodi non è meglio di Berlusconi come dice Moretti e come dici tu.
Sarebbe ora di rendersene conto, che dici?
Bertinotti è sempre stato un rivoluzionario. Ora vede concretizzarsi una possibilità.
Ha frequentato i salotti, almeno quanto hanno fatto i rivoluzionari veri molto prima di lui.
Cio' non toglie che la sua analisi sia corretta.
E' la sintesi che non la è, come non la era quella utopistica comunista. Che, infatti, senza il supporto del grande capitale non avrebbe portato a rivoluzione alcuna.
L'errore di B è il voler salvare una specie di sinistra "vera" e porla come alternativa al sistema oligarchico attuale. Il fatto è che anche la sinistra che ando' al potere in Russia era oligarchica. Oligarchieca e internazionalista, almeno nelle intenzioni.
Quindi: se è vero che chi detiene il vero potere e' l'oligarchia finanziaria, è anche vero che questa oligarchia è internazionale. E una sinistra "vera" vedrà la soluzione sempre in un contesto internazionale, in quanto nasce in questo contesto. Infatti, muore anche in questo contesto. Perchè è l'internazionalismo variamente coniugato al Capitale o ai Diritti umani onusiani che ci ha condotti al punto in cui siamo. Questo lo vedono quasi tutti, anche gli ex militanti comunisti; che infatti cercano di reinventarsi un Comunismo che non sia internazionale.
E' l'internazionalismo il vero problema. Pertanto, se la soluzione dovesse venire da una sinistra che abiura alla sua stessa essenza, tanto varrebbe optare per la destra post-fascista, che di simili abiure non ha avuto bisogno.
Non va dimenticato che la guerra ideologica che abbiamo visto nel Novecento vedeva schierati nazionalisti contro internazionalisti. Se questa consapevolezza ci fosse stata allora, non ci sarebbe nemmeno stata la Resistenza... e siccome questa ha dato corpo all'assetto post-bellico, ne consegue che quello di oggi è il fallimento di più di un secolo di illusioni internazionaliste.
G.Stallman
Più che "il coraggio di dire cose giuste" mi pare che abbia "la sfacciataggine di dire cose giuste" che ha sempre negato. Solo poco tempo fa diceva che dovevamo arrenderci al liberalismo e al prossimo aperitivo cambierà di nuovo idea.
PS. Non capisco perché continuate a rispondere a Peter Yodicez, ignoratelo che è meglio.
I NOSTRI LETTORI (DI DESTRA E DI SINISTRA) E FAUSTO BERTINOTTI
Perché non censurate certi commenti fascistoidi? ci chiedono certi nostri lettori.
Perché amiamo guardare in faccia la realtà ed anche fare i conti con idee reazionarie che magari oggi camminano solo sottotraccia. Se le nostre idee e analisi sono giuste dobbiamo verificarlo nel confronto-scontro, anche con chi è molto distante da noi.
I destrorsi reazionari fanno fuoco su quello che effettivamente è il Tallone d'Achille del sinistrume e di certo marxismo sviluppista, ovvero l'internazionalismo urlato, astratto, trasfigurato, del tutto simile al cosmopolitismo borghese liberale.
Abbiamo avuto modo di spiegare che noi le pensiamo diversamente. Nelle prossime settimane questo blog darà spazio ad approfondimenti sui temi del patriottismo democratico e repubblicano, e perché questo dev'essere opposto contro ogni forma di nazionalismo reazionarie. Quindi un'idea di nazione che nulla ha a che fare con la purezza etnica, razziale, culturale, linguistica ecc.
Per dire che alle frecciate anticomuniste di certi reazionari (ce ne sono di tutti i tipi: demaistreiani, evoliani, hitleriani, cristianisti, dannunziani e chi più me ha più ne metta) risponderemo con argomenti rigorosi, senza sberleffi liquidatori.
Per quanto attiene a Bertinotti noi fummo suoi irriducibili avversari.
Per questo, proprio per non essere mai stati alla sua corte né militanti di Rifonda, non ci sentiamo da lui traditi.
E se le sue riflessioni sono argute, e corrispondono ampiamente con le nostre, non ci facciamo problemi a segnalarlo.
Noi possiamo capire l'idiosincrasia di chi si è sentito tradito. Ma quando noi dicevano a costoro, Bertinotti e Rifonda sono la quinta ruota del carro del regime, voi oggi traditi, ci trattavate a pesci in faccia, con supponenza.
Il problema è che la gran parte di quelli che sputano addosso a Bertinotti non gli giungono, sul piano del pensiero, nemmeno alle caviglie.
A' Redazione, rilassateve...siete sempre lì pomposi che vi date le arie...sempre...non date una buona immagine sapete?
Ve lo dico perché alla gente comune la sinistra comunista sta sulle palle proprio per questo atteggiamento terribilmente impostato.
È una questione di immagine e visto che vi interessa ottenere un seguito certe rigidità tanto piccolo borghesi vi converrebbe evitarle.
È un consiglio affettuoso.
Venendo al punto ci sono alcune questioni che proprio vi sfuggono
1) Bertinotti (e la stessa cosa la fate voi anche se con altri termini) chiama le destre populiste "i barbari".
Ma come si permette? Ma non capite che non solo è offensivo ma è la ridicola prosopopea di un omino che arriccia il naso (seguitemi) verso la "gente di destra" scimmiottando le classi dominanti che lo arricciano verso i lavoratori?
Non capite che sinistra non può voler dire solamente il miserabile tentativo di darsi un tono da "signore" ma che comportandovi in questo modo sarete percepiti proprio così? E lo siete, spero che lo sappiate...
Quindi la PRIMA REGOLA: rivolgetevi a quella gente a cui chiedete il voto con RISPETTO e con sym-pathia. La loro rabbia deve essere la vostra.
Non esistono rabbie popolari di serie A e serie B.
Vi riesce difficile? E allora no party per voi...
2) relativamente alla situazione attuale i barbari, come li chiamate voi a sinistra, hanno molte ma molte meno colpe della sinistra sia ex PCI che RC. La volete fare un minimo di autocritica per le STRONZATE dei vari Natta, Lama, Occhetto, dei tradimenti di Napolitano (e di tanti altri), della vostra (di MpL) assoluta incapacità di ottenere un seguito popolare?
A voi pomposi sinistri di P101 non vi voterebbe nessuno. È tutta colpa dei barbari o forse qualche errore lo avete fatto e lo state facendo?
E quali sono questi errori?
Parlate prima di questo apertamente, con sincerità, senza quelle vostre ridicole tetraggini di chi per primissima cosa pretende riconoscimento dagli altri.
Solo dopo sarete credibili.
3) l'unica arma di lotta concreta per il "popolo" (almeno in questa fase) è nelle urne.
Non c'è altro ed è un'arma potentissima.
Non può e non ndeve essere buttata.
Non si può esprimere con una x una idea compiuta.
Si può solo dire "No" e "Vaffanculo" ma con queste espressioni..."barbariche"...si riesce a mandare a gambe all'aria prima il governo e poi l'Europa.
Oggi un voto a sinistra fa meno del 1% mentre se si potesse coalizzare un fronte (solo sulla protesta, intendo) fatto da destre populiste, lega, M5S, Renzi e la Commissione europea chiudono bottega e da quel momento tutto può succedere.
Allora cambiate atteggiamento e riconoscete la validità della rabbia di chi non ha studiato, di chi vive nelle borgate e non ha letto i libri importanti perché il popolo è quello.
Sentitevi barbari anche voi e se è necessario sostenete la Le Pen, Farage, AdF, Hofer, Orban perché si può e si deve essere alleati.
Il nemico anzi, i barbari veri, quelli realmente cattivi, sono altri.
E' sinistrato anche Azzarà? Qui lui segnala l'articolo con un titolo inequivocabile che io condivido e che riporto:
"Bertinotti non ha ancora scoperto la dignità di tacere e sparire"
e più sotto ad un commentatore risponde sarcastico:
"Impossibile, nulla di ciò che dice Bertinotti è condivisibile, nemmeno quando per puro caso dice cose giuste."
Sì, con questi ragionamenti, Hainoi, Azzarà, precipita nella palude sinistrata.
Peggio, le frasi riportate sono di una tale rozzezza che non fanno premio alla sua intelligenza e cultura.
Per quanto concerne il pistolotto del destrorso più sopra che ci chiede di rilassarci, che ci chiede con spocchia di cambiare stile, atteggiamento e linguaggio, in verità pretenderebbe di farci cambiare i connotati. E per che cosa? Per quale prospettiva? per quale idea di Paese? per quale visione del mondo?
Per lottare uniti contro i "veri barbari"?
suvvia!
Effettivamente siamo più ambiziosi noi, lottiamo per farla finita col capitalismo, profondamente certi che l'alternativa sia il socialismo. In fondo restiamo marxisti.
Lui per che cosa (batracomiomachicamente) si batterebbe?
Per portare anche in Italia "Le Pen, Farage, AdF, Hofer, Orban"...
Il dissenso non potrebbe essere più profondo.
A certi reazionari rispondiamo con Marx che se oggi sono i tempi delle armi della critica, domani verranno quelli della critica delle armi.
Quando la la sbornia neoliberista e mondialista sarà stata derubricata, la fase nuova sarà segnata dalla lotta decisiva tra le forze rivoluzionarie, giacobine e socialiste e tutta la marmaglia reazionaria.
Chi vivrà vedrà...
Bertinotti ha rilasciato questa intervista quando era nella sua casa/tenuta/latifondo di Massa Martana, o mentre era a fare shopping con la consorte (e relativa scorta a spese della collettività) in Via Nazionale? Chissà com'era abbigliato? In tweed o in cashemire, e magari masticava sbuffando un Avana per l'occasione. O, forse, mentre rispondeva sulle rivolte e sui barbari, contava per l'ennesima volta il lascito (500.000 euri) del senatore "diniano" fu Mario D'Urso, principe delle serate mondane romane, banchiere di Lehman Brothers?
Io sono comunista e sono molto vicino a P101, e credo che sia veramente grave dare credito, fosse anche solo alle virgole, di quanto dice questo prestidigitatore neo"Ciellino" della politica. Negli ultimi anni ha detto tutto ed esattamente il contrario di tutto, e se incidentalmente qualcosa, per caso, è sembrato sovrapponibile al programma e all'analisi di P101, andrebbe semplicemente ignorato o addirittura stigmatizzato.
I comportamenti contano molto più delle parole, specie nella coscienza popolare e patriottica/repubblicana.
"Lo stile è l'uomo" amava dire Lenin.
E Bertinotti è un pagliaccio borghese, al servizio del neoliberismo, con compiti di copertura del fianco sinistro e di dissimulazione! Non può più adempiere a questo ruolo in parlamento, ma continua a farlo sotto le mentite spoglie dell'intellettuale "radical-rivoluzionario".
I commenti sotto questo post mi confermano che, nonostante di solito siate svegli, stavolta avete in buona parte abboccato al "a me gli occhi" dell' inFausto!
...più me 'nvecchio e meno ce capisco gnente cor monno.....
@ Anonimo del 21 ottobre 2016 01:43
Che dico? Dico che ti sbagli ...
@Anonimo del 21 ottobre 2016 10:20
Simpatica la tua allusione ma non sono Guido Iodice. Anche se siamo vicini per quel che riguarda la questione dell'€, lui al referendum (purtroppo) voterà No, io no, io voterò Sì.
Molto meno simpatico è il tuo invito a censurarmi, perché? Non lo sai che l'articolo 21 della Costituzione italiana stabilisce che «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.»
Sei per caso uno di quelli che difende la Costituzione a spada tratta senza averla mai letta?
@ Redazione SollevAzione del 21 ottobre 2016 11:10
Nel caso in cui la locuzione "certi commenti fascistoidi" mi riguardasse, non ne capisco il senso: forse volete negare che Bertinotti sia stato l'"utile idiota" che ha sgambettato Prodi e favorito Berlusconi?
Yanez il mio non era un invito a censurarti ma ad ignorarti rivolto agli altri commentatori (invito che io sto eccezionalmente infrangendo in questo momento).
Forse Bertinotti qualche idea buona l'aveva ma quando parlava con quell'accento alla Gianni Agnelli , benché destasse una certa ammirazione, convinceva limitatamente. Adesso che i birilli sono tutti giù cominciamo a capire che tutta la politica italiana di tanti anni ha avuto il risultato (o lo scopo) di buttar giù quanti birilli fosse possibile. Anche per l'esimio prof Prodi ...
Ho letto con interesse (e stupore) l'intervista al Divo Fausto. Devo dire la verità: all'inizio non volevo leggerla, come se un senso di repulsione mi bloccasse il dito sul click del mouse per aprire il link. Ma la curiosità ha preso il sopravvento ed ho iniziato a leggere. Ohhhhh….. Non credo ai miei occhi. Rivolta? Ho letto la parola rivolta? Però che classe. Possiamo dire tutto del Divino, ma la classe, la classe non è acqua. Rivoluzione! Perbacco! Che coraggio! Peccato che la sua analisi arrivi con trent'anni di ritardo. Nel frattempo la sinistra si è fatta ampiamente sorpassare a destra sulle tematiche del lavoro e del conflitto sociale e si è schiantata contro il camion della storia che procede dritto per la sua strada. Se non si capisce, anzi se non si prende atto che a Brussel governa una oligarkia al servizio del capitale finanziario che ormai ha assunto le forme del Sovrano Assoluto e che come tale si comporta, non credo che nulla possa cambiare. Finché non si prende atto che Il vero nemico da abbattere è l'Unione Europea ed il suo simbolo attraverso cui viene garantito il suo potere: l'Euro. In questo momento storico, vista l'assenza della sinistra, le tematiche del lavoro sono state raccolte da destra. E’ un dato di fatto. La nomenclatura della sinistra sà, ha sempre saputo, dove ci avrebbe portato il federalismo spinelliano, per non dire kalergico. Vi (ci) hanno fregati con l’internazionalismo compagni! I Barca sapevano, i Napolitano sapevano, forse anche il Divino sapeva. Le politiche ordoliberiste sono iniziate negli anni ottanta con la Tacher e Reagan con l’applicazione dei dogmi della scuola austriaca. Hanno buttato nel cesso Keynes ed hanno applicato Von Hayek. Sapevano dove ci avrebbe portato l'Euro. Anche I Nostri sapevano dove ci avrebbe portato quella sciagurata politica, lo sapevano, e l’hanno anche scritto. Quindi la domanda è: perché l’avete avallata e sostenuta? Perché avete tradito il Vostro popolo? Perché? Avrei voglia di urlarlo tanta è la rabbia che mi assale. Credo che fino a quando non verrà attuata una seria revisione, si, re-vi-sio-ne, so che questa parola urta le anime belle della sinistra intellettuale e salottiera (o quello che ne rimane), ma senza un lavacro interiore, senza un'analisi cruda e spietata delle cause ed in particolare delle omissioni che ci hanno portato in questo deserto in cui navighiamo, la sinistra non possa avere la speranza di rinascere. Dovete chiedere scusa al vostro popolo per averlo ingannato, per averlo tradito. Non potete ora alzare il ditino contro i vari Salvini, Farage, Le Pen perché sono loro IL POPOLO ora. Ora non avete il diritto, l'avete perso questo diritto. La sinistra tutta e quella Italiana in particolare, deve passare attraverso una sorta di Tribunale della Verità e della Riconciliazione di sudafricana memoria. Adesso è comodo e financo penoso, sentirlo dire da te, caro Fausto, dopo alcune cataste di morti, gridare…. Rivoluzione! Per quanto mi riguarda farei alleanze anche con il diavolo in persona, pur di abbattere il Mostro. Ma lo avete capito o no che SIAMO GIA’ IN GUERRA e che ci stanno massacrando? Siamo su una scialuppa che affonda perché ha un buco enorme ed il nocchiero al posto di preoccuparsi di turare la falla si preoccupa del rematore che puzza? SVEGLIA! O nel breve saremo tutti morti.
Non capisco perché ci si scaldi tanto a proposito di questa intervista. Certo, l'uomo è molto particolare ma non è lui che conta ma quello che scrive. Secondo me ha ragione, in linea teorica; il problema è come tradurre questa analisi in iniziativa e, evidentemente, anche il Divino, come è stato chiamato, non ha le idee molto chiare, ed è comprensibile. Lui ormai può solo parlare, anche dal punto di vista anagrafico. Qualcuno ha scritto dell'importanza delle elezioni; forse ha visto giusto, infatti in Italia non ci fanno votare. Credo che, per ora e poiché non si vedono Lenin in giro, dobbiamo darci da fare con quelle poche occasioni di voto che ci rimangono. Mi sembra scontato che solo M5S, nel bene o nel male, possa rappresentare questa rabbia, nonostante Raggi e la bocconiana Appendino, ma non c'è altro. Poi c'è il 4 dicembre: non sono molto attaccato alla "Costituzione repubblicana" ma sarà chiaro che se il 5 dicembre ha vinto Renzi siamo tutti fregati? Non che il No sia una svolta, ma almeno respiriamo.
anche a me Bertinotti piace poco però non va travisato il suo pensiero: quando dice che bisogna puntare sui barbari non intende la Le Pen, dice solo che è inutile cercare alternative all'interno dei partiti interni al sistema.
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