[ 17 OTTOBRE ]
Riportiamo queste in discrezioni su LA STAMPA di oggi, 17 ottobre. Se sono puttanate dovranno essere smentite. Temiamo proprio di no.
«“Io vorrei sapere - accusa un deputato del nord - una cosa: Luigi ha mai informato qualcuno dei suoi incontri? Li organizza a titolo personale? Chi lo aiuta? Questo non è il Movimento, è diventato un trampolino di lancio personale…”». Un altro parlamentare si sfoga, raccontando che ormai imbarazza anche il gruppo parlamentare il livello di acquiescenza di tanti media verso i cinque stelle: «Ma è possibile che prima avevamo tutti i giornalisti che ci criticavano e adesso nessuno dice niente di fronte certe cose?».
Incredibile: c’è vita su Marte. Nel Movimento cinque stelle è in corso la Rivolta contro Luigi Di Maio; la prima vera rivolta organizzata dentro il gruppo parlamentare, cioè con delle truppe, dei colonnelli, anche se di aree interne differenti, forse un po’ troppo tra loro, e un capo: Roberto Fico. Che tra i due, il napoletano e il giovane di Pomigliano d’Arco, le distanze politiche fossero ormai enormi era chiaro, ma i contenuti, i personaggi, le frasi sprezzanti, e tantissimi dettagli inediti della rivolta in corso sono adesso rivelati nel terzo e ultimo capitolo di lancio di Supernova. Come è stato ucciso il Movimento cinque stelle(il libro di Nicola Biondo e Marco Canestrari, il primo per un anno e mezzo capo della comunicazione M5S alla Camera, e assai stimato da Gianroberto Casaleggio, il secondo web developer che ha lavorato 4 anni in Casaleggio, e era l’uomo che accompagnava fisicamente Grillo nei primi Vday. Il libro uscirà tra due mesi e si finanzia in crowdfunding sul sito www.supernova5stelle.it).
Insomma, per la prima volta è in corso un’operazione politica che vorrebbe riportare il Movimento a qualcosa dei suoi esordi e della sue premesse. L’apparente ritorno in campo di Grillo - dalla kermesse di Palermo in poi - è stato solo una recita, che provava a ricompattare truppe ormai molto divise. Sono tante, le facce della rivolta, anche di aree politiche molto diverse e quasi incompatibili, all’apparenza; da Fico, il leader integro, alle ex talebane Paola Taverna e Roberta Lombardi, messe da parte e accantonate, alla pasionaria Carla Ruocco, di fatto una portavoce informale di Grillo, molto delusa per gli andazzi e i comportamenti del giro Di Maio. Soprattutto, la Rivolta anima tanti parlamentari del nord, alcuni tra i più seri militanti e tra i parlamentari più competenti. Il punto debole è la loro eterogeneità: cosa li tiene insieme? Hanno un disegno?
Processo a Di Maio
Secondo Biondo e Canestrari, Grillo è ormai «solo una statuina di questo presepe, ma la trinità è un’altra». Ossia: Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista (che, nonostante l’apparente differenza caratteriale da Di Maio, opera ormai in simbiosi totale con lui) e Davide Casaleggio, il figlio di Gianroberto che ha ereditato le chiavi dell’azienda e, soprattutto, fonda (a suo nome) e gestisce l’Associazione Rousseau, alla quale è intestato il blogdellestelle (che non è più, neanche terminologicamente, il blog di Beppe Grillo). Di fronte a questa triade e alla sua smania di potere, scrivono i due autori, «per la prima volta succede che nel Movimento vengono a galla malumori. E non sono lamentele solitarie. Molti parlamentari, anche agli antipodi tra loro, cominciano a vedersi e a riunirsi, scoprendo di avere in comune un malessere che non può essere più taciuto».
Il «Gallo Cedrone»
Nell’ex direttorio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia praticamente non si parlano più con Di Maio e Di Battista (che, leggiamo in Supernova, si conquista il soprannome di Gallo Cedrone da parte dei suoi colleghi parlamentari). Nel mirino finiscono gli incontri di Di Maio con ambasciatori, direttori, lobby. «“Io vorrei sapere - accusa un deputato del nord - una cosa: Luigi ha mai informato qualcuno dei suoi incontri? Li organizza a titolo personale? Chi lo aiuta? Questo non è il Movimento, è diventato un trampolino di lancio personale…”». Un altro parlamentare si sfoga, raccontando che ormai imbarazza anche il gruppo parlamentare il livello di acquiescenza di tanti media verso i cinque stelle: «Ma è possibile che prima avevamo tutti i giornalisti che ci criticavano e adesso nessuno dice niente di fronte certe cose?».
Il caso Spadafora
Il riferimento, spiegano gli autori, è al caso clamoroso di Vincenzo Spadafora, uno degli uomini per cui Di Maio è più attaccato: «Ma chi è questo Spadafora, chi lo ha portato qui? L’avete letta l’intercettazione che lo riguarda? In altri tempi Grillo questi personaggi qui li prendeva per il culo sul palco e adesso invece ce li prendiamo noi…», sbottano i rivoltosi. Spadafora era spuntato intercettato, anche se non indagato, anche con Balducci ai tempi delle indagini sulla Cricca. E Di Maio che fa? Lo prende e ne fa uno degli uomini più potenti del suo staff. Nella Rivolta c’è chi critica i soldi usati dal vicepresidente della Camera, apprendiamo dal libro: «E i centomila euro in tre anni rendicontati da Luigi come “eventi sul territorio”? Questa è costruzione di una corrente altro che attività politica, e pure con i soldi pubblici…”».
Cene e riunioni
Cene, riunioni quasi assembleari ma anche al chiuso delle stanze dei rivoltosi. Dentro il gruppo parlamentare M5S Di Maio è in un momento di massima debolezza. Leggiamo nel libro: «Troppe bugie, troppe fughe in avanti per continuare a fare da semplici comparse. Luigi che non condivide nulla dei suoi incontri e delle sue conoscenze. Luigi che non affronta i problemi territoriali, da Quarto a Pizzarotti. Luigi con una struttura di comunicazione parallela e uno staff personale. Ecco perché il Direttorio va in frantumi. Perché quando arrivano le difficoltà, quelle vere, il patto del silenzio viene meno e i nodi vengono al pettine».
Tutti guardano a Roberto Fico, perché lui è il Movimento originario, è uomo disinteressato, un militante vero, antico, e con un rapporto diretto con Grillo. Ma Fico è scorato, perché già si è rivolto a Grillo, ma ottenendo questo magrissimo e elusivo contentino: «Sapete cosa mi ha risposto Beppe? —confessa agli amici più cari— Ci riuniamo in una stanza tu io e Luigi, voi vi dite le cose che vi stanno sullo stomaco e poi riprendiamo a lavorare». Eppure Roberto è deciso ad andare avanti, scrive Supernova. Non vuole vedere il Movimento trasformarsi in quello che diceva di non essere: un partito, e nelle mani di comportamenti arrivisti e gruppi di pressione esterni, e opachi. È così che il presidente della Vigilanza Rai, in una delle riunioni della Rivolta, si spinge a dire: «Comunque vada, non mi ricandido. Non ho fatto l’attivista dal 2005 per vedere il Movimento trasformarsi in questo modo. Devo fare il possibile...», confessa ai suoi. E in ogni caso, chiarisce, «qui dopo due mandati andiamo tutti a casa». Segno che c’è stato eccome —scrivono Biondo e Canestrari— chi ha pensato e tentato di mettere in discussione quella regola, che è il totem del Movimento.
Grillo diventa ago della Bilancia. Certo, le foto in cui si mostra al funerale di Dario Fo accanto solo alla triade Di Maio-Davide Casaleggio-Di Battista non sembrano un viatico incoraggiante per i rivoltosi M5S. Il capitolo si chiude così: «Fino a che prezzo Grillo è disposto a tollerare questa “rivoluzione a metà”, per usare le parole di Fico? Quanto è prigioniero della leadership di Luigi Di Maio? Da quale parte si schiererà?»
Riportiamo queste in discrezioni su LA STAMPA di oggi, 17 ottobre. Se sono puttanate dovranno essere smentite. Temiamo proprio di no.
«“Io vorrei sapere - accusa un deputato del nord - una cosa: Luigi ha mai informato qualcuno dei suoi incontri? Li organizza a titolo personale? Chi lo aiuta? Questo non è il Movimento, è diventato un trampolino di lancio personale…”». Un altro parlamentare si sfoga, raccontando che ormai imbarazza anche il gruppo parlamentare il livello di acquiescenza di tanti media verso i cinque stelle: «Ma è possibile che prima avevamo tutti i giornalisti che ci criticavano e adesso nessuno dice niente di fronte certe cose?».
La rivolta M5S contro Di Maio
Fico guida i 70 parlamentari che stanno processando il vicepresidente della Camera: “Comunque vada, non mi ricandido. Non ho fatto l’attivista dal 2005 per vedere il Movimento trasformarsi in questo modo. Devo fare il possibile”. Le rivelazioni nel nuovo capitolo del libro dei due ex collaboratori di Casaleggio
di JACOPO IACOBONI
Incredibile: c’è vita su Marte. Nel Movimento cinque stelle è in corso la Rivolta contro Luigi Di Maio; la prima vera rivolta organizzata dentro il gruppo parlamentare, cioè con delle truppe, dei colonnelli, anche se di aree interne differenti, forse un po’ troppo tra loro, e un capo: Roberto Fico. Che tra i due, il napoletano e il giovane di Pomigliano d’Arco, le distanze politiche fossero ormai enormi era chiaro, ma i contenuti, i personaggi, le frasi sprezzanti, e tantissimi dettagli inediti della rivolta in corso sono adesso rivelati nel terzo e ultimo capitolo di lancio di Supernova. Come è stato ucciso il Movimento cinque stelle(il libro di Nicola Biondo e Marco Canestrari, il primo per un anno e mezzo capo della comunicazione M5S alla Camera, e assai stimato da Gianroberto Casaleggio, il secondo web developer che ha lavorato 4 anni in Casaleggio, e era l’uomo che accompagnava fisicamente Grillo nei primi Vday. Il libro uscirà tra due mesi e si finanzia in crowdfunding sul sito www.supernova5stelle.it).
Insomma, per la prima volta è in corso un’operazione politica che vorrebbe riportare il Movimento a qualcosa dei suoi esordi e della sue premesse. L’apparente ritorno in campo di Grillo - dalla kermesse di Palermo in poi - è stato solo una recita, che provava a ricompattare truppe ormai molto divise. Sono tante, le facce della rivolta, anche di aree politiche molto diverse e quasi incompatibili, all’apparenza; da Fico, il leader integro, alle ex talebane Paola Taverna e Roberta Lombardi, messe da parte e accantonate, alla pasionaria Carla Ruocco, di fatto una portavoce informale di Grillo, molto delusa per gli andazzi e i comportamenti del giro Di Maio. Soprattutto, la Rivolta anima tanti parlamentari del nord, alcuni tra i più seri militanti e tra i parlamentari più competenti. Il punto debole è la loro eterogeneità: cosa li tiene insieme? Hanno un disegno?
Processo a Di Maio
Secondo Biondo e Canestrari, Grillo è ormai «solo una statuina di questo presepe, ma la trinità è un’altra». Ossia: Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista (che, nonostante l’apparente differenza caratteriale da Di Maio, opera ormai in simbiosi totale con lui) e Davide Casaleggio, il figlio di Gianroberto che ha ereditato le chiavi dell’azienda e, soprattutto, fonda (a suo nome) e gestisce l’Associazione Rousseau, alla quale è intestato il blogdellestelle (che non è più, neanche terminologicamente, il blog di Beppe Grillo). Di fronte a questa triade e alla sua smania di potere, scrivono i due autori, «per la prima volta succede che nel Movimento vengono a galla malumori. E non sono lamentele solitarie. Molti parlamentari, anche agli antipodi tra loro, cominciano a vedersi e a riunirsi, scoprendo di avere in comune un malessere che non può essere più taciuto».
Il «Gallo Cedrone»
Nell’ex direttorio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia praticamente non si parlano più con Di Maio e Di Battista (che, leggiamo in Supernova, si conquista il soprannome di Gallo Cedrone da parte dei suoi colleghi parlamentari). Nel mirino finiscono gli incontri di Di Maio con ambasciatori, direttori, lobby. «“Io vorrei sapere - accusa un deputato del nord - una cosa: Luigi ha mai informato qualcuno dei suoi incontri? Li organizza a titolo personale? Chi lo aiuta? Questo non è il Movimento, è diventato un trampolino di lancio personale…”». Un altro parlamentare si sfoga, raccontando che ormai imbarazza anche il gruppo parlamentare il livello di acquiescenza di tanti media verso i cinque stelle: «Ma è possibile che prima avevamo tutti i giornalisti che ci criticavano e adesso nessuno dice niente di fronte certe cose?».
Il caso Spadafora
Il riferimento, spiegano gli autori, è al caso clamoroso di Vincenzo Spadafora, uno degli uomini per cui Di Maio è più attaccato: «Ma chi è questo Spadafora, chi lo ha portato qui? L’avete letta l’intercettazione che lo riguarda? In altri tempi Grillo questi personaggi qui li prendeva per il culo sul palco e adesso invece ce li prendiamo noi…», sbottano i rivoltosi. Spadafora era spuntato intercettato, anche se non indagato, anche con Balducci ai tempi delle indagini sulla Cricca. E Di Maio che fa? Lo prende e ne fa uno degli uomini più potenti del suo staff. Nella Rivolta c’è chi critica i soldi usati dal vicepresidente della Camera, apprendiamo dal libro: «E i centomila euro in tre anni rendicontati da Luigi come “eventi sul territorio”? Questa è costruzione di una corrente altro che attività politica, e pure con i soldi pubblici…”».
Cene e riunioni
Cene, riunioni quasi assembleari ma anche al chiuso delle stanze dei rivoltosi. Dentro il gruppo parlamentare M5S Di Maio è in un momento di massima debolezza. Leggiamo nel libro: «Troppe bugie, troppe fughe in avanti per continuare a fare da semplici comparse. Luigi che non condivide nulla dei suoi incontri e delle sue conoscenze. Luigi che non affronta i problemi territoriali, da Quarto a Pizzarotti. Luigi con una struttura di comunicazione parallela e uno staff personale. Ecco perché il Direttorio va in frantumi. Perché quando arrivano le difficoltà, quelle vere, il patto del silenzio viene meno e i nodi vengono al pettine».
Tutti guardano a Roberto Fico, perché lui è il Movimento originario, è uomo disinteressato, un militante vero, antico, e con un rapporto diretto con Grillo. Ma Fico è scorato, perché già si è rivolto a Grillo, ma ottenendo questo magrissimo e elusivo contentino: «Sapete cosa mi ha risposto Beppe? —confessa agli amici più cari— Ci riuniamo in una stanza tu io e Luigi, voi vi dite le cose che vi stanno sullo stomaco e poi riprendiamo a lavorare». Eppure Roberto è deciso ad andare avanti, scrive Supernova. Non vuole vedere il Movimento trasformarsi in quello che diceva di non essere: un partito, e nelle mani di comportamenti arrivisti e gruppi di pressione esterni, e opachi. È così che il presidente della Vigilanza Rai, in una delle riunioni della Rivolta, si spinge a dire: «Comunque vada, non mi ricandido. Non ho fatto l’attivista dal 2005 per vedere il Movimento trasformarsi in questo modo. Devo fare il possibile...», confessa ai suoi. E in ogni caso, chiarisce, «qui dopo due mandati andiamo tutti a casa». Segno che c’è stato eccome —scrivono Biondo e Canestrari— chi ha pensato e tentato di mettere in discussione quella regola, che è il totem del Movimento.
Grillo diventa ago della Bilancia. Certo, le foto in cui si mostra al funerale di Dario Fo accanto solo alla triade Di Maio-Davide Casaleggio-Di Battista non sembrano un viatico incoraggiante per i rivoltosi M5S. Il capitolo si chiude così: «Fino a che prezzo Grillo è disposto a tollerare questa “rivoluzione a metà”, per usare le parole di Fico? Quanto è prigioniero della leadership di Luigi Di Maio? Da quale parte si schiererà?»
7 commenti:
Che questi momenti sarebbero arrivati era scontato, voi lo avevate previsto che il movimento non avrebbe attraversato indenne questo periodo. il busillis è concentrato nella frase: "Il punto debole è la loro eterogeneità: cosa li tiene insieme? Hanno un disegno?"
Quali speranze ha l'eventuale rivolta? Se guardiamo ai fatti greci non si può certo stare allegri, un articolo di contropiano di oggi riporta che: "La sfiducia sociale nei confronti del governo aumenta, ma non sembrano beneficiarne né Unità Popolare – nata da una scissione di sinistra di Syriza – né il Partito Comunista.
Certo il finale non è mai scontato ma i dominanti puntano proprio su questo, che della sfiducia non ne benefici chi si ribella. E' questo scenario che si deve mandare all'aria.
Non credo tanto che Grillo sia prigioniero, ma che si renda conto che pretendere purezza e chiarezza da un movimento che sta cominciando a gustare il potere e intramarsi vorrebbe dire mandarlo in frantumi il giorno stesso. E non vuole fare questo favore al regime (almeno non fino al referendum), nella convinzione che qualche sgambetto al PD il M5S possa ancora farlo.
Il problema dell'ambiguità 5S non è nemmen tanto la dicotomia destra-sinistra che vi preme tanto, sempre più desueta e sia pure con sforzo superabile. Il problema è che per superarla, e più in generale per tenere assieme un movimento così ampio, bisogna avere un tema di lotta centrale attorno a cui catalizzare gli animi, con un nemico chiaramente riconoscibile. E invece il M5S ha tanti temi e quindi tanti amici/nemici quante sono le anime possibili. E' questo il motivo tanto della sua crescita tumultuosa quanto della sua estrema fragilità, anche di fronte agli arrivismi interni.
Anonimo delle 17:32
Giustamente scrivi
"voi lo avevate previsto che il movimento non avrebbe attraversato indenne questo periodo"
Il movimento P101 e il nuovo CLN certamente non avranno i problemi del M5S visto che sono guidati da persone in gamba che sanno il fatto loro.
Mica da un comico.
Sì, i grillini hanno il 29%, il sindaco di Roma, quello di Torino...ma vuoi mettere con il Movimento P101 e il CLN... :D
Mi raccomando continuate a scrivere che siete sempre più forti...
Il sindaco di Torino ha assunto posizioni ambigue sulla gestione dell'acqua, quello di Roma non lo seguo neppure. Quello liberista di Parma (adesso fuoriuscito) si commenta da sé.
Le percentuali? Certo, anche Syriza in Grecia ha avuto ottime percentuali mentre UP è rimasta fuori dal parlamento, ed i risultati si vedono tutti. Mi pare ci sia poco di cui vantarsi.
Sui presunti nuovi ribelli bisogna vedere cosa vogliano davvero. Se non sono solo un aggregato informe a caccia di visibilità approfittando strumentalmente di argomentazioni anche valide e del momento referendario.
di doman non v'è certezza ... e di oggi neppure.
diciassette:trentadue
Io invece trovo inopportuna la pubblicazione di quest'articolo. I problemi del M5S si conoscono, ma ricordo che l'autore del pezzo è colui che in passato ha collezionato più di un articolo gossipparo-scandalistico (nonché completamente falso) sul campo antimperialista e sui comitati Iraq Libero, andando spesso a braccetto con Magdi Allam. Da un po' di tempo si occupa esclusivamente del movimento cinque stelle con lo stesso stile e con l'evidente scopo di gettare discredito. Sacrosanto criticare il M5S ma certe fonti le eviterei come la peste.
Ottimo il commento qui sopra di Vittorio. La redazione però sembra essere di parere opposto infatti scrive (grassetto mio): "Se sono puttanate dovranno essere smentite. Temiamo proprio di no."
Osservo che questo sito supernova5stelle usa (mi pare) le stesse argomentazioni di un Favia o di un Pizzarotti qualsiasi, le cui motivazioni già conosciamo bene.
Il punto è capire cosa accade senza appiattirsi tifosescamente sull'una o sull'altra posizione. Ricordando pure che le contraddizione dentro l'eterogeneo M5S, che pure esistono e che non gli faranno attraversare indenne questo periodo, vengono pungolate strumentalmente adesso per fare scompiglio durante la campagna referendaria.
diciassette:trentadue
Il vero problema su cui ci dobbiamo focalizzare è " prepariamoci agli sconvolgimenti dei prossimi mesi, se il M5S scoppia noi siamo pronti ? "
Concentriamoci , raccogliamo le forze , costruiamo la testa per la prossima fase, stando vicino al popolo che vota e sostiene il M5S che vuole cambiare l'Italia e mandare gli oligarchi , tutti a casa !
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