[ 19 luglio ]
So di trovarmi in una posizione scomoda. Lo confesso: nella sostanza mi trovo d'accordo con quanto scrive oggi Paolo Mieli nel suo editoriale sul Corrierone.
Che dice Mieli? Dice che è scandaloso che tutte le diplomazie occidentali —nel mio lessico desueto: imperialiste— hanno tifato per il colpo di Stato che voleva rovesciare Erdogan. Quelle europee e yankee anzitutto.
Stabilisce quindi, argutamente, un parallelo con la reazione delle élite dominanti alla Brexit. Più che élite illuminate, Mieli allude ad un vera e propria setta di "illuminati" per i quali le elezioni sarebbero un'optional, per i quali, se il popolo disobbedisce alle direttive degli "illuminati", ben vengano i colpi di stato per ristabilire l'ordine (gerarchicamente élitario) delle cose.
Erdogan è incazzato nero con gli americani. E lo credo bene, visto che può provare che la triade (Casa Bianca, Pentagono e NATO) hanno non solo dato il semaforo verde al golpe, ma hanno materialmente assistito i militari golpisti.
Lo ammetto, non sono, con Paolo Mieli, in buona compagnia.
Ma men che meno lo sono i democratici per i quali la democrazia è "sacra" ma... dipende; quelli per cui, se i turchi votano per il musulmano Erdogan, legittimo sarebbe sottoporli ad una dittatura militare in nome... dei diritti civili (sic!).
Il Macchiavelli, a questi sicofanti, gli fa un baffo.
Per dovere di cronaca occorre segnalare gli specialisti delle False flag, i geni del complottismo che senza mai capirci un cazzo, pretendono tuttavia di sapere sempre e di spiegarti come sono andate davvero le cose. "Ma quale colpo di stato? Non c'è stato nessuno tentativo di colpo di stato in Turchia. C'è stato un auto-golpe". Un'altra sotto-setta di "illuminati".
Registro che questi cretini patentati si trovano, assieme ai democratici a corrente alternata, nella più scabrosa delle compagnie, con la triade ed i poteri imperialisti che hanno tentato di defenestrare Erdogan. Due sono le cose che tra le altre spiegano questo connubio: il razzismo islamofobo da una parte e, dall'altra, una concezione "illuminata" della democrazia...
So di trovarmi in una posizione scomoda. Lo confesso: nella sostanza mi trovo d'accordo con quanto scrive oggi Paolo Mieli nel suo editoriale sul Corrierone.
Che dice Mieli? Dice che è scandaloso che tutte le diplomazie occidentali —nel mio lessico desueto: imperialiste— hanno tifato per il colpo di Stato che voleva rovesciare Erdogan. Quelle europee e yankee anzitutto.
Stabilisce quindi, argutamente, un parallelo con la reazione delle élite dominanti alla Brexit. Più che élite illuminate, Mieli allude ad un vera e propria setta di "illuminati" per i quali le elezioni sarebbero un'optional, per i quali, se il popolo disobbedisce alle direttive degli "illuminati", ben vengano i colpi di stato per ristabilire l'ordine (gerarchicamente élitario) delle cose.
«Gli eletti da un popolo che, secondo i «governanti illuminati» dell’Occidente, ha fatto la «scelta sbagliata» sono considerati dal consesso internazionale rimuovibili per via putschista».
Erdogan è incazzato nero con gli americani. E lo credo bene, visto che può provare che la triade (Casa Bianca, Pentagono e NATO) hanno non solo dato il semaforo verde al golpe, ma hanno materialmente assistito i militari golpisti.
Lo ammetto, non sono, con Paolo Mieli, in buona compagnia.
Ma men che meno lo sono i democratici per i quali la democrazia è "sacra" ma... dipende; quelli per cui, se i turchi votano per il musulmano Erdogan, legittimo sarebbe sottoporli ad una dittatura militare in nome... dei diritti civili (sic!).
Il Macchiavelli, a questi sicofanti, gli fa un baffo.
Per dovere di cronaca occorre segnalare gli specialisti delle False flag, i geni del complottismo che senza mai capirci un cazzo, pretendono tuttavia di sapere sempre e di spiegarti come sono andate davvero le cose. "Ma quale colpo di stato? Non c'è stato nessuno tentativo di colpo di stato in Turchia. C'è stato un auto-golpe". Un'altra sotto-setta di "illuminati".
Registro che questi cretini patentati si trovano, assieme ai democratici a corrente alternata, nella più scabrosa delle compagnie, con la triade ed i poteri imperialisti che hanno tentato di defenestrare Erdogan. Due sono le cose che tra le altre spiegano questo connubio: il razzismo islamofobo da una parte e, dall'altra, una concezione "illuminata" della democrazia...
3 commenti:
https://aurorasito.wordpress.com/2016/07/19/il-fallito-golpe-in-turchia-un-dono-di-dio-o-di-washington/
Salvo
L'articolo di Mieli fa sorridere. E' dai tempi della guerra contro la Spagna per il possesso di Cuba che la demoplutocrazia statunitense fa un uso strumentale dell'informazione di massa e realizza invasioni e regime changes contro chiunque non sia disposto ad asservirsi ai suoi interessi. Questi servi del regime ogni tanto hanno un soprassalto di onestà intellettuale e riscoprono una goccia di acqua calda.
L'animosità dei benestanti verso i soprassalti democratici ha la sua origine nel fatto che per 25 anni avevano neutralizzato completamente la democrazia in post-democrazia, per cui in campagna elettorale si discute della calvizie di Berlusconi, di pedofilia, violenza negli stadi e incidenti del sabato sera. Gli elettori votano uno fra due faccioni ugualmente asserviti alla plutocrazia finanziaria e poi ci si ripensa fra 4 anni.
Ora d'un colpo il gregge si permette di belare contro la loro governance neoliberista, e loro sono impauriti e scandalizzati.
Se volete sapere cosa è successo in Turchia leggete qui a proposito del tentato golpe dei Giannizzeri che terminó con la loro sconfitta definitiva seguita dalla terribile "purga" del Sultano
https://en.wikipedia.org/wiki/Auspicious_Incident
La Storia lascia una memoria nei popoli che ne orienta le azioni a secoli di distanza
Cito un passo dal link che cambiando i termini sembra illustrare con impressionante precisione gli eventi attuali e non quelli di 190 anni fa
"Historians suggest that Mahmud II purposely incited the revolt and have described it as the sultan's "coup against the Janissaries". The sultan informed them that he was forming a new army, the Sekban-ı Cedit, organized and trained along modern European lines (and that the new army would be Turkish–dominated). The Janissaries saw their institution as crucial to the well-being of the Ottoman Empire, especially to Rumelia, and had previously decided they would never allow its dissolution. Thus, as predicted, they mutinied, advancing on the sultan's palace. Mahmud II then brought out the sacred standard of the Prophet from inside the treasury, intending all true believers to gather beneath it and thus bolster opposition to the Janissaries.[6] In the ensuing fight the Janissary barracks were set ablaze by artillery fire, resulting in 4,000 Janissary deaths; more were killed in the heavy fighting on the streets of Constantinople (the capital of the Ottoman Empire and the center of the Janissary order)."
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