1 aprile. QUANDO DI NOTTE TUTTE LE VACCHE SEMBRANO NERE.
Si svolgerà a Roma il 12 aprile una manifestazione, forse nazionale, forse no.
Doveva essere, nelle intenzioni di chi l’aveva per primo ideata, ci riferiamo a ROSS@, una manifestazione “per rompere l’Unione europea”. Non contro la moneta unica, per carità! che questo resta ancora un tabù da quelle parti, ma almeno chiaramente contro il regime eurocratico.
ROSS@ ha quindi proposto ai gruppi dell’estrema sinistra di promuovere congiuntamente tale manifestazione. Già nei primi conciliaboli romani era chiaro che la grande maggioranza dei gruppi d’estrema sinistra respingeva ogni esplicito riferimento alla battaglia contro la gabbia dell’Unione europea (sic!).
Alla fine ne è venuta fuori la solita solfa, un consunto e minimalista sindacalismo sociale buono per tutte le stagioni: “contro precarietà e austerity, contro il jobs act, una sola grande opera: casa e reddito per tutti”. Infine, come contentino a ROSS@, è stato appiccicato un: “No troika”. [Vedi il manifesto qui sotto]
Che sopraggiunga in futuro un regime d’emergenza, ovvero un governo della troika, è
molto probabile. Ma l’Italia non è (ancora) la Grecia, è il Pd di Renzi che sta al governo. Tirare in ballo i fantasmi pur di non mettere sotto accusa l’euro e l’Unione europea, ci sembra un escamotage davvero patetico.
Si svolgerà a Roma il 12 aprile una manifestazione, forse nazionale, forse no.
Doveva essere, nelle intenzioni di chi l’aveva per primo ideata, ci riferiamo a ROSS@, una manifestazione “per rompere l’Unione europea”. Non contro la moneta unica, per carità! che questo resta ancora un tabù da quelle parti, ma almeno chiaramente contro il regime eurocratico.
ROSS@ ha quindi proposto ai gruppi dell’estrema sinistra di promuovere congiuntamente tale manifestazione. Già nei primi conciliaboli romani era chiaro che la grande maggioranza dei gruppi d’estrema sinistra respingeva ogni esplicito riferimento alla battaglia contro la gabbia dell’Unione europea (sic!).
Alla fine ne è venuta fuori la solita solfa, un consunto e minimalista sindacalismo sociale buono per tutte le stagioni: “contro precarietà e austerity, contro il jobs act, una sola grande opera: casa e reddito per tutti”. Infine, come contentino a ROSS@, è stato appiccicato un: “No troika”. [Vedi il manifesto qui sotto]
Che sopraggiunga in futuro un regime d’emergenza, ovvero un governo della troika, è
molto probabile. Ma l’Italia non è (ancora) la Grecia, è il Pd di Renzi che sta al governo. Tirare in ballo i fantasmi pur di non mettere sotto accusa l’euro e l’Unione europea, ci sembra un escamotage davvero patetico.
La dice lunga sulla confusione che regna nell’estrema sinistra, di come quest’ultima, al netto del radicalismo sociale, sia a rimorchio di quella sistemica. Estrema sinistra e sinistra sistemica borghese ubbidiscono ad un impulso comune: il disprezzo per tutto quanto abbia a che fare con il concetto di Sovranità e di Nazione. La prima in nome di un immaginario “internazionalismo proletario”, la seconda in nome del ben più reale e massiccio globalismo imperialista in salsa europea.
Ma non è di questo che vogliamo parlare, quanto di una cosa buffa e inquietante.
L’isteria antifascista gioca davvero brutti scherzi, annebbia la vista, droga la coscienza. Contropiano titola il suo pezzo “Allarme rosso: ombre nere sul 12 dicembre”. E qui siamo all’errore molto grave.
Altro che “Ombre nere”! Qui siamo alle prese con “Ombre bianche”, con un’operazione torbida di apparati dello Stato. Calvani è solo un pupazzo.
L'obiettivo recondito di chi manovra Calvani, di chi lo ha spinto a compiere quest’operazione ridicola di aderire alla manifestazione del 12 aprile, è intorbidire la acque, screditare la manifestazione, gettare discredito su chiunque si opponga alle politiche antipopolari, seminare zizzania, provocare scandalo. Il tutto, è ovvio, a favore del regime e in particolare dell’attuale governo.
A maggio le elezioni ci consegneranno quasi di sicuro un governo di minoranza. Renzi lo sa, ed ha bisogno almeno di un buon risultato del Pd. Meglio allora denigrare con ogni mezzo le opposizioni e le posizioni anti-UE. E la cosa migliore di tutte è quella di far credere che esse siano rappresentate da pittoreschi gruppazzi dell'estrema destra.
Che in questa operazione di screditamento si sia deciso di usare una sigla che vorrebbe rimandare al movimento del 9 dicembre, anche questo non è casuale. In questo modo si vorrebbe screditare ciò che quel movimento - al di là del suo successivo disfacimento - ha oggettivamente rappresentato in termini di volontà di rivolta di ampi strati popolari.
In ogni caso, lanciare “l'allarme rosso”, perché "arrivano i neri", è un modo fuorviante di porre il problema. Lo spauracchio dei «neri», o magari dei «rossobruni», in cui cadono assai spesso i manifestanti con la bandiera rossa, è un modo per non vedere il pericolo principale, ovvero i «bianchi» che stanno al governo, che usano spregiudicatamente i loro apparati statali e che i «neri» li utilizzano al più come utili idioti.
Ma non è di questo che vogliamo parlare, quanto di una cosa buffa e inquietante.
Sentiamo:
Ora, che bisogna stare in guardia da loschi ceffi come Danilo Calvani , noi lo dicemmo già durante le proteste di dicembre. Ma c’è un problema, ed è che il comunicato di Contropiano (Rete dei Comunisti), contiene un giudizio sballato e un errore molto grave.
Il giudizio sballato è quello che chiamammo dei “babbei”, di quelli che a dicembre non solo si rifiutarono di partecipare alle sacrosante proteste spontanee, ma le bollarono come “fasciste”. L’isteria antifascista spinse i babbei, invece di prendere parte alla protesta, magari anche per evitare di lasciarla in mano ai demagoghi, a qualificare tutto quel movimento, variopinto e composito, come “fascista”. Ed era per i babbei “fascista” per due ragioni: perché la sua base sociale era in buona parte piccola borghesia gettata sul lastrico e poiché quel movimento, seppur confusamente, prendendo a bersaglio la gabbia europea, rivendicava la sovranità popolare e nazionale.
Il manifesto con cui il gruppetto di Calvani aderisce alla manifestazione è come si può vedere un fax-simile di quello ufficiale che indice la manifestazione del 12 aprile, con l'aggiunta di altre parole d'ordine tipicamente calvaniane.
Contropiano segnala come “paradossale”
«In queste ore stanno circolando online diversi "manifesti" neofascisti che invitano a scendere in piazza il 12 aprile, a Roma, come se movimenti di sinistra e "neri" potessero aver mai ipotizzato di scendere in piazza "insieme". Per loro ci saranno sempre e solo calci in culo.Più sotto il manifesto in questione, a firma “Coordinamento 9 dicembre”. Di che si tratta dato che il Movimento 9 dicembre, dopo essersi diviso in vari pezzi, è scomparso? Si tratta di quel mitomane eterodiretto di Danilo Calvani il quale, con la pagliacciata del 18 dicembre a Piazza del Popolo (assieme ai fascisti di Casa Pound), diede un colpo fatale alla rivolta iniziata il 9 dicembre.
Ma lo scopo sembra evidente: annullare (a beneficio dei media padronali) il senso politico di una mobilitazione nazionale contro l'austerità, la Troika, l'Unione Europea. Una mobilitazione che è anche esplicitamente antifascista, antirazzista, anti-nazionalista, in sintonia con analoghe mobilitazioni che si sono svolte per esempio in Spagna la scorsa settimana».
Contropiano, 28 marzo 2014
Ora, che bisogna stare in guardia da loschi ceffi come Danilo Calvani , noi lo dicemmo già durante le proteste di dicembre. Ma c’è un problema, ed è che il comunicato di Contropiano (Rete dei Comunisti), contiene un giudizio sballato e un errore molto grave.
Il giudizio sballato è quello che chiamammo dei “babbei”, di quelli che a dicembre non solo si rifiutarono di partecipare alle sacrosante proteste spontanee, ma le bollarono come “fasciste”. L’isteria antifascista spinse i babbei, invece di prendere parte alla protesta, magari anche per evitare di lasciarla in mano ai demagoghi, a qualificare tutto quel movimento, variopinto e composito, come “fascista”. Ed era per i babbei “fascista” per due ragioni: perché la sua base sociale era in buona parte piccola borghesia gettata sul lastrico e poiché quel movimento, seppur confusamente, prendendo a bersaglio la gabbia europea, rivendicava la sovranità popolare e nazionale.
Il manifesto con cui il gruppetto di Calvani aderisce alla manifestazione è come si può vedere un fax-simile di quello ufficiale che indice la manifestazione del 12 aprile, con l'aggiunta di altre parole d'ordine tipicamente calvaniane.
Contropiano segnala come “paradossale”
«…che mentre nel movimento si sono attenuati ingenuamente la dimensione politica della manifestazione e la critica frontale all'apparato dell'Unione Europea, scivolando verso una piattaforma "sociale" più generica, i fascisti colgono proprio questa debolezza politica aumentando "la lista" delle parole d'ordine. Una conferma in più che lasciare vuoto lo spazio politico - quello di un'opposizione sociale e politica chiaramente centrata sull'avversario principale, ovvero sul "cervello pensante" delle politiche di austerità: l'Unione Europea - significa lasciare campo libero alle opzioni più sgradite e strumentali».Paradossale? A noi non pare affatto “paradossale” che certa fascisteria faccia proprio certo sindacalismo sociale movimentista d’estrema sinistra con poco costrutto. Ricorrere all’aggettivo “Paradossale” è una foglia di fico per non dirla tutta sull’andazzo in voga dalle parti dell’estrema sinistra, ovvero che si combattono gli effetti (austerità ecc.) ma non si mettono in discussione le cause del marasma: il sistema capitalistico e in particolare l’Unione europea e il regime della moneta unica. Vorremmo rammentare ai vari babbei che il fascismo nacque da una costola del sindacalismo rivoluzionario italiano e da un certo sovversivismo soreliano. Altro che fregnacce sul “rossobrunismo”! Se ci sono due cose che si somigliano come gocce d’acqua sono proprio certo movimentismo latino ribellistico e certo sovversivismo fascista “anticapitalista”.
L’isteria antifascista gioca davvero brutti scherzi, annebbia la vista, droga la coscienza. Contropiano titola il suo pezzo “Allarme rosso: ombre nere sul 12 dicembre”. E qui siamo all’errore molto grave.
Altro che “Ombre nere”! Qui siamo alle prese con “Ombre bianche”, con un’operazione torbida di apparati dello Stato. Calvani è solo un pupazzo.
L'obiettivo recondito di chi manovra Calvani, di chi lo ha spinto a compiere quest’operazione ridicola di aderire alla manifestazione del 12 aprile, è intorbidire la acque, screditare la manifestazione, gettare discredito su chiunque si opponga alle politiche antipopolari, seminare zizzania, provocare scandalo. Il tutto, è ovvio, a favore del regime e in particolare dell’attuale governo.
A maggio le elezioni ci consegneranno quasi di sicuro un governo di minoranza. Renzi lo sa, ed ha bisogno almeno di un buon risultato del Pd. Meglio allora denigrare con ogni mezzo le opposizioni e le posizioni anti-UE. E la cosa migliore di tutte è quella di far credere che esse siano rappresentate da pittoreschi gruppazzi dell'estrema destra.
Che in questa operazione di screditamento si sia deciso di usare una sigla che vorrebbe rimandare al movimento del 9 dicembre, anche questo non è casuale. In questo modo si vorrebbe screditare ciò che quel movimento - al di là del suo successivo disfacimento - ha oggettivamente rappresentato in termini di volontà di rivolta di ampi strati popolari.
In ogni caso, lanciare “l'allarme rosso”, perché "arrivano i neri", è un modo fuorviante di porre il problema. Lo spauracchio dei «neri», o magari dei «rossobruni», in cui cadono assai spesso i manifestanti con la bandiera rossa, è un modo per non vedere il pericolo principale, ovvero i «bianchi» che stanno al governo, che usano spregiudicatamente i loro apparati statali e che i «neri» li utilizzano al più come utili idioti.
5 commenti:
Sono d'accord ma in concreto come si fa a depotenziare gli infiltrati senza rimanerne macchiati?
Gli infiltrati, se sono tali, vanno denunciati e tenuti alla larga, con le buone o con le cattive. Su questo non ci piove.
Quello che non è accettabile è che con la scusa di denunciare uno sparuto gruppo di infiltrati manovrati, si getti merda su tutto il Movimento 9 dicembre.
La seconda cosa del tutto sballata è quello che potremmo chiamare "purismo classista" per cui, porte chiuse a tutti i ceti sociali non salariati, per la semplice ragione che non sono salariati. Ciò nonostante siano gettati sul lastrico e siano i primi a ribellarsi allo stato di cose presente.
Un "classismo" di tipo religioso e fondamentalista, che considera i salariati una specie di classe pura e incontaminata.
Solo dei babbei con le fette di prosciutto sugli occhi possono credere ancora ad una simile idiozia.
Con la scusa di respingere lo "interclassismo" si rifiuta la costruzione di un ampio fronte popolare, così ci si chiude in un recinto di impotenza, che poi, alla fine, causa una autistica paranoia.
Ma certamente, e ripeto per l'ennesima volta che vi ho criticato anche aspramente ma non mi rendevo minimamente conto dell'assurdo muro di pregiudizi tribali col quale dovete misurarvi ogni volta.
Non è che mi sbagliassi nel merito ma non conoscevo la realtà "di classe" come voi quindi la facevo un po'troppo facile.
Naturalmente ho versato un contributo e spero che questo valga come testimonianza della mia buona fede.
Lo sapete qual'è la chiave della comunicazione seria ed efficace con il popolo (quindi non la comunicazione "becera" che è efficacissima ma presuppone un popolo che non si voglia sollevare dalla propria condizione di sottomissione)?
Occorre una persona che abbia tre elementi più possibilmente uno: potere e/o ricchezza e/o prestigio (sociale nel senso della "nascita", professionale dovuto ai successi sul lavoro, il fatto di essere ammessi negli ambienti di più alto livello, etc) più, possibilmente, il quarto elemento che è un aspetto fisico adatto al ruolo.
Ora il potere in sostanza lo escludiamo perché chi ce l'ha sta dall'altra parte (ma pensate al fascino popolare in Italia di una figura come Putin, ad esempio); stesso ragionamento per la ricchezza ma certamente come minimo bisogna essere benestanti; diventa fondamentale il prestigio per cui il popolo ascolterà solo persone dal riconosciuto successo professionale (Grillo, Berlusconi) o di altissima classe sociale (quantomeno ammessi e accettati ai massimi livelli). Senza questo elemento del "prestigio" la gente non si lascerà coinvolgere e rifiuterà il messaggio.
Dico prestigio e non carisma perché con il prestigio é ipotizzabile un tipo di rapporto che porti alla crescita del popolo, alla sua sempre maggiore autonomia intellettuale e decisionale. Il carisma invece implica un rapporto di sottomissione.
Perché è cosí? Perché esiste (grossissimo modo) un cervello "personale e un cervello " di gruppo"; le classi subalterne sono costituite da individui pensanti ma il gruppo, essendo subalterno, permette agli individui, nel momento dell'azione comune (ripeto: individualmente non è cosí), solo dei modelli di pensiero di tipo primitivo ossia puramente affettivi o addirittura sentimentali quindi esclusivamente analogico intuitivi. Cioè il gruppo subalterno "non si sente autorizzato" né all'altezza di ragionare anche in modo logico-deduttivo e nel momento comunitario l'individuo fa o non fa quello che può o non può fare il gruppo
Essendo schemi analogico intuitivi, le classi più basse si trovano a riuscire a recepire solo il messaggio di colui col quale si "identificano" (può essere anche un'associazione "prestigiosa", non necessariamente un individuo); questo soggetto con il quale ci si può "identificare" dovrà saper parlare in modo affettivo ossia parlare di ideali. Se passano i suoi ideali gli sarà possibile, solo in seguito, entrare nel merito concreto dei discorsi politici ed economici.
Quindi in generale dopo la prima fase di mera "identificazione" sarà possibile tentate la strada della autentica consapevolezza che porta alla autonoma e indipendente voglia di partecipare e informarsi; solo raggiunta questa autonomia e indipendenza "intellettuale" potrà realizzarsi la vera coscienza di classe, purtroppo non prima (ossia semplicemente in virtù della presa di coscienza della propria crescente miseria materiale imposta dai dominanti).
E quindi, cari compagni, o trovate questo soggetto coi requisiti, o convincete Brancaccio o qualcun altro, o ci affidiamo a Grillo sperando nel miracolo; o ci dovremo rassegnare a vedere la destra becera trionfare in tutta la sua rozzezza che, ovviamente, finirà per fare il gioco del potere.
Ma non mollate mai perché come diceva quello: "Estote parati".
eterogenesi dei fini:
"Livia, sono gli occhi tuoi pieni che mi hanno folgorato un pomeriggio andato al cimitero del Verano, si passeggiava e io scelsi quel luogo singolare per chiederti in sposa, ti ricordi? Si lo so gli occhi tuoi pieni e puliti, incantevoli e incantati non sapevano non sanno e non sapranno e non hanno idea. Non hanno idea delle malefatte che il potere deve commettere per assicurare il benessere e lo sviluppo del paese. Per troppi anni il potere sono stato io. La mostruosa, inconfessabile contraddizione: perpetuare il male per garantire il bene. La contraddizione mostruosa che fa di me un uomo cinico e indecifrabile anche per te; gli occhi tuoi pieni, puliti e incantati non sanno la responsabilità diretta o indiretta per tutte le stragi avvenute in Italia dal 1969 al 1984 e che hanno avuto per la precisione 208 morti e 817 feriti. A tutti i familiari delle vittime io dico si, confesso è stato anche per mia colpa , mia colpa, mia grandissima colpa. Questo dico anche se non serve. Lo stragismo per destabilizzare il paese, provocare il terrore, isolare le parti politiche estreme, per rafforzare i partiti di centro come la DC. La hanno definita strategia della tensione: sarebbe più corretto dire strategia della sopravvivenza. Roberto, Michele, Giorgio, Carlo Alberto, Aldo, per vocazione o per necessità, ma tutti irriducibili amanti della verità, tutte bombe pronte ad esplodere che sono state disinnescate col silenzio finale. Tutti a pensare che la verità sia una cosa giusta e invece è la fine del mondo! Noi non possiamo consentire la fine del mondo in nome di una cosa giusta! Abbiamo un mandato noi, un mandato divino! Bisogna amare così tanto Dio per capire quanto sia necessario il male per avere il bene. Questo Dio lo sa, e lo so anch'io." Il Divo (Tony Servillo).
nella verosimiglianza dello struggimento del protagonista del film di Sorrentino, in un tale sfogo, ancora ci troverei qualcosa di riconoscibilmente umano, di uomini disposti a fare il male per il benessere della gente, preservandola dalla verità che la annichilirebbe...
ma il popolino della "domenica andando alla messa" qualcosa comunque lo ha capito, senza troppi drammi, nessuno scrupolo, a 10 gg dal vitalizio: "amico mio, qua sono tutti malfattori...fatte li cazz' tua" (on. Cazzi).
francesco
Ripeto quanto detto ai tempi del movimento 9 dicembre.
Non è questione di purezza, è questione di inconsistenza, quel movimento era inconsistente sin dalla sua fase progettuale, come anche la manifestazione annunciata nel manifesto è destinata ad un insuccesso effettivo.
Non è per essere disfattisti che intervengo, ma perchè penso invece che non ci possiamo permettere questi insuccessi che finiscono per disperdere quel poco di mobilitazione che c'è.
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