23 novembre. SCINTILLE DI RIVOLTA.
Il 19 novembre i dipendenti del trasporto pubblico di Genova sono entrati in sciopero "selvaggio", spontaneo e ad oltranza contro la decisione della Giunta comunale di privatizzare l'azienda Amt. Adesione al 100%. Cortei massicci che hanno attraversato al città. La Sala Rossa del consiglio comunale occupata. Il tutto con l'adesione di gran parte della cittadinanza.
Ieri notte Comune regione e sindacati hanno firmato un complesso accordo che comunque sospende la privatizzazione. Qui i termini. Mentre scriviamo, mattina del 23 novembre, è in corso l'assemblea dei lavoratori, che deve decidere se accettare o respingere.
La vicenda merita alcune veloci riflesssioni.
(1) I lavoratori genovesi hanno respinto la decisione di privatizzare l'Amt, speriamo per ragioni di principio, certamente perché essa contenva la minaccia di tagli e licenziamenti. A lasciarci la pelle sarebbero stati centinaia di addetti e, ovviamente, la qualità del trasporto pubblico locale. Di qui la ragione dello sciopero a oltranza e "selvaggio". Una forma di lotta considerata illegale da autorità e sindacati confederali. Ma anche la ragione della ampia solidarietà dei genovesi. Una lotta quindi per la difesa di un servizio pubblico, di un bene comune che, in quanto tale, non può soggiacere al criterio del profitto.
(2) I lavoratori hanno scelto la via dello sciopero spontaneo, ad oltranza e "selvaggio". Si
sono cioè autorganizzati fuori e contro le organizzazioni sindacali ufficiali. Lo hanno fatto non per amore della spontaneità ma perché costretti dall'ignavia dei sindacati, collusi coi vertici dell'azienda e coi partiti della giunta comunale. Lo hanno fatto "selvaggio", cioè senza preavviso e ad oltranza, perché nessuna protesta può essere efficace se si rispettano le regole mortificanti dell'autoregolamentazione imposte dalla legge, condivise e sottoscritte anche dagli stessi sindacati. Che solo la lotta dura paga lo dimostra la marcia indietro del sindaco e della giunta comunale
(3) Come si vede anche dallo striscione qui accanto, i lavoratori hanno respinto ogni strumentalizzazione partitica. "Non siamo né rossi né neri". C'è chi, a sinistra, farà spallucce rispetto a questo slogan "qualunquista". Noi, al contrario, cogliamo in questo sentimento
diffuso di disprezzo per i partiti (anche Grillo, sceso in strada, è stato invitato a mettersi in coda al corteo), non solo la cifra del distacco dei cittadini dai partiti istituzionali, ma un sentimento positivo di autonomia rispetto ai responsabili dello sfascio del paese e della catastrofe sociale che viviamo. La sollevazione popolare incipiente avrà di sicuro lo stesso segno anti-destra-anti-sinistra. Ciò è spia, per quanto politicamente "primitiva", di autonomia dai servi del sistema.
(4) La "sinistra"... Il sindaco genovese, lo "arancione" Marco Doria, venne eletto nel maggio 2012, in una lista di "sinistra". Per l'esattezza era il candidato indicato da Sel di Nichi Vendola. La coalizione comprendeva oltre al Pd, Sel, Idv, Prc e Pdci. Che questa giunta di sinistra abbia deliberato la privatizzazione del trasporto pubblico è l'ennesima dimostrazione che, all'atto pratico, questa sinistra e destra sono omologhe e intercambiabili. La lotta dei lavoratori del trasporto pubblico genovese è la conferma del divorzio tra questa sinistra e la sua teorica base sociale. E' infine un'altro epitaffio sulla cosiddetta "sinistra radicale", che regge il moccolo al Pd, il quale regge il moccolo al regime oligarchico, eurista e bancocratico.
(5) L'ultima riflessione. La battaglia di Genova è stata un'altra scintilla, un nuovo che la
situazione ribolle, che la rivolta popolare che sta montando e prima o poi deflagrerà. Quando la sollevazione sarà generale, quando i tanti rivoli della rabbia confluiranno nel fiume in piena della sollevazione, non solo il governo e i partiti saranno travolti, verrà messo in discussione il regime eurista. La posizione che rivendica la rottura dell'eurozona e la riconquista della sovranità economica e politica, se saprà stare nel fuoco del confitto —se quindi saprà uscire dalla bolla internettara e liberarsi dall'elitarsimo— diventerà maggioritaria. Sinistra e destra si ridefiniranno quindi entro questo nuovo perimetro sovranista: Quale sovranità? per andare dove? per quale idea di società?
Il 19 novembre i dipendenti del trasporto pubblico di Genova sono entrati in sciopero "selvaggio", spontaneo e ad oltranza contro la decisione della Giunta comunale di privatizzare l'azienda Amt. Adesione al 100%. Cortei massicci che hanno attraversato al città. La Sala Rossa del consiglio comunale occupata. Il tutto con l'adesione di gran parte della cittadinanza.
Ieri notte Comune regione e sindacati hanno firmato un complesso accordo che comunque sospende la privatizzazione. Qui i termini. Mentre scriviamo, mattina del 23 novembre, è in corso l'assemblea dei lavoratori, che deve decidere se accettare o respingere.
La vicenda merita alcune veloci riflesssioni.
(1) I lavoratori genovesi hanno respinto la decisione di privatizzare l'Amt, speriamo per ragioni di principio, certamente perché essa contenva la minaccia di tagli e licenziamenti. A lasciarci la pelle sarebbero stati centinaia di addetti e, ovviamente, la qualità del trasporto pubblico locale. Di qui la ragione dello sciopero a oltranza e "selvaggio". Una forma di lotta considerata illegale da autorità e sindacati confederali. Ma anche la ragione della ampia solidarietà dei genovesi. Una lotta quindi per la difesa di un servizio pubblico, di un bene comune che, in quanto tale, non può soggiacere al criterio del profitto.
(2) I lavoratori hanno scelto la via dello sciopero spontaneo, ad oltranza e "selvaggio". Si
sono cioè autorganizzati fuori e contro le organizzazioni sindacali ufficiali. Lo hanno fatto non per amore della spontaneità ma perché costretti dall'ignavia dei sindacati, collusi coi vertici dell'azienda e coi partiti della giunta comunale. Lo hanno fatto "selvaggio", cioè senza preavviso e ad oltranza, perché nessuna protesta può essere efficace se si rispettano le regole mortificanti dell'autoregolamentazione imposte dalla legge, condivise e sottoscritte anche dagli stessi sindacati. Che solo la lotta dura paga lo dimostra la marcia indietro del sindaco e della giunta comunale
(3) Come si vede anche dallo striscione qui accanto, i lavoratori hanno respinto ogni strumentalizzazione partitica. "Non siamo né rossi né neri". C'è chi, a sinistra, farà spallucce rispetto a questo slogan "qualunquista". Noi, al contrario, cogliamo in questo sentimento
diffuso di disprezzo per i partiti (anche Grillo, sceso in strada, è stato invitato a mettersi in coda al corteo), non solo la cifra del distacco dei cittadini dai partiti istituzionali, ma un sentimento positivo di autonomia rispetto ai responsabili dello sfascio del paese e della catastrofe sociale che viviamo. La sollevazione popolare incipiente avrà di sicuro lo stesso segno anti-destra-anti-sinistra. Ciò è spia, per quanto politicamente "primitiva", di autonomia dai servi del sistema.
(4) La "sinistra"... Il sindaco genovese, lo "arancione" Marco Doria, venne eletto nel maggio 2012, in una lista di "sinistra". Per l'esattezza era il candidato indicato da Sel di Nichi Vendola. La coalizione comprendeva oltre al Pd, Sel, Idv, Prc e Pdci. Che questa giunta di sinistra abbia deliberato la privatizzazione del trasporto pubblico è l'ennesima dimostrazione che, all'atto pratico, questa sinistra e destra sono omologhe e intercambiabili. La lotta dei lavoratori del trasporto pubblico genovese è la conferma del divorzio tra questa sinistra e la sua teorica base sociale. E' infine un'altro epitaffio sulla cosiddetta "sinistra radicale", che regge il moccolo al Pd, il quale regge il moccolo al regime oligarchico, eurista e bancocratico.
(5) L'ultima riflessione. La battaglia di Genova è stata un'altra scintilla, un nuovo che la
situazione ribolle, che la rivolta popolare che sta montando e prima o poi deflagrerà. Quando la sollevazione sarà generale, quando i tanti rivoli della rabbia confluiranno nel fiume in piena della sollevazione, non solo il governo e i partiti saranno travolti, verrà messo in discussione il regime eurista. La posizione che rivendica la rottura dell'eurozona e la riconquista della sovranità economica e politica, se saprà stare nel fuoco del confitto —se quindi saprà uscire dalla bolla internettara e liberarsi dall'elitarsimo— diventerà maggioritaria. Sinistra e destra si ridefiniranno quindi entro questo nuovo perimetro sovranista: Quale sovranità? per andare dove? per quale idea di società?
15 commenti:
Kirov
E' un segnale molto significativo che la corda sta giungendo ai limiti di ogni resistenza. Il fatto poi che siano stati scavalcati i "sindacati ufficiali vuol dire chiaramente che si è capito che i "cani da pastore" non hanno i denti per il lupo ma solo per le infelici pecore.
GENOVA - ULTIM'ORA
Poco dopo le ore 13:00 di oggi, 23 novembre, l'assemnlea dei lavoratori Amt, riunita da stamattina nella sala Chiamata del Porto, ha approvato l'accordo firmato nella notte in Prefettura sulla vertenza che ha portato a cinque giorni consecutivi di sciopero del trasporto pubblico locale nel capoluogo ligure.
Il voto, espresso in modo palese (favorevoli e contrari sono stati divisi in due zone del salone e poi contati), è stato duramente contestato dai numerosi autisti che si erano espressi per la prosecuzione dello sciopero: in assemblea si sono vissuti momenti di tensione e si è sfiorata la rissa. Insulti sono stati rivolti ad alcuni rappresentanti sindacali che hanno condotto la trattativa e al momento il risultato è “ufficioso”, visto che i “no” hanno chiesto di ripetere il voto.
1) "... servizio pubblico, di un bene comune che, in quanto tale, non può essere soggiacere al criterio del profitto" concordo, ma manco può soggiacere al criterio della perdita eterna. insomma, le municipalizzate eternamente in perdita e copriamo con tasse e debito, inps eternamente in perdita (110mld solo 2013) e copriamo con tasse e debito... bisogna perseguire il PAREGGIO altrimenti lavoriamo per distruggere risorse o per rubarle ad altri che lavorano. questo DEVE FINIRE. i soldi non crescono sugli alberi.
2) alla fine l'accordo prevede che le perdite se le accollano comune e regione, a loro volta in eterna perdita (vedi punto 1).
3) l'impresa pubblica non può più essere impieghificio di lobbisti legati ai partiti, di amici degli amici. le assunzioni inutili devono finire, contratti e consulenze iperfatturate devono finire. ma chi controlla è della stessa cerchia di chi gestisce, e allora che si fa?
antonio.
"Una lotta quindi per la difesa di un servizio pubblico, di un bene comune che, in quanto tale, non può essere soggiacere al criterio del profitto".
Scusate, ma non potete scrivere queste ingenuità. Nel sistema capitalistico, tutto è merce. La stessa forza-lavoro dei lavoratori dell'AMT, è una merce. E allo stato attuale di sviluppo, al capitale, non gli resta che "mercificare" anche i servizi pubblici.
"Il sindaco genovese, lo "arancione" Marco Doria, venne eletto nel maggio 2012, in una lista di "sinistra". Per l'esattezza era il candidato indicato da Sel di Nichi Vendola. La coalizione comprendeva oltre al Pd, Sel, Idv, Prc e Pdci. Che questa giunta di sinistra abbia deliberato la privatizzazione del trasporto pubblico è l'ennesima dimostrazione che, all'atto pratico, questa sinistra e destra sono omologhe e intercambiabili".
Una volta per tutte: questa sinistra, NON RAPPRESENTA I LAVORATORI, anzi essa è un argine che il sistema usa per impedire l'organizzazione politica dei Lavoratori. Voi usate questo fatto, per sostenere che la classe lavoratrice non ha in sè, nessuna valenza storica rivoluzionaria.
E sbagliate!
Franco
La sesta lezione.
L' uscita imminente di Silvio Berlusconi dalle aule parlamentari con la parallela
costituzione del Nuovo Centro Destra si incrociano con il processo di frantumazione in atto a sinistra.
Due straordinari fattori di stabilizzazione del sistema che, insieme ad altri,non andrebbero ignorati pena la conseguenza di dare continuamente per imminente quella pur auspicabile sollevazione che viene procrastinata di mese in mese, di anno in anno.
Oppure facendo prendere a Grillo lucciole per lanterne.
La vicenda dello sciopero di Genova ancora una volta ripropone il problema di come organizzare politicamente la domanda di cambiamento radicale che ribolle nella società, a partire da quella di chi, come i lavoratori dell'Amt,chiedono che venga loro restituito un potere perché un bene comune,
come il trasporto pubblico e collettivo, venga difeso nell'interesse di tutti.
Consapevoli soprattutto di una cosa.
E' la lotta di classe che fa nuovamente e, con la sorpresa di molti, capolino.
Maurizio Fratta
Demetrio
Ha ragione da vendere il bravo e ardito Landini quando sostiene che a sinistra manca del tutto una forza politica che sostenga i lavoratori. Siamo purtroppo da tempo in pieno regime P 2 con le forze politiche di buffet e controbuffet che fingono e recitano una pantomima grottesca dei due schieramenti polari all'anglosassone che secondo un celebre leader sarebbero il non plus ultra della democrazia. Tanto si è discusso di P 2 come forza eversiva del sistema democratico e non si sono accorti che il programma di "rinascita democratica" è stato attuato in pieno. Li hai mai sentiti i media gridare per questo chiodo che trafigge la libertà in nel paese?
Kirov
Giusto! Ma li avete riletti qualche volta i famosi "Protocolli" trovati a Castiglion Fibocchi?
Ho sentito parlare di impieghificio e di interruzione di pubblico servizio.
Quest'ultima, se vi si ravviserà reato punibile a norma di legge, potrebbe, se strumentalizzata, creare problemi agli scioperanti i quali, per altro, mi sembra abbiano agito per "legittima difesa" del posto dii lavoro minacciato da comportamenti giudicati inidonei per assicurare la continuazione dei servizi di trasporto pubblico in modalità adeguata alle necessità dei cittadini . Gli scioperanti, secondo me, avrebbero agito quindi per finalità conformi agli scopi del servizio pubblico stesso nell'assenza di provvedimenti efficaci da parte degli organi amministrativi responsabili del mantenimento del servizio medesimo.
In quanto all'impieghificio è tutto
da accertare che esistano casi di sprechi di personale e di sproporzionate retribuzioni.
La settima lezione:
LA LOTTA DI CLASSE NON E'MORTA
Non fatevi fuorviare da certe foto. Lo striscione "né rossi nè neri" non è stato concepito per l'occasione, ma è lo striscione ufficiale della FAISA-CISAL, sindacato di maggioranza relativa in AMT, da anni. FAISA è un sindacato autonomo, non ideologico, corporativo: detto in altri termini, è il sindacato di riferimento dei raccomandati berlusconiani, cioè dei lavoratori che hanno un posto grazie ai favori del fu PdL. In città è il segreto di pulcinella: aggravi di spesa e inefficienze che ammorbano AMT (che pure sono meno di quanto si vorrebbe far credere) sono frutto del clientelismo del centrodestra. D'altro canto, chi c'era sa nella mobilitazione erano ben presenti e visibili bandiere rosse, falci e martelli. Un comitato forte nella mia rimessa di riferimento, quella delle Gavette,si chiama (genialmente) Volante Rossa...
Ah, dimenticavo. Il caso FAISA ci ricorda che comunque dei sindacati corporativi non ci si può fidare. Sono proprio i vertici di quel sindacato, in combutta con i (pochi) esponenti della Triplice, ad aver ideato il trappolone che ha fregato i lavoratori, facendo loro ingoriare un accordo non così favorevole come avrebbe potuto essere. I volponi hanno trasformato una vittoria totale in una vittoria mutilata. Non saranno rossi, non saranno neri, ma di sicuro sono un po' s....
PRECISAZIONI
(1) Giusta la nota sulla paternità dello striscione "né rossi né neri". Sta di fatto che FAISA-CISAL è il sindacato maggioritario in AMt genovese. Possiamo recriminare ma ciò esprime un comune sentire egemone nella società e nel mondo del lavoro. E l'avanzata del grillismo ne è la prova.
(2) Quindi, lotta di classe si, ma la sindacale fine a se stessa è lotta senza coscienza di classe. Di sicuro c' tra i lavoratori chi non solo difende in modo corporativo i suoi diritti acquisiti ma il trasporto pubblico come bene comune. Ci risulta che sia una minoranza.
(3) Non è dei lavoratori la causa dei buchi contabili. Anche a Genova i tranvieri fanno straordinari, quindi perché licenziare per privatizzare? Di chi è la responsabilità se non del management se il servizio pubblico non funziona in modo razionale? Di chi è la responsabilità del clientelismo e del nepotismo se non dei partiti sistemici?
(4) Il capitalismo tende a trasformare tutto in merce per trarne un profitto. Che scoperta? ma non tutto nel capitalismo soggiace al profitto. Alcuni settori sono "beni comuni", ovvero servizi alla collettività di cui tutta la comunità si accolla i costi. La scuola, la sanità, ecc. Occorre impedire che vengano privatizzati. Punto
Non fatevi fuorviare. Quello è lo striscione, da anni, del sindacato egemone in AMT, la FAISA-CISAL. È il segreto di pulcinella, in città, che le inefficienze (che sono comunque meno di quanto si vorrebbe far credere) sono frutto dello sfacciato clientelismo del centrodestra cittadini, che ha raccomandato fior di lavoratori dentro AMT. FAISA è il sindacato di riferimento di questi ultimi. E guarda un po'! proprio i vertici FAISA sono gli architetti del trappolone co cui sono riusciti a far ingoiare anche ai lavoratori più recalcitranti, nell'ultima assemblea,l'accordo con Doria e Burlando.
Comunque, chi c'era sa che bandiere rosse, falci e martelli erano ben presenti...
Quel che mi preme è mettere tutti in guardia dal trarre conclusioni troppo affrettate sull'accettazione della fine della dicotomia destra-sinistra da parte dei lavoratori. Quello striscione, nella fattispecie, è poco significativo. Se poi, per un caso fantascientifico, a Genova avessimo avuto un Sindaco di destra, credo proprio che i dipendenti delle partecipate avrebbero costituito un Soviet cittadino.
Infine, sono d'accordo che i debiti e le inefficienze di AMT siano molto sovrastimate. I bilanci di TUTTE le partcipate che si vogliono svendere sono assolutamente solidi e credibili. Altrimenti chi avrebbe interesse a comprarle?
DESTRA-SINISTRA DICOTOMICHE
caro Claudio,
se ci segui sai bene che non sosteniamo la tesi della "fine della dicotomia destra-sinistra". Su questo abbiamo polemizzato il 31 ottobre nell'articolo Dicotomia destra-sinistra: eclissi o tramonto?
Vero è che sinistre e destre sistemiche sono omologhe, e che questa verità è oramai senso comune, anche tra i lavoratori dipendenti, anche tra gli operai di fabbrica.
Quel che diciamo è che questo fatto storico ha creato un ripudio dei partiti e dei concetti di destra e sinistra con cui fare i conti, pena l'autosegregazione e l'impossibilità di farsi largo tra il popolo lavoratore.
Direi che possiamo essere d'accordo.
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