17 novembre. La sera dell'8 dicembre, dalla Sicilia al Veneto, avrà inizio una protesta, nella forma di presidi e blocchi stradali. La mobilitazione è stata indetta da una serie di associazioni di piccoli imprenditori, anzitutto dei settori agricolo e dell'autotrasporto. Tra loro il Movimento dei Forconi di Mariano Ferro.
Il tentativo dichiarato è quello di accendere una scintilla sociale per mobilitare i cittadini massacrati dalla crisi e delle politiche d'austerità.
Il pensiero corre subito alla rivolta dei "berretti rossi" che da giorni paralizza la Bretagna in Francia (vedi foto). Anche lì camionisti e agricoltori hanno scatenato la rivolta, a cui poi si sono affiancati altri settori sociali. Come in Bretagna anche la rete di organismi che scenderà per strada a partire dalla sera dell'8 dicembre non si limita a protestare contro le misure austeritarie, chiede di farla finita coi governi asserviti alle tecno-oligarchie europee e rivendica l'uscita dall'euro e la riconquista della sovranità democratica e popolare, tra cui quella sulla moneta.
I promotori della mobilitazione hanno diffuso un proclama, un manifesto (vedi qui accanto), in cui spiegano le ragioni delle protesta. Noi lo condividiamo ampiamente, per questo aderiamo alla loro lotta e faremo il possibile affinché sia un successo. Lasciare soli questi movimenti significherebbe aiutare il governo a sconfiggerli.
Come in Francia i promotori della mobilitazione precisano che non vogliono tra i piedi partiti e che rifiutano ogni strumentalizzazione. In Francia il Fronte Nazionale della Marine Le Pen sta tentando in ogni modo di mettere il cappello sulla protesta brettone. In Italia non c'è un partito come quello della Le Pen, esistono tuttavia piccoli gruppi fascisti, nonché singoli militanti di estrema destra, che stanno tentando di infiltrare il nascente movimento di protesta.
I promotori hanno detto a chiare lettere che respingono questi tentativi, insistendo che l'unco testo che li rappresenta è appunto il loro manifesto. Lo hanno fatto con la Conferenza stampa del 13 novembre scorso (vedi più sotto). Non c'erano nè Tv né giornali. Un segnale che dimostra certo la volontà del regime di silenziare la nascente protesta, ma che attesta anche quella che ci appare la principale debolezza de promotori, una preoccupante disorganizzazione.
Aiuteremo quindi questa mobilitazione, affinché sia un altro tassello verso la sollevazione popolare. Una sollevazione che non ci sembra sia alle porte, poiché l'avremo solo quando scenderanno in strada il grosso dei lavoratori salariati e i milioni di giovani proeltari precari. La pace sociale è nell'interesse dei parassiti sfruttatori al potere. Noi sosterremo ogni tentativo di spezzarla che sia in difesa del popolo lavoratore, dei principi democratici e d'eguaglianza sanciti dalla Costituzione, che rivendichi la riconquista della sovranità.
La Segreteria nazionale del Mpl
16 novembre 2013
Il tentativo dichiarato è quello di accendere una scintilla sociale per mobilitare i cittadini massacrati dalla crisi e delle politiche d'austerità.
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Il pensiero corre subito alla rivolta dei "berretti rossi" che da giorni paralizza la Bretagna in Francia (vedi foto). Anche lì camionisti e agricoltori hanno scatenato la rivolta, a cui poi si sono affiancati altri settori sociali. Come in Bretagna anche la rete di organismi che scenderà per strada a partire dalla sera dell'8 dicembre non si limita a protestare contro le misure austeritarie, chiede di farla finita coi governi asserviti alle tecno-oligarchie europee e rivendica l'uscita dall'euro e la riconquista della sovranità democratica e popolare, tra cui quella sulla moneta.
I promotori della mobilitazione hanno diffuso un proclama, un manifesto (vedi qui accanto), in cui spiegano le ragioni delle protesta. Noi lo condividiamo ampiamente, per questo aderiamo alla loro lotta e faremo il possibile affinché sia un successo. Lasciare soli questi movimenti significherebbe aiutare il governo a sconfiggerli.
Come in Francia i promotori della mobilitazione precisano che non vogliono tra i piedi partiti e che rifiutano ogni strumentalizzazione. In Francia il Fronte Nazionale della Marine Le Pen sta tentando in ogni modo di mettere il cappello sulla protesta brettone. In Italia non c'è un partito come quello della Le Pen, esistono tuttavia piccoli gruppi fascisti, nonché singoli militanti di estrema destra, che stanno tentando di infiltrare il nascente movimento di protesta.
I promotori hanno detto a chiare lettere che respingono questi tentativi, insistendo che l'unco testo che li rappresenta è appunto il loro manifesto. Lo hanno fatto con la Conferenza stampa del 13 novembre scorso (vedi più sotto). Non c'erano nè Tv né giornali. Un segnale che dimostra certo la volontà del regime di silenziare la nascente protesta, ma che attesta anche quella che ci appare la principale debolezza de promotori, una preoccupante disorganizzazione.
Aiuteremo quindi questa mobilitazione, affinché sia un altro tassello verso la sollevazione popolare. Una sollevazione che non ci sembra sia alle porte, poiché l'avremo solo quando scenderanno in strada il grosso dei lavoratori salariati e i milioni di giovani proeltari precari. La pace sociale è nell'interesse dei parassiti sfruttatori al potere. Noi sosterremo ogni tentativo di spezzarla che sia in difesa del popolo lavoratore, dei principi democratici e d'eguaglianza sanciti dalla Costituzione, che rivendichi la riconquista della sovranità.
La Segreteria nazionale del Mpl
16 novembre 2013
17 commenti:
Memento: http://it.wikipedia.org/wiki/Jacquerie.
Aggiungo una piccola riflessione relativamente al fenomeno delle rivolte contadine (jaqueries). L'espansione dei commerci e l'emergere della civiltà urbana furono una delle cause delle rivolte contadine, le quali tuttavia furono quasi del tutto assenti in Italia. Questo perché, a mio parere, in Italia ci fu il fenomeno dei liberi comuni e delle repubbliche. In Francia, al contrario, il potere rimase saldamente nelle mani dei grandi feudatari, e le jaqueries si esaurirono solo con l'affermazione dello stato centralizzato nel 1600 ad opera di Richelieu. In sintesi: democrazia, e/o (meglio "e") stato centrale autorevole, sono due degli ingredienti necessari.
Il Corriere della Sera di oggi, 18 novembre, dedica una pagina alla mobilitazione del 9 dicembre, focalizzandosi sul ruolo trainante degli autotrasportatori. Chi sta in alto teme che la scintilla possa davvero incendiare la prateria. Segno che dietro all'apparente sicumera tra i dominanti comincia a serpeggiare il panico. Possiamo discutere, dibattere, analizzare, sviscerare... ad un certo punto occorre passare dalla parole ai fatti. Non è detto che la scintilla del 9 dicembre sortisca l'effetto sperato.
Una cosa è sicura: restare alla finestra significherebbe dare man forte all'eurodittatura e ai suoi Quisling nostrani.
Ho delle domande, che magari sono stupide...
Qual'è lo scopo ultimo della movimentazione? Saranno presentate delle proposte al governo? Se sì, quali?
Ci si propone di far cadere il governo? In questo caso poi si tornerebbe alle elezioni... e poi?
Era ora! Bravi sono con voi...
Posso sospendere il pagamento delle tasse, almeno finchè non buttiamo giù sta classe politica?
complimenti a questi signori che con coraggio si fanno portavoce dello schifo che stiamo vivendo. bravi mille volte bravi. con il pensiero sarò con voi e se posso anche fisicamente. facciamoci vedere e sentire, non si può e non si deve continuare cosi. dal veneto alla sicilia tutti uniti per un unico scopo, riprenderci la nostra dignità.
milena
io ci saro' per riprenderci la nostra Italia e per mandare a casa questo governo corrotto!
I toni, le parole, pure la grafica sono chiaramente fascisti
SIAMO TUTTI FASCISTI?
da cosa l'anonimo desuma che "I toni, le parole, pure la grafica sono chiaramente fascisti"?
Netta, nell'appello che convoca la mobilitazione, l'impronta democratica.
Così come netta è la difesa della Costituzione.
Facile immaginare che una simile accusa sarà rivolta dal regime eurista a chiunque osi ribellarsi, allo scopo di delegittimarlo e squalificarlo.
Vedi l'accusa di fascismo rivolta ai manifestanti No Tav che a Roma hanno imbrattato una sede del Pd, avendo un alterco con chi ci stava dentro.
Accusare chi chiede l'uscita dall'euro-dittatura, chi difende la Cosituzione, ovvero la sovranità popolare e democratica, di essere "fascisti" è il puto e semplice capovolgimento delle verità.
Come ogni potere oligarchico anche questo si basa sulla menzogna.
La protesta del 9 dicembre speriamo che riesca. I sinistrati sono orfani della classe operaia e pensano che ogni protesta che sia animata da settori sociali non "salariati" sia fascista, perché la piccola borghesia avrebbe il fascismo nel suo DNA. Ovviamente questo è storicamente falso. Ma ammettiamo che ci sia questo rischio? Come va sventato se non, come dice Mpl, stando nella protesta e lottando contro eventuali infiltazioni? Il modo più sicuro per gettare i ceti medi nella braccia dei diavolo è scomunicarli a prescindere.
PierLuigi
Il popolo italiano ha la possibilità di sradicare questo sistema politico-finanziario che grazie al volere di poche persone ha creato questa crisi irreversibile.Vi siete mai chiesti perchè i vari Governi non investono nella cultura?semplicemente perchè ci vogliono ignoranti,e loro ne traggono vantaggio per i loro loschi affari!questa srà la nuova Primavera Italiana!!uniamoci nella protesta PACIFICAMENTE!Blocchiamo l'Italia,solo così si renderanno conto che siamo arrivati al capolinea e bisogna cambiare.Siamo obbligati!
il 9/12 è il giorno ideale, bloccato tutto compreso i rifornimenti per tutti i supermercati, natale a digiuno.
personalmente aiuterò chi fà i blocchi.
Tutti a Genova e subito, se veramente vogliamo riprenderci l'Italia la vera rivolta è già partita da lì. Se facciamo scemare questa protesta difficilmente si riusciranno a coinvolgere nuovamente tante persone. Inoltre sarebbe la prima vera sconfitta sulle privatizzazioni, nuova fonte economica/buonuscita dei politici. Io questa sera vado a Genova e ci rimango a oltranza...
Ciao sono un artigiano di Alessandria volevo sapere :
se potevo stampare copie del manifesto per appenderle in zona (magari sulle vetrine di qualche negozio con il loro permesso ovviamente)
e se rischiano qualche sanzione ,altrimenti tapezzero' i muri della citta'.
GRAZIE
Caro artigiano di Alessandria,
i promotori hanno spiegato a chiare lettere:
(1) C'è un solo APPELLO ufficiale, che è appunto quello che riportiamo in foto: "L'Italia si ferma";
(2) Ognuno che lo condivida può farlo suo e diffonderlo,appenderlo ecc.;
(3) In ogni città o zona chiunque condivida quell'APPELLO può organizzare autonomamente il suo presidio, il suo blocco stradale, la forma di protesta che ritiene adeguata;
(4) Onde evitare strumentalizzazioni partitiche non sono ammesse bandiere di partito.
Tutto questo è troppo sospetto.. dopo la decadenza di Berlusconi saltano fuori queste cose? Perché non 3 anni fa quando è cominciato tutto ? Non sono certo e non voglio dire castronerie.. ma sembra che queste associazioni,. In primi quella degli autotrasportatori sia al soldo di quella gente
SOSPETTO
Lasciamo perdere la dietrologie. Nel comitato che promuove il 9 c'è tutto e il suo contrario. Ma non si può dire che i promotori si siano mossi in sintonia col Berlusca (che detestano al pari del Pd). La mobilitazione viene da un lungo lavorio, di mesi e mesi, di cui i Forconi di ferro sono stati i protagonisti.
Va da sé che quando questi settori sociali incazzati si portano dietro molti pregiudizi e anche idee incondivisibili. E' normale quando scoppia la rabbia sociale di settori che fino a ieri credevano nel sistema.
Stare alla finestra o peggio scomunicare faciliterebbe dare il movimento in pasti ai reazionari.
Bisogna seguire l'esempio del Venezuela, dell'Ecuador e della Bolivia che hanno costruito grandi mobilitazioni di massa, con proposte politiche alternative di governi di blocco popolare, controllati dal basso. Mettendo da parte egoismi di bottega e di uklonismo politico, che da sempre hanno rovinato la causa della sinistra rivoluzionaria. Socialismo o barbarie.
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