Gaudeamus igitur!
di Chang Ching
Bene ha fatto la redazione ad aprire il dibattito sul cosiddetto "grillismo". Lo dimostrano i commenti al pezzo ruvido (che non fa premio alla sua arguzia) di Wu Ming.
Il problemino è che tra l'analisi teorica del "grillismo" e l'oggi, c'è di mezzo l'avanzata elettorale del M5S e la sua vittoria spettacolare al ballottaggio di Parma.
Voler discutere del "grillismo" a prescindere, facendogli le pulci, analizzando al microscopio ogni singola uscita del vate, è come vedere l'albero e dimenticare la foresta.
Per farla è breve: è il modo migliore per non capirci un cazzo.
Qual è la foresta signori? E' il vero e proprio sconquasso politico che ha colpito la "seconda repubblica", i suoi partiti putrescenti, le sue cricche corrotte. C'è di più, l'astensione massiccia, assieme al successo del M5S, non solo ha seppellito la "seconda repubblica": ha dato una mazzata contundente al governo del Quisling e al montismo.
Scusate se è poco. E se non è poco tanto di cappello ai "grillini", non solo perché hanno saputo intercettare l'indignazione di massa, perché l'hanno politicizzata, senza addivenire ai soliti indecenti compromessi a cui ci hanno abituato gli opportunisti pasticcioni della sinistra radicale.
Chiunque si consideri un nemico dell'ordine costituito, del capitalismo imputridito, dei suoi modelli sociali e paradigmi ideologici; chiunque detesti la grande ammucchiata che ha messo su Monti, dovrebbe, invece di farsi le pippe mentali e di spaccare il capello in quattro, ringraziare non solo il M5S, ma fare gli auguri a Beppe Grillo personalmente —cosa che io faccio cogliendo l'occasione.
Sento già un brivido sulla schiena, il mio angelo custode sinistrorso sussurrarmi all'orecchio: «Guarda che per il PPCdS [Partito Politicamente Corretto di Sinistra] la tesi che il nemico del mio nemico è un mio amico, è stata da tempo messa all'indice!».
Ammesso e non concesso che questi del PPCdS (un partito dall'ampiezza smisurata, che in quanto a filosofia delle stronzate va dai Piddini agli anarchici insurrezionalisti) abbiano ragione —e non ce l'hanno: io mi tengo il mio Karl Schmitt e le sua idea che nello "Stato d'eccezione" (e noi siamo, e come, in uno Stato d'eccezione!) la politica si basa sulla dicotomia amico-nemico—, ammesso che non sia vero che il nemico del mio nemico è un mio amico, in base a quali stravaganti ragioni dovrei considerare il M5S un nemico?
Siamo addirittura all'analogia coi fascisti e il fascismo.
Ma vi ha dato di volta il cervello?!?
Da dove viene questa stronzata? Viene forse dall'uso scriteriato della categoria di "populismo"? Sì, è proprio così, per cui ogni populismo è equiparato al fascismo. Ogni docente di Storia delle dottrine politiche che non elargisca il sei politico, caccerebbe a calci nel culo uno studente che affermi simili idiozie. Populismo è infatti un concetto polisemico, un rivestimento utilizzato sì dai fascisti, ma pure da svariati movimenti di sinistra e rivoluzionari a tutte le latitudini e in fasi storiche diverse.
La verità è che l'uso indiscriminato di questa categoria caratterizza i liberali, è sintomo di una sudditanza al pensiero liberale. Accade infatti che una certa élite di intellettuali sinistrati, ripudiato il marxismo, da bravi neofiti, siano diventati loro i primi custodi del liberalismo e, come sacerdoti, comminino scomuniche a destra e a manca proprio con l'accusa di... populismo. La loro spocchia è bestiale, quanto la loro distanza dal popolo lavoratore e dalle sue disgrazie.
Dai fustigatori rivoluzionari del "grillismo", quella dei "rivoluzionari duri e puri", ci aspetteremmo, invece delle contumelie, un'analisi degna di questo nome. Ma è pretendere troppo. Sprofondati nel loro psicodramma collettivo, in pieno stato confusionale, hanno tagliato la testa al toro e hanno distillato l'ultima perla di saggezza paranoica: vero rivoluzionario è colui che pensa che... il nemico del nemico è pur sempre un nemico.
I sani di mente si godano la festa. L'avanzata elettorale del "grillismo" non è solo una mazzata per i dominanti, i loro servi politici e il loro fantoccio Monti. Essa è un sintomo di uno smottamento del sistema, di un esodo di massa dai suoi simulacri e dai suoi stregoni. C'è nel "grillismo" l'incipienza della sollevazione popolare.
Gaudeamus igitur!
di Chang Ching
Bene ha fatto la redazione ad aprire il dibattito sul cosiddetto "grillismo". Lo dimostrano i commenti al pezzo ruvido (che non fa premio alla sua arguzia) di Wu Ming.
Il problemino è che tra l'analisi teorica del "grillismo" e l'oggi, c'è di mezzo l'avanzata elettorale del M5S e la sua vittoria spettacolare al ballottaggio di Parma.
Voler discutere del "grillismo" a prescindere, facendogli le pulci, analizzando al microscopio ogni singola uscita del vate, è come vedere l'albero e dimenticare la foresta.
Per farla è breve: è il modo migliore per non capirci un cazzo.
Qual è la foresta signori? E' il vero e proprio sconquasso politico che ha colpito la "seconda repubblica", i suoi partiti putrescenti, le sue cricche corrotte. C'è di più, l'astensione massiccia, assieme al successo del M5S, non solo ha seppellito la "seconda repubblica": ha dato una mazzata contundente al governo del Quisling e al montismo.
Scusate se è poco. E se non è poco tanto di cappello ai "grillini", non solo perché hanno saputo intercettare l'indignazione di massa, perché l'hanno politicizzata, senza addivenire ai soliti indecenti compromessi a cui ci hanno abituato gli opportunisti pasticcioni della sinistra radicale.
Chiunque si consideri un nemico dell'ordine costituito, del capitalismo imputridito, dei suoi modelli sociali e paradigmi ideologici; chiunque detesti la grande ammucchiata che ha messo su Monti, dovrebbe, invece di farsi le pippe mentali e di spaccare il capello in quattro, ringraziare non solo il M5S, ma fare gli auguri a Beppe Grillo personalmente —cosa che io faccio cogliendo l'occasione.
Sento già un brivido sulla schiena, il mio angelo custode sinistrorso sussurrarmi all'orecchio: «Guarda che per il PPCdS [Partito Politicamente Corretto di Sinistra] la tesi che il nemico del mio nemico è un mio amico, è stata da tempo messa all'indice!».
Ammesso e non concesso che questi del PPCdS (un partito dall'ampiezza smisurata, che in quanto a filosofia delle stronzate va dai Piddini agli anarchici insurrezionalisti) abbiano ragione —e non ce l'hanno: io mi tengo il mio Karl Schmitt e le sua idea che nello "Stato d'eccezione" (e noi siamo, e come, in uno Stato d'eccezione!) la politica si basa sulla dicotomia amico-nemico—, ammesso che non sia vero che il nemico del mio nemico è un mio amico, in base a quali stravaganti ragioni dovrei considerare il M5S un nemico?
Siamo addirittura all'analogia coi fascisti e il fascismo.
Ma vi ha dato di volta il cervello?!?
Da dove viene questa stronzata? Viene forse dall'uso scriteriato della categoria di "populismo"? Sì, è proprio così, per cui ogni populismo è equiparato al fascismo. Ogni docente di Storia delle dottrine politiche che non elargisca il sei politico, caccerebbe a calci nel culo uno studente che affermi simili idiozie. Populismo è infatti un concetto polisemico, un rivestimento utilizzato sì dai fascisti, ma pure da svariati movimenti di sinistra e rivoluzionari a tutte le latitudini e in fasi storiche diverse.
La verità è che l'uso indiscriminato di questa categoria caratterizza i liberali, è sintomo di una sudditanza al pensiero liberale. Accade infatti che una certa élite di intellettuali sinistrati, ripudiato il marxismo, da bravi neofiti, siano diventati loro i primi custodi del liberalismo e, come sacerdoti, comminino scomuniche a destra e a manca proprio con l'accusa di... populismo. La loro spocchia è bestiale, quanto la loro distanza dal popolo lavoratore e dalle sue disgrazie.
Caratteristiche del populismo reazionario sono la sua pulsione autoritaria e sbirresca, il disprezzo per la democrazia, l'avversione per il popolo lavoratore, il mito della minoranza elitaria e del duce salvifici, i culti comunitari basati sul sangue e il destino, l'idolatria della nazione, l'adorazione della tradizione. Dove vedete tutte queste caratteristiche nel M5S?
Semmai una critica seria dovrebbe mostrare che i limiti del "grillismo" vanno in senso polarmente opposto: un eccesso di democraticismo, il mito della indipendenza della società civile, un certo anarchismo nell'immaginare l'autogoverno dei cittadini, una certa faciloneria pacifista e legalitaria.
I sani di mente si godano la festa. L'avanzata elettorale del "grillismo" non è solo una mazzata per i dominanti, i loro servi politici e il loro fantoccio Monti. Essa è un sintomo di uno smottamento del sistema, di un esodo di massa dai suoi simulacri e dai suoi stregoni. C'è nel "grillismo" l'incipienza della sollevazione popolare.
Gaudeamus igitur!
21 commenti:
Ma quanto siete perfidi voi di MPL! Dopo avermi "stuzzicato" con post che attaccano il M5S (non "grillismo" please, se vogliamo parlare con rispetto del fenomeno) adesso me ne proponete uno che ne parla in termini sostanzialmente positivi. Bene, ma voglio ricordare che i limiti del fenomeno in questione permangono tutti, e di essi è necessario occuparci, pur con il dovuto rispetto.
Il limite numero uno, ben più importante delle posizioni su questo o quel tema, rimane il carattere democratico del M5S. La questione di fondo è, a mio avviso, quella per cui io me ne sono allontanato. E non perché l'abbia detto IO (sebbene, dal mio narcisistico punto di vista, la cosa abbia un suo peso) ma perché non si capisce (almeno io non capisco) come possa essere democratico un movimento che non si da delle regole democratiche. Già, le regole! Le regole, che molti sottovalutano, magari perché pensano che la "rivoluzione" sia un impeto passionale di un non ben definito "Popolo" che si ribella, che appunto perché in preda all'impeto travolge ogni regola e.... addiviene al sol dell'avvenire...
Le regole, all'interno del M5S, sono un optional. Questo è il problema, per un movimento che la rivoluzione impetuosa, e quindi necessariamente caotica, non vuole farla, perché il sistema vuole riformarlo dall'interno e non sovvertirlo. Questo limite, che oggi in troppi nel M5S sottovalutano, lascia aperta una domanda di non poco conto: chi decide nel M5S? Attraverso quali garanzie formali? Davvero Grillo è solo un testimonial?
Ad esempio: come verrà dibattuto il tema dell'euro, nel M5S? Ci saranno riunioni? Si procederà ad una votazione? Con quali "maledette regole"? Oppure TUTTO verrà deciso all'interno di un "cerchio magico"?
Sono queste le ragioni per cui mi sono allontanato dal M5S, sebbene le loro posizioni (almeno sui temi sui quali si pronunciano) siano per me in gran parte condivisibili. E quando non lo sono, hanno almeno il merito di essere espresse con chiarezza, in modo da poterle contestare. Cosa che nè il PD, nè tanto meno il PDL, l'UDC e fuffa bella, si degnano di fare.
In conclusione: penso che con il M5S si debba dialogare. Con rispetto e, aggiungo, con la necessaria durezza. Punto.
Gaudeamus igitur, anche se Carl Schmitt si scrive colla C e i culti comunitari basati sul sangue e il destino nulla hanno a che fare col populismo, anche perché per farli entrare in testa alla plebe odierna non basterebbero le martellate.
Finalmente un articolo calato nella realtà. Il grillismo è fermento di disgregazione del sistema. Il suo valore sta nel distruggere, non nel costruire, e a questo scopo non si vede cosa potrebbe aggiungere la democrazia. Che comunque niente ha mai avuto a che fare colle rivoluzioni di qualsiasi genere.
Che poi dallo smottamento del sistema ci sia da aspettarsi ipso facto la sollevazione popolare è idea su cui avanzerei ampie riserve. Si aprono tempi di miseria e di paura, in fondo ai quali potrebbe stare qualsiasi cosa e fra queste anche una guerra civile-sollevazione.
Basta parlare di elezioni! Di grillini o M5S o chiamateli come volete! Sono soltanto parole vuote che resteranno per sempre lì, relegate negli angoli della peggior storia del nostro Paese. Questo di Grillo è un movimento che vuole buttare fumo negli occhi ai suoi sventurati votanti (e non solo!) e legare sempre più forte il popolino alle azioni anti-democratiche di questo governo dei potenti.
Per la vera democrazia, c'è bisogno di Socialismo.
Lottare con i denti soprattutto in ogni piazza d'Italia, prendere coscienza che solo un movimento di popolo può ribaltare questa società e riformarla da zero su basi veramente democratiche!
Il Direttivo Nazionale
Partito Socialista d'Azione
azione.socialista@libero.it
SUL 5 STELLE (1a parte)
La crisi dei partiti, del loro essere sistema esclusivo, articolatissimo di compromessi, clientelismi e corruttele infinite, è così evidente e conclamata che perfino i loro leader devono ammettere pubblicamente qualcosa. Hanno un bel dire nel sostenere che senza partiti non c’è politica, ma il punto è proprio questo: quale politica e per quali obiettivi possibili. È chiaro a tutti ormai che il re è nudo, che le decisioni sono prese altrove e i partiti, oltre a dividersi e scannarsi per il tradizionale bottino, sono chiamati ad operare come meri esecutori di ordini altrui.
È vero che alcuni governi nazionali hanno preso l’euro per un bancomat, ma non possiamo addossare loro colpe che non hanno. Il 4 ottobre scorso scrivevo che un sistema economico basato su una moneta unica dove i paesi più forti esportano merci e capitali e quelli più deboli importano merci e debito è destinato a vivere situazioni dove i governi non possono stampar moneta o svalutare e debbono seguire politiche restrittive imposte loro. Perciò è chiaro – aggiungevo – che la loro funzione è quella di essere dei quisling, esattori d’imposte e gestori dell’ordine pubblico. La loro responsabilità di collaborazionisti ricade quindi tutta nella modulazione delle “manovre”.
Oggi è ben chiaro che alla crisi finanziaria s’aggiunge quella produttiva, quindi una crisi di sistema che sta terremotando l’intera società occidentale. Il grande capitale e i suoi complici hanno deciso per un mercato mondiale nel quale alcuni paesi possono starci come vogliono e proprio grazie alle loro particolari condizioni, mentre gli altri sono costretti a seguire delle regole in un contesto ben diverso. Ormai è chiaro che il sistema occidentale non è più in grado di riprodurre la forza-lavoro secondo gli standard del “benessere” diffuso, che anzi la manodopera sia qualificata quanto generica eccede di gran lunga la richiesta a fronte di un debito pubblico insostenibile.
(2a parte)
Le domande essenziali alle quali rispondere sono in definitiva poche: fino a quando reggerà il nostro sistema, cioè fino a quando i pochi che producono valore reale potranno mantenere i moltissimi che non lavorano e anche i molti impiegati in attività (senz’altro utilissime) che non producono ricchezza? Se si scappa da queste domande si fa solo filosofia.
I partiti non possono dare risposte efficaci a questa situazione, sia perché sono strutturalmente inadeguati e vincolati a determinati interessi, sia perché risposte sul piano riformistico non ne esistono. Semplicemente. Allora le “forze furbe” tentano la carta della “piattaforma ambientalista e anticonsumista”, cavalcando Beppe Grillo e quelli disposti, se non a crederci, almeno a illudersi una volta di più.
Questi movimenti se si trovassero a governare si accorgerebbero della loro totale impotenza a fronteggiare problemi che hanno una scala quantomeno continentale e spesso mondiale. Certo, potrebbero razionalizzare la spesa pubblica, togliere risorse a progetti demenziali per destinarle a cose più importanti e utili, ma il fatto è che loro a governare effettivamente i flussi della spesa pubblica non ci arriveranno mai. Sono solo truppe di manovra, per fare ammuina, nient’altro.
The Red
http://diciottobrumaio.blogspot.it/2012/05/ammuina.html
POSTO PER LA TERZA VOLTA LO STESSO COMMENTO A CUI NE I GRILLINI NE LA REDAZIONE ORMAI IN PREDA ALL'OPPORTUNISMO SI DEGNANO DI RISPONDERE
Caro Fiorenzo, eviti sempre, anche in altre discussioni avute sul commentario di Sollevazione, il tema del giustizialismo, per me centrale.
Perché un partito comunista non può candidare un operaio che si è preso una denuncia per occupazione stradale? Se passasse la loro proposta di impedire la candidadura a chi ha precedenti penali ciò non sarebbe possibile.
Perché un partito vicino all'antagonismo non può candidare uno studente che ha avuto una condanna per aver occupato la scuola quando era magari minorenne? Se la norma interna di grillini e dipietristi diventasse legge dello stato questo sarebbe matematicamente impossibile.
Io faccio sempre queste domande ai grillini e non ricevo MAI risposte.
Credo che sia il tema centrale e la loro non risposta indica la loro malafede. Sono dell'idea che il futuro sarà segnato da una forta tensione sociale. Il giustizilismo grillino potrebbe essere un modo con cui i servizi e i poteri forti cercano di ostacolare tale processo.
Immaginiamo che l'mpl va fortissimo e rischia di entrare in parlamento con la sua carica rivoluzionaria: immaginiamo che la magistratura durante la campagna elettorale arresta Pasquinelli come ha già fatto 3 volte mi pare e altri compagni in lista. Un tempo la solidarietà sarebbe stata diffusa. Dopo l'ondata del grillismo, tale operazione potrebbe invece ricevere meno opposizione. Culturalmente il giustizialismo, ha ragione il wu ming, è il preludio del fascismo.
Vorrei che mi rispondessi al tema, altrimenti fai il gioco del complotto fascio-grillino
Ribadisco quanto già detto in un precedente commento: io non dialogherò più con gli anonimi. La ragione è semplice: l'anonimo può un giorno fare il grillino e un altro l'antigrillino, la mattina il comunista e la sera il liberista. Non ho tempo da perdere con chi pretende di fare politica senza metterci la faccia. Io mi chiamo Fiorenzo Fraioli, sono nato il 29 marzo 1956, faccio l'insegnante. Chiunque può controllare la coerenza delle mie posizioni sui diversi temi e nel tempo, ed eventualmente criticarmi quando coglie una contraddizione. Queste non mancano, ed è per questo che mi piace confrontarmi. Ma a viso aperto. Sono sempre felice quando qualcuno mi fa notare dove sbaglio, perché mi aiuta a non sbagliare più. Degli anonimi, però, mi sono scassato la minchia. Hasta la vista.
Per chi mastica o ha masticato un poco di economia politica, sa che nessun cambiamento sociale radicale può esservi, se non si affronta a monte, il problema del perchè e come si produce la cosidetta ricchezza, e quali rapporti di produzione si vogliono instaurare.
Detto altrimenti, il movimento 5 stelle, vuole riformare, aggiustare questo sistema capitalistico, a valle ma non ha monte però.
Non vuole l'abolizione delle ragioni della produzione capitalistica, che si basano queste ragioni, sulla realizzazione del mero profitto, e non già sulla soddisfazione dei bisogni umani, ed anche, delle capacità umane. Inoltre, il lavoro così come lo conosciamo all'interno di questa disastrata società, è attività umana alienata ed alienante.
Ora, il capitalismo, il sistema delle merci, dei valori di scambio cioè, domina su scala mondiale, il mercato si è esteso su quasi tutto il pianeta. I comunisti, sanno che è proprio il cosidetto mercato il problema, perchè esso favorisce alla lunga il più forte e spregiudicato. Pecunia non olet!
Vuole il 5 stelle riconoscendo l'irrazionalità di tutto ciò, abolire il mercato, e i relativi rapporti di produzione capitalistici basati sullo schiavismo salariale, e che è questo schiavismo, la vera linfa vitale di questo sistema delle disuguaglianze?
A me, pare proprio di no. Insomma, questi ragazzotti del 5 stelle, vogliono e si affannano, a CAMBIARE GLI EFFETTI, e non LE CAUSE SISTEMICHE, che portano alle irrazionalità che sono sotto gli occhi di tutti...DISEGUAGLIANZE SOCIALI; ALIENAZIONE; PROGRESSIVO IMMISERIMENTO DELLA CLASSE LAVORATRICE; ecc., ecc.
Cordiali saluti.
Luigi
http://www.leparoleelecose.it/?p=2219
(1) E' ovvio che non è accettabile la norma M5S per cui, per potersi candidare, occorre essere incensurati. E' ovvio. Questo induce l'anonimo in due gravi errori politici: (a) equiparare il giustizialismo al fascismo. Errore perché i movimenti fascisti salirono al potere non nel rispetto delle leggi, ma violandole e poi un bel po' di loro erano teppisti socialmente sradicati, coatti e sottoproletari. (b) sbagliato poi è fare di questo criterio (sbagliato) la pietra angolare del giudizio su M5S. Un fenomeno politico-sociale è per sua natura complesso, risultante di numerosi fattori, lo si analizza con cura, non con l'accetta dell'astio identitario. Chi non vede la positività dell'affermazione grillina è cieco, e i colori ai ciechi non è possibile spiegare.
(2) Più sostanziale la critica per cui M5S "CAMBIARE GLI EFFETTI, e non LE CAUSE SISTEMICHE" del marasma sociale che viviamo. Verissimo, infatti noi non siamo militanti del M5S ma di Mpl e crediamo che occorra fuoriuscire dal capitalismo. Ma questo è un compito di lunga lena, che per avverarsi implica vari passaggi, tra cui la demolizione dello stato di cose presenti. La questione è se la spinta che M5S incarna a ha contribuito ad innescare, è un fattore benefico o nocivo nella prospettiva della trasformazione sociale. Per noi è benefico.
Fiorenzo guarda il dito, l'anonimato e non la luna che quel dito sta indicando. Questo pretesto gli serve per non rispondere alle domande: 1) "Perché un partito comunista non può candidare un operaio che si è preso una denuncia per occupazione stradale?" 2) "Perché un partito vicino all'antagonismo non può candidare uno studente che ha avuto una condanna per aver occupato la scuola quando era magari minorenne?"
Ma il discorso sull'anonimato, mi si consenta un po' di psicologismo, tradisce il giustizialismo dell'ex grillino. Mi ricorda molto da vicino il discorso di chi lamenta il travisamento di chi fa gli scontri di piazza. E' ovvio che di fronte ad un regime tu ti devi nascondere. Lo fanno gli zapatisti in messico, i maoisti i india e gli anarchici in Italia...
Ma se te credi che la legge sia così giusta che essere condannati equivale alla perdita dei diritti politici, evidentemente non capirai mai quei compagni che gloriosamente da 30 anni marciscono nelle carceri italiane per aver cercato di fare la rivoluzione, nè capirai mai la ragione dell'anonimato in rete. Per chi è compatibile col sistema non ci sono pericoli. Io, nei confronti dello Stato Borghese, non ho la coscienza a posto.
Fiorenzo guarda il dito, l'anonimato e non la luna che quel dito sta indicando. Questo pretesto gli serve per non rispondere alle domande: 1) "Perché un partito comunista non può candidare un operaio che si è preso una denuncia per occupazione stradale?" 2) "Perché un partito vicino all'antagonismo non può candidare uno studente che ha avuto una condanna per aver occupato la scuola quando era magari minorenne?"
Ma il discorso sull'anonimato, mi si consenta un po' di psicologismo, tradisce il giustizialismo dell'ex grillino. Mi ricorda molto da vicino il discorso di chi lamenta il travisamento di chi fa gli scontri di piazza. E' ovvio che di fronte ad un regime tu ti devi nascondere. Lo fanno gli zapatisti in messico, i maoisti i india e gli anarchici in Italia...
Ma se te credi che la legge sia così giusta che essere condannati equivale alla perdita dei diritti politici, evidentemente non capirai mai quei compagni che gloriosamente da 30 anni marciscono nelle carceri italiane per aver cercato di fare la rivoluzione, nè capirai mai la ragione dell'anonimato in rete. Per chi è compatibile col sistema non ci sono pericoli. Io, nei confronti dello Stato Borghese, non ho la coscienza a posto.
@il dito e la luna:
1) l'anonimato non difende da alcuna eventuale indagine poliziesca
2) se proprio non ci si vuole registrare con nome e cognome, per qualche seria ragione, si usi almeno un nick. Questo aiuta la conversazione, perché si può sempre confrontare quello che afferma, ad esempio, "katanga" sul tema A con quello che lo stesso "Katanga" sostiene sul tema B.
p.s. eccezione alla mia decisione, che non si ripeterà. Ahimè, non riesco mai ad essere determinato con le mie "minacce"... e infatti i miei studenti ormai non ci credono più che li boccio...:-)
Guarda che io mi firmo sempre anti-grillino.
Ora mi rispondi?
Incollo di nuovo, per la terza volta:
Caro Fiorenzo, eviti sempre, anche in altre discussioni avute sul commentario di Sollevazione, il tema del giustizialismo, per me centrale.
Perché un partito comunista non può candidare un operaio che si è preso una denuncia per occupazione stradale? Se passasse la loro proposta di impedire la candidadura a chi ha precedenti penali ciò non sarebbe possibile.
Perché un partito vicino all'antagonismo non può candidare uno studente che ha avuto una condanna per aver occupato la scuola quando era magari minorenne? Se la norma interna di grillini e dipietristi diventasse legge dello stato questo sarebbe matematicamente impossibile.
Io faccio sempre queste domande ai grillini e non ricevo MAI risposte.
Credo che sia il tema centrale e la loro non risposta indica la loro malafede. Sono dell'idea che il futuro sarà segnato da una forta tensione sociale. Il giustizilismo grillino potrebbe essere un modo con cui i servizi e i poteri forti cercano di ostacolare tale processo.
Immaginiamo che l'mpl va fortissimo e rischia di entrare in parlamento con la sua carica rivoluzionaria: immaginiamo che la magistratura durante la campagna elettorale arresta Pasquinelli come ha già fatto 3 volte mi pare e altri compagni in lista. Un tempo la solidarietà sarebbe stata diffusa. Dopo l'ondata del grillismo, tale operazione potrebbe invece ricevere meno opposizione. Culturalmente il giustizialismo, ha ragione il wu ming, è il preludio del fascismo.
Vorrei che mi rispondessi al tema, altrimenti fai il gioco del complotto fascio-grillino
"Ma il discorso sull'anonimato, mi si consenta un po' di psicologismo, tradisce il giustizialismo dell'ex grillino. Mi ricorda molto da vicino il discorso di chi lamenta il travisamento di chi fa gli scontri di piazza. E' ovvio che di fronte ad un regime tu ti devi nascondere"
FACCIO NOTARE CHE SUL WEB L'ANONIMATO E' UNA PIA ILLUSIONE. SI SCARICA DAL WEB GRATUITAMENTE UN'APPLICAZIONE CHE PERMETTE DI RISALIRE AL TITOLARE DI UNA CASELLA DI POSTA, DI UN SITO ecc... figurati gli strumenti che hanno gli apparati di sicurezza. Pwer loro nessuno è anonimo nella rete.
Quindi non diciamo coglionate per favore!
@anti-grillino: si, adesso ti rispondo. Una delle ragioni (non la più grave) per cui ho abbandonato il M5S è proprio la questione della non candidabilità dei pregiudicati. Se ne è parlato, e tutti dicevano cose del tipo "si, ma è ovvio che si applica solo ai reati gravi o a quelli contro la PA". Ed io a ribadire "ok, ma dove sta scritto? Dove sta l'elenco dei reati si e dei reati no? Quando, in che sede, con quali formalità, se ne è discusso e si è deciso? Come, in quale sede, è possibile discutere casi particolari e non previsti?".
A queste domande, come ad altre, le risposte sono risultate per me insoddisfacenti. Ho fatto fagotto e me ne sono andato. Altri sono rimasti, mugugnando e aromentando "le cose positive sono di più di quelle negative etc...". Io me ne sono andato... in cerca di qualcosa di meglio.
Resta il fatto che il disaccordo con il M5S su questo e diversi altri punti non li rende miei nemici. Per me sono interlocutori, con i quali è necessario confrontarsi, anche con durezza, ma confrontarsi.
Un saluto, Fiorenzo Fraioli
Sono interessatissimo, a sapere perchè, la spinta del M5S, è un fattore benefico nella prospettiva della trasformazione sociale.
Grazie anticipato per la risposta, e saluti.
Luigi
Il peggior prodotto del berlusconismo è l'antiberlusconismo
... vero, verissimo! come che il bordighismo è uno dei peggiori scarti del marxismo.
"Figli piccoli, problemi piccoli. Figli grandi, grandi problemi". Il vecchio adagio va bene anche per i partiti politici, 5 Stelle compreso. Se ne starà accorgendo Beppe Grillo, proprietario - come prevede il "non statuto" - del marchio M5S (unico caso al mondo). L'elezione di Pizzarotti a sindaco di Parma, subito dopo la festa, rischia di riportare a galla i malumori diffusi nella parte del MoVimento che, più o meno velatamente, chiede maggiore democrazia interna.
Oggi in un post il comico (anzi, il politico) genovese scrive: "La Rete non deve lasciare soli i nostri sindaci. Tutto è avvenuto molto in fretta e c'è la necessità di ricoprire ruoli operativi. A Parma abbiamo bisogno di aiuto. Cerchiamo una persona con esperienza della gestione della macchina comunale per la carica di direttore generale al più presto. Incensurata, non legata ai partiti, di provata competenza". Fin qui, insomma, tutto ok. Ma dopo arriva la bordata: "Ho saputo soltanto ieri sera della auto candidatura (appoggiata da un consigliere del M5S dell'Emilia Romagna) di Valentino Tavolazzi di Progetto per Ferrara a cui è stato inibito l'uso congiunto del suo simbolo con quello del M5S qualche mese fa. Ovviamente è una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente. Mi meraviglio che Tavolazzi si ripresenti ancora sulla scena per spaccare il M5S e che trovi pure il consenso di un consigliere". È sale su una ferita mai rimarginata: l'espulsione di Tavolazzi, stimato volto storico grillino dell'Emilia Romagna, espulso mesi fa senza troppe spiegazioni perché "colpevole" di aver partecipato (i maligni dicono "organizzato") un meeting a Rimini in cui si proponeva una strutturazione più "partitica" del M5S. Al momento eterodiretto dal tandem Grillo-Casaleggio.
(continua..)
(continua...)
I "movimentisti". E poi c'è la Liguria, anzi Genova. Dove Paolo Putti, educatore di 42 anni, ha sfiorato il ballottaggio contro Marco Doria. È uno dei pochi che si definisce, almeno idealmente, "di sinistra". A differenza della maggioranza dei compagni di "partito", preferisce le assemblee in carne e ossa a quelle telematiche ("Le identità esclusivamente virtuali sono un po' pericolose", spiega). Seppur sconsigliato dallo staff di Grillo, si confrontò lo stesso in dibattiti pubblici con gli altri candidati a sindaco.
Infine, c'è proprio Valentino Tavolazzi. Lui si considera ancora dentro il M5S, per Grillo è fuori. Si è adoperato molto anche in queste amministrative, e la vittoria di Comacchio è in parte sua. Oggi dice cose pesantissime. "Adesso basta con gli attacchi personali infondati e le scomuniche di migliaia di persone. Il MoVimento è nostro, non di Casaleggio". E ancora: "La rete non può essere lo strumento per diffamare le persone. Questo accade nei partiti. Basta anche ai messaggi subliminali, alle insinuazioni, alle accuse senza nome. Non è la trasparenza che predichiamo. Non è il MoVimento che vogliamo". Come finirà? Difficile saperlo. Di sicuro Tavolazzi non si arrende: "Le amministrative sono finite, ora dobbiamo tornare a parlare di quella mia espulsione ingiustificata, a cui se ne sono aggiunte le altre di chi con me chiedeva spiegazioni. Non si può predicare la democrazia diretta se poi al nostro interno non ce n'è".
Di certo Tavolazzi ora può contare sul pieno appoggio, un appoggio pubblico, del M5S di Parma: "Il Comune ha bisogno di poter contare su persone che abbiano già dato prova di grande professionalità in ambito amministrativo. Riconosciamo a Grillo il grande merito di non aver mai interferito nella selezione dei candidati e nelle scelte politiche. Siamo certi quindi che avremo il suo pieno sostegno nell'autonomia di una decisione di carattere strettamente tecnico". Un modo soft per invitare il 'caro leader' e la Casaleggio a non intromettersi.
Su Facebook, alla fin fine, Federico commenta così tutta la faccenda: "Occhio che anche voi siete un partito oramai. Certamente non tradizionale e per molti versi originale, ma sempre un partito siete. Attenzione poi a fare quelli che fanno la lista dei buoni e dei cattivi, non l'ha fatta neanche Gesù quando si è fatto uomo".
(fine)
La posizioni di Grilo sugli immigrati e la sua dichiarazione che il suo movimento ha salvato i partiti (sic!) intercettando il malumore delle masse e impedendo che questo possa andare verso l'estrema sinistra o l'estrema destra , dice tutto di Grillo e del suo movimento!!
Non c'è possibilità di dialogare con Grillo e il suo movimento
ahimè ...
Viva la rivoluzione comunista!
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