Il presunto attentatore |
Che segnale hanno voluto lanciare? E a chi?
di Piemme
Tra le spiegazioni la più esilarante l'hanno sfornata i neo-fascisti di Casa Pound. Ha dichiarato il loro portavoce, Gianluca Iannone:
«Si tratta dell’ennesimo gravissimo atto intimidatorio nei confronti di CasaPound Italia. Un gesto di cui riteniamo responsabili tutti i partiti che, forse per sviare l’attenzione dai loro sempre più pressanti guai giudiziari e dalla crisi economica che con la loro complicità strangola il paese, continuano ad additare Casa Pound come ‘minaccia democratica’ da annientare a ogni costo. (...) Una logica schizofrenica. Dopo la tentata devastazione delle sedi, l’assalto al banchetto di Giulianova e al Circolo futurista Casal Bertone, la lettera delle Br recapitata al circolo di Milano, arrivano le bombe».
La megalomania contenuta in questa tesi è fin troppo evidente. Figuratevi se il problema, in questo paese, sono i rimasugli neofascisti. Lasciamo questi ragazzotti cullarsi nell'idea che sono una minaccia per lo Stato.
Sulla scala del risibile in pole position si sono attestati immediatamente gli ammennicoli del Partito democratico. Il sangue sull'asfalto non era stato ancora rimosso che loro, sotto le mentite spoglie dell'Associazione Libera, hanno indetto subito manifestazioni... "contro la mafia". Mai cantonata fu più clamorosa. Già la sera del sabato 19 maggio erano gli stessi inquirenti, pressoché all'unisono, a destituire di ogni fondamento la "pista mafiosa".
La tesi di Beppe Grillo ha una dose più alta di plausbilità. Dopo il terremoto elettorale che ha portato in auge il M5S, afferma il Grillo, certi "poteri e servizi deviati" sono decisi a stroncare la loro avanzata a suon di bombe, dando avvio ad una stagione stragista. Anche qui, tuttavia, una buona dose di egocentrismo.
V'è poi la tesi che l'attentato sia stato concepito e orchestrato da pezzi "deviati" degli apparati preposti alla sicurezza e alla difesa dello Stato per intimidire i movimenti dell'antagonismo sociale, e quindi per spaventare i cittadini. Un'azione deterrente affinché essi, in una situazione sociale gravida di conflitti, restino fuori dalla disputa sociale e si chiudano in casa.
L'ultima tesi ha a che fare con la gambizzazione anarco-insurrezionalista di Genova. La bomba ha avuto l'effetto di coprire il gesto anarchico, di montargli sopra per seppellirlo, di gettarlo nell'oblio, anzi di eterodirigerlo e "sporcarlo" per cambiarne il segno simbolico: il gesto violento mirato partorisce il terrore indiscriminato. Questa tattica non è nuova: il potere, o chi per esso, sfrutta un'azione nemica, per ottenerne il massimo vantaggio momentaneo.
E' evidente che, non disponendo di prove certe su chi siano esecutori e mandanti del vile attentato, possiamo solo congetturare, svolgendo delle deduzioni sulla base, non tanto di indizi, ma di deduzioni politiche. Anche questa ipotesi è veridica, attendibile.
Ci si deve quindi porre una prima domanda, dalla quale dipendono tutte le eventuali risposte. L'attentato è stato un gesto di natura politica o no? Dalla risposta affermativa derivano una serie di considerazioni logiche possibili. Non è quindi decisivo chiedersi chi siano stati gli esecutori —il sottoscritto ritiene che dalle immagini riprese dalla telecamere del chiosco gli inquirenti non tireranno fuori un ragno dal buco, che quindi la traccia sia stata lasciata deliberatamente a scopo depistatorio— quanto piuttosto i mandanti. Poniamoci una prima domanda: qual'è il vero bersaglio politico della bomba? E poi una seconda: quale effetto o effetti questi mandanti si sono auspicati di ottenere?
Chi scrive pensa che i destinatari della missiva siano proprio coloro che sono oggi al potere, non solo la coppia Napolitano-Monti, ma il fronte politico "emergenziale" che lo sostiene. I risultati elettorali accentuano lo sfaldamento del centro-destra, il che equivale a dire che all'interno della melmosa struttura statuale, con l'operazione Monti e il commissariamento dell'Italia, è in atto uno sconquasso, una profonda redistribuzione delle fette di potere. C'è chi scende e c'è chi sale. E chi scende, privato dei suoi antichi protettori politici e istituzionali, non accetta la retrocessione o addirittura l'emarginazione. E quindi, non praticabili le consuete e opache vie concertative, tenta di far saltare il tavolo negoziale.
A questo potremmo aggiungere che il programma montiano di radicali tagli alla spesa pubblica, coinvolgendo anche gli apparati di sicurezza dello Stato, crea non solo scontento, ma suscita il vero e proprio sabotaggio del programma medesimo. Le risorse pubbliche dissipate dall'onnivora sicurezza nazionale sono enormi, una pletora si dipartimenti, di funzioni, di cariche e di mansioni che, in una logica di rigore del bilancio non possono essere giustificate. Dopo Genova Brindisi, un vero e proprio carico da novanta, dimostrando così quanto forte sia il pericolo dei terrorismi rinascenti, con l'obbiettivo dunque di indurre chi decide sulle voci di spesa (il governo) a non tagliare i flussi di risorse dedicati ai pletorici organi preposti all'antiterrorismo. Infondo anche le barbe finte e sbirraglia varia tengono famiglia, e ci tengono al loro status sociale.
7 commenti:
A' Iannone....MA VATTELO A PIGLIARE IN CULO!!!
Analisi molto interessante. Finalmente non si cade nel solito complottismo di chi dice che dagli anarchici alla mafia tutti sono pedine dello Stato.
Condivido al 100% questa ipotesi:
"L'ultima tesi ha a che fare con la gambizzazione anarco-insurrezionalista di Genova. La bomba ha avuto l'effetto di coprire il gesto anarchico, di montargli sopra per seppellirlo, di gettarlo nell'oblio, anzi di eterodirigerlo e "sporcarlo" per cambiarne il segno simbolico: il gesto violento mirato partorisce il terrore indiscriminato. Questa tattica non è nuova: il potere, o chi per esso, sfrutta un'azione nemica, per ottenerne il massimo vantaggio momentaneo."
In essa si vede che gli anarchici non hanno agito per lo Stato, ma lo Stato ha voluto distrarre l'attenzione dal loro programma di propaganda col fatto...
Caro Piemme una più attenta analisi della notizia , le avrebbe permesso di capire che il comunicato di Iannone si riferiva a questo episodio:
Palermo, 29 mag. (Adnkronos) - ''Una bombola del gas con innesco e' stata trovata davanti all'abitazione di un militante di CasaPound Italia a Mondello, un villino nei pressi di Palermo dove l'iscritto di Cpi vive con la famiglia''. Lo riferisce l'associazione in una nota in cui spiega che ''la presenza dell'ordigno, posizionato vicino a un secchione della spazzatura a ricordare, forse, l'attentato di Brindisi, e' stata segnalata da una telefonata alla polizia. Sul posto - aggiunge Cpi - sono intervenuti gli artificieri che hanno messo in sicurezza la bombola, una sorta di bomba artigianale confezionata con batterie usate come innesco, che non sembrava comunque in grado di esplodere''.
Il pregiudizio spesso gioca brutti tiri.
Quindi Iannone si è fatto la bombola per firmare.Va bene anche questa?Quando si guata nel torbido si può pescare di tutto,ci siamo pressochè cresciuti in mezzo al fango.
hai ragione...e poi da un fascista cosa ci si aspetta?
Ribadisco il mio primo commento.
Accidenti che informazione.
Citi frasi che non c'entrano assolutamente con la bomba di Brindisi per dare una base alle tue puttanate.
Quanto stai messo male.
leggendo questa vostra su Grillo si capisce benissimo che la dose eccessiva di egocentrismo e critica su tutto questa volta e a carico di Piemme ed MANIFESTO DEL MOVIMENTO POPOLARE DI LIBERAZIONE + TRIBUNALE POPOLARE CONTRO I CRIMINI SOCIALI E AMBIENTALI tutti contro Grillo....siete pasta già cotta servita fredda........
La tesi di Beppe Grillo ha una dose più alta di plausbilità. Dopo il terremoto elettorale che ha portato in auge il M5S, afferma il Grillo, certi "poteri e servizi deviati" sono decisi a stroncare la loro avanzata a suon di bombe, dando avvio ad una stagione stragista. Anche qui, tuttavia, una buona dose di egocentrismo.
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