tag:blogger.com,1999:blog-8331350360694748810.post8018039135065976881..comments2023-06-22T10:30:27.914+02:00Comments on sollevazione: TERNI: ULTIME DALLA LOTTA DEGLI OPERAI AST di Marcia della DignitàSOLLEVAZIONEhttp://www.blogger.com/profile/06518274623438799369noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-8331350360694748810.post-83707424719575649562014-10-11T18:42:03.155+02:002014-10-11T18:42:03.155+02:00E ancora una volta chi scrive tratta il lavoro com...E ancora una volta chi scrive tratta il lavoro come fosse un diritto. Ma questi pseudointellettuali non la smetteranno mai di sviare la povera gente da quello che è il loro vero diritto? e cioè una vita dove l'obbiettivo non è il lavoro ma il benessere, che si può ottenere solo attraverso la garanzia del soddisfacimento dei diritti fondamentali che un individuo ha PER IL SOLO FATTO DI ESISTERE ? (per gli pseudo intellettuali che non lo capissero significa che tali diritti devono essere garantiti anche a chi sceglie di non fare lo schiavo per una multinazionale) In particolare una comunità che si possa definire civile deve garantire che tutti possano avere un tetto, di che nutrirsi, di che istruirsi, di che curarsi. E TUTTO CIO' COMUNQUE E INDIPENDENTEMENTE DAL FATTO DI LAVORARE O MENO. Ovviamente, io non sto sostenendo, che la garanzia del soddisfacimento di questi diritti minimi vitali si possa soddisfare senza LO STRUMENTO DEL LAVORO, ma ce modo e modo di utilizzarlo. Di sicuro per ottenere quanto sopra descritto non si può e non si deve contare sull'impresa privata, la quale, istituzionalmente ha il principale obiettivo di ottenere per i propri investitori un profitto, il più alto possibile. Quindi è normale per un'impresa privata spostarsi da una parte all'altra del mondo, laddove vede la possibilità di avere profitti più alti. L'imprenditore privato è interessato solo al profitto personale, non certo al benessere degli operai o a quello dell'ambiente dove lavora. Questa è la realtà a cui, volenti o nolenti, anche i lavoratori dipendenti devono rassegnarsi. Il fatto di alimentare la convinzione che bisogna in qualche modo indurre le imprese private a caricarsi dell'onere di far lavorare la gente è CRUDELE E SBAGLIATO OLTRE CHE POLITICAMENTE SCORRETTO. Finiamola con l'illudere la gente di cose che non esistono (imprese con coscienza umanitaria) al solo scopo criminale di nascondere la realtà e cioè quella di uno stato che non vuole fare lo stato cioè quell'entità che per obiettivo primario dovrebbe avere il pubblico benessere. Se i nostri intellettuali invece di sobillare la gente con obiettivi impropri concentrassero le loro energie per mettere in discussione uno stato che non funziona (forse che non vuole funzionare) e proporre delle regole sociali che permettano alle persone di vedersi garantiti i loro diritti fondamentali, farebbero cosa gradita e utile. BATTERSI PER CONVINCERE LA GENTE CHE IL LAVORO E' UN DIRITTO VUOL DIRE BATTERSI PER CREARE LA CONVINZIONE CHE ESSERE SCHIAVI E' UNA COSA DESIDERABILE. Io non mi assumo questa responsabilità e sostengo fermamente che il lavoro è uno strumento, (NON Può E NON DEVE ESSERE UN OBIETTIVO NE TANTOMENO UN DIRITTO) da usare con la maggior parsimonia possibile al fine di ottenere il maggior benessere possibile. IL BELLO E' CHE LA COSA E' POSSIBILE.Maxhttps://www.blogger.com/profile/07851140706628371134noreply@blogger.com