tag:blogger.com,1999:blog-8331350360694748810.post4728552585744481284..comments2023-06-22T10:30:27.914+02:00Comments on sollevazione: LA MITOLOGIA DELLE FORZE PRODUTTIVE AL TEMPO DEL LAVORO "IMMATERIALE" di Carlo FormentiSOLLEVAZIONEhttp://www.blogger.com/profile/06518274623438799369noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-8331350360694748810.post-38159949466701718862017-06-05T19:51:51.606+02:002017-06-05T19:51:51.606+02:00Personalmente sono d'accordo con Formenti su d...Personalmente sono d'accordo con Formenti su due punti, mentre dissento su un terzo. E' vero che, a rigor di termini, non esiste nulla di veramente 'immateriale' e che, pertanto, quando si fa uso di questo termine, si impiega una metafora, che, come tutte le metafore, può essere mistificante. In secondo luogo concordo con Formenti anche nel negare la tesi marxiana classica che il capitalismo crei al suo interno le condizioni del proprio superamento; questa è una tesi notoriamente deterministica che è poco convincente proprio perché manca di quella complessità antropologica alla quale fa giustamente riferimento Alberto Capece Minutolo. Infine dissento da Formenti nell'idea che le tecnologie produttive siano talmente compromesse con il sistema di produzione da renderle inutilizzabili al di fuori del loro contesto di origine o di esercizio attuale. In definitiva uno strumento (tali sono le tecnologie produttive) non può essere confuso con il suo uso e ancor meno con il fine per il quale lo si usa. Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8331350360694748810.post-41600680795482501012017-06-05T10:15:00.948+02:002017-06-05T10:15:00.948+02:00Sono un grande estimatore di Formenti, ma in quest...Sono un grande estimatore di Formenti, ma in questo caso lo seguo poco, anche se ha ragione sui singoli punti. Il problema centrale è il fatto che la vita, la società, le persone e le classi non sono digitali (o dialettiche nel senso tecnico), ma analogiche. Il che vuol dire che senza dubbio è vero che non esistono tecnologie o sistemi di produzione neutri, ma che tuttavia essi non funzionano secondo il principio di tutto o niente, ma presentano sfumature e tratti intermedi che consentono di sfruttarli in maniera del tutto contraria a alla loro organizzazione interna. Putroppo ciò che fondamentalmente manca in Marx come in tutta la letteratura dialettica è un'antropologia complessa e non soltanto riflessa. Albertohttps://www.blogger.com/profile/17459918421341127739noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8331350360694748810.post-69100103502728834712017-06-04T17:46:56.167+02:002017-06-04T17:46:56.167+02:00Bravo Formenti quando deride la "convinzione ...Bravo Formenti quando deride la "convinzione che le forze produttive - il general intellect - sviluppate dal capitale siano "neutre", per cui una società socialista potrebbe liberamente appropriarsene", ma proprio per questo trovo incomprensibile la sua tesi secondo cui "nell'economia e nel capitalismo digitali - come ritengo più corretto definirli - non c'è alcun che di immateriale". Prendiamo le trasazioni bancarie, ad esempio: sono delle stringhe numeriche che vengono trasferite da un computer all'altro, e spesso da una parte all'altra dello stesso computer. La domanda è: ma che rapporto esiste tra il bene (o merce) e il suo pagamento? Si è passati dal baratto (merce contro merce) al denaro "pagabile a vista" (gold standard) per approdare alla società cashless. Vi sembra che tutta questa trasformazione non abbia portato ad una virtualizzazione della parte materiale? Anche una videochiamata è "materiale" nel senso di pixel colorati che si illuminano secondo precisi criteri sullo schermo. Ma rimane pur sempre molto meno "materiale" del chiaccherare vis a vis con una persona in carne e ossa che può essere nell'eventualità toccata fosse anche per una stretta di mano. Il percorso da fisico verso il metafisico è per me fin troppo evidente.<br />Quindi è in atto un processo di smaterializzazione che ha come base la digitalizzazione dei rapporti. E dato che la premessa maggiore è la mancanza di neutralità di ogni forza organizzata dal capitale, ne consegue (come ho cercato di spiegare nel mio ultimo articolo) che la digitalizzazione è finalizzata alla riduzione dei processi cognitivi in amorfe sovrapposizioni ontologiche che, osservate con la lente della critica materialista, somigliano fin troppo ai criteri metafisici così ferocemente criticati dai post-hegeliani.<br />In alternativa mi aspetterei una ragione plausibile per cui la digitalizzazione abbia una funzione che permetta una critica più accurata verso i nuovi dogmi del capitalismo 3.0, invece che generare una passione verso orizzonti sempre più virtuali quindi immateriali.<br />E' sulla sovrapposizione di stili che il capitalismo 3.0 sta giocando la propria partita: essendo la tecnologia in netto anticipo sui tempi medi di assimilazione dei popoli il senso di smarrimento unito alla necessità (virtuale!) di sentirsi "in linea coi tempi" sta facendo una autentica strage di sensibilità popolare. E' un tema molto difficile anche solo da accennare, e me ne rendo conto.Tonguessynoreply@blogger.com