sabato 4 giugno 2011

FORZA E LIMITI DELLA RIVOLUZIONE


SIRIA 

Studenti, contadini e disoccupati la forza motrice della rivolta contro il regime


di Khaled Chatila*

Presentiamo ai lettori un inedito intervento di Khaled Chatila, militante rivoluzionario ed esponente del Partito d’Azione Comunista siriano
 Anzitutto: il movimento che ha avuto inizio il 15 marzo 2011 in Siria è sorto del tutto spontaneamente, come reazione a tutte le sofferenze subite dalle masse popolari, sofferenze fisiche, spirituali, nella vita di ogni giorno. Tali condizioni hanno creato una coscienza spontanea che certo non può crescere senza l'intervento di un partito politico che rappresenti la classe operaia e conduca le masse ad una comprensione materialista della situazione e che quindi sappia tradurre il tutto in un programma politico.

Io accuso l’intera sinistra siriana di essere, consapevolmente o inconsapevolmente, diventata parte integrante del sistema di potere. La sua posizione è quella di cercare di porre fine alla crisi attraverso un dialogo con il regime, che è anche la posizione del regime stesso. La sinistra siriana ha vissuto un'esistenza crepuscolare per otto anni, paralizzata e isolata dalle masse popolari. Ora essa diffonde volantini di solidarietà con il movimento, ma insiste nel sostenitore il dialogo politico con il regime per realizzare una riforma graduale e pacifica.

Il movimento, che io chiamerei Movimento popolare per la rivoluzione siriana, iniziato nella città meridionale di Daraa quando due adolescenti sono stati arrestati per aver dipinto uno slogan su un muro, chiede piuttosto il rovesciamento del presidente Bashar al-Assad. Il principale slogan di ogni manifestazione è stato "Il popolo vuole il rovesciamento del regime!".

Questo movimento è spontaneo, come le rivolte in Tunisia ed Egitto, con la differenza che, in Tunisia ad esempio, un’elite politica organizzata e le organizzazioni sindacali hanno preso parte fin dall'inizio alla rivolta, mentre in tutti e due i paesi hanno avuto un peso le organizzazioni della società civile e per i diritti umani internazionalmente collegate.

In Siria, i sindacati sono parte integrante degli apparati dello Stato (alle organizzazioni di sinistra come a tutte le altre è proibito lottare nei sindacati), e la repressione è stata molto più feroce. Ogni organizzazione siriana che abbia contatti all'estero via internet rischia il processo davanti ad un tribunale speciale e anni di carcere  per "intelligenza  con il nemico". Correnti politiche pubbliche come l’egiziana Kifaya (Basta!), un movimento che ha influenzato gli intellettuali e anche i lavoratori di quel paese, non sono mai esistite in Siria dove, al contrario, intellettuali che avessero avuto un orientamento rivoluzionario hanno trascorso almeno 15 anni di carcere.

La drammatica situazione delle masse popolari

La rivolta non si è ancora estesa in tutto il paese e a tutta la società. Abbiamo una serie di insurrezioni periferiche disperse piuttosto che una rivoluzione centralizzata. I protagonisti della rivolta sono stati finora i giovani istruiti e quelli disoccupati in cerca di accesso alla modernità.
I lavoratori industriali vi partecipano a livello individuale, molte delle persone che scendono in strada vengono da quello che io chiamerei “sottoproletariato”: disoccupati, cittadini senza un lavoro regolare, che campano alla giornata. Essi lavorano precariamente, un paio di giorni qui e un paio là, soprattutto fornendo servizi ai borghesi, come camerieri, facchini, portieri, ecc. Essi non hanno alcuna sicurezza sociale o altri benefici.

L'altra componente di questo movimento proviene dalla classe medio-bassa, soprattutto giovani laureati disoccupati. Circa il 20 per cento dei giovani laureati in Siria sono disoccupati. Non possono sposarsi perché devono vivere con i genitori, sia a causa della disoccupazione che per la grave carenza di alloggi.

Ragazzi e ragazze scendono insieme per le strade; la partecipazione delle donne è accolta favorevolmente. Si può vedere su Facebook quanto creativi sono, inventando nuovi metodi rivoluzionari in letteratura, nella comunicazione e nell’organizzazione. L'età media dei manifestanti è di circa 30 anni, mentre quella nei partiti politici e nei membri della società civile è probabilmente di circa 50.

Questi giovani non avanzano rivendicazioni sociali, pensano che la democrazia politica e libertà possano risolvere tutti i problemi che devono affrontare nella loro vita quotidiana. Il loro principale obiettivo specifico, oltre al rovesciamento di Assad, è quello di cambiare la Costituzione. In particolare, esse vogliono sbarazzarsi dell'articolo 8, che designa "il partito socialista arabo Baath", come la guida dello Stato, insieme ad un non definito "Fronte nazionalista progressista", ma che include i due partiti storici comunisti, e nasseriani e i partiti nazionalisti federati con il partito Baath, forze che non hanno più molta influenza.

Questo movimento non è stato ancora in grado di minacciare seriamente l'esistenza del regime. Come spiegherò, vi è un pericolo reale che potrebbe essere stroncato, o da un colpo di stato militare, che potrebbe sbarazzarsi di Assad, ma senza cambiare la struttura di potere, o da una guerra civile lungo linee etniche e religiose. Per mobilitare milioni di siriani, la rivolta dovrebbe avanzare non solo richieste di democrazia politica, ma anche rivendicazioni sociali, le sole che potrebbero ottenere un consenso molto ampio.

Il 25 per cento dei siriani, secondo dati delle Nazioni Unite, e il 50 per cento secondo l’economista d’opposizione Aref Dalila, vivono sotto la soglia di povertà. Sebbene l'economia siriana sia molto più forte di quella della Tunisia, le classi medie sono diventate una minoranza. L'accumulazione del capitale nelle mani di nuovi settori della borghesia con la privatizzazione delle imprese statali e la liberalizzazione dei mercati sotto Bashar e suo padre Hafez, hanno fratturato le classi medie. Una parte del ceto medio è stata in grado di accumulare capitale, mentre gli altri, che vivevano abbastanza bene, conoscono condizioni di vita del tutto simili a quelle della classe dei salariati che costituiscono la maggioranza della popolazione. Un dipendente della pubblica amministrazione o un ufficiale dell'esercito hanno bisogno di fare due o tre lavori lavori per soddisfare le esigenze della famiglia, che normalmente include alcuni membri disoccupati. Ad esempio, essi potrebbero insegnare di giorno e di guidare un taxi di notte.

Il prezzo della carne e frutta è salito alle stelle. Ora i prezzi in Siria sono gli stessi che in Francia. Le persone che vivono col loro lavoro non mangiano carne da anni. Anche le fave che compongono il piatto nazionale sono diventate troppo costose per i lavoratori dipendenti. La gente mangia un sacco di ceci e soprattutto pane. Ravanelli. Ulivi. Cipolle. E pochi altri ortaggi, riso e bulgar (per il tabbouleh), che è il pasto base di entrambe dei salariati e dei sottoproletari.
A differenza di Egitto e Tunisia, poche persone in Siria, vivono di turismo. Agenti di sicurezza seguono i turisti stranieri in giro, facendo del turismo una cosa poco attraente, nonostante il paese abbia molti siti antichi.

La Siria potrebbe essere autosufficiente in agricoltura, ma non lo è. Come in Egitto, il grano e il cotone migliori vengono esportati e lo stato importa cotone di scarsa qualità e grano nero.
I contadini stanno con la rivolta perché la borghesia rurale e grandi proprietari terrieri sono alleati con il regime economicamente, anche se non necessariamente sul piano politico. La riforma agraria ha ridistribuito i fondi di proprietà feudale ai piccoli contadini, ma questi non possono ottenere l'aiuto di cui hanno bisogno, come il credito, i trattori e cooperative di acquisto. Essi sono costantemente minacciati, sia dalla siccità che dalla loro dipendenza dagli ex-feudatari sul piano del  credito. Spesso lavorano per gli ex-feudatari, come lavoratori salariati o come mezzadri o affittuari.

La prova della simpatia dei contadini per la rivoluzione è che la gente delle piccole città e delle  periferie delle grandi città è scesain piazza molto prima dei quella dei grandi centri urbani.
A Damasco e Aleppo, le due più grandi città del paese, dove sono concentrati i lavoratori industriali, le manifestazioni si sono limitate a un paio di facoltà universitarie, come ad esempio gli studenti di medicina e di scienze, che hanno fatto un sit-in nella capitale. Le camere di commercio e industria in queste due città hanno svolto un ruolo molto negativo.

Le manifestazioni più grandi sono stati in città come Daraa e in villaggi come Nawa e Zalkhab. Daraa è rimasta il punto focale principale. Si tratta di un bastione del movimento perché è un bastione della povertà. Le persone sono per lo più piccoli contadini o muratori. Durante l'intervento siriano in Libano, molti muratori andarono a lavorare nel settore delle costruzioni per la borghesia libanese e per i ricchi petrolieri del Golfo. Dal momento che la Siria è stata costretta a ritirarsi, i lavoratori siriani, in particolare i muratori di Daraa, son dovuti tornare a casa. Non c'è lavoro per loro in Siria, perché c'è poco da costruire. Così la situazione di questi muratori disoccupati ci aiuta a capire perché Daraa ha svolto il ruolo centrale che ha.

Contadini poveri

Daraa è la capitale della regione Hauran, dove molti villaggi sono in rivolta. Questa è una zona di grande produzione del frumento, ma la terra vulcanica e i contadini sono molto poveri. Il resto dei Siriani prendono in giro le persone  di questa regione,  grandi lavoratori ma stupidi, disposti a lavorare per niente. A causa della povertà, il livello di istruzione è molto basso. La gente deve andare a lavorare molto giovane. In genere, non sono molto rappresentati nel governo.

Molti dei contadini di questa regione provengono dalla zona curda nel nord-est. Quando la grande diga sul fiume Eufrate fu costruita, nel 1970, il governo li trasferì dando la terra migliore ai contadini arabi. Il regime ha cercato di costruire una "cintura araba" intorno alla diga per ridurre la possibilità di un movimento nazionalista curdo. Così molti dei piccoli contadini nel Hauran hanno sofferto due volte, una volta derubati e repressi dai cosiddetti nazionalisti arabi e poi sfruttati come contadini e muratori.

Ecco perché questa città è stata tra i primi a ribellarsi. E’ il fattore comune della povertà nella regione e l’abitudine ad una vita dura che ha reso la gente molto coraggiosa. La Siria conosce enormi disparità regionali. I ricchi vivono e spendono come in Francia. Ora le proteste si sono diventate concentrate a Homs, vicino al confine libanese, e Baniyas, una città costiera settentrionale. Entrambe le città sono state circondati dai militari. Queste due città sono importanti perché sono collegate alle regioni a maggioranza sunnita e la costa principalmente alawita. (Circa l'80 per cento dei siriani sono musulmani sunniti, il resto sono musulmani alawiti e cristiani)

La struttura di potere si basa sul clan alawita e in generale sull'etnia alawita, ma non esclusivamente. Gli alawiti dominano gli apparati del governo, dell'esercito e della sicurezza. Bashar Assad sta cercando di trasformare la situazione in una guerra civile tra i sunniti, alawiti e cristiani, e la sinistra dice che si deve sostenere il regime a causa di questo pericolo. Il regime e la sinistra che lo appoggia, sottolineano la minaccia di un intervento straniero in una situazione del genere. La verità è che  il movimento, molto chiaramente e consapevolmente, chiede l’unità siriana, questo anche nelle zone curde del nord-est.

Lo slogan Bashar è “Dio, la Siria e Bashar, è tutto quello di cui abbiamo bisogno!" La rivolta lo  trasforma gridando: "Dio, la Siria e la libertà, è tutto quello che abbiamo bisogno!" e "Uniti, uniti, uniti, il popolo siriano è unito!". Il regime utilizza la religione per legittimare se stessa, mettendo Bashar dalla parte di Dio. Come in Egitto, alcuni siriani usarno riferirsi a Dio per dire che Bashar non è la massima autorità. Fra gli arabi, il riferimento a Dio non è necessariamente religioso, ma può esserlo. I giovani in rivolta sono molto consapevoli di questo. Hanno aggiunto la parola "libertà" per distinguersi dai fondamentalisti.
All’inizio, in occasione di una manifestazione all’uscita da una moschea, i fondamentalisti hanno gridato "Allahu Akbar", mentre i giovani cantavano, "Libertà, libertà, libertà!" I giovani hanno usato un quarto slogan: "Il popolo siriano non accetta umiliazioni", riferendosi sia al regime che alla dominazione imperialista nel mondo arabo.

Lo sfondo storico della rivolta in Siria e altrove nel mondo arabo è l'umiliazione subita da questi popoli con l'aggressione imperialista in occasione dellala prima guerra del Golfo del 1991, quando venne cacciato dal Kuwait l'esercito iracheno di Saddam Hussein, [Assad padre si alleò con Bush padre], con la seconda guerra e l'occupazione dell'Iraq e il massacro israeliano a Gaza. Tutti questi eventi hanno dimostrato che il potere siriano, proprio come gli altri regimi arabi, non ha una strategia vera e propria per la liberazione nazionale nonostante la sua retorica nazionalista.

Naturalmente, l'esplosione in Siria è stata molto influenzata dalla Tunisia ed Egitto, ma anche il movimento in Iran dopo le elezioni del 2009 è stato molto importante. Io credo che la rivolta iraniana abbia precorso i movimenti arabi.

Un regime capitalista

Quando si applica una analisi materialista, si può vedere che ci sono due borghesie in Siria, la borghesia burocratica (i burocrati, gli apparatchik) e la borghesia mercantile tradizionale. La borghesia burocratica nacque con la conquista del potere da parte Hafez al-Assad nel 1970. La gente usa l'espressione "signor dieci per cento" per riferirsi ai grandi capi dei servizi militari e di intelligence che ottengono un 10 per cento di commissione per ogni contratto tra Stato e investitori stranieri o per dare un’autorizzazione alla borghesia tradizionale per un progetto o un appalto. Nel corso del tempo i "signori dieci per cento" sono diventati l'apparato dirigente, con il conseguente accumulo di capitale finanziario nelle mani dei burocrati. Quando il figlio Bashar Assad salì al potere nel 2000, i burocrati hanno iniziato a investire il capitale che avevano accumulato, sia nei  mercati internazionale che in quello siriano.

Le riforme economiche del regime di Bashar sono iniziate con le liberalizzazioni per favorire la crescita del settore privato. Questo ha permesso alla borghesia burocratica emersa dalla classe media di diventare ricca. Le liberalizzazioni hanno inoltre prodotto una spaccatura nella classe media. Una parte è diventata molto ricca mentre l'altra ha perso i suoi vantaggi precedenti. Il Baath partito non ha eliminato la borghesia tradizionale quando salì al potere. Il modo di produzione dominante era e rimase capitalista e dipendente dall'imperialismo. La borghesia burocratica ha tentato di descrivere ciò che ha creato come un "modo di produzione sociale" - in altre parole, né capitalistico, né socialista.

Quando i baathisti salirono al potere nel 1963 col colpo di stato, essi nazionalizzarono la grande industria e le medie imprese mettendole sotto la direzione dei loro stessi burocrati. Il partito Baath aveva solo 500 iscritti al momento del colpo di stato. Successivamente aprì le porte ad ogni sorta di opportunisti. Dopo la rottura tra l'Egitto di Nasser e il partito Baath siriano nel 1961 [quando la Siria respinse fusione con l'Egitto voluta da Nasser, Ndt], molti siriani aderirono alla corrente  nasseriana. Una volta che i baathisti, grazie ai militari, presero tutto il potere,  a poco a poco schiacciarono tutti gli altri partiti e istituirono un sistema di partito unico. Non c'era nessuna costituzione, solo il dominio della forza. Tra il 1963 e il 1970, quando Assad capeggiò un altro colpo di stato militare, il settore privato si unì rapidamente alla borghesia burocratica. Gli apparatchik avevano bisogno del mercato capitalistico governare l'economia. Questo fu un periodo molto prospero per il settore immobiliare e il settore degli scambi con l’estero.

Il colpo di stato di Assad, nel 1970, permise un primo consolidamento dello stato siriano [dopo decenni di instabilità politica a causa della rivalità dei centri di potere. Prima dell’indipendenza dlla Francia la Siria, in quanto entità politico-statuale, non esisteva nella sua forma attuale, Ndt]. Così, sia la borghesia mercantile che quella affaristica diventò un alleato organico della borghesia compradora-burocratica —dico compradora perché si trattava di fugure che rappresentavano gli interessi delle multinazionali. Quindi tutte e due queste borghesie prosperarono sotto Hafez Assad. Egli voleva costruire uno Stato costituzionale con una propria forte presenza militare sulla scena internazionale. Il suo sogno era quello di unire il Bilab al-Cham [Siria, Libano, Palestina e Giordania, a volte chiamati erroneamente il Levante in inglese, Ndt] sotto la sua guida. Poco prima del suo colpo di stato, nel 1968, affermò che il Partito Baath era marxista e ipocritamente promise di sostenere i palestinesi.

In realtà Assad, che era sottosegretario generale alla difesa quando Israele occupò nel 1967 le siriane Alture del Golan, giunto al potere cessò tutti gli aiuti ai palestinesi. Permise il massacro dei palestinesi nel nord della Giordania (l'esercito siriano stette a guardare durante il Settembre Nero del 1970, quando il Re di Giordania soffocò nel sangue il movimento palestinese di quel paese, Ndt]. Un mese dopo Assad fece il suo colpo di stato imprigionando tutti i militanti di sinistra.

La Costituzione consegna al Presidente della Repubblica poteri supremi. Egli può dichiarare lo Stato di emergenza, imporre il coprifuoco, formare tribunali speciali e di stabilire un "Tribunale Supremo di Sicurezza dello Stato". Può sciogliere l'Assemblea del popolo [il Parlamento, Ndt] quando vuole e governare per decreto nel corso di un tale periodo di emergenza. Tutti gli articoli della Costituzione che garantiscono le libertà individuali e sociali, per esempio, formare delle organizzazioni civiche e il diritto di manifestare, sono stati sussunti dai poteri speciali generali di Assad. Questo Stato di eccezione dura senza interruzioni dal 1970, malgrado la sinistra abbia avuto, in certi periodi, la libertà di critica e di discussione.

La borghesia mercantile ha goduto di un periodo di grande prosperità, in termini di accumulazione di capitale, grazie alla sua alleanza con la borghesia burocratica. Nel 1975 l'esercito siriano entrò in Libano. Gli Stati Uniti e Israele invocarono questo intervento, affinché l'esercito siriano ponesse fine all’ascesa dei movimenti nazionali libanesi e palestinesi. Questo allargò il mercato siriano sia dei capitali che della forza lavoro. Allo stesso tempo, i Paesi dei petrodollari del Golfo, soddisfatti per l'intervento siriano in Libano, fornirono un grande aiuto ad Assad. Egli usò questo soccorso per  migliorare gli standard di vita e lavoro impiegando centinaia di migliaia di funzionari in compiti inutili, per rafforzare gli apparati di sicurezza, i quali avevano a loro volta centinaia di migliaia di dipendenti.

Makloufistan

Niente potrebbe essere fatto al di fuori del sistema generalizzato di corruzione. Ad esempio, per ottenere un certificato di nascita dal municipio si deve pagare una tangente di 15 dollari. Se per caso sei stato arrestato devi pagare 150 dollari per uscire, o almeno10 se non hai fatto niente. Un commerciante deve avere un generale come proprio protettore, non può ottenere una licenza d'importazione senza il suo permesso connivente, e se sfida questo andazzo può andare in prigione per "corruzione".

Il sistema giudiziario era completamente corrotto, così che i cittadini persero ogni rispetto per esso. Il Parlamento diventò  un “consesso per applaudire il regime”. Il potere esecutivo venne trasformato in un centro di corruzione.

La vecchia ideologia baathista "socialista araba" faceva velo alla pura e semplice violenza. Il regime governava non in nome della legge, ma della forza bruta.

La globalizzazione dell'economia siriana è iniziata con Bashar nei primi anni 2000, un decennio dopo la caduta del muro di Berlino e la rottura del cosiddetto “campo socialista” [di cui la Siria era alleata, Ndt]. La Siria non è stata risparmiata, economicamente e politicamente, dai cambiamenti che il mondo stava subendo. Bashar, come la Tunisia e il Marocco, si è avvicinato alla UE, in cerca di una zona di libero scambio con essa. E ha cercato di avvicinarsi agli Stati Uniti, con un certo successo iniziale.

Ma ha ereditato dal padre il concetto che la forza internazionale della Siria dipende dalle sue alleanze. Dopo la caduta dello Shah in Iran nel 1979, queste alleanze sono state strette con l'Iran,  Hezbollah, e quindi Hamas. Sia Assad padre che figlio sono hanno una concezione machiavellica: ogni alleanza è temporanea e non strategica. Ogni allaenza dipendo dalle condizioni regionali e internazionali. Bashar Assad, che ha avviato trattative segrete con Israele e ha inoltre negoziato con Israele semi-apertamente attraverso la Turchia, era pronto a svendere l'Iran, Hezbollah e Hamas, in cambio di una garanzia da parte delle potenze internazionali guidate dagli Stati Uniti che il suo regime sarebbe rimasto in sella.

In una recente intervista, Rami Maklouf, cugino e stretto alleato di Assad [che il New York Times 11 maggio scorso ha descritto come l’uomo d'affari più potente della Siria, la gente chiama la Siria Makloufistan. Ndt] ha avvertito che la sicurezza di Israele dipende dalla sicurezza della Siria: in altre parole, la sicurezza di Bashar e quella israeliana, hanno un comune nemico: l’odio di massa
Dal 1973, la Siria non ha mai condotto uno scontro armato con Israele, né sparato anche un solo proiettile sparato contro Israele. Quando Israele ha bombardato il sito nucleare siriano [settembre 2007 Ndt] il regime non ha replicato. Israele ha in effetti una certa fiducia in Bashar e la sua cricca.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha cercato di tirare dalla sua parte Bashar. Egli ha messo a disposizione l’ENA [la prestigiosa scuola d'élite francese, dove vengono allevati i massimi maneger pubblici. Ndt ] per modernizzare l'amministrazione statale siriana.

Due anni fa Bashar ha liberalizzato il settore bancario e consentito alle banche straniere ad investire in Siria, e le aziende straniere ad investire nel paese grazie all’intermediazione bancaria. All'interno del sistema dominante vi è la forte convinzione che la riforma politica e quella del sistema giuridico sono necessarie per assicurare migliori condizioni per l'accumulazione di capitale e per la prosperità del capitalismo. Anche tra i burocrati si propende per liberalizzazione economica e sociale, per uno Stato di diritto e una nuova Costituzione. E’ ampiamente riconosciuto che la Costituzione del 1973 non va più bene.

Gli Stati Uniti e Unione Europea hanno cercato di incoraggiare Bashar a fare le riforme economiche in linea con la globalizzazione neoliberista e rendere progressive le aperture in termini di diritto e di diritti democratici. Ed è questo quello che i partiti politici chiesto l’ultimo decennio.

Da notare che mentre gli Stati Uniti e i suoi alleati, dopo l'uccisione del primo ministro libanese Rafic Hariri nel 2005, tentarono inizialmente di portare la Siria davanti al tribunale penale internazionale, ora l’accusa è solo verso Hezbollah. E mentre gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni Alle persone intorno a Assad, lo stesso presidente non è stato preso di mira.

La Siria, in quanto formazione economico-sociale, è legata a doppio filo alla globalizzazione imperialista. I due non possono essere separati.

Chi capeggia la rivolta?

Il movimento di disobbedienza civile in Siria è ben lungi dall'essere generalizzato, principalmente a causa della quasi totale assenza di slogan che pongano in primo piano le richieste sociali ed economiche, in particolare la lotta contro la fame, la povertà e la disoccupazione. Queste rivendicazioni potrebbero venire alla ribalta accanto a quelle per la democrazia solo in un ampio  fronte democratico unito in cui la sinistra giochi un ruolo importante. Ma in Siria non vi è né questo fronte né una sinistra.

Il Venerdì della sfida  del 6 maggio è stato il punto più alto che il movimento abbia finora raggiunto, ci sono stati circa 10.000 manifestanti in tutto il paese. Queste proteste sono state decentrate e spontanee, e ferocemente represse dalle forze di sicurezza. Ci sono stati circa 800 morti in due mesi da quando la rivolta iniziata, e circa 8000 persone sono scomparse o in stato di detenzione. La classe politica, compresa i partiti siriani di sinistra, definiscono questo movimento una "sollevazione". Non usano la parola rivoluzione. Questi partiti sono riformisti, ma il loro pensiero non è così diverso da quello del regime stesso, ovvero chiedono una riforma graduale e negoziata. Finora non c'è stato alcun accordo tra il regime e l'opposizione perché il regime dice che non ci possono essere negoziati fino a quando si ferma la rivolta, mentre l'opposizione chiede la liberazione dei prigionieri politici e i negoziati subito. Ma le masse popolari non vogliono sentir parlare di dialogo. Esse sono per le strade, perché quello che vogliono non è un cambiamento che venga dal di dentro la struttura di potere, ma che vada contro di essa.

Ci sono diversi scenari possibili. Uno è che il movimento rivoluzionario di massa possa dare origine a una nuova sinistra in grado di centralizzare e ampliare il movimento. Un altro è che l'Islam politico prenda il sopravvento e devii il movimento verso una guerra civile su linee religiose.

Circa cinque settimane dopo la rivolta sono sorti piccoli gruppi di persone hanno cominciato a gridare “gli alawiti nella fossa, i cristiani a Beirut." Il rifiuto della sinistra di rompere con il regime prepara condizioni favorevoli ai fondamentalisti. E 'anche possibile che il movimento possa essere represso con successo e il regime di Bashar si consolidi, o che un colpo di stato militare sostituisca  l'attuale leadership politica coll’appoggio dell'Iran e di Hezbollah. E se la sollevazione popolare si trasformasse in una rivoluzione, sarebbe ancora di fronte al pericolo di un colpo di Stato sponsorizzato dagli USA o da un loro intervento.

Il fondamentalismo islamico

Prima che i baathisti salissero al potere nel 1963, l'islam politico era molto marginale. Aveva solo una manciata di rappresentanti in parlamento. Nelle elezioni parziali del 1956, segnate dalla sfida tra un baathista e un noto leader musulmano della Fratellanza, i ba'athisti vinsero in modo schiacciante. I siriani derisero i Fratelli Musulmani e il clero.

La Fratellanza musulmana ha sempre agito contro la democrazia e la rivoluzione di liberazione nazionale. Ad esempio, nel 1980 essa si sollevò in armi per istituire un regime musulmano, in un momento in cui i lavoratori, gli intellettuali e gli altri cominciavano a organizzarsi in maniera indipendente del regime e una società civile stava emergendo per la prima volta. Il regime utilizzò questa rivolta come pretesto per sopprimere tutti. Ad Hama, la roccaforte dei Fratelli Musulmani, 5000 uomini armati si sollevarono. Il regime circondò e distrusse la città, e uccise 25.000 persone in due giorni. Neanche una mosca poté sfuggire. E 'stato come a Daraa oggi. Musulmani sunniti, cristiani e comunisti allo stesso modo sono stati uccisi, e anche dei baathisti. L’esercito sparò su tutto quello che si muoveva.

Oggi la Fratellanza Musulmana è divisa in due correnti principali. Una ha cambiato nome e ha alcuni legami con il regime e cerca negoziati. L'altra ha mantenuto il nome originale e obiettivi. Dopo il massacro di Hama Assad sancì che l'appartenenza alla Fratellanza era sanzionabile con la condanna a morte. Essa sopravvive soprattutto all'estero e ha poco peso politico tra il popolo. I siriani, di destra o di sinistra, sunniti compresi, non hanno fiducia in essa.

Mlgrado ciò, visto il fallimento totale e ripetuto dei partiti di sinistra siriani (nazionalisti, socialisti e  democratici), visto il crollo del "socialismo reale" e l'aggressione contro l'Iraq, l'Afghanistan e i palestinesi, la società siriana cerca una ideologia. Quella più vicina e a portata di mano è l'Islam, ciò  nel senso più ampio del termine, includendo sia le tendenze liberali progressisti che quelle fanatiche.
In questo contesto, un piccolo gruppo islamista, potrebbe ancora una volta, con l’aiuto saudita, far credere che l'Islam sia la soluzione politica. Il popolo, in Siria, è oppresso in nome della laicità e della modernità, da un regime che rappresenta invece solo lo sfruttamento selvaggio della maggioranza delle persone. Indossare l’hijab è un gesto che si è generalizzato durante il regno di Bashar, come un modo delle persone per distinguere se stessi da un regime cosiddetto laico e dalla modernizzazione, ciò assieme alla diffusione della preghiera, all’osservanza dele feste religiose e del pellegrinaggio alla Mecca.

Le manifestazioni di strada dimostrano l'assenza di un movimento religioso in quanto tale. Anche coloro che sono più devoti non cercano un regime religioso, ma vogliono la democrazia e la libertà. Anche i Fratelli Musulmani hanno lanciato un appello per uno stato civile. Ci sono tuttavia piccoli gruppi di salafiti. Essi non rappresenterebbero alcun pericolo se la società politica apertamente prendesse parte alla rivoluzione e chiedesse la caduta del regime. Altrimenti vi è il rischio di incoraggiare il settarismo religioso trasformando la rivolta contro i musulmani alawiti e i cristiani.

Un nodo complesso geopolitico

La Siria rappresenta un nodo geopolitico più complesso geopolitico di altri paesi. Isolare l'Iran è un obiettivo centrale per i regimi dei petrodollari guidati dall’Arabia Saudita. Nel corso degli ultimi 30 anni i sauditi hanno speso molti miliardi di dollari per incoraggiare la diffusione di un fondamentalismo simile a loro Islam wahabita. A tal fine, l'Arabia Saudita mira ad aizzare i sunniti contro gli sciiti in Iraq e in Libano e vorrebbe un regime change in Siria.

C’è un’ulteriore complicazione: Erdogan [detto Effendi, il soprannome dato al primo ministro turco usando la definizione del capo del governo ai tempi degli ottomani, Ndt] sembra incoraggiato dagli Stati Uniti e Israele a svolgere un ruolo che potrebbe sembrare un fastidio diplomatico per Israele appunto. Un riavvicinamento tra Siria e Turchia (e gli Stati Uniti) potrebbe ridurre la necessità della Siria di dipendere l'Iran in quanto sorta di base aerea contro Israele. In questo complesso nodo  geopolitico, tutti gli attori coinvolti —gli Stati Uniti, i sauditi, la Turchia e Israele — hanno tutto l'interesse ad cambio di regime in Siria, in modo da isolare l'Iran, di sbarazzarsi di Hezbollah e di rendere la Turchia, la forza trainante della regione.

Ma il vento potrebbe andare in entrambe le direzioni. Una è che lo svolgersi degli eventi potrebbe favorire gli interessi geopolitici imperialistici. L'altra che gli eventi potrebbero far fallire i piani imperialistici —se il processo rivoluzionario continuasse, e la società politica prendesse parte alla rivolta siriana, e se i processi in Egitto e Tunisia continuassero senza venir soffocati  dall'esercito.

La questione più importante è la seguente: qualunque cosa accada —una guerra civile, l'intervento straniero, un colpo di stato, che Bashar sia in grado di attuare riforme— il processo rivoluzionario iniziato il 15 marzo darà vita ad una nuova sinistra nuova e ad una nuova leadership?
Qualunque cosa possa ottenere, il movimento potrebbe essere infatti usurpato dai militari e dalla borghesia. Oggi come oggi, 13 maggio, il processo continua per le strade di Egitto, Tunisia, Yemen  e Siria, e le manifestazioni odierne ribadiscono il sostegno alla Palestina. Quindi la cosa importante non è quella di avviare una rivoluzione, ma di continuarla, come i bolscevichi impararono ben presto.

*Fonte: Kasama
** Traduzione a cura del Campo Antimperialista

Nessun commento:

Lettori fissi di SOLLEVAZIONE

Temi

Unione europea (953) euro (784) crisi (640) economia (630) sinistra (549) teoria politica (296) finanza (285) Leonardo Mazzei (282) M5S (275) P101 (251) grecia (247) Movimento Popolare di Liberazione (244) Governo giallo-verde (242) elezioni (239) imperialismo (237) sfascio politico (235) resistenza (226) Moreno Pasquinelli (225) sovranità nazionale (219) banche (215) internazionale (213) risveglio sociale (184) alternativa (168) seconda repubblica (167) Syriza (155) piemme (147) Tsipras (146) antimperialismo (135) debito pubblico (133) Matteo Renzi (131) programma 101 (129) spagna (122) filosofia (121) Francia (119) immigrazione (117) marxismo (117) PD (111) destra (111) sovranità monetaria (111) democrazia (109) costituzione (106) Matteo Salvini (104) neoliberismo (104) populismo (104) sollevazione (103) Stefano Fassina (97) islam (97) Grillo (94) Sandokan (94) elezioni 2018 (94) berlusconismo (91) proletariato (91) geopolitica (88) Carlo Formenti (86) Germania (86) Alberto Bagnai (83) Emiliano Brancaccio (83) austerità (80) bce (80) Medio oriente (79) Coordinamento nazionale della Sinistra contro l’euro (78) sindacato (77) Podemos (76) Stati Uniti D'America (75) referendum costituzionale 2016 (74) sinistra anti-nazionale (73) Mario Monti (72) guerra (72) capitalismo (70) Libia (66) Russia (65) capitalismo casinò (63) Sergio Cesaratto (62) Rivoluzione Democratica (61) rifondazione (61) Lega (60) globalizzazione (60) liberiamo l'Italia (60) CLN (59) Siria (59) CONFEDERAZIONE per la LIBERAZIONE NAZIONALE (57) bancocrazia (57) immigrati (57) Sicilia (56) Alexis Tsipras (55) Alitalia (54) cinque stelle (54) legge elettorale (54) sovranismo (54) Diego Fusaro (53) Legge di Bilancio (53) brexit (53) Lega Nord (52) Pablo Iglesias (52) moneta (52) referendum (52) socialismo (52) neofascismo (51) sionismo (51) sovranità popolare (51) Emmezeta (50) fiat (50) Manolo Monereo (49) Movimento dei forconi (49) solidarietà (49) campo antimperialista (48) sinistra sovranista (48) gilet gialli (46) immigrazione sostenibile (46) Beppe Grillo (45) Nichi Vendola (45) renzismo (45) Troika (44) Yanis Varoufakis (44) astensionismo (43) inchiesta (43) uscita dall'euro (43) Luciano Barra Caracciolo (42) Mario Draghi (42) Israele (41) liberismo (40) palestina (40) Mimmo Porcaro (39) patriottismo (39) Fiorenzo Fraioli (38) Ugo Boghetta (38) proteste operaie (38) sinistra patriottica (38) italicum (37) Giorgio Cremaschi (36) Karl Marx (36) Marine Le Pen (35) ambiente (35) fiscal compact (35) uscita di sinistra dall'euro (35) III. Forum internazionale no-euro (34) Luigi Di Maio (34) Ucraina (34) egitto (34) nazione (34) 9 dicembre (33) Def (33) azione (33) ISIS (32) Merkel (32) cina (32) default (32) fiom (32) iran (32) islamofobia (32) populismo di sinistra (32) scienza (32) Forum europeo 2016 (31) Sel (31) governo Renzi (31) unità anticapitalisa (31) Fabio Frati (30) ecologia (30) xenofobia (30) Nello de Bellis (29) Putin (29) catalogna (29) storia (29) eurostop (28) napolitano (28) nazionalizzazione (28) Assemblea di Chianciano terme (27) menzogne di stato (27) Donald Trump (26) Mauro Pasquinelli (26) USA (26) elezioni europee 2019 (26) nazionalismi (26) silvio berlusconi (26) Beppe De Santis (25) Comitato centrale P101 (25) Forum europeo (25) Nato (25) elezioni siciliane 2017 (25) religione (25) scuola (25) Europa (24) Movimento 5 Stelle (24) Quantitative easing (24) Venezuela (24) finanziarizzazione (24) Aldo Giannuli (23) Lavoro (23) Stato di diritto (23) antifascismo (23) manifestazione 12 ottobre 2019 (23) ora-costituente (23) razzismo (23) repressione (23) Coordinamento nazionale sinistra contro l'euro (22) Esm (22) Roma (22) emigrazione (22) keynes (22) nazionalismo (22) Chianciano Terme (21) Front National (21) Simone Boemio (21) Stato islamico dell’Iraq e del Levante (21) Unità Popolare (21) etica (21) Conte bis (20) Emmanuel Macron (20) Foligno (20) Laikí Enótita (20) Marcia della Dignità (20) Regno Unito (20) Vladimiro Giacchè (20) coordinamento no-euro europeo (20) crisi di governo (20) iraq (20) manifestazione del 12 ottobre (20) melenchon (20) minibot (20) tecnoscienza (20) umbria (20) MES (19) Mariano Ferro (19) Norberto Fragiacomo (19) Sicilia Libera e Sovrana (19) Tunisia (19) fronte popolare (19) Domenico Moro (18) Donbass (18) F.S. (18) Izquierda Unida (18) Noi siciliani con Busalacchi (18) lotta di classe (18) pace (18) senso comune (18) Assisi (17) Costanzo Preve (17) Forum europeo delle forze di sinistra e popolari anti-Unione europea (17) Jacques Sapir (17) Paolo Savona (17) Perugia (17) Pier Carlo Padoan (17) chiesa (17) complottismo (17) cosmopolitismo (17) euro-germania (17) media (17) piano B (17) Enrico Letta (16) Forum di Atene (16) Luciano B. Caracciolo (16) Marco Mori (16) Prc (16) Reddito di cittadinanza (16) Renzi (16) Tonguessy (16) appello (16) ballottaggi (16) casa pound (16) fascismo (16) internazionalismo (16) sciopero (16) vendola (16) Cremaschi (15) Daniela Di Marco (15) International no euro forum (15) M. Micaela Bartolucci (15) Salvini (15) clima (15) comunismo (15) diritto (15) indipendenza (15) internet (15) manifestazione (15) piattaforma eurostop (15) tasse (15) vaccini (15) 15 ottobre (14) Alessandro Visalli (14) Alitalia all'Italia (14) Brancaccio (14) Enea Boria (14) Ernesto Screpanti (14) Eurogruppo (14) Fridays for Future (14) MMT (14) Monte dei Paschi (14) Movimento pastori sardi (14) Stato Islamico (14) Turchia (14) Vincenzo Baldassarri (14) no tav (14) obama (14) potere al popolo (14) salerno (14) Alessandro Di Battista (13) Bersani (13) Chavez (13) Enrico Grazzini (13) Eos (13) Jobs act (13) Legge di stabilità (13) Marino Badiale (13) Virginia Raggi (13) Wilhelm Langthaler (13) acciaierie Terni (13) cultura (13) disoccupazione (13) femminismo (13) finanziaria (13) giovine italia (13) privatizzazioni (13) regionalismo differenziato (13) sardine (13) unione bancaria (13) Alfredo D'Attorre (12) Costas Lapavitsas (12) D'alema (12) Forum europeo 2015 (12) Giulietto Chiesa (12) Negri (12) Panagiotis Lafazanis (12) Sergio Mattarella (12) analisi politica (12) decreto salva-banche (12) europeismo (12) global warming (12) keynesismo (12) salari (12) terzo memorandum (12) 14 dicembre (11) AST (11) Aldo Zanchetta (11) De Magistris (11) Dicotomia (11) France Insoumise (11) Gennaro Zezza (11) Ilva (11) Papa Francesco (11) Pardem (11) Portogallo (11) Stato (11) Stefano D'Andrea (11) corruzione (11) de-globalizzazione (11) elezioni anticipate (11) iniziative (11) mediterraneo (11) nucleare (11) ordoliberismo (11) presidenzialismo (11) proteste (11) sindacalismo di base (11) sinistra Italiana (11) sovranismi (11) Art. 18 (10) Bagnai (10) Bruno Amoroso (10) Carl Schmitt (10) Claudio Borghi (10) Fausto Bertinotti (10) Fmi (10) Forum Internazionale Anti-Ue delle forze popolari e di sinistra (10) Forum di Roma 2019 (10) George Soros (10) Gianluigi Paragone (10) Giorgetti (10) Hollande (10) Jean-Luc Mélenchon (10) Lista del Popolo (10) Marco Passarella (10) Marco Zanni (10) OLTRE L'EURO (10) Ora (10) Paolo Barnard (10) Quirinale (10) Risorgimento Socialista (10) Terni (10) cattiva scuola (10) decrescita (10) diritti civili (10) facebook (10) fisco (10) golpe (10) islanda (10) legge di bilancio 2020 (10) povertà (10) taranto (10) ANTARSYA-M.A.R.S. (9) Algeria (9) Antonio Rinaldi (9) Argentina (9) Bernie Sanders (9) CGIL (9) Campagna eurostop (9) Diritti Sociali (9) Draghi (9) Forconi (9) Paolo Ferrero (9) Stato nazione (9) Terza Repubblica (9) ThyssenKrupp (9) Von Hayek (9) Wolfgang Schaeuble (9) bail-in (9) bipolarismo (9) classi sociali (9) cosmo-internazionalismo (9) deficit (9) futuro collettivo (9) il pedante (9) istruzione (9) liberalismo (9) medicina (9) moneta fiscale (9) necrologi (9) questione nazionale (9) sociologia (9) sovranità (9) tecnologie (9) Antonio Gramsci (8) Corte costituzionale (8) DOPO IL 4 DICEMBRE (8) Erdogan (8) F.f (8) Fratelli d'Italia (8) Genova (8) Goracci (8) Gran Bretagna (8) II assemblea della CLN (1-3 settembre) (8) Ingroia (8) Italia Ribelle e Sovrana (8) Julio Anguita (8) Landini (8) Lenin (8) Luca Massimo Climati (8) Mattarella (8) Mirafiori (8) Yanis Varoufakys (8) borsa (8) debitocrazia (8) destra non euro (8) elezioni anticapte (8) elezioni anticipate 2017 (8) elezioni siciliane (8) grexit (8) inflazione (8) lira (8) manifestazione 25 marzo 2017 (8) marxisti dell'Illinois (8) nuovo movimento politico (8) questione femminile (8) regionalismo (8) sardegna (8) seminario programmatico 12-13 dicembre 2015 (8) svalutazione (8) transfemminismo (8) trasporto aereo (8) unità anticapitalista (8) unità nazionale (8) Abu Bakr al-Baghdadi (7) Alessandro Chiavacci (7) Alternative für Deutschland (7) Articolo 18 (7) CUB (7) Cub Trasporti (7) Dino Greco (7) Ernesto Laclau (7) Flat tax (7) Franz Altomare (7) Gaza (7) Giancarlo D'Andrea (7) Giuseppe Angiuli (7) ISIL (7) Inigo Errejón (7) Je so' Pazzo (7) Jeremy Corbyn (7) Joseph Stiglitz (7) MMT. Barnard (7) Macron (7) Massimo Bontempelli (7) Maurizio Landini (7) Me-Mmt (7) Michele Berti (7) Nuit Debout (7) Oskar Lafontaine (7) Papa Bergoglio (7) Pil italiano (7) Riccardo Achilli (7) Samuele Mazzolini (7) Sapir (7) Seconda Assemblea P101 (7) Ttip (7) agricoltura (7) aletheia (7) anarchismo (7) autodeterminazione dei popoli (7) bankitalia (7) confederazione (7) contante (7) derivati (7) eurexit (7) eurocrack (7) giovani (7) il manifesto (7) incontri (7) magistratura (7) nazismo (7) patria e costituzione (7) pensioni (7) risorgimento (7) rivolta (7) rivoluzione civile (7) rossobrunismo (7) sanità (7) spread (7) trasporto pubblico (7) Ars (6) Banca centrale europea (6) Bazaar (6) Bottega partigiana (6) CETA (COMPREHENSIVE ECONOMIC AND TRADE AGREEMENT) (6) Carlo Galli (6) Casaleggio (6) Contropiano (6) Eros Cococcetta (6) Eugenio Scalfari (6) Franco Bartolomei (6) Frédéric Lordon (6) Giorgia Meloni (6) M.AR.S. (6) Maduro (6) Marx (6) Militant-blog (6) Nino galloni (6) No Renzi Day (6) Noi con Salvini (6) ORA! (6) Pcl (6) Pisapia (6) Polonia (6) REDDITO MINIMO UNIVERSALE (6) Regioni autonome (6) Sandro Arcais (6) Stato di Polizia (6) Target 2 (6) Teoria Monetaria Moderna (6) Thomas Fazi (6) Titoli di stato (6) Toni negri (6) USB (6) Ungheria (6) Viktor Orban (6) assemblea nazionale 2-3 luglio 2016 (6) automazione (6) beni comuni (6) cinema (6) fabrizio Marchi (6) famiglia (6) giovanni Tria (6) governo Gentiloni (6) ideologia (6) incontro internazionale (6) la variante populista (6) liberosambismo (6) migranti (6) no-Ttip (6) nuovo soggetto politico (6) populismo democratico (6) suicidi (6) suicidi economici (6) tecnica (6) terremoto (6) uber (6) utero in affitto (6) Alberto Negri (5) America latina (5) Angelo Panebianco (5) Anguita (5) Antonio Ingroia (5) Assad (5) Carola Rackete (5) Dario Guarascio (5) Decreto Dignità (5) Decreto sicurezza (5) Dimitris Mitropoulos (5) Federalismo (5) Federico Fubini (5) Ferdinando Pastore (5) Finlandia (5) Forza Italia (5) Franco Busalacchi (5) Giuseppe Mazzini (5) HAMAS (5) Hilary Clinton (5) Il popolo de i Forconi (5) Joël Perichaud (5) Kirchner (5) Lucca (5) Luigi De Magistris (5) MOHAMED KONARE (5) Marcello Teti (5) Mario Monforte (5) No Monti Day (5) No debito (5) Npl (5) Nuova Direzione (5) Paolo Becchi (5) Parigi (5) Partito tedesco (5) Pier Paolo Dal Monte (5) Rete dei Comunisti (5) Romano Prodi (5) Rosatellum 2 (5) Sharing Economy (5) Soleimani (5) Stathis Kouvelakis (5) TTIP (TRANSATLANTIC TRADE AND INVESTMENT PARTNERSHIP) (5) Trump (5) Val di Susa (5) Wolfgang Munchau (5) Yemen (5) afghanistan (5) alleanze (5) banche popolari (5) brasile (5) camusso (5) chiesa ortodossa (5) confindustria (5) cuba (5) debitori (5) decreto vaccini (5) di Pietro (5) donna (5) elezioni regionali 2015 (5) elezioni. Lega (5) fratelli musulmani (5) giornalismo (5) governo (5) greta thumberg (5) jihadismo (5) laicismo (5) massimo fini (5) pomigliano (5) procedura d'infrazione (5) proteste agricoltori (5) rifugiati politici (5) salvinismo (5) teologia (5) tremonti (5) wikileaks (5) 16 giugno Roma (4) ALBA (4) Africa (4) Alessandro Somma (4) Alessia Vignali (4) Altiero Spinelli (4) Andrea Ricci (4) Anna Falcone (4) Antonio Amoroso (4) Assange (4) Aurelio Fabiani (4) Autostrade per l'Italia (4) Bergoglio (4) Brigate sovraniste (4) CSNR (4) Candidatura d’Unitat Popular (CUP) (4) Carovana di solidarietà (4) Cesaratto (4) Charlie Hebdo (4) Chiavacci Alessandro (4) Città della Pieve (4) Claudio Martini (4) Comitato per il No nel referendum sulla legge costituzionale Renzi- Boschi (4) Consiglio nazionale ORA! (4) Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (4) Corea del Nord (4) Danilo Calvani (4) Danilo Zolo (4) Deutsche Bank (4) Die Linke (4) Diego Melegari (4) Emanuele Severino (4) Ernesto Galli Della Loggia (4) Felice Floris (4) Francesco Giavazzi (4) Frente civico (4) Fronte Sovranista Italiano (4) GIAPPONE (4) Giuliano Pisapia (4) Giulio Regeni (4) Giulio Sapelli (4) Imu (4) Incontro di Roma (4) Italexit (4) JP Morgan (4) Jacques Nikonoff (4) Karl Polany (4) Kke (4) L'Altra Europa con Tsipras (4) Lafontaine (4) Laura Boldrini (4) Leonardo Mazzzei (4) Luciano Canfora (4) Luciano Gallino (4) Luciano Vasapollo (4) Lucio Chiavegato (4) Luigi Ferrajoli (4) Lupo (4) MPL (4) Marcello Minenna (4) Marchionne (4) Martin Heidegger (4) Morgan Stanley (4) Mosul (4) NO TAP (4) Noi sicialiani con Busalacchi (4) ONU (4) Oscar Lafontaine (4) Paolo Gerbaudo (4) Pci (4) Piattaforma di sinistra (4) Piero Bernocchi (4) Prodi (4) ROSSA (4) Rajoy (4) Sefano Rodotà (4) Sergio Starace (4) Simone Pillon (4) Slavoj Žižek (4) Stato d'emergenza (4) TAP (4) Tyssenkrupp (4) VOX (4) Varoufakis (4) Visco (4) Vladimiro Giacché (4) Xarxa Socialisme 21 (4) Xi Jinping (4) agricoltura biologica (4) al-Sisi (4) alceste de ambris (4) anarchici (4) antisemitismo (4) antisionismo (4) arancioni (4) bigenitorialità (4) califfato (4) carceri (4) cipro (4) coalizione sociale (4) crisi bancaria (4) cristianesimo (4) cristianismo (4) curdi (4) demografia (4) diritti di cittadinanza (4) donne (4) elezioni 2017 (4) elezioni comunali 2017 (4) elezioni siciliane 2012 (4) filo rosso (4) gender (4) il fatto quotidiano (4) informatica (4) intelligenza artificiale (4) irisbus (4) irlanda (4) italia (4) ius soli (4) legge del valore (4) legge di stabilità 2017 (4) parti de gauche (4) patrimoniale (4) porcellum (4) precarietà (4) presidente della repubblica (4) primarie (4) protezionismo (4) risparmio (4) salute (4) saviano (4) seminario (4) sinistra transgenica (4) sottoscrizione (4) spending review (4) spesa pubblica (4) statizzazione banche (4) terzo polo (4) transizione al socialismo (4) trattati europei (4) truffa bancaria (4) università (4) wikidemocrazia (4) xylella (4) 19 ottobre (3) Ahmadinejad (3) Alavanos (3) Albert Einstein (3) Alberto Alesina (3) Alfiero Grandi (3) Amodeo (3) Antonella Stirati (3) Aquisgrana (3) Arabia saudita (3) Armando Mattioli (3) Associazione Riconquistare la Sovranità (3) Atene 26-28 giugno (3) Aventino (3) BRIM (3) Barbara Spinelli (3) Benedetto Croce (3) Benetton (3) Bernd Lucke (3) Bin Laden (3) Bloco de Esquerda. (3) Cerveteri Libera (3) Cia (3) Ciudadanos (3) Comitato No Debito (3) Commissione europea (3) Coordinamento Democrazia Costituzionale (3) Coordinamento dei Comitati per il NO-Umbria (3) Coordinamento no E45 autostrada (3) Davide Serra (3) Dieudonné M'bala M'bala (3) Diosdado Toledano (3) EDWARD SNOWDEN (3) Eleonora Forenza (3) Ernest Vardanean (3) Eurasia (3) Fabio Nobile (3) Fabrizio Tringali (3) Fausto Sorini (3) Filippo Abbate (3) Francesco Neri (3) Francesco Salistrari (3) Fratoianni (3) Gianni Ferrara (3) Giorgio Lunghini (3) Giovanni Gentile (3) Giuliana Nerla (3) Giulio Bonali (3) Giuseppe Pelazza (3) Goofynomics (3) Gramsci (3) Guido Grossi (3) HELICOPTER MONEY (3) Hezbollah (3) ISTAT (3) Ilaria Bifarini (3) Iugoslavia (3) Ivan Cavicchi (3) Jens Weidmann (3) Jugoslavia (3) Leonardo SInigaglia (3) Lista Tsipras (3) Luca Ricolfi (3) Magdi Allam (3) Manolo Monero Pérez (3) Marcello Foa (3) Marco Bulletta (3) Marco Mainardi (3) Mario Volpi (3) Marxista dell'Illinois n.2 (3) Massimo De Santi (3) Massimo cacciari (3) Maurizio Fratta (3) Maurizio del Grippo (3) Milton Friedmann (3) Modern Money Theory (3) Moldavia (3) Morya Longo (3) Napoli (3) Nigel Farage (3) No Mes (3) No e-45 autostrada (3) Noi Mediterranei (3) Olanda (3) Palermo (3) Panagiotis Sotiris (3) Paola De Pin (3) Partito Italexit (3) Patrizia Badii (3) Pedro Montes (3) Pkk (3) Poroshenko (3) Rinascita (3) Rodoflo Monacelli (3) Ruggero Arenella (3) Salento (3) Sarkozy (3) Scenari Economici (3) Six Pack (3) Stavros Mavroudeas (3) Ugo Arrigo (3) Ungheria. jobbink (3) Ventotene (3) Viareggio (3) al-Nusra (3) alba dorata (3) austria (3) biotecnocrazia (3) bollettino medico (3) crediti deteriorati (3) debito (3) deflazione (3) deflazione salariale (3) diritto d'asilo politico (3) diritto di cittadinanza (3) divorzio banca d'Italia Tesoro (3) dollaro (3) economia sociale di mercato (3) elezioni 2020 (3) euroasiatismo (3) foibe (3) forza nuova (3) giustizia (3) inceneritori (3) indignati (3) ines armand (3) insegnanti (3) internazionale azione (3) legge di stabilità 2015 (3) legge truffa (3) machiavelli (3) maternità surrogata (3) mattarellum (3) mezzogiorno (3) minijobs. Germania (3) negazionismo (3) noE-45 autostrada (3) occidente (3) oligarchia (3) olocausto (3) partito (3) partito democratico (3) prescrizione (3) psicanalisi (3) quota 100 (3) rai (3) ratzinger (3) riforma del senato (3) robotica (3) sanità. spending review (3) sciopero generale (3) seminario teorico (3) senato (3) sme (3) social media (3) socialdemocrazia (3) sondaggi (3) sovranità e costituzione (3) sovrapproduzione (3) takfir (3) tassisti (3) terza assemblea P101 (3) tv (3) violenza (3) web (3) 11 settembre (2) 12 aprile (2) 25 aprile 2017 (2) 27 ottobre 2012 (2) A/simmetrie (2) ALDE (2) Ada Colau (2) Agenda Monti (2) Alberto Benzoni (2) Alberto Montero (2) Alétheia (2) Amando Siri (2) Amazon (2) Andalusia (2) Angelo Salento (2) Antonello Ciccozzi (2) Antonello Cresti (2) Arditi del Popolo (2) Armando Siri (2) Atlante (2) Baath (2) Bahrain (2) Banca (2) Bandiera rossa in movimento (2) Berretti Rossi (2) Bilderberg (2) Black Lives Matter (2) Blockchain (2) Bolivia (2) Bolkestein (2) Borotba (2) Brushwood (2) CISL (2) Carc (2) Carlo Clericetti (2) Carlo Freccero (2) Carlo Romagnoli (2) Cernobbio (2) Certificati di Credito Fiscale (2) Cesarina Branzi (2) Cgia Mestre (2) Chantal Mouffe (2) Cile (2) Cirimnnà (2) Civati (2) Claudia Castangia (2) Colonialismo (2) Comitato antifascista russo-ucraiono (2) Conte (2) Coordinamento europeo della Sinistra contro l’euro (2) Dani Rodrik (2) De Bortoli (2) Der Spiegel (2) Diem25 (2) Domenico Losurdo (2) Don Giancarlo Formenton (2) Dugin (2) EReNSEP (2) Edoardo Biancalana (2) Ego della Rete (2) Emilia Clementi (2) Emilia-Romagna (2) Emiliano Gioia (2) Enzo Pennetta (2) Eric Toussaint (2) Ettore Livini (2) European Quantitative-easing Intermediated Program (2) Extincion Rebellion (2) F.List (2) Federal reserve (2) Fidel Castro (2) Fidesz (2) Filippo Gallinella (2) Fiumicino (2) Forestale (2) Forum Internazionale antiEU delle forze popolari (2) Forum Popoli Mediterranei (2) Francesco Lamantia (2) Francesco Maria Toscano (2) Francesco Piobbichi (2) Franco Russo (2) Frosinone (2) Fulvio Grimaldi (2) Futuro al lavoro (2) Generale Pappalardo (2) Gentiloni (2) Giacomo Bracci (2) Giacomo Russo Spena (2) Giada Boncompagni (2) Giancarlo Cancelleri (2) Gig Economy (2) Giorgio Gattei (2) Giuliano Amato (2) Giuseppe Palma (2) Goldman Sachs (2) Google (2) Grottaminarda (2) Guido Viale (2) Hartz IV (2) Hegel (2) Hitler (2) Héctor Illueca (2) INPS (2) Incontro di Madrid 19/21 febbraio 2016 (2) Iniciativa za Demokratični Socializem (2) Iniziativa per il socialismo democratico (2) Italia Ribelle (2) Iugend Rettet (2) JULIAN ASSANGE (2) Jacopo Custodi (2) Javier Couso Permuy (2) Juan Carlos Monedero (2) Juncker (2) Junker (2) Kalergy (2) Ken Loach (2) Kostas Lapavitsas (2) Kurdistan (2) La Grassa (2) Lelio Basso (2) Lelio Demichelis (2) Loretta Napoleoni (2) Ltro (2) M-48 (2) Maastricht (2) Mali (2) Manolis Glezos (2) Marco Revelli (2) Marco Rizzo (2) Maria Elena Boschi (2) Maria Rita Lorenzetti (2) Mario Tronti (2) Mark Zuckerberg (2) Marocco (2) Massimo D'Antoni (2) Massimo PIvetti (2) Michele Serra (2) Michele fabiani (2) Microsoft (2) Militant (2) Moscovici (2) Movimento Politico d'Emancipazione Popolare (2) Mussari (2) Mélenchon (2) Nadia Garbellini (2) Netanyahu (2) Nicaragua (2) Omt (2) Oriana Fallaci (2) Ostia (2) Paolo Maddalena (2) Papa (2) Partito comunista (2) Patto di Stabilità e Crescita (2) Paul Krugman (2) Paul Mason (2) PdCI (2) Pdl (2) Piano di eradicazione degli ulivi (2) Piemonte (2) Pippo Civati (2) Portella della Ginesta (2) Preve (2) Quarto Polo (2) Raffaele Alberto Ventura (2) Reddito di inclusione sociale (2) Riccardo Bellofiore (2) Riccardo Ruggeri (2) Riscossa Italia (2) Roberto Ferretti (2) Rosanna Spadini (2) Rosarno (2) Rosatellum (2) Rozzano (2) Ryan air (2) SPD (2) STX (2) Sahra Wagenknecht (2) Salistrari (2) Schumpeter (2) Scilipoti (2) Scozia (2) Seconda Assemblea CLN (2) Sergio Bellavita (2) Sergio Cararo (2) Sergio Cofferati (2) Severgnini (2) Shale gas (2) Simone Di Stefano (2) Slovenia (2) Stato penale (2) Stefano Zecchinelli (2) Steve Bannon (2) Stiglitz (2) Tasi (2) Tasos Koronakis (2) Telecom (2) Terzo Forum (2) Thissen (2) Thomas Piketty (2) Tito Boeri (2) Tiziana Alterio (2) Tiziana Ciprini (2) Tltro (2) Tomaso Montanari (2) Tor Sapienza (2) Torino (2) Transatlantic Trade and Investment Partnership (2) Transnistria (2) Trilateral (2) UIL (2) UKIP (2) Umberto Eco (2) Ursula von der Leyen (2) Valerio Bruschini (2) Von Der Leyen (2) Vox Italia (2) Zagrebelsy (2) Zoe Constantopoulou (2) accordo del 20 febbraio (2) accordo sul nucleare (2) agricoltori indignati (2) al Serraj (2) al-Durri (2) al-qaeda (2) alawismo (2) animalismo (2) antimperialista (2) antispecismo (2) antropologia (2) atac (2) banche venete (2) battaglia d'autunno (2) blocco sociale (2) bontempelli (2) burkini (2) calunnia (2) casa (2) clausole di salvaguardia (2) cobas (2) comitato di Perugia (2) composizione di classe (2) comuni (2) comunicazione (2) debito privato (2) denaro (2) deregulation (2) domenico gallo (2) due euro (2) dughin (2) elezioni comunali 2015 (2) elezioni comunali 2019 (2) embraco (2) enel (2) energia (2) ennahda (2) esercito (2) eugenetica (2) expo (2) export (2) fake news (2) fecondazione eterologa (2) fincantieri (2) fine del lavoro (2) frontiere (2) gaypride (2) genetica (2) gennaro Migliore (2) geoeconomia (2) giacobinismo (2) governicchio (2) indignatos (2) industria italiana (2) intimperialismo (2) isu sanguinis (2) legge (2) legge di stabilità 2018 (2) lgbt (2) libano (2) liberi e uguali (2) libertà di pensiero (2) maidan (2) manifestazione 2 giugno 2018 (2) marina silva (2) mercantislismo (2) nazionalizzare le autostrade (2) no expo (2) non una di meno (2) omosessualità (2) ong (2) paolo vinti (2) pareggio di bilancio (2) parlamento europeo (2) patria (2) patto del Nazareno (2) patto grecia-israele (2) patto politico (2) peronismo (2) petrolio (2) pietro ratto (2) poste (2) poste italiane (2) proporzionale (2) province (2) razionalismo (2) reddito di base (2) ricchezza (2) riduzione parlamentari (2) rifiuti (2) riformismo (2) rivoluzione russa (2) rivoluzione socialista (2) scissione pd (2) serbia (2) shador (2) shoa (2) silicon valley (2) sinistra anticapitalista (2) sinistra critica (2) società (2) stagnazione secolare (2) stop or-me (2) studenti (2) tasso di cambio (2) transgender (2) transumano (2) ulivi (2) unioni civili (2) uniti e diversi (2) uscita da sinistra (2) vincolo di mandato (2) vota NO (2) "cosa rossa" (1) 100 giorni (1) 101 Dalmata. il più grande successo dell'euro (1) 11-12 gennaio 2014 (1) 14 novembre (1) 17 aprile (1) 19 ottobre 2019 (1) 1961 (1) 20-24 agosto 2014 (1) 25 aprile 2014 (1) 25 aprile 2015 (1) 25 aprile 2018 (1) 28 marzo 2014 (1) 31 marzo a Milano (1) 4 novembre (1) 5G (1) 6 gennaioMovimento Popolare di Liberazione (1) 8 settembre (1) 9 febbraio 2019 (1) 9 novembre 2013 (1) A. Barba (1) AL NIMR (1) Abd El Salam Ahmed El Danf (1) Aberto Bellini (1) Accellerazionismo (1) Achille Occhetto (1) Acqua pubblica (1) Adenauer (1) AirCrewCommittee (1) Alain Parguez (1) Alan Greenspan (1) Alan Johnson (1) Alba Libica (1) Albania (1) Albert Jeremiah Beveridge (1) Albert Reiterer (1) Albert Rivera (1) Alberto Perino (1) Alcoa (1) Aldo Barba (1) Aldo Bronzo (1) Aleksey Mozgovoy (1) Alemanno (1) Aleppo (1) Alesina (1) Alessandro Mustillo (1) Alessandro Trinca (1) Alex Zanotelli (1) Alexander Zakharchenko (1) Alterfestival (1) Alternativa per la Germania (1) Alì Manzano (1) Ambrogio Donini (1) Ambrose Evans Pritchard (1) Amedeo Argentiero (1) Amintore Fanfani (1) Amoroso (1) Anders Breivik (1) Andrew Brazhevsky (1) Andrew Spannaus (1) Angela Matteucci (1) Angelo di Carlo (1) Angus Deaton (1) Anis Amri (1) Anna Angelucci (1) Anna Lami (1) Anschluss (1) Anthony Coughlan (1) Antonella Stocchi (1) Antonio De Gennaro (1) Antonio Guarino (1) Antonio Rinaldis (1) Antonis Ragkousis (1) Antonis-Ragkousis (1) Apple (1) Arditi (1) Argo Secondari (1) Argyrios Argiris Panagopoulos (1) Arnaldo Otegi (1) Ars Longa (1) Art 81 (1) Art. 11 (1) Art.50 Trattato Lisbona (1) Articolo1 (1) Artini (1) Artuto Scotto (1) Ascheri (1) Atene (1) Athanasia Pliakogianni (1) Atlantia (1) Attali (1) Augusto Graziani (1) Australia (1) BDI (1) BORIS NEMTSOV (1) BRI (1) Banca d'Italia (1) Banca mondiale (1) Barcelona en comú (1) Bashar al-Assad (1) Basilicata (1) Bastasin (1) Battaglione Azov (1) Bazar (1) Bcc (1) Bekaert (1) Belardelli (1) Belgio (1) Benigni (1) Benoît Hamon (1) Bernard-Henri Levy (1) Bielorussia (1) Bifo (1) Bilancio Ue (1) Bini Snaghi (1) Bisignani (1) Bismarck (1) Black Panthers (1) Blade Runner 2049 (1) Boicotta Eurovision (1) Boikp Borisov (1) Bolsonaro (1) Bossi (1) Branko Milanovic (1) Brennero (1) Bretagna (1) Brigata kalimera (1) Brindisi (1) Britannia (1) Bruderle (1) Bruno Steri (1) Bruno Vespa (1) Bulgaria (1) ByoBlu (1) C.f.. Governo giallo-verde (1) CARTA DI FIRENZE 2019 (1) CCF (1) CNL (1) COMITATO OPERAI E CITTADINI PER L'AST (1) COSMOPOLITICA (1) Calabria (1) Calenda (1) Cambiare si può (1) Cameron (1) Cammino per la libertà (1) Cancellieri (1) Carchedi (1) Caritas (1) Carlo Candi (1) Carlo De Benedetti (1) Carlo Rovelli (1) Carmine Pinto (1) Casal Bruciato (1) Cascina Raticosa (1) Casini (1) Cassazione (1) Cassese Sabino (1) Catarina Martins (1) Cekia (1) Cesare Battisti (1) Checchino Antonini (1) Checco (1) Chiaberge Riccardo (1) Chiara Appendino (1) Chisinau (1) Chișinău (1) Christian Napolitano (1) Christian Rocca (1) Christoph Horstel (1) Circo Massimo (1) Cirinnà (1) Civitavecchia (1) Claudia Zeta (1) Claudio Maartini (1) Claudio Magris (1) Claus Offe (1) Concita De Gregorio (1) Confederazione europea (1) Conferenza d'apertura (1) Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014 (1) Coord (1) Coordinamento europeo per l'uscita dall'Unione (1) Corea del Sud (1) Corriere della sera (1) Corte Europea sui diritti dell'uomo (1) Cosenza (1) Crimea (1) Cristina Re (1) Cuperlo (1) DDL (1) Dagospia (1) Daisy Osauke (1) Damiano palano (1) Dan Glazebrook (1) Daniela Conti (1) Daniele Manca (1) Danimarca (1) Dario Fo (1) Davide Bono (1) Davide Gionco (1) Davos (1) De Masi (1) De Vito (1) Debora Billi (1) Debt Redemption Fund (1) Del Rio (1) Denis Mapelli (1) Dichiarazione universale dei diritti umani (1) Dimitris Christoulias (1) Dio (1) Dmitriy Kolesnik (1) Domenico Quirico (1) Domenico Rondoni (1) Dominique Strauss-Khan (1) Don Sturzo (1) Donald Tusk (1) Duda (1) ECO (1) EPAM (1) Eco della rete (1) Eduard Limonov (1) Elctrolux (1) Eleonora Florenza (1) Elinor Ostrom (1) Elliott Gabriel (1) Emanuele Filiberto (1) Emilio Gentile (1) Emma Bonino (1) Emmanuel Mounier (1) Emmeffe (1) Enrica Perucchietti (1) Enrico Angelini Partigiano (1) Enrico Gatto (1) Enrico Rossi (1) Enrico padoan (1) Erasmo vecchio (1) Ernesto Pertini (1) Ernst Bloch (1) Eros Francescangeli (1) Erri De Luca (1) Etiopia (1) Ettore Gotti Tedeschi (1) Eugenio Scalgari (1) Eunoè (1) Eurispes (1) Europa a due velocità (1) Evo Morales (1) FF2 (1) Fabiani (1) Fabio Amato (1) Fabio De Masi (1) Fabio Dragoni (1) Fabio Mini (1) Fabio Petri (1) Fabriano (1) Fabrizio De Paoli (1) Fabrizio Rondolino (1) Falluja (1) Favia (1) Federazione delle Industrie Tedesche (1) Federica Aluzzo (1) Federico Caffè (1) Federico II il Grande (1) Ferrero (1) Fertility Day (1) Filippo Dellepiane (1) Filippo Nogarin (1) Filippo Santarelli (1) Fiorito (1) Florian Philippot (1) Folkebevægelsen mod EU (1) Foodora (1) Foro di Sao Paulo (1) Forum Ambrosetti (1) Forum dei Popoli Mediterranei (1) Forum di Assisi (1) Francesca Donato (1) Francesco Campanella (1) Francesco Cardinali (1) Francesco Garibaldo (1) Francesco Giuntoli (1) Francesco Lenzi (1) Francesco Magris (1) Franco Venturini (1) Frauke Petry (1) Fred Kuwornu (1) Freente Civico (1) Freud (1) Front de gauche (1) Fronte della gioventù comunista (1) Fuad Afane (1) Fukuyama (1) Fuori dall'euro (1) GMJ (1) Gabanelli (1) Gabriele Gesso (1) Gandhi (1) George Friedman (1) George Monbiot (1) Germanicum (1) Gesù (1) Gezi park (1) Giacomo Bellini (1) Giacomo Bellucci (1) Giacomo Vaciago (1) Giacomo Zuccarini (1) Giancarlo Bergamini (1) Gim cassano (1) Giordano Sivini (1) Giovanna Vertova (1) Giovanni De Cristina (1) Giovanni Lo Porto (1) Giovanni Schiavon (1) Giovanni Tomei (1) Giovanni di Cristina (1) Giulia Grillo (1) Giuliana Commisso (1) Giuliano Procacci (1) Giulio Ambrosetti (1) Giulio Girardi (1) Giulio Tarro (1) Giulio Tremonnti (1) Giuseppe Altieri (1) Giuseppe Guarino (1) Giuseppe Travaglini (1) Giuseppe Turani (1) Giuseppe Zupo (1) Glauco Benigni (1) Godley (1) Grasso (1) Graziano Priotto (1) Grecia presidio 9/9/19 (1) Guerra di liberazione algerina (1) Guglielmo Forges Davanzati (1) Guido Lutrario (1) Guido Ortona (1) Günther Anders (1) HSBC (1) Hainer Flassbeck (1) Haitam Manna (1) Haiti (1) Haver Analytics (1) Hawking (1) Heiner Flassbeck (1) Hillary Clinton (1) Hjalmar Schacht (1) Hong Kong (1) Huawei (1) Huffington Post (1) IPHONE (1) IRiS (1) IS (1) Ida Magli (1) Ignazio Marino (1) Il tramonto dell'euro (1) Ilaria Lucaroni (1) Illueca (1) Imposimato (1) Improta (1) Indesit (1) Indipendenza e Costituzione (1) Inge Höger (1) Intellettuale dissidente (1) International Forum of Sovereign Wealth Funds (1) Intesa Sanpaolo (1) Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (1) Italia dei valori (1) J.Habermas (1) JAMES GALBRAITH (1) JOBS ACT(ING) IN ROME (1) Jacques Delors (1) Jacques Rancière (1) James Holmes (1) James K. Galbraith (1) James Petras (1) Jaroslaw Kaczynsk (1) Jason Barker (1) Je so' Pazz' (1) Jean Claude Juncker (1) Jean-Claude Juncker (1) Jean-Claude Lévêque (1) Jean-Claude Michéa (1) Jean-Jacques Rousseau (1) Jean-Paul Fitoussi (1) Jeremy Rifkin (1) Jo Cox (1) Joel Perichaud (1) John Laughland (1) John Locke (1) John Pilger (1) Jorge Alcazar Gonzalez (1) Joseph De Maistre (1) Joseph Shumpeter (1) Josephine Markmann (1) João Ferreira (1) Jugend Rettet (1) Juha Sipila (1) Junge Welt (1) Kalecky (1) Kalergi (1) Kelsen (1) Kemi Seba (1) Kenneth Kang (1) Kiev (1) Kirill Vasilev (1) Kolesnik Dmitriy (1) Kosovo (1) Kostas Kostoupolos (1) Kostas-Kostopoulos (1) Kouachi (1) Koutsianas Pantelis (1) Kruhman (1) Ktragujevac (1) Kyenge (1) L'Aquila (1) La Pira (1) La forte polarizzazione (1) La sinistra e la trappola dell'euro (1) La via maestra (1) La7 (1) Lagarde (1) Lapo Elkann (1) Lars Feld (1) Lasciateci fare (1) Leave (1) Lecce (1) Left (1) Legge 194 (1) Legge Acerbo (1) Legge Severino (1) Leonardo Coen (1) Leopolda (1) Lettera aperta ai movimenti sovranisti (1) Lev Gumilev (1) LexitNetwork (1) Lia De Feo (1) Lidia Riboli (1) Lidia Undiemi (1) Liguria (1) Lillo Massimiliano Musso. Leoluca Orlando (1) Lituana (1) Livorno (1) Logistica. Ikea (1) London Corrispondent Society (1) Lorenzin (1) Lorenzin Beatrice (1) Lorenzo Alfano (1) Lorenzo Del Savio (1) Lorenzo Dorato (1) Lorenzo Fioramonti (1) Lorenzo Fontana (1) Loris Caruso (1) Luca Donadel (1) Luca Pagni (1) Lucarelli (1) Lucia Annunziata (1) Lucia Morselli (1) Luciana Castellina (1) Luciano Violante (1) Lucio Magri (1) Lucio garofalo (1) Luigi De Giacomo (1) Luigi Nanni (1) Luigi Preiti (1) Luigi Zingales (1) Luka Mesec (1) López Obrador (1) M. Pivetti (1) M48 (1) M5 (1) MH 17 flight paths (1) MNLA (1) MOSE (1) Macchiavelli (1) Macedonia (1) Maida (1) Manuel Monereo (1) Manuel Montejo (1) Manuela Cadelli (1) Manuela Carmena (1) Marcello Barison (1) Marcello De Cecco (1) Marcello Veneziani (1) Marcia Perugia-Assisi (1) Marco Bersani (1) Marco Carrai (1) Marco Cattaneo (1) Marco Di Steafno (1) Marco Ferrando (1) Marco Fortis (1) Marco Giannini (1) Marco Palombi (1) Marco Pannella (1) Marco Parma (1) Marco Rovelli (1) Marco Santopadre (1) Marcuse (1) Margarita Olivera (1) Maria Grazia Da Costa (1) Marina Calculli (1) Marina Minicuci (1) Mario Esposito (1) Mark Rutte (1) Maroni (1) Marta Fana (1) Martin Lutero (1) Martin Wolf (1) Marxista dell'Illinois n.1 (1) Massimiliano Panarari (1) Massimo Costa (1) Massimo Gramellini (1) Massimo Recalcati (1) Massimo Villone (1) Matt O'Brien (1) Mattei (1) Matteo Mameli (1) Matteo Pucciarelli (1) Mauricio Macri (1) Maurizio Alfieri (1) Maurizio Blondet (1) Maurizio Franzini (1) Maurizio Leonardi (1) Maurizio Lupi (1) Maurizio Molinari (1) Maurizio Ricci (1) Maurizio Sgroi (1) Maurizio Vezzosi (1) Maurizio Zenezini (1) Maurizio zaffarano (1) Mauro Alboresi (1) Mauro Bocci (1) Mauro Maltagliati (1) Mauro Scradovelli (1) Mauro Volpi (1) Maximilian Forte (1) Mdp (1) Me.Fo. (1) Melanchon (1) Meloni (1) Mentana (1) Meridionalisti Italiani (1) Merk (1) Merloni (1) Messico (1) Metallurgiche Forschungsgesellschaft (1) Micah Xavier Johnson (1) Michael Jacobs (1) Michael Ledeen (1) Michael Moore (1) Michelangelo Vasta (1) Michele Ainis (1) Michele Ruggero (1) Mihaly Kholtay (1) Milano (1) Milosevic (1) Milton Friedman (1) Mimmo Lucano (1) Mincuo (1) Ministero economia e finanza (1) Mladic (1) Mohamed bin Salman (1) Mohammad Javad Zarif (1) Monica Maggioni (1) Monicelli (1) Mont Pélerin Society (1) Montegiorgio in Movimento (1) Moshe Ya’alon (1) Moves (1) Movimento 77 (1) Movimento R(e)evoluzione (1) Movimento democratici e progressisti (1) Movimento di Liberazione Popolare (1) Movimiento 15-M (1) Mulatu Teshome Wirtu (1) Musk (1) NIgeria (1) Nadia Valavani (1) Naji Al-Alì (1) Nancy Fraser (1) Natale (1) Neda (1) Nepal (1) Nethanyahu (1) New York Times (1) Nicky Hager (1) Nicola Ferrigni (1) Nicolas Dupont-Aignan (1) Nicoletta Dosio (1) Nicolò Bellanca (1) Nimr Baqr al-Nimr (1) No Fertility Day (1) Noam Chomsky (1) Noelle Neumann (1) Noi sicialiano con Busalacchi (1) Norbert Hofer (1) Norberto Bobbio (1) Nord Africa (1) Norma Rangeri (1) Nsa (1) OCSE (1) OLTRE L'EURO L'ALTERNATIVA C'È (1) OPEC (1) OXI (1) Olimpiadi (1) Olmo Dalcò (1) Omnium (1) Onda d'Urto (1) Open Society Foundations (1) Orietta Lunghi (1) P 101 (1) P-Carc (1) P01 (1) PCE (1) PCdI (1) PIANESI MARIO (1) POSSIBILE (1) PRISM (1) PSUV (1) Pablo Stefanoni (1) Padre Pio (1) Paesi baschi (1) Pakistan (1) Palladium (1) Panagoitis Sotiris (1) Panos "Panagiotis" Kammenos (1) Paola Muraro (1) Paolo Ciofi (1) Paolo Di Martino (1) Paolo Giussani (1) Paolo Maria Filipazzi (1) Paolo dall'Oglio (1) Paremvasi (1) Partito Comunista Italiano (1) Partito Comunista d'Italia (1) Partito del Lavoro (1) Partito radicale (1) Pasolini (1) Pasquale Voza (1) Passos Coelho (1) Patto di stabilità (1) Paul "Elliot" Singer (1) Paul De Grauwe (1) Paul Steinhardt (1) Per una sinistra rivoluzionaria (1) Perù (1) Pettirossi (1) Piano nazionale per la fertilità (1) Piepoli (1) Pier Francesco Zarcone (1) Pier Paolo Pasolini (1) Pierfranco Pellizzetti (1) Piero Calamandrei (1) Piero Gobetti (1) Piero Ricca (1) Piero fassina (1) Piero valerio (1) Pierre Laurent (1) Pietro Attinasi (1) Pietro Ingrao (1) Pietro Nenni (1) Pil (1) Pil argentino (1) Pinna (1) Pino Corrias (1) Pino Prestigiacomo (1) Piotr Zygulski (1) Pisa (1) Pizzarotti (1) Pomezia (1) Porto Recanati (1) Postcapitalism (1) Presidenza della Repubblica (1) Profumo (1) Puglia (1) Quadrio Curzio Alberto (1) Quisling (1) RENAUD LAMBERT (1) RISCOSSA ITALIANA (1) ROSS@ Parma (1) Rachid Ghannoūshī (1) Radek (1) Raffaele Ascheri (1) Raffaele Marra (1) Raffaella Paita (1) Ramadi (1) Ramarrik de Milford (1) Ramon Franquesa (1) Rapporto Werner (1) Ras Longa (1) Razem (1) Realfonzo (1) Remain (1) Renato Brunetta (1) René Girard (1) Report (1) Repubblica di Lugànsk (1) Rete Sostenibilità e Salute (1) Riccardo Terzi (1) Riccardo Tomassetti (1) Rino Formica (1) Risorgimento Meridionale (1) Rita Di Leo (1) Rizzo (1) Robert Mundell (1) Roberta Lombardi (1) Roberto D'Agostino (1) Roberto D'Alimonte (1) Roberto D'Orsi (1) Roberto Fico (1) Roberto Grienti (1) Roberto Marchesi (1) Roberto Martino (1) Roberto Massari (1) Roberto Musacchio (1) Roberto Palmerini (1) Roberto Santilli (1) Rocco Casalino (1) Rohani (1) Roma 13 ottobre 2018 (1) Roma 21 novembre 2015 (1) Romney (1) Rosario Crocetta (1) Rossano Rubicondi (1) Rovereto (1) SENZA EURO(PA) (1) SI COBAS (1) SInistra popolare (1) SYLVAIN LEDER (1) Sacko Soumayla (1) Said Gafurov (1) Sakorafa (1) Salmond (1) Salonicco (1) Salvatore Biasco (1) Salvatore D'Albergo (1) Samaras (1) Samir Amin (1) Sandro Targetti (1) Santori (1) Schengen (1) Schlageter (1) Scottish National Party (1) Scuola austriaca (1) Scuola di Friburgo (1) Sebastiano Isaia (1) Serge Latouche (1) Sergeï Kirichuk (1) Sergio Bologna (1) Sergio Romano (1) Shaimaa (1) Shaimaa el-Sabbagh (1) Shakira (1) SiAMO (1) Sig­mar Gabriel (1) Silvana Sciarra (1) Slai Cobas (1) Slavoj Zizek (1) Solone (1) Sorrentino (1) Spoleto (1) Sraffa (1) Standard & Poor's (1) Stanis Ruinas (1) Stefania Giannini (1) Stefano Alì (1) Stefano Azzarà (1) Stefano Bartolini (1) Stefano Feltri (1) Stefano Lucarelli (1) Stefano Musacchio (1) Stefano Petrucciani (1) Stefano Zai (1) Steven Forti (1) Storace (1) Stratfor (1) Strikemeeting (1) Sudafrica (1) Susana Díaz (1) Svitlana Grugorciùk (1) Svizzera (1) TISA (TRADE IN SERVICES AGREEMENT) (1) TPcCSA (1) Tarek Aziz (1) Tariq Alì (1) Tempa Rossa (1) Tfr (1) Thatcher (1) Theodoros Koudounas (1) Theresa Mai (1) Thomas Szmrzly (1) Thomas Zmrzly (1) Tiziana Aterio (1) Tiziana Drago (1) Togliatti (1) Tommaso Nencioni (1) Tommaso Rodano (1) Tonia Guerra (1) Tony Manigrasso (1) Topos Rosso (1) Toscana (1) Tribunale dell'Aia (1) Trichet (1) Tripoli (1) Tuareg (1) Two Pack (1) UGL (1) UPR (1) Udc (1) Ugo Mattei (1) Ulrich Grillo (1) Unicredit (1) Unio (1) United Kingdom Indipendent Party (1) Utoya (1) VLADIMIR LAKEEV (1) Vagelis Karmiros (1) Valerio Colombo (1) Vallonia (1) Vasilij Volga (1) Veltroni (1) Venezia (1) Veronica Duranti (1) Versilia (1) Vertice di Milano (1) Viale (1) Viktor Shapinov (1) Vilad Filat (1) Vincent Brousseau (1) Vincenzo Sparagna (1) Viscione (1) Vito Lops (1) Vito Storniello (1) Vittorio Bertola (1) Vittorio Carlini (1) Vittorio da Rold (1) Von Mises (1) Vox Populi (1) W. Streeck (1) WHIRLPOOL (1) Walter Eucken (1) Walter Tocci (1) Warren Mosler (1) Washington Consensus (1) Wen Jiabao (1) Westfalia (1) Wilders (1) Wolfgang Streeck (1) Wolkswagen (1) Wozniak (1) YPG (1) Ytzhac Yoram (1) Zagrebelsky (1) Zaia (1) Zalone (1) Zbigniew Brzezinski (1) Zecchinelli (1) Zedda Massimo (1) Zizek (1) Znet (1) Zolo (1) Zygmunt Bauman (1) aborto (1) accise (1) adozioni (1) aggressione (1) agorà (1) al-Fatah (1) al-Ghwell (1) alba mediterranea (1) alberto garzon (1) alluvione (1) alt (1) alta velocità (1) amanda hunter (1) amnistia (1) amore (1) andrea zunino (1) antropocene (1) apocalisse (1) appoggio tattico (1) arcelor Mittal (1) aree valutarie ottimali (1) armi (1) arresti (1) asia argento (1) askatasuna (1) assemblea di Roma del 4 luglio 2015 (1) assemblea nazionale del 22 e 23 ottobre (1) ateismo (1) autogestione (1) autostrade (1) ballarò (1) battisti (1) benessere (1) big five (1) bilancia dei pagamenti (1) bioetica (1) biologia (1) black block (1) blocco costituzionale (1) blocco nero (1) bloomberg (1) bomba atomica (1) bonapartismo (1) brigantaggio (1) bufale (1) bullismo (1) calcio (1) califfaato (1) campagna di finanziamento (1) capitolazione (1) carlo Bonini (1) carlo Sibilia (1) carta dei principi (1) cassa depositi e prestiti (1) catastrofe italiana (1) catene di valore (1) cdp (1) censis (1) censura (1) chokri belaid (1) comitato (1) comitato per la salvaguardia dei numeri reali (1) commemorazione (1) confini (1) conflitto di interezzi (1) confucio (1) consiglio superiore della magistratura (1) contestazione (1) controcorrente (1) convegno di Copenaghen (1) coronavirus (1) coronovirus (1) cretinate. (1) curzio maltese (1) cybercombattenti (1) cyborg (1) dabiq (1) dall'euro (1) dalla NATO e dal neoliberismo (1) david harvey (1) decalogo (1) decescita (1) decrescita felice (1) decretone (1) democratellum (1) democratiche e di sinistra (1) democrazia economica (1) deportazione economica (1) depressione (1) di Monica Di Sisto (1) dichiarazione di Roma (1) dimissioni (1) dimitris kazakis (1) diritti dei lavoratori (1) dissesto idrogeologico (1) dracma (1) ebraismo (1) economie di scala (1) economist (1) ecosocialismo (1) egolatria (1) elezioni comunali 2018 (1) elezioni regionali 2019 (1) enav (1) enrico Corradini (1) erasmus (1) esercito industriale di riserva (1) espulsione (1) estremismo (1) eurasismo (1) euroi (1) evasione fiscale (1) fabbriche (1) fallimenti (1) fascistizzazione della Lega (1) felicità (1) femen (1) femminicidio (1) fiducia (1) finan (1) finaza (1) flessibilità (1) flussi elettorali 2016 (1) fondi avvoltoio (1) fondi immobiliari (1) fondi sovrani (1) forme (1) freelancing (1) fuga dei capitali (1) fusione dei comuni (1) genere (1) giusnaturalismo (1) global compact (1) gold standard (1) governabilità (1) governo neutrale (1) grande coalizione (1) gravidanza (1) grazia (1) guerra di civiltà (1) guerra valutaria (1) hansel e gretel (1) hedge funds (1) i più ricchi del mondo (1) il cappello pensatore (1) illiberale (1) ilsimplicissimus (1) import (1) import-export (1) incendi (1) independent contractor (1) india (1) indignados (1) indipendeza e costituzione (1) individualismo (1) indulto (1) intena (1) intervista (1) ius sanguinis (1) ivana fabris (1) joker (1) kafir (1) l (1) la grande bellezza (1) legalità (1) legge Madia (1) legge anticorruzione (1) legge antisciopero (1) legge di stabilità 2016 (1) leva (1) leva obbligatoria (1) lex monetae (1) libaralismo (1) libe (1) liberalizzazioni (1) liberazionne (1) liberiamo (1) libra (1) linguaggio (1) link tax (1) liste civiche. (1) loi El Khomri (1) lotga di classe (1) luddismmo (1) lula (1) madre surrogata (1) mafiodotto (1) maghreb (1) malaysian AIRLINES (1) mandato imperativo (1) manifesto del Movimento Popolare di Liberazione (1) manlio dinucci (1) manovra (1) marchesi Antinori (1) marcia globale per Gerusalemme (1) massacri imperialisti (1) massimo bray (1) massoneria (1) materialismo storico (1) matrimoni omosessuali (1) matteo bortolon (1) matteo brandi (1) megalamania (1) memoria (1) mercantilismo (1) mercato (1) mercato del lavoro (1) militarismo (1) modello spagnolo (1) modello tedesco (1) modernità (1) molestie (1) momento polany (1) monetarismo (1) moody's (1) nascite (1) nazion (1) nazional-liberismo (1) neokeynesismo (1) no allo spezzatino (1) no vax (1) nobel (1) nomine ue (1) norvegia (1) numero chiuso (1) obiezione di coscienza (1) occupy wall street (1) oligarchia eurista (1) openpolis (1) operaismo (1) ore lavorate (1) osvaldo napoli (1) pacifismo (1) palmira (1) partite iva (1) partiti (1) partito americano (1) partito brexit (1) partito umanista (1) pecchioli luigi (1) personalismo (1) petiziion (1) piaciometro (1) piano Silletti (1) piano nazionale di prevenzione (1) piero visani (1) piigs (1) politicamente corretto (1) politiche austeritarie (1) polizia (1) ponte Morandi (1) popolo (1) post-elezioni (1) post-operaismo (1) postumano (1) profughi (1) programma UIKP (1) progresso (1) qualunquismo (1) questione meridionale (1) quinta internazionale (1) rampini (1) rappresentanza (1) recensioni (1) regione umbria (1) rete 28 Aprile (1) ride sharing (1) rider (1) risparmio tradito (1) risve (1) riunioni regionali (1) rivoluzione (1) robot killer (1) rosabrunismo (1) rublo (1) salafismo (1) salir del euro (1) sandro veronesi (1) sanzioni (1) scie chimiche (1) sciopero della fame (1) seisàchtheia (1) sequestro minori (1) sfruttamento (1) sicurezza (1) siderurgia (1) sindalismo di base (1) sinismo (1) smartphone (1) social forum (1) sondaggio demos (1) specismo (1) spionaggio (1) squatter (1) stadio (1) startup (1) statuto (1) sterlina (1) strategia militare (1) stress test (1) sud (1) suez (1) supe-bolla (1) supply-side economics (1) svimez (1) taglio parlamentari (1) takfirismo (1) tango bond (1) tassiti (1) tempesta perfetta (1) terza fase (1) terzigno (1) terzo stato (1) tesaurizzazione (1) torre maura (1) tortura (1) transumanismo (1) trappola della liquidità (1) trasformismo (1) trasumanesimo (1) trenitalia (1) triptrorelina (1) trivelle (1) troll (1) uassiMario Monti (1) uberizzazione (1) ultimatum (1) vademecum (1) vadim bottoni (1) valute (1) vattimo (1) vertice di Roma (1) volkswagen (1) voucher (1) wahabismo (1) wahhabismo (1) xenobot (1) yuan (1) zanotelli (1) zapaterismo (1)